Su Nature di oggi, un paper di Zhaoyu Zhu e altri paleontologi cinesi “suggerisce” che individui di una specie del genere Homo siano vissuti in Cina circa 2,1 milioni di anni fa. Quindi trecentomila anni prima dell’uomo di Dmanisi in Georgia che finora risultava il pioniere dell’emigrazione dall’Africa. Per ora è un suggerimento perché il cranio di Dmanisi c’è, mentre a Shangchen si sono trovati soltanto strumenti di pietra nelle vicinanze di ossa fossili di mammiferi non Homo.
Recensione di John Kappelman, spiegazione di Colin Barras.
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Nell’arcipelago delle Chagos, scrivono Nicholas Graham et al., ci sono isolotti con tante sule, perché non ci sono topi che ne mangiano le uova. Attorno gli ecosistemi corallini concimati dal guano sono molto più prosperi e ricchi di biodiversità rispetto al gruppo di controllo: gli isolotti con topi. Commento di Nancy Knowlton.
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Mitali Banerjee et al. (bozza gratis) e Yuichi Kasahara et al. (bozza idem) scrivono di aver rilevato una quantizzazione semi-intera della conduzione termica di Hall – si dice così in italiano? – e quindi la traccia di fermioni di Majorana in due tipi molto diversi di materia condensata.
Kyrill Shtengel è un po’ sorpreso dall’assenza di fotoni, ma alla fine fa una battuta carina:
- More work, both theoretical and experimental, is required to fully understand the implications of these experiments. Nevertheless, it is undoubtedly exciting that the quest for Majorana fermions is heating up in this manner.
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I fautori di paleo-alcalo-ecc.-diete che prevengono e curano i tumori sono pregati di leggere le ricerche del gruppo di David Sabatini e di Benjamin Hopkins et al. Così possono imparare come si sperimentano nei topi, prima di propinarle agli esseri umani insieme alle loro merci.
Per ora risulta che una dieta integrata con istidina e una che frena il rilascio di insulina dal pancreas potrebbe migliorare l’efficacia di due farmaci anti-tumorali.
Un paio di news:
– Alison Abbott intervista l’astrofisica Guinevere Kauffmann del Max Planck accusata di bullismo; mi sembra scritto da lei l’editoriale “No place for bullies in science“;
– Peter Singer et al. spiegano le “10 grandi sfide umanitarie” e come sono state determinate in base a quattro “criteri umanitari” da tre consultazioni tra 60 esperti. La prima domanda era
- What one grand challenge, if solved, would make humanitarian work more effective and efficient for the long term?
Le domande successive erano sulle ricerche necessarie per verificar l’efficacia della soluzione, e da parte di chi, e quali erano le sfide prioritarie. Sono state già selezionati alcuni progetti, finanziati dall’iniziativa “Creating Hope in Conflict: A Humanitarian Grand Challenge” di tre agenzie statali: Grand Challenges Canada, DFID britannico e USAID.
Da studiare e discutere nelle Ong…
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Da Psicolab, Tiziana Metitieri è felice “per tre motivi”, più uno, del premio Lombardia è ricerca 2018 – che la Regione chiama “il nobel [sic] lombardo” – assegnato a Michele De Luca, Tobias Hirsch e Graziella Pellegrini per aver messo a punto la terapia della “sindrome del bambino farfalla”.
L’avevano raccontata su Nature in un articolo emozionante non solo per la corsa contro il tempo. Riceveranno il premio l’8 novembre, “Giornata della ricerca”, a un anno esatto dalla pubblicazione on-line. Chissà se alla Scala ci saranno Hassan e i suoi genitori a festeggiare insieme a loro.
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Da Oggi scienza, la custode del Parco delle Bufale riassume le leggi di Hamer in salsa omeo-quantistica e le opinioni discordanti in materia del dott. Stefano Gay e dell’ing. Paolo Renati; l’oca s. riassume una ricerca che le sembra statisticamente valida, riguarda l’effetto dell’etichetta Ogm sull’opinione pro- e contro-Ogm degli americani.
Mi sembra che il link “spiegazione di Colin Barras.” sia il medesimo della recensione che lo precede.
Buona estate.
Grazie Bernardo, ho corretto.
ah grazie! poi ho aggiunto che una volta esaurito l’entusiasmo per il merito, restano i problemi di metodo e lo stupore per come possano prestarsi al gioco del ‘Nobel lombardo” tanti scienziati di chiara fama…
Tiziana,
non mi stupisco. Il metodo è regional/nazional-popolare, ma quando i governi tagliano i fondi alla ricerca da vent’anni, assegnare un milione è un bel potere. Almeno il premio di quest’anno sembra meno parrocchiale.