"Pensando il futuro" del clima e dell'energia

Non guardavo Nature Climate Change da un po’. Nel numero di maggio l’editoriale “Pensando il futuro” dovrebbe interessare le Ong e le associazioni italiane di Climate Justice. E’ dedicato al movimento dei ragazzi lanciato da Greta Thunberg, che “spetta a tutti noi sostenere, incoraggiare ed educare” perché nel mondo ci sono 2,3 miliardi di bambini e sono i più vulnerabili ai cambiamenti climatici già in atto:

  • Da uno studio a Malolos, nelle Filippine, risulta che il cambiamento climatico sta già incidendo sulla vita quotidiana nella zona di transizione da rurale a urbana… (Disaster Prev. Manag. 26, 217–229; 2017). E l’ultimo rapporto dell’UNICEF sottolinea i rischi per 19 milioni di bambini nel Bangladesh, dove gli eventi estremi ed effetti climatici a più lungo termine spingono le famiglie nella povertà e ad andarsene. 

La copertina è dedicata al paper di Jiajia Zheng e Sangwon Suh dell’UC-Santa Barbara, che dovrebbe interessare Elia Marin. In 40 anni le emissioni di gas serra dovute alla produzione di plastica sono quadruplicate e la tendenza non dà segni di rallentamento. Zheng e Suh hanno creato un data set per dieci plastiche convenzionali e cinque bio e calcolato le emissioni di gas serra durante il loro ciclo di vita (in realtà anche oltre, una volta sotterrate nelle discariche), in base alle diverse “strategie di mitigazione”:

  • le emissioni erano di 1,7 Gt di CO2-equivalente nel 2015, e seguendo la traiettoria attuale arriverebbero a 6,5?GtCO2e nel 2050.

Ma le bioplastiche emettono meno gas serra e le strategie di mitigazione esistono già:

  • di concerto, l’applicazione aggressiva dell’energia rinnovabile, il riciclaggio e la gestione [dissuasiva] della domanda hanno il potenziale di mantenere le emissioni del 2050 ai livelli del 2015. 

Com. stampa.

Francesco Cherubini dell’università di Trondheim et al. hanno stimato l’impatto della transizione dal carbone al gas per produrre elettricità rispetto agli impegni dell’Accordo di Parigi, prendendo come base le centrali in Cina, Germania e Stati Uniti. C’è molto scetticismo sui benefici perché l’estrazione e il trasporto del gas rilascia un sacco di metano in atmosfera. A breve termine è vero, scrivono, ma

  • il passaggio dal carbone al gas è in linea con gli obiettivi di stabilizzazione del clima nei prossimi 50-100 anni.

Nel 2025 gli obiettivi dovrebbero diventare più ambiziosi, spero che i risultati del loro modello andranno rivisti. Comunque continua a calare il numero delle centrali a carbone costruite ogni anno nel mondo, credo che soltanto la Cina ha deciso di investire in quelle super-critiche che costano tantissimo, nella speranza di ridurre l’inquinamento dell’aria. Nel frattempo, aumentano quelle dismesse e le nuove centrali a gas che costano noccioline e sono più facili da aprire e chiudere per compensare le fluttuazioni dell’elettricità da rinnovabili.

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Sul tema dibattuto in questi giorni da Climalteranti, Ugo Bardi et al. hanno confrontato su Nature Energy gli EROIE dell’elettricità da rinnovabili rispetto alla cattura con stoccaggio (CCS) della CO2 emessa dalle centrali a combustibili fossili.
Non c’è partita. Tenuto conto delle “penali energetiche” operative e infrastrutturali (l’energia incorporata nell’impianto e la sua costruzione), il ritorno in elettricità dell’energia investita

  • è compreso tra  6,6:1 e 21,3:1 per un tasso di cattura del 90% e un fattore di capacità del 85%.

Sono le percentuali massime raggiungibili secondo il rapporto delle Accademie americane – “fonte” dell’illustre Enrico Mariutti sennonché il suo link porta a un comunicato stampa – il quale dimostrerebbe che a) la CCS “inverte il riscaldamento globale”; b) i suoi “costi attuali” sarebbero le stime di David Keith – per es. il 99% di cattura – ritenute inaffidabili dal rapporto stesso.
Quel giovane ha talento per darsi la zappa sui piedi.

Per la produzione e lo stoccaggio di elettricità da rinnovabili, scrivono il Bardo ‘Assandra e ricercatori dell’università di Lancaster, Khalifa-Dubai, Artica-Norvegia e Clemson-USA:

  • nelle configurazioni realistiche [già esistenti e scalabili, ndr] è compreso tra il 9:1 e 30+:1. Pertanto le rinnovabili più lo stoccaggio sono un approccio energeticamente più efficiente alla mitigazione climatica della costruzione di centrali a combustibili fossili con CCS.

Com. stampa.