Bracing up

Durante una settimana che gli epidemiologi prevedono peggiore della precedente, ci sono parecchi modi di resistere dopo aver adottato le misure per non diffondere il contagio. Da parte di Action Aid, ve ne ricordo due. Su www.covid19italia.help potete segnalare le iniziative per aiutare chi non può uscire di casa, e al numero di telefono 1522 segnalare la violenza domestica che la coabitazione 24/7 con il molestatore rende ancora più difficile da denunciare.

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A differenza della Lombardia, i ciarlatani non si fermano. Convertono ogni loro merce in antivirale e la spacciano on-line, insieme a piazzisti che ci lucrano pure loro. Non hanno nulla da temere se non il buon senso e la squadra locale dei nettascienza – una minoranza più oberata del solito.

Fra i truffatori, non poteva mancare Marco “yogurt” Ruggiero. D’altronde non è mai stato denunciato dai suoi colleghi dell’università di Firenze, men che meno quelli che ne citano tuttora le “ricerche” per dargli un tocco di credibilità accademica. Dora, che mi sembra sfinita, racconta su Hiv-Forum come sta sfruttando un’occasione d’oro.

Ieri sera sulla 7 a “Non è l’arena“, Massimo Giletti ha invitato il semi-analfabeta Adriano Panzironi a difendere i miracoli delle sue spezie in capsule contro l’arroganza degli esperti, da vero benefattore dell’umanità accerchiato dai venduti a Big Pharma. Capita spesso a Giletti di offrire réclame gratuite a ciarlatani quando sono già diventati milionari?

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L’AIFA ha comunicato venerdì che l’Italia parteciperà ai trial clinici del remdesivir “insieme” alla Gilead, la Big Pharma che lo produce con il contagocce. Quella che per quattro anni aveva venduto a $84-100 mila dollari in USA – e nella UE a 43 mila euro – il trattamento contro l’epatite C, per poi scoprire nel 2019 che conveniva di più venderlo a $24 mila.
Quindi in pandemia si possono reclutare pazienti con “sintomi lievi o moderatamente severi” di Covid-19 sui quali provare una molecola dall’efficacia talmente dubbia in tre pazienti che non ci abboccano nemmeno gli analisti finanziari. Invece il fosfato di clorochina già testato su centinaia di milioni di pazienti contro la malaria, neanche per sogno perché costa troppo poco?

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Lontano dalle telecamere e dalle polemiche, Enrico Bucci continua a lavorare per i clinici che stanno cercando di curare la Covid-16. “Alla ricerca di una cura-2” è la sua analisi dei dati – finora disponibili – sull’efficacia di un anticorpo monoclonale che tappa il recettore dell’interleuchina-6. Questa è un nostro “infiammatore” che scatena le difese immunitarie, ma anche la “tempesta di citochine” che rendeva così letale l’influenza spagnola.

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Tiramisù

Per le cure intensive all’ospedale di Chiari,

  • Cristian Fracassi, giovane ingegnere dei materiali, imprenditore bresciano attivo nel mondo della stampa 3d, titolare di un’azienda nata da poco che oggi conta 14 persone.

e i suoi collaboratori hanno stampato in sei ore una decina di valvole – ormai introvabili – dei respiratori compreso il tempo necessario per andare a prenderne una e programmarla al computer. Ci avrebbero messo meno se quando avevano chiesto i file del programma, l’azienda produttrice non avesse risposto minacciando di denunciarli per violazione del suo brevetto.

Perciò il pezzo è “in prova”, diceva venerdì Massimo Temporelli della rete Fablab di Brescia,

  • e sicuramente si tratta di un pezzo non certificato, ma non avevamo alternative! L’emergenza è stata tamponata grazie alla tecnologia e lunedì sapremo se la nuova valvola funziona perfettamente». Inoltre, aggiunge, «il costo del pezzo è di circa 1 euro, rispetto a quello originale che ne costa 10 mila, il quale comunque non è disponibile».

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Titolo anti-click
Ricevo gli aggiornamenti di Crop Trust, ma non avevo aperto “L’ultima coltura prima del deserto“. Temevo che la stessero divorando le locuste e di brutte notizie, francamente… Invece è buona. L’orzo incrociato con uno selvatico e sperimentato da contadini marocchini insieme a Filippo Bassi – un successore di Salvatore Ceccarelli all’ICARDA – vien su bello e generoso fino all’orlo del Sahara.
Se collaborate con un’Ong contro la fame, fate passare?
Pare che fosse il cibo dei gladiatori, forse dovrei mangiarne un po’ per tonificarmi il bicipite femorale adesso che non posso girare in bici.

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Questa è grandiosa: tutti i frammenti dei manoscritti del mar Morto comprati dal Museo della Bibbia sono sono contraffazioni. E gli altri?

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I’m ok, please don’t worry/je vais bien, ne vous inquiétez pas svp.

11 commenti

  1. Vedo che il sospetto di falsità riguarda le pergamene comparse sul mercato a partire dal 2002. Sono detti Manoscritti del Mar Morto abusivamente, perché ASSOMIGLIANO ai MMM, ma non è nota la loro storia. Per dei reperti che compaiono improvvisamente sul mercato e che sembrano ripetere le caratteristiche dei reperti già noti e ritenuti autentici, il sospetto di falsità è altissimo a priori. Male fanno i musei ad acquisirli. E’ come per la Sindone: è un oggetto che risponde esattamente a quelle che potevano essere le attese dei raccoglitori di reliquie nel XIV secolo, sulla base del racconto evangelico. Dunque proprio per questo (con buona pace dei sindonisti) è a priori fortemente indiziato di falso. I reperti autentici non rispondono del tutto alle attese (che si fondano su dati scarsi e incerti) e portano nuovi dati e nuovi problemi. Si pensi all’unica vera sindone ebraica, quella di Akeldamà, che è diversissima da quella di Torino, o ai due soli scheletri di crocifissi finora trovati, a Gerusalemme e a Rovigo che costringono a rivedere tutto quel che si pensava sulla crocifissione.

    1. A. Guidi,
      Infatti il museo della Bibbia è finanziato da fondamentalisti cristiani tra cui i proprietari della catena Hobby Lobby, specializzati nell’acquisto di refurtiva proveniente dall’Iraq.
      I falsari sapevano già che avrebbero trovato un cliente…

  2. Cara Oca,
    Non mi meraviglia. Receperunt mercedem suam. I falsi mi sembrano grossolani. Nemmeno pergamene, ma pezzacci di cuoio antico. Coi papiri non ci hanno provato?

  3. Non mi meraviglia. Receperunt mercedem suam. Mi sembra oltretutto che fossero falsi grossolani, manipolazioni non di pergamene ma di pezzacci di cuoio antico. Coi papiri non ci hanno provato?

    1. A. Guidi,
      ce ne sarà almeno uno che davvero ci crede?
      L’acquirente finale probabilmente sì o non continuerebbe a farsi spennare.

  4. Trovo veramente strabiliante, Signora Oca,
    la notizia delle valvole stampate al costo di un euro, mentre il costo del pezzo originale sarebbe stato di diecimila euro.
    Come si fa a verificare se è tutto vero per davvero?
    Io sinceramente spero che ci sia qualche equivoco madornale, perché se fosse proprio vero per davvero mi girerebbero talmente i cosi che potrei essere scambiato per un elicottero.
    Tanto mi ha disorientato questa notizia che per riprendermi ho dovuto comporre una scenetta, nella quale il Ministro Competente mette le cose a posto -a modo suo, naturalmente; ma, se non ha libertà d’azione lui, chi mai la potrebbe avere?
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    Interno giorno
    Studio del Ministro Competente
    Personaggi: Segretario, Ministro Compete’


    ehm

    ho riletto la scenetta … e mi sembra prudente, prima di rappresentarla, aspettare l’esito della verifica; sa, a volte il Ministro è un po’ impulsivo, e tende a … diciamo che tende a trascurare le buone maniere. Non guarda tanto per il sottile, diciamo, ecco. In altre parole, si lascia andare a certe -diciamo- locuzioni che, dovessero rivelarsi ingiustificate, si troverebbe in imbarazzo.
    Saluti.
    U

    1. Ha ragione, Ullo, meglio “aspettare l’esito della verifica”. La mia si è limitata a un’analogia con una cinghia di ricambio per un condizionatore fuori commercio da chissà quando. Non ne esistevano più e secondo il tecnico, una su misura mi sarebbe costata mezzo condizionatore nuovo. Ellamadonn… Forse era vero perché non ho trovato nessuno che la facesse.
      Il costo del pezzo stampato in 3D è quello della resina, penso, il resto è un regalo.

  5. No, voglio dire, crede a quello che dice e propaganda? Ho l’impressione che per tutti questi adoratori la fede sia un affare di portafoglio. Guarda la carriera che hanno fatto i sindonisti. D’altra parte, se avessero tanta fede quanto un granello di senape, avrebbero bisogno di aggrapparsi a supporti materiali? Non credono a nulla e per questo si costringono a credere a tutte le insensatezze. Ho avuto colleghi e conoscenti fermamente convinti dell’autenticità della Sindone. Credevano tutti anche a tutte queste altre cose (insieme aperto): creazionismo, gender, stabilità del clima, scie chimiche, complotti massonici e gnostici.Mi sono reso conto però che non erano vittime solo della loro ingenuità (sto parlando di persone inoffensive), ma di una vera e propria macchinazione, che in Italia ha radici affondate nei più cupi circoli degli anni ’70, ma che è esplosa colla saldatura, sotto il pontificato di Wojtyla, della destra cattolica colla destra americana di matrice evangelica, e che ora crescit eundo come una valanga.

    1. A. Guidi,
      sarebbe un discorso lungo!
      In breve ci sono vittime e malfattori, certo, ma quanti credenti sono capaci di fare la scommessa di Pascal senza supporti materiali?
      E anche gli atei hanno riti apotropaici. Io ne ho che le sembreranno insensati eppure danno un senso alla mia “propaganda”.

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