Risparmiare, riusare, riciclare

È uno slogan della giornata della Terra, m’adeguo. Nel Parco delle Bufale, risparmio sugli intrighi internazionali in cui sono coinvolti gli spacciatori degli intrugli ideati via via da Marco Ruggiero.

Si trovano da HIV Forum e da Riddled. (Notevole anche la risposta dell’ambasciatore italiano a un’insultante pizza del primo ministro neozelandese.)

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A beneficio di un criceto, di passeri e passerini (a beneficio degli altri, segnalo l’analisi sociologica di Nicola Gale), dall’articolo di Salvo De Grazia sulla radiazione di Roberto Gava decisa dall’Ordine dei medici di Treviso riciclo un piccolo estratto:

… una medicina funziona o no e questo ce lo dice la scienza, non l’opinione o il pendolino magico.

Per questo le pratiche senza base scientifica sono relegate in un angolino, pronte a soddisfare non il progresso medico ma una piccola fetta di mercato che cerca l’illusione, il miracolo. Qui si annidano furbastri, ciarlatani o veri e propri criminali. Non dimentichiamo che una delle società più importanti di omeopatia in Italia si è schierata ufficialmente contro i vaccini usando argomenti apparentemente ovvi e banali ma così “schiacciando l’occhio” ai movimenti antivaccino. Non a caso i pochi e conosciuti medici antivaccinisti italiani sono tutti omeopati.

E non soltanto antivaccinisti.

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Di Grazia allude agli scandali della medicina tout court di cui riparlerà, aggiungerei quelli in neuroscienze comportamentali e sociali, psicologia, dietetica e discipline affini, con troppi risultati che non si riescono a replicare.

Avevo parlato di “Pizzagate”, le falsificazioni del nutrizionista Brian Wansink, direttore del Cornell Food Lab, e consigli dietetici che ne derivano. Su twitter, Wansink ha smesso di sfornarne in prima persona, lo fa come Food Lab  con il beneplacito di Cornell, presumo.

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L’editoria truffaldina si concentra sul biomed, giustamente visto che è il settore che riceve più finanziamenti. Scrive Elizabeth Wager sul Journal of Epidemiology

Rather than viewing predatory publishers as a disease in themselves, I suggest we should regard them instead as a symptom of malaise within the academic research establishment.

Sintomo anche di complicità con i predoni e omertà. Coincidenza, passo da Andrew Gelman per vedere se c’è una lezione di statistica per noi dummies, invece trovo:

Drug-funded profs push drugs

È la reazione di un lettore all’inchiesta di Annie Waldman per ProPubblica, in cui rivela che nel timore che Trump trovi esagerato il prezzo di certi farmaci,

the pharmaceutical industry is deploying economists and health care experts from the nation’s top universities. In scholarly articles, blogs and conferences, they lend their prestige to the lobbying blitz, without always disclosing their corporate ties. (grassetto mio)

Era successo quando Obama aveva presento l’Affordable Care Act e aveva funzionato alla grande. Un gruppo previdente di professori di economia e qualche esperto di sistemi sanitari aveva fondato una ditta di consulenza, Precision Health Economics, per difendere gli interessi di BigPharma senza intascarne direttamente i soldi. Nota finale di Gelman:

We talk a lot on this blog about bad science that’s driven by some combination of careerism and naïveté. We shouldn’t forget about the possibility of flat-out corruption.

Se sono pagati per fare un lavoro onesto, perché lo nascondono?

Venerdì Gelman si occupava di queste riviste

e ricordava

the magazine McSweeney’s, which someone once told me had been founded based on the principle of publishing stories that had been rejected elsewhere.

Non ci credo, prof, e semmai ricorderei il Journal of Alternative Facts. Il 18 aprile, Gelman invocava la stessa regola per i giornali e le riviste scientifiche: ammettere e correggere gli errori.

If Stephanie Coontz and the New York Times don’t want to be mocked on twitter, they’re motivated to follow up with serious corrections, not minimalist damage control.

Sempre che una presa in giro su twitter non aumenti l’audience.

Risultati immagini per shannon information equation

(sotto Sigma ci va x… spiegazione)

Elon Musk ha fatto pubblicare da un vignettista il suo progetto Neuralink. Ottimo articolo di Antonio Regalado sulla MIT Technology Review:

With Neuralink, Elon Musk Promises Human-to-Human Telepathy. Don’t Believe It.

Right. Però, ripensandoci… se l’IA che interpreta e trasmette il pensiero ne correggesse i fatti alternativi, potrebbe essere una buona idea.

3 commenti

  1. “riusare”
    Drriiiiin…Driii..
    -Hello…
    -Arrggh! El Coregidor, uccidimi subito!!
    -…What?…
    -Come “Per cosa”? Non hai letto? “RIUSARE”, capisci? “Ri-U-SA-RE”. Come fosse normale
    -…new word…
    -…In che senso “neologismo”? Dovrei dunque accettare anche “i pneumatici”??
    -…you should…
    …Ah, dovrei?!…
    -…yes…
    ,,,,Allora, come non detto. Cia – NO, NON PARLARMI DI PARCELLA, EH? Ho già un neologismo da mettere a bilancio, e non ce ne entrano più di tre all’anno, è una questione fiscale, lo sai.
    -…money for nothin’..Bye.
    Click.

  2. Lo so, ma con certi verbi sono di parte, e gli do dei “neologismi” per disprezzo.
    Così, senza un perché.
    😀

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