Notizie tante, commenti brevi. Comincio dalla crisi climatica per variare un po’. La sessione preparatoria della COP26 che doveva tenersi a giugno è stata rimandata a ottobre, e la COP26 a fine novembre dell’anno prossimo. In mezzo ai tutti i disastri causati da eventi meteo estremi, trovo il ritardo preoccupante. Al contempo la procedura di uscita degli USA dall’Accordo di Parigi iniziano a novembre, una settimana prima delle elezioni statunitensi. Cosa succede se Trump e i bigoilisti del Senato le perdono?
Qui è finito il global cooling dei giorni scorsi. Nell’Antartide è finita l’estate più calda mai registrata, ma la lenta chiusura del “buco” dell’ozono stratosferico sembra riportare i venti da ovest al regime precedente.
Sopra l’Artico invece, il buco dell’ozono s’è allargato a dismisura. Qui ci va la notizia di Cristian Lussana del Servizio meteo norvegese che è anche il centro studi nazionale sul clima. Ha messo su You Tube la lezione di Ketil Isaksen che riesce a fare il punto della triste situazione dell’Artico in 15 minuti.
Il meteo influisce sulla diffusione della Covid-19. Un caldo sufficientemente umido potrebbe rallentarla, ma ci rende meno disposti a star chiusi in casa e a rinunciare alle gite di Pasqua, del 25 aprile e del 1 maggio. Se diluviasse fino al 2 maggio staremmo a casa più volentieri e gran parte del Sars-CoV-2 ambiente finirebbe nei tombini?
Stando alla rassegna di Nature, nessuna ricerca dimostra che il virus si trasmette sotto forma di aerosol, e non dentro goccioline espettorate. Conclusione: “Il rischio zero non c’è”, come per tutto il resto. Un paper dice il contrario – non peer-reviewed, mi raccomando il sale, ma non ha grandi pretese: si limita a presentare i dati delle “Supplementary Information“.
Dai molti test virologici effettuati puntualmente su 9 pazienti ricoverati in Germania, sembra che l’elevato tasso di contagi ravvicinati sia dovuto alla veloce replicazione del virus nella laringe e nella gola alla comparsa dei primi sintomi, e che il virus resti presente nella saliva fino a sette giorni dopo la loro scomparsa. Una notizia decisamente brutta.
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Space cadets to the rescue
I satelliti Sentinel e i dati – non solo meteo – che raccolgono giorno per giorno sull’ambiente sono un regalo dell’Unione Europea a tutti gli abitanti del pianeta, l’ESA sia lodata. Se avete delle idee su come fruttare gli strumenti di bordo per raccogliere altri altri, o analizzare quelli che possono servire a monitorare sia la diffusione della Covid-19 che le condizioni che ostacolano o facilitano la ripresa delle attività, l’ESA ha appena aggiunto un “call for ideas” a quello permanente. Quest’ultimo è più per specialisti che sono indispensabili, ma tendono a restare nella propria specialità.
Aspettate, non è finita. I fantastici Sentinel lanciano un appello agli appassionati di remote sensing. Il 6 aprile, parte un’edizione speciale del Custom Script Contest. Temi come sopra, premi in euro per le proposte migliori come ogni anno, ma chiude a fine maggio e le proposte saranno valutate ogni settimana e un “grande premio” sarà assegnato alla fine.
Forse non dovrei, ma con la pandemia dopo anni di siccità, alluvioni, tifoni, pure le locuste… Se fate circolare questa parte fra studenti, dottorandi e ricercatori in materia, fate un grosso favore alle Ong che chiedono modelli così da anni
- Machine learning experts can model agriculture activities and identify potentially abandoned areas, resulting in reduced yields in the harvest seasons
Le aree abbandonate sono quelle dove avviene il land-grabbing peggiore.
Cont…
Tu l’hai letto questo recente rapporto dell’ICL, vero?
Un commentino, no?
Il commentino era da vecchia megera, me lo ero risparmiato, Steph. L’ho letto cercando dove cavolo avevano messo i dati di Taiwan. In “All countries”, insieme a quelli della Cina? Tanto, in un modello bayesiano meccanicistico, la selezione dei priors non conta. Ma va? Conclusione:
Limitations… It is too early to detect substantial intervention impact in many countries at earlier stages of their epidemic (e.g. Germany, UK, Norway).
A Taiwan le hanno prese più di 3 mesi fa e i dati quotidiani sono pubblici. Cosa ci vuole per mostrare la progressione “at the earlier stages”, l’approvazione di Xi Jinping? Per darmi una calmata, ho letto gli economisti rif. Ceci n’est pas un poisson.
Già, adesso mi ricordo che ne avevi già accennato qualcosa.
Noi svizzeri l’unico campo nel quale siamo intervenuti precocemente è l’auto-isolazione, ma solo dei casi conclamati. Gli altri, non essendo testati, manco la mascherina. Qui i punteggi che ci meritiamo.
Nel report dell’ICL stimano che le misure hanno permesso di evitare 340 morti, o forse 1’000 al limite del margine di confidenza (p. 10). Il costo, solo per l’erario svizzero, è di oltre 40 miliardi (e chissà quanto per l’economia nel suo complesso), quindi circa 120 milioni per vita salvata. Diamo 2 milioni alla famiglia di ogni morto e siamo tutti felici e contenti ….
Ma quello che non si menziona è che la riduzione di circa 50% dei casi prima e delle morti poi in seguito al lockdown alleggerisce parecchio il sistema sanitario, che senza il lockdown sarebbe collassato.
D’altra parte, constatare (tab. 1) che potrebbero esserci 6 mio di contagiati in Italia (invece dei quasi 120k cumulati totali) ti fa capire il perché del così alto numero di morti rispetto ad altri paesi. La stessa cosa, nel suo piccolo, potrebbe valere per il canton Ticino: 2400 positivi accertati con uno “strano” case fatality ratio quasi 3 volte superiore alla media nazionale svizzera. E per forza: il n° di contagiati/abitanti è molto più simile a quello delle province lombarde. In Ticino, oggi, ogni 8 persone dentro un centro commerciale, personale incluso, ce n’è una infetta…