Le Oche e la "funzione di danno" in agricoltura

Cari orecchietti di radiopop,
L’accordo di Parigi e gli Scopi dello sviluppo sostenibile prevedono forme di assicurazioni (crop insurance programs) per i contadini danneggiati dai cambiamenti climatici. Dove non esistono assicurazioni private o statali, saranno finanziate con una parte del Climate Fund e da Insu-Resilience, un fondo deciso l’anno scorso dal G7.  Da quello che abbiamo capito, al vertice di Bonn sul clima, hanno rimandato la discussione in merito all’anno prossimo.
Nei paesi poveri, ci sono progetti pilota da una ventina d’anni sostenuti dalla FAO, dalla Banca Mondiale e forse altri. Su Global Environmental Change due mesi fa, è uscita una ricerca sulla loro efficacia, scarsissima a quanto sembra. La pubblicazione è pagamento, ma è gratis il rapporto degli autori per gli enti che l’hanno commissionata, e ha pure delle raccomandazioni “politiche”.

Da China Daily: “Climate change threatens China’s crops

Quello che manca è un metodo affidabile, un modello matematico che consenta di prevedere la funzione di danno: il rapporto tra l’aumento della concentrazione atmosferica di CO2 e gas equivalenti, gli impatti del riscaldamento globale sui raccolti delle varie colture, i loro costi economici e sociali (la rivolta del riso quest’anno in Indonesia, per dire) e l’investimento che servirebbe per ridurli grazie a una “gestione ottimale del rischio”, da ricavare, per esempio da una tassa sul carbonio. Quanto dev’essere, per compensare gli agricoltori e importare il cibo che non hanno prodotto?
Così lamenta The Economist da dieci anni, stupito dall’inefficienza del “libero mercato” e dal disinteresse degli agricoltori anche quando le polizze costano poco.
Guarda caso, l’altro giorno Frances Moore dell’università della California a Davis e tre colleghi hanno proposto un metodo su Nature Communications. Sembra ambizioso, ma ne capiamo poco, quindi abbiamo chiesto ai membri del comitato scientifico ochesco basati a Scienze agrarie, alla Statale, se un volontario poteva spiegarci com’è la faccenda. Dovrebbe essersi sacrificato Michele Salvan…  poscritto: e Daniela, rientrata da poco dalla Spagna.

Intervallo musicale

Poi è stata una grande settimana per l’astronomia e per l’astrofisica e per la fisica e… Insomma abbiamo un po’ di notizie scientifiche da raccontarvi.
Una sopratutto anticipata on line su Science, che farà venire l’itterizia ai creazionisti: su Daphne Major, un’isoletta delle Galàpagos, i coniugi Rosemary e Peter Grant osservano i fringuelli da una vita. Nel 1981 hanno visto arrivare in volo da Española un maschio Geospiza conirostris, una specie che sull’isola non c’era. S’è fidanzato con una fringuella G. fortis del posto e hanno avuto pulcini non sterili. Oggi sono in 30 e non s’incrociano con i locali. Non solo sono geneticamente diversi ma, a quanto sembra, le femmine non capiscono il canto d’amore dei maschi G. fortis.
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