Emergenze croniche

Su Nature esce un nuovo reportage della bravissima Amy Maxmen sull’epidemia di Ebola in R.D. Congo dove continuano ad aumentare le vittime del virus e degli attacchi contro la popolazione e contro il personale sanitario. Quest’ultimo è coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il cui direttore generale è etiope, ed

  • è quasi interamente africano – della RDC, Guinea, Senegal e altre nazioni francofone.

Tutti hanno imparato le lezioni dell’epidemia in Guinea, Liberia e Sierra Leone, eppure si scontrano con una diffidenza “dalle radici profonde”.

L’editoriale chiede al Brasile di accettare una cooperazione internazionale per limitare gli incendi in Amazzonia. Conclusione:

  • Giustamente il Brasile rivendica la sovranità sul proprio territorio, ma la foresta è un bene globale, così come la soia e la carne di manzo prodotti da agricoltori e allevatori sono merci globali.  La responsabilità per quanto accede in Brasile si estende ben aldilà delle sue frontiere.

Ci sono incendi anche nelle foreste pluviale del Queensland, in un parco nazionale molto protetto, Patrimonio dell’umanità ecc. Ce n’erano anche nel novembre scorso, ma era estate. Nel sud dell’Australia, il bacino del Murray-Darling è così a secco che il governo del New South Wales sta traslocando le specie locali di animali e piante prima che si estinguano…

Quirin Schiermeier recensisce “L’accuratezza della fiducia dei cittadini tedeschi nelle proprie conoscenze del cambiamento climatico” di Helen Fischer dell’università di Stoccolma et al. appena uscito su Nature Climate Change. A 509 volontari, le tre psicologhe hanno chiesto se otto affermazioni scientifiche sul clima erano vere o false e quanta fiducia avevano nella propria risposta su una scala dal “tiro a indovinare” (50%) a “lo so per certo” (100%):

  • La maggioranza ha identificato correttamente le affermazioni vere e avevano parecchia fiducia nella correttezza del proprio giudizio. Ma non era altrettanto bravi nell’identificare quelle false, sebbene fosse altrettanto fiduciosa.

I volontari erano addirittura meno certi quanto davano la risposta giusta, e più certi quand’era sbagliata. Le autrici hanno fatto le stesse domande a 207 scienziati tedeschi che studiano il clima:

  • In media, hanno rispondo con maggior accuratezza e fiducia nel proprio sapere dei cittadini. 

“In media”? Il paper è a pagamento, la recensione no e riporta tutte le affermazioni, così potete usarle per vedere come se la cavano studenti, scienziati del clima, parenti, amici.

Altre squadre di pulizia al lavoro

Un mese fa su PLoS Biology, John Ioannidis et al. pubblicavano un elenco dei ricercatori biomed che si autocitano di più o citano di più i propri co-autori – alcuni senza né ragione né pudore. Adesso Dalmeet Singh Chawla scrive che Elsevier ha in corso un’indagine su centinaia di scienziati che sospetta

  • di manipolare deliberatamente la peer review per incrementare il numero delle loro citazioni…  Certi revisori incoraggerebbero gli autori a citare la propria ricerca in cambio di un giudizio positivo. Alcuni di questi revisori si dedicano a pratiche editoriali discutibili anche nelle proprie pubblicazioni. L’analista di Elsevier che ha scoperto quest’attività ha detto a Nature di avere “scoperto chiare evidenze di manipolazioni della peer-review e di studi pubblicati più volte in riviste accademiche”.

Mi ricorda qualcosa

Elsevier ritratterà degli articoli, ma non quelli degli autori costretti a citare articoli dei revisori.

A questo proposito, Leonid Schneider racconta che Statistical Papers del gruppo Nature-Springer ha una pratica editoriale discutibile. Accetta unicamente articoli che citano articoli usciti sulla stessa rivista – non per gonfiare il proprio impact factor, dicono la direttrice e i capo-redattori. Quando mai…

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Rebecca Gill ha subito una “pratica editoriale” peggiore. William Jacoby aveva smentito di essere un molestatore sessuale in un editoriale sull’American Journal of Political Science che dirigeva, con l’appoggio dell’editore – la MidWest Political Science Association. La quale lo difende tuttora perché le indagini svolte dalle due università dove Jacoby insegna sono state inconcludenti. D’altronde le avevano affidate a uno studio di avvocati, con il mandato di difendere la loro reputazione.
Escono storie di abusi simili tutti i giorni…

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Adesso posso dirlo, è scaduto l’embargo: con il caro vecchio Hubble, Giovanna Tinetti ha trovato il suo pianeta in zona “abitabile” anche se non è uno degli “accadì”. Si chiama K2-18b, orbita attorno a una nana bianca e nella sua atmosfera c’è vapore acqueo. Non è roccioso, ma il prossimo…

Complimenti anche al compianto Kepler e alla sua squadra.

2 commenti

  1. Mentre su mi manda rai 3 (servizio pubblico)
    https://www.raiplay.it/video/2019/09/Mi-manda-Raitre-82acfeac-5457-49c8-bb27-0e84572b0646.html?fbclid=IwAR3-w-zOh-qf1DKF40O3SK_LdG3H7A_8x667Ax1yQTvkLDoAa_K6fXrqKfE
    di fronte alla segnalazione del Luglio più caldo da quando si fanno misurazioni, ecco l’intervento del Ten.Col.Guido Guidi (un filo in imbarazzo?) :”il discorso è articolato, a Luglio fa caldo, ogni anno a Luglio c’è il picco della temperatura annuale del pianeta, anche se queste “STIME” chiamarle misurazioni… è già un po’ più complesso, la tendenza al riscaldamento ha frenato ultimamente…”
    da non perdere, saluti

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