Le tre soluzioni che salveranno il mondo

Sadico, Paolo C. suggerisce a Steph l’ultimo parto del Gentile dr. Mariutti su un blog del Sole-24 Ore. Steph recensisce così il neonato:

  • Non ho mai letto un testo così pieno di scemenze intrise di pura ideologia su un portale che dovrebbe qualificarsi come autorevole. 

Sembra un po’ severo, ma tenete conto che da Climalteranti è da aprile che consiglia al Gentile dr. Mariutti di acquisire un minimo di basi, e gli corregge gli strafalcioni più clamorosi. Ma il Gentile dr. Mariutti si ostina a inventare un mondo tutto suo.

Adesso è governato da scienziati e da ambientalisti intenti a distruggerlo. Da geniale tuttologo, lui detiene le tre soluzioni le quali, oltre a salvarci dalla crisi climatica, ci renderanno più ricchi, sani e felici. Inizia così:

  • Negli ultimi due anni gli sforzi dei governi in campo ambientale si sono moltiplicati.

“Campo ambientale” per modo di dire, perché cita tre sforzi per ridurre le emissioni di gas serra nella UE e in Cina. “Moltiplicare” va intenso come anticipare gli impegni presi ai tempi del Protocollo di Kyoto.

  • Nell’ultimo mese, però, l’opinione pubblica ha dovuto fare i conti con la realtà: le emissioni globali di anidride carbonica continuano inesorabilmente ad aumentare e i governi sono lontani dal raggiungere un accordo per ridurle.

Come spesso gli succede, confonde una sua idea con quelle di 7,8 miliardi di persone. Dai sondaggi, risulta che la maggioranza dell’opinione pubblica mondiale ci fa i conti da vent’anni, con una preoccupazione crescente nei paesi dove aumentano gli eventi meteo aggravati dal riscaldamento globale.

Prima soluzione

  • Semplice: bisogna togliere immediatamente dalle mani degli esperti di clima la gestione del cambiamento climatico.

Da qui parte un altro, lunghissimo – la concisione non è il suo forte – ribaltamento della realtà. Sul pianeta Mariutti, dai tempi del rapporto Charney, anonimi e onniscienti “esperti di clima” fanno analisi costi-benefici degli interventi di mitigazione e adattamento, formulano le strategie per realizzarli e comunicarli, e stabiliscono “le linee guida per il decisore”. Il decisore le segue pedissequamente, il  potere essendo detenuto da anonimi – onnipotenti ça va sans dire – “esperti di clima”.

Se i governi sono “lontani dal raggiungere un accordo” è colpa loro, non di Big Oil & Coal, dei politici e degli economisti neo-lib a oltranza, che difendono con unghie e denti un mercato così libero da necessitare sovvenzioni pubbliche per i combustibili fossili mentre i contribuenti ne pagano le esternalità.

Esperti di clima –  intesi come fisici dell’atmosfera? non è dato saperlo – si ritengono e sono ritenuti dei “tuttologi”, afferma il Gentile dr. Mariutti, che si contraddice (refrain) nel paragrafo successivo:

  • Pensateci un attimo: oramai è normale, anzi sembra un esempio edificante, vedere in televisione un paleobiologo, un fisico dell’atmosfera o un meteorologo che ci parlano di rischio climatico, di strategie di mitigazione o di economia verde.

Non nomina le trasmissioni in cui tutto ciò “è normale”. E’ chiaro che gli duole non essere mai invitato nonostante sia laureato in storia antica e si definisca

  • ricercatore e analista in ambito economico ed energetico. Founder della piattaforma di microconsulenza Getconsulting e vice presidente dell’Istituto Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG)

Sul sito c’è scritto che ne è il presidente, nonché “storico dell’economia, imprenditore, consulente indipendente”. Queste sono le “pubblicazioni” dell’Istituto, lol e sigh.

Qualche lettore proverebbe a identificare le trasmissioni, per favore? (Non vorrei perdermi il tuttologo specializzato in paleobiologia che discetta di clima, mitigazione ed economia.)

  • è come se, trovandosi a fronteggiare un’improvvisa pandemia come quella di Ebola nel 2014, la comunità internazionale avesse messo in mano gli strumenti di coordinamento dell’emergenza, l’organizzazione, la pianificazione, la logistica, la sicurezza e tutti i tavoli tecnici a dei medici.

Sul pianeta Mariutti è “un paradosso”, sulla Terra le emergenze sanitarie sono gestite da medici. Non ci crederà, ma anche in medicina esistono specializzazioni.

  • Semplicemente, per decenni a occuparsi di cambiamento climatico c’erano solo ambientalisti e climatologi. 

Come dimostra il cv dei consulenti di Nature Climate Change, per dire, o meglio ancora quello delle migliaia di partecipanti ai gruppi di lavoro 2 e 3 dei rapporti IPCC, da trent’anni se ne occupano ingegneri, agronomi, economisti, politici, assicuratori, diplomatici, demografi, epidemiologi, informatici ecc.

  • Un esempio, che dimostra a che tipo di rischio ci sta esponendo questa contraddizione: nel dibattito pubblico “inquinamento” e “riscaldamento globale” sono sinonimi.

Lo sono soltanto nel dibattito che intrattiene con se stesso. Si evince dalla prima frase del post in cui chiama “campo ambientale” quello degli sforzi per frenare il riscaldamento globale.

  • L’anidride carbonica, però, non ha alcun effetto diretto sulla salute umana.

Crede a Babbo Natale, beato lui, e che gli inquinanti siano soltanto le sostanze tossiche per noi esseri umani quando le assumiamo. Quelle che rovinano l’ambiente da cui dipende la nostra sopravvivenza sono irrilevanti perfino quando hanno un effetto serra: i NOx per esempio.
O meglio il metano emesso da attività estrattive e agricole:

  • L’equivoco nasce dal fatto che i processi di combustione sono la principale fonte di emissione sia di sostanze a effetto serra sia di sostanze inquinanti.

Equivoco tutto suo, come passa a dimostrare:

  • Da decenni, però, sappiamo che le particelle inquinanti più comuni, le celeberrime polveri sottili, raffreddano il clima, contribuendo insieme al vapore acqueo e alle sostanze biochimiche emesse dalle piante a formare uno schermo nella bassa atmosfera che riflette parte dei raggi del Sole diretti sulla Terra.

Ussignùr… A parte sale marino e sabbia del deserto in caso di tempesta, gli aerosol più abbondanti sono particelle carboniose che assorbono radiazione solare e diminuiscono l’albedo; il vapore acqueo è il gas serra più abbondante; alcune piante emettono sostanze chimiche che contribuiscono alla formazione delle nubi il cui effetto netto è di scaldare il clima.

  • Negli anni ’60 e ’70 i timori relativi a questo fenomeno erano così diffusi che la comunità scientifica temeva una nuova glaciazione, indotta proprio dall’inquinamento umano.

Bufala smentita da prima che nascesse.

  • Recentemente, uno studio autorevolissimo ha stimato l’effetto raffreddante dell’inquinamento: tra 0,5 e 1,1 gradi.

Nel caso lo “studio autorevolissimo” sia questo, conferma che una drastica riduzione dell’inquinamento atmosferico causerebbe tutt’al più un calo della temperatura globale nel giro di 20 anni – dettagli da Carbon Brief.

  • Che vuol dire? Teniamo bene a mente che adesso siamo a +0,8° rispetto alla media “ottimale”.

Senza il periodo di riferimento, una media ottimale o meno è priva di senso. Comunque stando agli economisti, la media “ottimale” per la produttività umana sarebbe attorno ai 13 °C e adesso siamo a 14,5 °C.

Seconda soluzione

  • L’idea che si debba fare qualcosa, ma magari qualcosa di diverso da quello che dicono loro [gli esperti di clima notoriamente “tuttologi”], non li ha neanche sfiorati. Per esempio esistono tecnologie che permettono di catturare direttamente l’anidride carbonica dall’atmosfera

Qui inserisce le bufale del suo post contro Greta Thunberg, e una stima a occhio di quanto costerebbe creare un nuovo settore industriale per la cattura del carbonio dall’aria:

  • Molto più realisticamente ce la potremmo cavare con meno della metà, probabilmente con molto meno (500/1.000 miliardi l’anno).

Terza soluzione
Bisogna anche piantare d’urgenza un trilione di alberi, il che richiede

  •  di trasformare un totalitarismo – l’ecocentrismo – in una strategia integrata per mettere in sicurezza il pianeta. Un’accurata analisi costi/benefici potrebbe dimostrare che è più semplice ridurre le emissioni naturali o aumentare la capacità di cattura dell’ecosistema piuttosto che azzerare totalmente le emissioni umane.

Gli ecocentristi sono una sparuta minoranza, purtroppo. Altrimenti gli ecosistemi scoppierebbero di salute dall’Alaska alla Tasmania.

Tutto fiero di aver inventato un nuovo totalitarismo, il Gentile dr. Mariutti ricopia cantonate che aveva preso sulle foreste. Inoltre

  • Abbiamo la tecnologia per trasformare in pochi decenni le nostre città in grandi polmoni artificiali, capaci di depurare l’aria e mitigare le condizioni atmosferiche più estreme. E sono già in sperimentazione, anche nelle nostre città, benché non ne parli nessuno.

Ne parlano quotidiani, settimanali, trasmissioni televisive con interviste a scienziati dei materiali, urbanisti, architetti, industriali ecc. Sono un insieme di tecnologie, alcune antiche – dipingere i tetti di bianco – altre high-tech – vetri “smart”, legna ignifuga – con le quali da oltre vent’anni si adattano o costruiscono edifici sostenibili e/o “carbon free” in tutto il mondo.
In Italia, ricordo che si è parlato molto delle serre dell’università di Padova inaugurate cinque anni fa.

Dopo aver travisato (refrain) il paper di Bastin et al. sulle foreste, lascia cadere questa perla

  • Tuttavia, per il momento solo il premier etiope e fresco Premio Nobel per la Pace, Abiy Ahmed Ali, ha annunciato un vasto piano di rimboschimento (4 miliardi di alberi in un solo anno), gli altri preferiscono continuare a illudersi che tra 30 anni l’India sarà un Paese a emissioni zero e l’americano medio non mangerà più carne.

Non mi risulta che qualcuno s’illuda, e di quei 4 miliardi se va bene sopravvivrà il 5-10%. Comunque da un quinquennio in India si piantano ancora più alberi, in un decennio decine di miliardi nel Sahel e in Scandinavia (omissis) e in cinquant’anni altre decine di miliardi in Cina. I sopravvissuti non bastano a compensare né deforestazione né gli incendi.

Gran finale:

La decisione di escludere a priori tutte queste opzioni non ha nulla che fare con la Scienza, è una scelta politica. Scelta politica presa da qualche migliaio di fisici, oceanologi, ingegneri ambientali, biologi e meteorologi a nome di tutta l’umanità. 

Forse dovrebbe consumare meno sostanze psicotrope?

Aggiorn. 13/01
Steph segnala “tra altri” il thread di Daniele Visioni, che si conclude con “Mariutti è sempre una garanzia, ragazzi.” Infatti nel proprio, il “Gentile dr. Mariutti lascia cadere dall’alto della propria onniscienza perle ancora più splendide. A chi gli segnala che il vapore acqueo è la principale causa dell’effetto serra, ribatte sprezzante:

  • Il forcing totale è negativo (cooling) perché prevale il cloud albedo sul potenziale riscaldante del vapore acqueo. Ricercatori accademici senza neanche le basi.

Alla domanda reiterata “Quali decisioni politiche vengono prese da climatologi/fisici dell’atmosfera/biologi-oceanografi?”, segue una correzione al post sul blog del Sole 24-Ore  – ‘tenti al rimmel

  • Io ho scritto che i climatologi decidono arbitrariamente la strategia, e che la scelta della strategia è una questione politica. Lo sottoscrivo. Principi di governo dell’IPCC, Annex A.  Gli autori e i revisori sono scelti dai membri del Bureau del rispettivo Working Group. E cioè da climatologi.

Lo ripete spesso. Dice anche di aver studiato per un mese “la struttura dell’IPCC e i suoi meccanismi decisionali” (nota 1). Ne dubito perché

a) lappendice A lo smentisce a p. 27:

  • each Working Group/Task Force Bureau should normally select two to four Review Editors per chapter. Review Editors should normally consist of a member of the Working Group/Task Force Bureau, and an independent expert based on the lists provided by governments and observer organisations

Gli elenchi dei ricercatori disposti a un volontariato massacrante sono compilati da governi, agenzie dell’Onu, accademie, con i contributi di associazioni scientifiche o di categoria (per es. petrolieri, assicurazioni), centri di ricerca, e qualche volta di Ong

b) Mente sapendo di mentire (2) o prende i lettori per dei creduloni (3)? Da un veloce fact-checking risulta che i climatologi sono circa

  • il 70% nel Working Group I che valuta le pubblicazioni sul clima in senso stretto;
  • il 10% nel Working Group II che valuta le ricerche sulla vulnerabilità di paesi, regioni e grandi ecosistemi ai cambiamenti in corso;
  • l’8% nel Working Group III che valuta la letteratura sugli interventi per ridurre le emissioni e sui metodi per catturare il carbonio dall’atmosfera.

“Circa” perché, nel mio campione, gli autori hanno spesso pubblicazioni in più settori, per es. economia sanitaria e dello sviluppo; ingegneria idrologica e gestione delle risorse idriche; trattati internazionali e accordi di bacino ecc.

Note
1. Il 21 giugno scorso su Climalteranti, sito al quale riserva perle ancora più esilaranti.
2. Pochi giorni dopo sosteneva pure che David Keith non fosse un autore dell’ultimo rapporto IPCC. Nel mondo reale Keith era lead author” del WG III.
3. Fra i creduloni, nel suo thread c’è Jacopo Giliberto, del Sole-24 Ore.

4 commenti

  1. “La decisione di escludere a priori tutte queste opzioni non ha nulla che fare con la Scienza, è una scelta politica. Scelta politica presa da qualche migliaio di fisici, oceanologi, ingegneri ambientali, biologi e meteorologi a nome di tutta l’umanità. ”
    Ma questo è completamente fulminato!
    Magari (sono meteorologo) avessimo anche solo un decimo del potere politico che il GDM ci attribuisce. Magari!

    1. Ma questo è completamente fulminato!
      Impressione diffusa anche fra i non addetti, mi sembra.
      (sono meteorologo)
      Mi spiace! Da ieri i meteorologi non contano più niente: il GDM ha precisato che le decisioni sono prese dagli autori dei rapporti IPCC che sono tutti climatologi.
      Non avevo salvato l’aggiornamento di Steph, adesso lo rimetto. E le correzioni pure.

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