Morti di freddo e di stress

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In anticipo per Halloween, l’anno scorso Joanna Morgan, Sean Gulik et al. scrivevano su Science (com. stampa) che l’impatto con la cometa o l’asteroide che ha scavato il cratere di Chicxulub al largo dello Yucatan, circa 66 milioni di anni fa, aveva creato nicchie nelle quali erano evoluti nuovi microrganismi. Per Halloween di quest’anno nelle Geophysical Research Letters, “Natalia Artemieva, Joanna Morgan e l'”Expedition 364 Science Party” al completo, pubblicano simulazioni dell’effetto che quella brutta botta ha avuto sull’ambiente e i suoi abitanti.

Dalle analisi chimiche delle carote, dalla direzione dell’impatto e da decine di studi precedenti, derivano la quantità di particolato e di gas climalteranti emessi dai sedimenti e dalle rocce in fondo a un mare “probabilmente poco profondo”:

We estimate that 325 ± 130 Gt of sulfur and 425 ± 160 Gt CO2 were ejected into the atmosphere at velocities > 1 km/s. These numbers have to be used in global climate models to quantify possible changes of solar irradiation, surface temperature, and duration of stressful conditions for biota. 

Nei modelli, il raffreddamento dovuto ai solfati e alla fuliggine, arrivati in alta quota vista la velocità, è prevalso sull’effetto serra della CO2 causando un lungo e gelido inverno terrestre e uno marino addirittura plurisecolare:

This suggests that surface temperatures were likely to have been signi?cantly reduced for several years and ocean temperatures affected for hundreds of years after the Chicxulub impact.

Con grandi margini di incertezza e parecchi dati ancora da raccogliere o da analizzare. Insieme a Sean Gulik, Joanna Morgan coordinava la spedizione in loco della Science Party, fatta per quasi metà di donne in discipline dove sono poche. Mi sembra che anche questo paper sia un assaggio, il grosso delle ricerche dovrebbe uscire l’anno prossimo in un’edizione speciale. Rif. anche BBC.

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Corporate Accountability International ha pubblicato un rapporto sugli infiltrati dei Big Polluters nei negoziati UNFCCC sulla riduzione dei gas serra, in tempo per la COP23 che si terrà a Bonn la settimana prossima. Non è molto lungo, ma per chi ha fretta c’è un buon riassunto di Michael Slezak sul Guardian. Gli “infiltrati” ci sono anche fra gli autori dei rapporti IPCC, e per certi versi è normale, hanno informazioni che i ricercatori spesso non hanno. Ma è anche vero che nei negoziati di solito esistono regole sui conflitti di interesse. Per esempio,

The World Health Organisation’s Framework Convention on Tobacco Control successfully implemented a conflict of interest policy that has widely been acknowledged as a key ingredient in its success. Corporate Accountability says a similar policy is needed for the UNFCCC.

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Bellezza
A proposito di inquinatori, dopo aver letto un “really crazy article at WUWT by Leo Goldstein on fact checkers and allegations of fakery”, Nick Stokes ha raccolto bufale recenti sulla (falsa) copertina del Times usata dai negaioli dell’effetto serra per sostenere che nel 1974 gli scienziati erano concordi nel prevedere un raffreddamento globale. Dopo la smentita di 11 anni fa, il Time hanno dovuto farne un’altra nel maggio scorso:

Apparently, an effective hoax is like an old soldier. It never dies; it merely fades away to resurface later.

The latest example of that phenomenon is a Politico report from Monday morning, about how fake news can make its way to President Donald Trump. The story related an anecdote in which deputy national security adviser K.T. McFarland reportedly presented the President with a print-out that included an image of a 1970s TIME cover predicting a coming ice age. The problem? That cover never existed.

Da Nick Stokes, aTTP scrive:

I emailed Philip Lloyd (who wrote the January WUWT post) to point out that the Time cover was a fake. He responded to say that the beauty of a blog post is that it is not as vitally important to check all sources

Lloyd mi ricorda qualcuno, ma chi?