Sulla costa del Perù

Finito il Niño nove mesi fa, finito l’accenno di Niña cinque mesi dopo, “sta succedendo qualcosa di notevole davvero sulla costa del Perù” dov’è emersa un’enorme bolla di mare caldo causando disastri meteo.

Succedono eventi meteo “davvero notevoli” ai poli, in India, in Australia, in Sudamerica, negli USA…. come un’ondata planetaria di maltempo.

Con un tempismo che i negaioli troveranno senz’altro sospetto, Michael Mann – che domani mattina rappresenterà i climatologi bravi e onesti davanti alla Commissione anti-scienza della Camera statunitense – Susan Miller, Dim Coumou, Stefan Rahmstorf et al.  pubblicano su Scientific Reports “Influence of Anthropogenic Climate Change on Planetary Wave Resonance and Extreme Weather Events”.

Le onde sono quelle di Rossby, del jet stream polare e altri venti fra il polo Nord e i Tropici che dall’inizio del secolo mostrano una “amplificazione quasi risonante” e allungano così i periodi di siccità, ondate di calore e alluvioni. Mann et al. analizzano temperature e misure satellitari dal 1979, le paragonano con un insieme di modelli e propongono la quasi-risonanza per spiegare “i segnali che cominciano a emergere dal rumore di fondo della variabilità naturale”.

Per ora confermano l’aumento di eventi estremi – “forse” legati all’amplificazione polare artica – previsti dai modelli climatici che includono l’effetto serra delle nostre emissioni di CO2 equiv. – si vede bene nella Fig. 4.

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Coincidenza: su Nature Astronomy, Scott McIntosh et al. descrivono “onde simili a quelle di Rossby” sul Sole.

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Sul Guardian, la direttrice dell’Arctic Institute Victoria Herrmann chiede al governo Trump di smetterla di cancellare le citazioni dei suoi paper dai siti web governativi:

All in all, emails about defunct links of sites that weren’t saved are annoying, but harmless. Finding archived materials to replace them add maybe 20 minutes of internet searches to my day – and a bit of anger at the state of the country.

The consequences of vanishing citations, however, pose a far more serious consequence than website updates. Each defunct page is an effort by the Trump administration to deliberately undermine our ability to make good policy decisions by limiting access to scientific evidence.

Meno male che l’operazione Save the data ha funzionato, aggiornamenti da Azimuth.

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Fonte

David Schnare, a former EPA lawyer, has been most notable for his unsuccessful lawsuits (often with Christopher Horner) seeking emails of Michael Mann and others. Here he is celebrating at WUWT his appointment to the Trump transition team.

Si è dimesso dalla squadra Trump perché il clima gli piace ancora più caldo che al nuovo capo dell’EPA, Scott “BigOil & Coal” Pruitt, riferisce Nick Stokes.

Graham Redfearn racconta la deniers’ conference dello Heartland Institute, ospiti d’onore Robert Mercer e figlia, i miliardari che hanno finanziato la campagna elettorale di Trump. Emily Atkins che intervistava i partecipanti, dice che il loro trionfalismo era temperato da un certo timore:

apprehensive attendees worry that “swamp creatures” at the Environmental Protection Agency are undermining attempts to hobble the agency. These alleged swamp creatures aren’t just the career staffers who have openly protested Scott Pruitt, the agency’s new administrator. They’re the people whom Pruitt has hired—and even Pruitt himself.

Pruitt sta tradendo la missione affidatagli dal suo nuovo padrone, così com’era stata esplicitata il mese scorso alla Conservative Political Action Conference, scrive Stefano Dalla Casa su Wired,

Gli ospiti del panel (non esattamente gremito a dir la verità) erano il giornalista e saggista James Delingpole, terrore delle pale eoliche ed editor della costola britannica del sito complottista di estrema destra Breitbart News, il blogger negazionista Tony Heller (aka Steve Goddard), e Steve Milloy, avvocato per lungo tempo a libro paga di varie industrie particolarmente interessate a limitare regolamentazioni e responsabilità, tra cui tabacco e combustibili fossili.

Steve Milloy, che fino all’8 novembre veniva via con poco, è particolarmente piaciuto al collega perché ha sostenuto che l’inquinamento da centrali a carbone non nuoce alla salute.

4 commenti

    1. Cioè?
      Si sapeva già che ondate di calore, alluvioni, siccità e incendi sono diventati più frequenti e intensi.
      Mann et al. lo confermano con osservazioni della temperatura e della circolazione atmosferica, e con modelli che distinguono la variabilità naturale da quella dovuta alle nostre emissioni di gas serra. La novità è che ipotizzano una causa fisica che spiega il cambiamento della circolazione atmosf.

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