Ceci n'est pas un poisson

L’ho trovato da Real Climate:

Gli autori usano il modello C.R.A.P. per descrivere l’indifferenza alla verità e come combatterne gli effetti sull’ambiente di lavoro. Ogni allusione all’ambiente della Casa Bianca è sicuramente involontaria.
Eppure ho subito pensato al Potus che licenzia a man bassa come fosse tuttora il conduttore sadico di The Apprentice.

Com’è noto, ha appena ammesso che la Covid-19 non è una bufala del partito democratico, e ha chiuso gli alberghi che non riesce a vendere per non perdere altri soldi e le elezioni. A renderlo meno indifferente alla verità sono stati modelli economici secondo i quali perfino un lock-down di un anno farebbe meno danni all’economia, ai suoi profitti e alla salute degli americani di quanto ne faccia la bufala, da lui reiterata per due mesi, che il virus è sotto controllo e sta per scomparire “come per magia”.

Proprio ieri su Science, Warren Cornwall chiedeva agli economisti che fanno modelli sanitari delle crisi economiche di rispondere alla domanda

(*) Per degli economisti, li trovo insolitamente modesti sull’affidabilità delle proprie proiezioni, forse perché sapevano che fra i sondati ci sarebbe stato Christopher Ruhm. Da decenni pubblica risultati contro-intuitivi e rompe le uova nel paniere ai Chicago Boys.

Cornwall rimanda al classico “Are Recessions Good For Your Health?” del 1996, ma se seguite il suo link sotto l’abstract ne trovate altri due:

Se collaborate con un’Ong è probabile che anche i paper che seguono vi interesseranno. In più, se volete togliervi la soddisfazione di dare dell’ignorante a C. Stagnaro o altri bigoilisti del Bruno Leoni è tuttora utile

Detto questo, mi sembrano più raffinati i concetti e gli strumenti statistici della scuola europea fondata da Samuel Preston, quello delle curve, con un classico ancora più vecchio

La maggior ricchezza nazionale resta correlata a una maggior durata di vita, ma non è una causa. regge solo all’inizio nei paesi poveri, e ci sono correlazioni molto più robuste. Pensate a Cuba o al Kerala, in India: è l’aumento del PIL che allunga la vita media della popolazione? O gli investimenti pubblici in educazione e sanità – i.e. una ridistribuzione equa di tasse progressive sulla ricchezza?

Nella nuova leva dei prestoniani, metto Julia Steinberger e co-autori, bravissimi ad affondare le fandonie del Gentile dr. Mariutti e dei dubbivendoli con siluri come

(La matematica è un po’ tosta, lei si era laureata al MIT in fisica delle alte energie, ma la spiega qui a noi dummies.) Se una volta superato lo sconforto per le vittime della Covid-19, vogliamo occuparci delle altre crisi, forse in Europa dovremmo pensare al Green New Deal.
Prima che le Giorgia Meloni ci rubino i soldi per darli ai loro fratelli.

(*) E’ uscita un’analisi degli effetti economici delle misure prese da diverse città statunitensi per contenere l’epidemia di spagnola. NPIs sta per interventi non farmacologici: mascherine, quarantene, chiusura di fabbriche, esercizi, scuole, teatri, luoghi di culto e altro distanziamento sociale..

  •  Le città intervenute prima e più aggressivamente non se la cavano peggio, semmai crescono più velocemente una volta finita la pandemia. I nostri risultati indicano pertanto che i NPI non solo abbassano la mortalità, ma mitigano anche le conseguenze economiche avverse di una pandemia.

Non l’ho letto tutto, solo le tabelle e gli estratti dai quotidiani di allora.

h/t The Economist che cita anche il sondaggio di famosi professori, fatto la scorsa settimana dalla Booth School of Business, all’università di Chicago. Sull’ipotesi nettamente rhumiana che allentare il lock-down “severo” con il rischio di un riaccendersi delle infezioni farebbe più danni economici che mantenere le restrizioni attuali (la domanda B – sottinteso il Potus dà i numeri):

  • Il 41% si è detto fortemente d’accordo, il 39% d’accordo, il 14% incerto e il 6% non ha risposto. Nessuno era in disaccordo.

C’è anche un altro tipo di percentuale, “ponderata” dalla fiducia nel proprio giudizio esperto (sotto, ogni economista si dà un punteggio da 1 a 10): il 57% è fortemente d’accordo, il 32% d’accordo e l’11% incerto. Vista la biodiversità – tra Alberto Alesina e Abhijit Banerjee (& Duflo) o Emmanuel Saez (& Piketty) c’è un abisso! – l’89% a favore è un consenso bulgaro.