O's digest: "Così non va"

Come le altre Ong, Action Aid chiede un porto sicuro per i superstiti a bordo della Sea Watch e della Sea Eye, nel rispetto della Carta europea dei diritti umani firmata dall’Italia. Sostiene anche la protesta dei sindaci contro il decreto incostituzionale di Salvini, e spiega perché “così non va”.

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I climalteranti lo ripetono ridendo davanti ai titoli in prima pagina del Messaggero, sopra e sotto una foto di Porto Cesareo sotto la neve:

Il freddo di questi giorni allontana i timori sul riscaldamento globale – Neve anche al sud, l’inverno che rassicura

Per il titolista, non solo la Puglia sarebbe l’intero pianeta, ma se il riscaldamento globale esistesse, il suo asse di rotazione intorno al Sole dovrebbe essere perfettamente perpendicolare al piano orbitale. Quanti lettori del Messaggero ci credono?

Per chi apprezza le Zichicche
maresciallo Stefano raccomanda quelle uscite oggi sul Giornale. Rimmel, ça va sans dire. In breve, Babbo Natale non gli ha regalato il laboratorio internazionale che chiedeva il mese scorso per fare esperimenti “galileiani” sul clima del pianeta. Lo consola

il successo col quale la comunità scientifica ha accolto la proposta di un Laboratorio mondiale per lo studio del Clima. 

Sarà stato il passito.

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Nature gli scienziati dicono “così non va” a Trump. Si lamentano di essere mandati a casa senza stipendio, ma va anche peggio per i dipendenti federali costretti al volontariato senza poter fare lavoretti in cambio di beni essenziali, come suggerito dal Potus che ha appena tagliato del 2,7% il loro eventuale stipendio, e per quelli a contratto che a fine shutdown non riceveranno gli arretrati.

Se si prescinde da 800 mila famiglie nei guai, la sceneggiata è comica. Ieri il Potus ha annunciato uno shutdown di mesi e semmai di anni e ne ha cambiato il nome in “strike” – sciopero. (Finora il record è detenuto dal Partito repubblicano che sotto Clinton aveva chiuso l’amministrazione federale per un mese.) Pretende 5,6 miliardi di dollari dal Congresso, ma cambia continuamente idea sul loro uso il che, oggettivamente, complica un po’ il lavoro dei legislatori repubblicani e semplifica quello dei “fucking” democratici.

A dollar? A dollar. One dollar. Yeah, one dollar.

Per ora il muro di cemento pagato dal Messico lungo il confine dalla California alla Florida è una palizzata d’acciaio già costruita o da costruire solo a San Diego. Avrebbe già fatto sorgere nuove acciaierie e creato migliaia di posti di lavoro.

“Così non va” dicono anche i fact-checker del Washington Post. Ci mettono un giorno a verificare un’ora di esternazioni presidenziali e chiedono all’editore di assumerne altri.

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O’s digest: Science

Nell’editoriale Jeremy Berg scrive che la rivista sta migliorando l’analisi dei “gender data” dei suoi autori. Come Nature, adesso usa algoritmi e un po’ di intelligenza artificiale.

L’approfondimento di Tania Rabesandratana riguarda il Piano S della Commissione europea e del poco raccomandabile editore Frontiers. Non so se il mondo intero ne discute come dice il titolo, di sicuro si discute da mesi nei tweet di Leonid Schneider.

Così va meglio (nel tabacco)

Dei papers, ho letto solo quello di Paul South e Donald Ort  (questo Donald Ort) del Global Change and Photosynthesis Research Unit del Dip. statunitense dell’agricoltura, e due colleghi. Dovrebbe interessare le Ong e chi ricorda i lavori di grandi chimici italiani, da Giacomo Ciamician a Vincenzo Balzani.

Nelle piante di tabacco gli autori sono riusciti ad aggirare il metabolismo del glicolato, una delle tossine prodotte dalla fotosintesi – per colpa del rubisco, l’enzima più studiato da chi cerca di rendere la fotosintesi più efficiente.

Una pianta metabolizza il glicolato con la fotorespirazione, consumando luce insomma. Però le costa tra il 20 e il 50% (nei cereali C3, riso, frumento, orzo ecc.) dell’energia che potrebbe sfruttare per crescere. Nel tabacco, i “3 percorsi metabolici sintetici” producono risultati straordinari:

 field testing across two different growing seasons showed >25% increase in biomass of pathway 3 plants compared to wild type, and with RNAi productivity increased by >40%. In addition, this pathway increased the light-use efficiency of photosynthesis by 17% in the field.

Non solo, il cortocircuito enzimatico che hanno inventato funziona meglio con il caldo. Certo, due stagioni nell’Illinois non fanno testo, la biomassa del tabacco sta quasi tutta nelle foglie mentre farebbe comodo nei semi, comunque è una “proof of principle”:

We are optimistic that similar gains may be achieved and translated into increased yield in C3 grain crops because photorespiration is common to all C3 plants and higher photosynthetic rates under elevated CO2, which suppresses photorespiration and increases harvestable yield in C3 crops.

La tecnologia è brevettata per impedire che altri lo facciano, ma è gratuita per gli utenti. Infatti la ricerca è finanziata principalmente dalla fondazione Bill e Melinda Gates per aiutare i contadini poveri, i più disastrati dai cambiamenti climatici, nel Sud-est asiatico e nell’Africa subsahariana.

Per ora il paper non è in open access, ma immagino che tra poco sarà sul sito della fondazione Gates, nel frattempo sapete dove trovarmi.

2 commenti

  1. Se ho capito bene, nella fotorespirazione nel ciclo di Calvin-Benson esistono due reazioni chimiche : una che fissa ossigeno e una che fissa anidride carbonica.
    Se si ottimizzasse (modificando geneticamente i semi) ogni pianta coltivata, si otterrebbe un incremento dell’assorbimento di anidride carbonica del 25%, avendo un effetto notevole sul clima, oltre che un incremento di biomassa e cibo; l’effetto più interessante, secondo me, potrebbe essere sul clima.

    1. domenico,
      bel lavoro, vero?
      Sì, nel ciclo di Calvin le reazioni con l’O2 e la CO2 si spartiscono il mitico Rubisco.
      Con la tecnica di Ort et al., le foglie crescono più veloci, ma non credo che la CO2 emessa dalla fotorespirazione diminuisca di molto. Il vantaggio è che si può raccogliere la stessa quantità di tabacco prima che venga sterminato da un’ondata di calore estiva. Dovrebbe resistere anche a un inizio di siccità perché invece di fotorespirare chiude gli stomi delle foglie e conserva la sua acqua.
      Per le piante alimentari, mi sa che ci vorrà tempo. A parte l’insalata, non mangiamo foglie e agli erbivori d’allevamento il trinciato non fa tanto bene. Il frumento o il riso con un metabolismo così produrrà la stessa quantità di chicchi? Con gli stessi nutrienti?

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