Un vademecum e due suggerimenti

Nel caso servissero idee per preparare cartelli inediti da portare allo sciopero per il clima del 19 novembre, da Valigia blu, Tony Scalari ha pubblicato un ottimo vademecum anti-bufale. Una nota per le leader del movimento: il primo esperimento che ha dimostrato l’effetto serra della CO2 non è stato compiuto nel 1859 da John Tyndall, ma quattro anni prima da Eunice Newton Foote, una femminista americana, e i risultati sono stati pubblicati nel 1856.
Fate passare, per favore?

Berkeley Earth è un centro di ricerca privato, ma non profit, che studia l’andamento delle temperature alla superficie terrestre e di recente anche linquinamento atmosferico “in tempo reale” e le emissioni di gas serra. E’ stato fondato nel 2010 dal fisico Richard Muller che poco tempo prima aveva accusato pubblicamente Michael Mann di aver falsificato il grafico “a mazza di hockey” e tutta la ricerca sul clima di essere inaffidabile e dilettantesca.

(Certi fisici pensano che tutti gli altri scienziati, fisici compresi, siano cretini).

La notizia fu accolta con urla di gioia dai globalcoolisti e bigoilisti americani: finalmente arrivava in loro aiuto uno scienziato vero. Sembrava loro di buon auspicio, inoltre, che Berkeley Earth fosse finanziato anche dai fratelli Koch, i miliardari che dalla fine degli anni Ottanta pagano campagne per discreditare gli studi sui danni causati dall’inquinamento e sull’evoluzione del clima.

Traboccante letizia e speranza, la troupe pagata per mentire e terrorizzare la cittadinanza con profezie di apocalisse nel caso aumentasse il consumo di energie pulite, tifava Berkeley Earth mentre aspettava la prima rianalisi dei dati per celebrare la sconfitta dell’odiato Mann, dei “warmisti” e delle “angurie” (verdi fuori, comunisti dentro). Nel marzo 2011 capocomico Anthony Watts scrisse:

  • Sono pronto ad accettare il loro risultato, anche se dimostra che ho sbagliato. 

Solo che Richard Muller aveva arruolato una maggioranza di giovani ricercatori onesti come Robert Rohde e Zeke Hausfater. Nell’ottobre 2011 i dati preliminari  confermavano l’impennata della lama in fondo alla mazza, Anthony Watts accusava Muller e i suoi collaboratori di aver sbagliato i conti e truccato i dati, ça va sans dire, alla troupe è venuta una crisi isterica.

Per fargliene venire altre, basta pescare tra i grafici di Berkeley Earth e scriverlo sul cartello: si possono riprodurre per scopi non commerciali, ma bisogna indicare la fonte. Guarda caso, Robert Rohde (si è ripreso dopo l’asportazione del tumore, adesso mi sembra star bene) ha dato alla BBC un grafico eloquente: i record di caldo battuti quest’anno nell’emisfero nord.

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Il Fondo Monetario Internazionale di nuovo dalla parte dei ragazzi.

Prima una spiega in parole povere.

Dagli anni Ottanta gli IAM – Integrated Assessment Models – sono usati dagli economisti, insieme al modello di crescita economica di Solow, per “quantificare i percorsi socio-economici”, cioè per valutare i costi e i benefici sia del riscaldamento globale che quelli della transizione energetica e degli interventi che mirano a mitigare la crisi.
Se costruiti con cura, tutti i modelli sono utili. Ma questi sono di un ottimismo a prova di realtà. Per dirne una, postulano tuttora che le emissioni di gas serra equivalenti aumentano dell’1% all’anno quando si sa che, salvo recessione mondiale, l’aumento medio supera il 2%. Per dirne un’altra, a breve esisteranno impianti economici ed efficienti per rimuovere la CO2 dall’aria.

E lascio perdere il tasso di sconto che rende gli investimenti più costosi adesso che per le generazioni future. Perché dovremmo svenarci noi? Queste e altre fantasie rassicuranti erano state criticate nel 1984, inutilmente. L’anno scorso per i suoi IAM, William Nordhaus ha ricevuto il premio Nobel per l’economia.

Un mese fa, il FMI ha pubblicato un “working paper” di Signe Krogstrup e William Oman: una rassegna della letteratura sui fallimenti del mercato e dei governi, gli strumenti fiscali e monetari che i politici hanno a disposizione e si rifiutano di usare ecc. L’appendice è una “breve discussione” degli IAM:

  • Risulta [dalla letteratura] che gli IAM soffrono di gravi limiti, il che suggerisce che non forniscono previsioni [insights] quantitativamente accurate dei danni climatici.

Bravi, bis, ancora.

***

Il premio Nobel per la chimica è stato assegnato a John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino “per lo sviluppo delle batterie a litio” iniziato durante la crisi petrolifera degli anni Settanta. Arrivate sul mercato nel 1991,

  • hanno posto le fondazioni di un società senza fili né combustibili fossi, e sono di grandissimo beneficio per l’umanità. 

7 commenti

  1. Eunice Newton Foote: ne avevo parlato anche io in occasione della giornata nazionale (svizzera) dello sciopero delle donne. Ma il bardo me l’ha un po’…massacrato. Diceva che Eunice dava numeri a caso…
    19 novembre 2019: ti dice qualcosa quella data? …prova a sforzarti, dai….
    …scommetti che i soliti riesumeranno per l’occasione del decennale le bolle più esilaranti (tipo il trucco del declino da nascondere o quello della travesty di Trenberth)? 😀
    Tienti pronta con un post ad hoc.

  2. @steph
    Approfitto del blog dell’Oca per segnalarle che i groupies stanno aspettando il post sulla candela di Battaglia… Non li deluda 😉

  3. Sylvie, chiedo venia per aver attribuito la scoperta a Tyndall. In effetti io stesso ho letto solo recentemente di Eunice Newton Foote e il nome che avevo in testa era ancora quello di Tyndall, avendolo peraltro citato anche in passato come l’autore della scoperta..come penso un po’ tutti fino a non tanto tempo fa. Errore comunque imperdonabile, però almeno mi darà l’occasione di correggermi la prossima volta, quando tornerò sull’argomento. Grazie ancora : )

    1. sei perdonatissimo, Tony. Faccio tanto la femminista, ma anche a me viene automatica la sequenza Fourier-Tyndall-Arrhenius-Callendar.
      – – –
      Steph,
      Ma il bardo me l’ha un po’…massacrato.
      Vorrei vedere lui con gli strumenti che aveva lei. Era una dilettante, ma all’epoca in USA lo erano quasi tutti.

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