La narrativa dei genomi

Quando non ne posso più di paper falsificati su Sars Cov-2, covid-19 o presunta cura, vado su Nextstrain, al contempo banca-dati, piattaforma informatica, strumento di divulgazione e di collaborazione mondiale sul serio.
(Ci ho appena passato un paio d’ore dopo un commento di Sergio Cosmaro a proposito della frase di Elena Castellani su Le Scienze di maggio:

  • “quando per esempio esperti del clima sostengono tesi discordanti riguardo all’interpretazione del cambiamento climatico, a chi dare retta?”

Agli autori dei rapporti IPCC che valutano la plausibilità delle varie tesi, tanto per cominciare?)

Devo aver raccomandato Nextstrain più volte, senza dire perché è affidabile, provo a rimediare. Figlia di GISAID, aperta ufficialmente nel maggio 2018, mostra “in tempo reale” la diffusione e l’evoluzione (filogenesi) di virus patogeni. Un gruppuscolo di bio-informatici, filogenomisti e virologi l’aveva concepita nel 2016. L’anno dopo il prototipo riceva il premio Open science, pochi soldi – $230 mila – ma abbastanza per collaudarlo e reclutare nuovi collaboratori.

Uno dei progressi fatti da allora è essenziale – trovo – per ricercatori, epidemiologi, medici e ancora di più per noi dummies

  • Capire quello che i dati dicono richiede spesso una notevole competenza in filogenomica. Le narrative di Nextstrain consentono di “allegare” brevi paragrafi di testo ad alcune visualizzazioni dei dati.

In successione, i paragrafi raccontano come i filogenomisti interpretano i dati.

Nel diagramma e nella mappa sulla pagina del nuovo coronavirus, ci stanno “soltanto” tremila genomi. Per vedere i 14 mila presenti oggi su GISAID, bisogna cliccare sui link per località, per autori o per centri di ricerca sotto le immagini.

Non tutti hanno già una narrativa uscita su qualche rivista o in un archivio di preprint. Per ora mancano genomi del Sars Cov-2 trovati in pazienti prima del 24 dicembre 2019. La sua presenza da settembre-ottobre in malati di influenza e polmonite in Lombardia e altrove resta un’ipotesi – plausibile, ma da dimostrare.

(Pasquale Mario Bacco – “l’esperto” di chissaché intervistato dal Giornale a causa di una sua réclame per il kit venduto senza convalida né certificazione dalla sua ditta di Bitonto e/o Battipaglia – è già stato debunked da Guido Silvestri, grazie prof!)

Per ora le suddivisioni in cladi – in discendenti da un singolo virus mutato – sono provvisorie, dipendono dai genomi disponibili localmente. E’ probabile che siano superate insieme all’annuncio di mutazioni che rafforzerebbero o attenuerebbero qualche proprietà del virus.

La narrativa continuerà a cambiare, va così da quando esiste la ricerca. Allora “a chi dar retta”? Agli esperti che continuano a dimostrarsi onesti, che domanda! Una docente di filosofia della scienza dovrebbe forse chiedersi come li distingue dagli imbroglioni quando la sua stessa università insegna ciarlatanerie e dimostra solidarietà perfino a Marco Ruggiero e ai suoi ex collaboratori…

6 commenti

  1. “… resta un’ipotesi – plausibile, ma da dimostrare.”
    Ai tempi della vendemmia di sicuro, anche perché – da quel che ho letto – l’ipotesi più robusta per la Cina verte su un inizio databile nel periodo metà ottobre-metà novembre. Ma intanto, durante l’avvento parigino …( qui le reazioni). E sarebbe anche coerente con quel che viene detto nel primo report che ho citato (e che fa ampio uso della banca dati GISAID):
    “The start of the epidemic is estimated to be between mid-October and mid-November. The most recent common ancestor giving rise to the outside-China sequences is estimate to be about 3 weeks later.”

    1. Steph,
      penso anch’io che sia probabile, ma bisogna trovarli e sequenziarne il genoma. Per la paziente di Parigi hanno ragione gli esperti del Media Centre, i tamponi danno troppi falsi positivi (per di più la rivista ha una brutta reputazione)

  2. Pensavo che il sequenziamento del virus potrebbe essere utilizzato per identificare la provenienza regionale del virus: se accadranno nuovi casi in regioni con basso indice di riproduzione di base, allora dal sequenziamento (associato ad ogni regione) potrebbe essere possibile identificare una differente regione di provenienza , restringendo il campo delle indagini scintifiche per la persona, o il gruppo, infetto.
    E’ evidente che nuovi casi dovrebbero essere dovuti, con maggiore probabilità, dal trasferimento da regioni differenti: una nextstrain regionale (forse anche provinciale) per i flussi virali.

    1. domenico,
      Le provenienze sono proprio mostrate nel grafico di Nextstrain con la percentuale di probabilità per ciascuna. Anche quando sono confermate al 100% in che cosa cambiano le indagini sulla persona o il gruppo infetto?

  3. Scusa, non sono stato chiaro: se un caso infetto si verifica in Campania, o in Sicilia, una analisi genetica del virus potrebbe indicare la regione di provenienza, quindi fra i conoscenti, o i contatti, potrebbe essere individuato l’infetto tramite la provenienza; si potrebbe individuare per esempio un ceppo emiliano, o piemontese, e potrebbe essere più facile individuare la catena di trasmissione.

    1. domenico,
      anche se la provenienza fosse “Codogno 100%”, non sapremmo chi è contagioso a Codogno o altrove. L’unico modo di individuare la catena di trasmissione è di fare il tampone a tutti i contatti di una persona risultata positiva, ai loro contatti e così via.

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