Calo del nepotismo accademico e degli accademici

Nel 2011 Stefano Allesina, uno statistico dell’università di Chicago, aveva pubblicato “Measuring Nepotism through Shared Last Names: The Case of Italian Academia” sulla sovrabbondanza di cognomi condivisi dai 61 mila docenti universitari, in quasi tutte le discipline compresi diritto, economia e ingegneria.

Ora ha rifatto i conti insieme a Jacopo Grilli, anche per gli USA e la Francia, migliorando il metodo come da critiche ricevute e la legge del 2010 che vieta l’assunzione di parenti sembra aver avuto un effetto. C’è ancora una concentrazione in medicina e chimica, con picchi in Puglia, Sicilia e Campania, ma

in Italy, the plague of nepotism is slowly declining.

Da NatureNicola Nosengo ha sentito Giuseppe De Nicolao, tuttora dubbioso sul significato pratico della significanza statistica e anche sui benefici della legge. Conclusione:

Allesina, Grilli and De Nicolao all agree that the most striking finding in the paper has nothing to do with nepotism: it’s the fact that the number of publicly funded research professors in Italy has shrunk by 10% since 2005, from 60,000 to 54,000 today. Some universities have lost one-third of their staff, mainly as a result of budget cuts. If there are too many cuts, there will be no more nepotism, but no professors either, says Allesina. That “would not be a great solution”.

Non solo le università, rif. l’ISPRA occupata da maggio, che ha meno soldi e più funzioni dei tre enti raggruppati. Viene anche aggirato dal Ministero per l’ambiente che ne ignora i dati e preferisce “la ben più costosa” Sogesid SpA, istituita nel 1994 per occuparsi della gestione degli impianti idrici e poi di “interventi integrati per la sostenibilità dello sviluppo“, dalla gestione curiosa:

la società in house dello stesso ministero dell’Ambiente, in realtà non privata ma controllata dal Tesoro, che dal 2015 ha assunto oltre 400 persone a tempo indeterminato ed è oggetto di un esposto all’Anac e alla Procura di Roma secondo cui ha “mascherato perdite” grazie alle tariffe incassate dal dicastero di Galletti per i servigi dei suoi dipendenti. Tariffe comprensive dei contributi, anche se sulle assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 i contributi non si pagavano.

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Environmental Progress, il think tank  di Michael Shellenberger, un ambientalista pro-energia nucleare, ha mandato al presidente Macron (h/t Stefano Dalla Casa) la lettera di Jim Hansen, Kerry Emanuel e un gruppo eteroclita di firmatari.  Gli spiegano che non deve fare come la Germania, a loro avviso rovinata dal prezzo troppo elevato dell’energia elettrica:

Shifting from nuclear to fossil fuels and renewables would grievously harm the French economy in three ways: higher electricity prices for consumers and industry, an end to France’s lucrative electricity exports, and — perhaps most importantly — the destruction of France’s nuclear export sector. If the French nuclear fleet is forced to operate at lower capacity factors, it will cripple the French nuclear industry by adding costs and shrinking revenues. Eventually this will lead to poorer safety standards and less opportunities to fund research, development and efforts to export French nuclear technologies. Nations seeking to build new nuclear plants rightly want to know that the product France is selling is one that France itself values.

The French nuclear program has historically been the envy of the world. It demonstrated in the 1970s and 80s that the decarbonization of an industrialized country’s electricity sector is in fact possible.

Sì, ma non era quello lo scopo.

For France, the next necessary step to help combat climate change and improve air quality is to increase clean electricity from all non-fossil sources and massively reduce fossil fuels used in heating and the transportation sector. Nuclear power must play a central role in this.

Dubito che Macron e i contribuenti francesi siano d’accordo. Sono stufi di pagare i debiti di EDF, i fallimenti di Areva, le multe per i ritardi e i preventivi ogni volta superati dell’EPR di Olkiluoto, i lavori interminabili di Flamanville 3, la messa sicurezza di centrali tenute in attività perché mancano gli stanziamenti previsti per il decommissioning, gli interessi dell’avventuroso finanziamento di Hinkley Point et tout l’bazard.
Ouais bon, la grandeur on n’est pas contre mais y a des limites et en plus on est en plein rapprochement franco-allemand…

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celebre falso del GWPF

Science as a contact sport
I governanti USA eletti con i soldi dei fratelli Koch vogliono una propria squadra rossa di “dissidenti” da schierare contro quella dei ricercatori e nominare una commissione che valuterà le evidenze scientifiche sul global cooling e quelle sul global warming usate dall’Environmental Protection Agency per limitare le emissioni di gas serra (per il metano, al nuovo capo dell’EPA è andata male per la 16ma volta).
Le valutazioni sono state fatte da tutte le associazioni scientifiche competenti, ne escono ogni giorno sulle riviste, ed esistono già tre squadre rosse:

  • BEST otteneva gli stessi risultati dei ricercatori così ha perso i finanziamenti dei Koch
  • Gentlemen Who Prefer Fantasies  ci mette anni per falsificare i dati
  • il guru del ten. col. Guidi è ancora alla ricerca di un comitato scientifico soldi

Le ultime due taroccano ogni tanto un grafico and hilarity ensues.
Rif. il delizioso lagomorfo, Ken Caldeira, Michael Tobis da aTTP e Victor Venema sul partecipare o meno alla farsa.

Qualcuno avvisi per favore il sen. Carlo Rubbia che l’allevatore australiano di bovine da latte, dal quale si rifornisce in grafici taroccati, ha scoperto le prove dell’era glaciale iniziata nel 1999. Dettagli da Hot Whopper.