"Faccia di bronzo"

A proposito di quella di Montanelli, rimando all’articolo di “Erbacce” al quale ho rubato il titolo perché 1) era troppo bello per lasciarlo dov’era; 2) questo post riguarda un aitante Fiamma Tricolore, volto scultoreo, mascella volitiva, camicia nera e calvo pure lui.

L’associazione d’idee è merito di un lettore. Vuol accodarmi a innumerevoli blog, testate on-line, stampa, radio, tivù, anti-vax del Comilva e tra poco del Codacons. Perché non aggiornare gli altri lettori sulle imprese dell’illustre “prof. dott. Pasquale Mario Bacco”, chiedeva cortese?

Secondo “Striscia la notizia”, avvertiva, il titolo accademico potrebbe riferirsi a un intervento da tenere fra sei mesi alla Link Campus University secondo la quale il dottore non è professore.

Il lettore ha ragione (sempre). Avevo ringraziato Guido Silvestri per il suo articolo sul prof. dott. Bacco, invece di approfondirlo. Eppure gli spunti abbondavano. Silvestri aveva letto sul Giornale che «Pasquale Mario Bacco, con un team di medici, a febbraio aveva scoperto che il virus circolava già da ottobre scorso» (“studio” da rimmel, florilegio da Butac).

  •  questa ricerca rivoluzionaria è stata condotta da un “collega” la cui affiliazione accademica è introvabile e le cui pubblicazioni su PubMed sono uguali a ZERO. In compenso, questi studi, di cui nelle riviste scientifiche non c’è traccia, sono ripresi da una sfilza di siti-web dedicati a no-vax, scie chimiche e rettiliani che piuttosto passo la serata con un mustelide dall’alito pesante.

Introvabile?
Medico del lavoro oppure medico legale, dipende dall’occasione, a Foggia nel 2018 il prof. dott. Bacco si dichiara docente di “Igiene del Lavoro all’Università degli Studi di Bari“. Sul sito della Meleam S.p.A. che ha fondato nel 1998 e in altri documenti pubblici, la insegna in un’imprecisata “Facoltà di Economia e commercio”. A Bari nel 2012 quella facoltà è stata sostituita da un Dipartimento di Economia e finanza, e Bacco non risulta fra i docenti.

Nel popup di oggi sul sito della sua azienda, vende gli integratori 100% vegani di Meleam Farmaceutics (sic) ed è “professore a contratto di Igiene del lavoro” in ente da determinarsi.

Faute d’affiliazione, il lettore ha trovato una filiazione. Putativa? Adottiva? Elettiva?
Durante gli studi di medicina alla Seconda Università di Napoli dove si è laureato nel 1998, Bacco sarebbe stato allievo di Giulio Tarro. Purtroppo la SUN – nota dal 2016 come “Università della Campania Luigi Vanvitelli” – è stata aperta nel 1992 mentre il sedicente pruricandidato al Nobel ha insegnato alla Federico II dal 1975 al 1985.
Da virologo, Silvestri apprezzava molto la scoperta del “collega” e del “team di medici” che aveva consentito alla Meleam S.p.A. di lanciare sul mercato, un mese fa, un “kit sierologico interamente prodotto in Italia”:

  • Ma la cosa più carina di questo scoop epocale è che, strada facendo, passa dal panico intrippante al nano-negazionismo coatto. Cito dall’articolo [del Giornale]: «Questo virus non è capace di uccidere. È un virus banale, semplice. Un soggetto siero-positivo non si ammala di Covid, perché ha l’HIV che è un virus molto più grande che utilizza gli stessi recettori del coronavirus, quindi anche nella competizione il Covid non riesce ad andare sugli stessi recettori. Ovunque ci sia una risposta immunitaria adeguata viene annientato». Insomma, il virus per cui non ci sarà mai un vaccino viene annientato dal sistema immune. Logica ferrea. 

Il prefisso “nano” aveva messo una macropulce nell’orecchio del lettore.
Prima di togliersela, notava il successo della ditta, detta talvolta “multinazionale” o “americana” o “di Bitonto”. Sul sito aziendale un’intervista di Repubblica al fondatore, uscita apparentemente il 27 aprile 2017 (priva di titolo e firma, forse un inserto pubblicitario locale?) era preceduta da questa frase:

  • Oggi Meleam fattura 20 milioni, ha oltre 400 dipendenti, è il terzo gruppo italiano nel settore della medicina e sicurezza sul lavoro, finanzia attività di ricerca ed Università sul territorio nazionale.

Sempre sul sito aziendale, oggi Meleam “è costituita da un gruppo di aziende” anonime, l’anno scorso era sola “Con 50.000 clienti, 400 dipendenti e oltre 23 milioni di fatturato”, oggi “con 40 sedi e 52.164 clienti”.
L’attività di ricerca è ignota, a differenza di quella commerciale:

  • L’ultimo bilancio depositato da Meleam S.p.a. nel registro delle imprese corrisponde all’anno 2018 e riporta un range di fatturato di ‘Tra 300.000 e 600.000 Euro’. Il fatturato di Meleam S.p.a. durante il 2018 è aumentato del 318,1% rispetto a 2016.

Il lettore sta tuttora calcolando come far corrispondere 300-600 mila euro a un aumento del 318,1% di un fatturato di 20 milioni. Il prefisso “nano” associato ad anti-vax, “prof.” per modo di dire e colossali strafalcioni gli ricordavano… gli ricordavano… gli ricordavano…

Finché

OtterChu on Twitter: "Oh and btw, the new was twitter shows ...

Ciaf! Antonietta Gatti!

Combinazione, il 30 maggio scorso la scopritrice della sindrome dello sperma rovente, il medico anti-vax Mariano Amici, la “responsabile nazionale dipartimento Sanità di Fratelli d’Italia “prof.ssa” Carmela Rescigno, il medico di famiglia Fabio Milani, il medico di base Maria Grazia Dondini – ci siete ancora? – e il prof. dott. Bacco hanno fatto mandare dall’ufficio marketing di Meleam una “istanza in autotutela” al “Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e, in conoscenza, ai Governatori delle Regioni”.

  • … come professionisti che operano quotidianamente a contatto con la realtà sanitaria

A distanza di sicurezza da pazienti ricoverati in unità di cure intensive e da competenze in epidemiologia, infettivologia o virologia, esigono una serie di precisazioni già date dalle varie autorità o impossibili da indovinare prima della fine della pandemia.

Vogliono anche risposte a domande già fatte da altri anche con denunce in Procura, più alcune basate su ricerche contraffatte e smentite, oppure su bufale copiate da mezzi di disinformazione come

  • per quale motivo si siano date disposizioni, su indicazione dell’OMS, di trasferire i pazienti anziani nelle RSA, con le conseguenze ben note.

Fratelli d’Italia… mi ricorda… mi ricorda… borbottava l’oca dandosi zampate sulla fronte.

Finché

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Bitonto!

Come la “prof.ssa” Carmela Rescigno per Fratelli d’Italia, il “prof.” dott. Bacco era candidato alle elezioni per La Destra-Fiamma Tricolore. Non al Parlamento europeo, bensì a sindaco di una sede aziendale, quand’era un aitante trentaseienne

  • medico legale e manager della Meleam srl (ditta con un fatturato di svariati milioni di euro annui)

Al primo turno ottenne ben 309 voti. Era stata solo una réclame per la ditta che aveva fondato dieci anni prima, e che si era “da poco staccata dal gruppo nazionale di cui faceva parte per cominciare un cammino d’impresa autonomo”, dichiarava nel 2017:

  • «Non mi votarono neppure i dipendenti della Meleam. Non mi votai neppure io, pensi.»

E concludeva

  • «La Meleam non ha bisogno di sponsor politici. Abbiamo vinto appalti per 90 milioni di euro per i prossimi tre anni, e creiamo occupazione. Solo a Bitonto abbiamo cento dipendenti assunti. Non abbiamo bisogno del voto di scambio»

Da vegano militante, a gennaio aveva fatto pubblicità a Meleam su FaceBook esultando per la morte di Andrea Altea. Delicato fiocco di neve come spesso le mascelle volitive e le camicie nere, era rimasto terrorizzato dagli insulti e dalle minacce ricevute in risposta.

Nel frattempo 90 milioni : 3 x 3,181 = 300-600 mila. I poveri “oltre 400 dipendenti” prendevano ancora meno di un “professore a contratto”. Ma c’è stata la pandemia. Oltre a un kit 100% made in Italy e agli integratori 100% vegani, la ditta vende anche consulenze, certificazioni e soprattutto corsi.

Quel titolo accademico cade a fagiuolo. Meleam e il suo fondatore-amministratore delegato potranno candidarsi se non a Bitonto, almeno ai finanziamenti per la formazione permanente a cura di università, Ordini professionali e aziende prevista dal piano Colao (schede 85-88).

Come il lettore ricorderà…

– No? Provi con un ciaf.

… in Italia si vendono crediti di formazione in qualunque materia biomedica, dall’omeopatia quantistica alla tele-terapia biofotonica tibetana. Vuole che non si trovino clienti ai quali insegnare che l’Hiv sta dentro il virus Covid-19, il quale è un’influenza benigna le cui vittime senza co-morbidità si contano sulle dita di una mano?

***

Da Climalteranti, oggi è uscito un bel post sul piano Colao.

12 commenti

  1. Avevo letto di Bacco quando Butac pubblicò quell’articolo.
    La parte sulla fantascientifica (e fumettistica) competizione fra HIV e SARS-CoV-2 sono quasi sicuro di averla letta da un’altra parte, ma mannaggia non ricordo quale alternativo si sia infilato in una tale spericolata tesi. Forse Montanari? O l’esimio Tarro? In ogni caso, non dovrebbe essere farina del sacco di Bacco.

    1. da quello che ricordo, Marco, il 29 gennaio Montanari sospettava che il Cov-2 fosse stato creato in laboratorio.
      La bufala di sequenze dell’Hiv inserite nel genoma del Cov-2 era in un preprint del 31 gennaio. Subito demolito nei commenti, è stato ritrattato il 2 febbraio, ma ormai il danno era fatto.

  2. “competizione fra HIV e SARS-CoV-2 sono quasi sicuro di averla letta da un’altra parte”
    Fu l’anti-vax e negazionista dell’HIV Fabio Franchi a sostenere quella tesi. Tesi subito ripetuta da Gatti&Montanari sui vari social media per aizzare ed indignare politicamente i proprio follower dell’estrema destra; ovviamente i due *ehmm* ricercatori indipendenti si sono ben guardati dall’appoggiare apertamente la folle tesi, millantando le solite inesistenti censure di regime per dipingersi come martiri.

  3. @Oca Sapiens
    A proposito di quella di Montanelli, rimando all’articolo di “Erbacce”
    Ecco… non vorrei passare per benaltrista (e non mi dispiacerebbe se la statua a Montanelli venisse rimossa)… ma nessuno ha pensato… non dico ad abbattere e triturare le singole pietre fino a trasformarle in sabbia (come mi sembrerebbe opportuno)… ma almeno a imbrattare il mausoleo a Rodolfo Graziani ad Affile?
    Va bene condannare gli stupri, ma non vorrei che ci dimenticassimo i genocidi.

    1. E.K.Hornbeck,
      ci pensano in tanti ma sembra che dovrebbero passare sul corpo del sindaco – sempre quello condannato per apologia di fascismo – e dei suoi elettori.
      Anche in Francia i manifestanti provano a “sbullonare” certi massacratori di colonizzati…

  4. @ ocasapiens
    ci pensano in tanti ma sembra che dovrebbero passare sul corpo del sindaco
    Io immagino che se l’ANPI organizzasse una bella imbrattatura di gruppo contro un monumento che la magistratura ha gia’ riconosciuto essere fascista (assolvendo anche precedenti imbrattatori), sindaco ed elettori potrebbero essere messi gentilmente ai margini.
    Del resto, l’ANPI dovrebbe essere la rappresentanza di chi e’ o si riconosce in coloro che, illo tempore, ebbero il coraggio di prendere le armi contro Graziani e consimili.
    Peccato che, oggi, non ritengano opportuno prendere in mano un pennello.
    Ho pero’ l’impressione che prendersela con la statua di Montanelli, per quanto opportuno, e non contro quelle degli autentici responsabili delle avventure coloniali italiane e dei peggiori massacri (anche le statue di Colombo, presenti in Italia, meriterebbero l’abbattimento), sia un modo molto parziale di fare i conti col nostro passato.
    Mi sembra che ci sia un tacito ed ampio accordo nella politica italiana — almeno dai tempi di De Gasperi, che pero’ aveva un obiettivo immediato e concreto — per far passare l’idea degli “italiani brava gente” che si sarebbero comportati bene nei confronti dei popoli colonizzati e occupati.
    Tacito accordo che si e’ concretizzato, in ambito scolastico, nel non raccontare agli studenti le porcherie che hanno commesso i nostri militari e i nostri colonizzatori. Difetto che abbiamo in comune con i giapponesi e, credo, con molti altri popoli.
    Quando, anni fa, Gheddafi venne in visita in Italia e racconto’ a Berlusconi (allora presidente del consiglio) quello che i nostri soldati avevano combinato in Libia, lo stupore e l’imbarazzo di Berlusconi mi parve sincero.
    Quindi non mi sorprende che i cittadini di Affile siano a favore di monumento a un loro “illustre” concittadino.
    Piu’ che imbrattare le statue, forse dovremmo pretendere che i manuali scolastici di storia siano un po’ piu’ onesti.

    1. E.K.Hornbeck
      Piu’ che imbrattare le statue, forse dovremmo pretendere che i manuali scolastici di storia siano un po’ piu’ onesti.
      Why not both? Esprimono la stessa disonestà, semmai le statue la celebrano con più fierezza.

  5. Sono contrario alle demolizioni, ma a favore di musei della memoria.
    Cioè, va bene spaccare il muro di Berlino, ma non farlo sparire, come non si son fatti sparire i campi “di lavoro” ma anzi se ne son fatte mete di viaggi per non dimenticare.
    Piuttosto, se non piace il museo all’aria aperta, le si mettesse in un luogo apposta (e con didascalia adeguata: contesto storico, fatti e misfatti)

  6. @ Oca Sapiens
    Why not both? Esprimono la stessa disonestà, semmai le statue la celebrano con più fierezza.
    Ma certo. Entrambe le cose.
    Solo che senza una revisione dei manuali di storia, e’ piu’ facile additare gli imbrattatori (alla maggioranza silenziosa e spesso ignorante) come scalmanati sovversivi, terzomondisti e venduti a progetti di sostituzione etnica (e’ stato gia’ fatto o sto precorrendo i tempi?).
    Con un’adeguata revisione dei manuali scolastici, la generazione successiva troverebbe intollerabile statue e mausolei che esaltano certi personaggi.
    Purtroppo la revisione dei manuali potrebbe riservare soddisfazioni solo sul lungo periodo.

  7. @ Cimpy
    Sono contrario alle demolizioni, ma a favore di musei della memoria.
    Be’, si’, quando si tratta di strutture come il Muro di Berlino o i campi di sterminio o le foibe, certo.
    Ma riguardo a statue o mausolei puramente commemorativi, non vedrei male la demolizione.
    Pero’… tornando al mausoleo per Graziani… trasformarlo un museo della memoria per ricordare le sue vittime (come quelle conseguenti alle deportazioni del Gebel, o quelle della strage di Addis Abeba o del monastero di Debra Libanos)… si’… potrebbe essere opportuno.
    Ma, a quel punto, sarebbe il sindaco di Affile a volerlo demolire.

  8. Ora che abbiamo sputtanato l’uomo parliamo un po’ delle cose che ha detto?
    Lo dico senza malizia perché vorrei capire quanto c’è di vero.
    Anche perché questo giochetto di secondo il quale squalificando la persona si squalificano anche le sue idee va bene nei salotti della borghesia, ma a noi poveracci interessa la veritá e andare in giro con un bel cappotto fatto di titoli e curriculum non la cancella.
    Allora
    Abbiamo bruciato i polmoni a dei poveri disgraziati dandogli le cure sbagliate oppure no?

    1. Paolo reale,
      parliamo un po’ delle cose che ha detto?
      Per quanto riguarda le menzogne sull’innocuità del Sars-Cov2 e sui siero-positivi che sarebbero tutti malati di AIDS, lo ha fatto il virologo Guido Silvestri, molto più competente di me. Per rispondere a un lettore, ho aggiunto le incompetenze del Dott. Barro e dei co-firmatari dell’istanza mandata ai giornali dall’uff. marketing della sua azienda.
      Tutte queste incompetenze squalificano non i firmatari, ma il nuovo prodotto che l’azienda tentava di vendere alla sanità pubblica.
      Anche in Italia infatti, la vendita di kit diagnostici è autorizzata unicamente dopo la pubblicazione, su riviste scientifiche, di ricerche che ne dimostrano l’affidabilità e dopo una serie di verifiche.
      Non basta la pubblicità – menzognera in questo caso – di un uff. marketing.
      Abbiamo bruciato i polmoni a dei poveri disgraziati dandogli le cure sbagliate
      Lei ha ragione. Purtroppo nelle prime settimane tutte le cure erano sbagliate perché la polmonite (e la conseguente mancanza di ossigeno) era l’unico sintomo evidente dell’infezione da Sars-Cov2.
      Il Covid-19 è tuttora una malattia nuova e non esiste una terapia risolutiva. A furia di ricerche, da fine marzo si è capito che occorreva evitare la ventilazione forzata (intubazione) il più a lungo possibile e che per molti pazienti, ma non tutti, certi farmaci potevano ridurre gli effetti più pericolosi del virus.
      Resta ancora molto da scoprire, quindi è probabile che ancora oggi certi pazienti ricevano cure sbagliate o insufficienti.

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