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Ci stanno spennando dal Manzanarre al Reno e dai tribunali agli istituti del CNR. Nel caso soffrissi di buon umore, un lettore mi segnala un articolo di Juanne Pili per Open intitolato

Sarebbero stati causati dal vaccino esavalente somministrato nel 2014, e stando alla perizia chiesta dal giudice lo dimostrerebbe il Mineral test effettuato nel 2017 perché nei capelli del bambino avrebbe trovato

  • «eccesso di piombo, alluminio, arsenico, antimonio, argento, titanio, uranio e palladio».

Tolto l’alluminio in concentrazioni molto inferiori a quelle presenti nel latte materno o nell’acqua, nessuno di quei metalli era presente nel vaccino, ça va sans dire.

Non avrei dovuto guardare la posta. Dall’ufficio stampa del CNR ieri mi era arrivato uno strano comunicato, subito ripreso da creduloni dell’ANSA e RAI News, a proposito di una… una cosa di ricercatori del CNR, uscita il mese scorso su Scientific Reports, rivista in open access di dubbia reputazione come gli habitués ricorderanno – mouais… Nota per smemorati sotto.

In breve, una carota estratta da sedimenti nel canale di Sicilia con una tecnica nuova dimostrerebbe che dal I al V secolo d.C., la temperatura media annua dell’intero Mediterraneo sarebbe stata di 2 °C superiore a quella del secolo scorso. Il grafico 2 che la paragona ad altre carote indica semmai una variabilità locale e a volte contrastante.
Gli autori ne derivano scoperte clamorose, almeno per chi ha frequentato la scuola dell’obbligo, sulla preistoria e la storia antica. Nell’originale in inglish, per esempio,

  • Warm events are associated to historical periods such as the Cooper [sic] age, the Early and Late Bonze [sic] age while cold events are associated to the Homeric [che per motivi ignoti inizierebbe nell’800 a.C. e quindi non sarebbe tarda età del “Bonzo”] and Greek periods.

Contrapporre –  senza datarne nemmeno uno – eventi caldi dell’età di “Cooper”, iniziata a latitudini e periodi diversi su quattro continenti e durata almeno sei millenni, a eventi freddi accaduti in sei secoli nel nord-est del Mediterraneo, può sembrare poco scientifico, ma ci sono buoni motivi.

Il primo è che nel Mediterraneo per i primi quattro secoli d. C. l’estate durava tutto l’anno:

  • The comparison of this new SST [Surface Sea Temperature] record with previous published Mediterranean SST records … highlight [sic] the overall perseverance of warm conditions during the Roman Period (1 CE to 500 CE) [sic]. These warm conditions were particularly intense in the Sicily record, that reflect [sic] summer months, and correspond to the so called “Roman Climatic Optimum”.

Il secondo è che quando l’estate dura tutto l’anno, mica si resta al Papeete, si va a conquistar colonie:

  • During this period, in fact, developed [sic] the greatest ancient civilization of all time, the Roman one. We hypothesise the relevance [sic] that these climate conditions may had [sic] in the expansion of the Roman Empire and its collapse with the general development of colder conditions. 

(Ipotesi irrilevante: il periodo caldo romano era già noto per i suoi periodi freddi e per essere iniziato prima che Annibale andasse a Roma passando per le Alpi.)

Civiltà della valle dell’Indo o del Nilo? Plurimillenario impero “idraulico” cinese? O la civiltà ellenica, nel suo piccolo?
Pftt! Impero coloniale = civiltà. Periodo caldo = cultura e innovazioni.

Ma un Rinascimento, una rivoluzione scientifica e una industriale durante una piccola era glaciale?
Pp ff tttt !! 

Devo badare alla gatta Jerry, lascio altre scoperte ai lettori desiderosi di aggiornare le proprie conoscenze, in particolare su quando Cesare conquistò la Gallia. Hint… 

Nota per smemorati
Scientific Reports sfrutta la reputazione del brand (“nature” compare nell’URL) per fingere di vendere prodotti di pari qualità. E la gente ci casca. D’altronde c’è chi paga 500 euro una tee-shirt di cotone con il marchio Dior, quasi fosse cucita da una petite main dell’avenue Montaigne.

2 commenti

  1. Su Scientific Reports ha pubblicato anche un fisico italiano, già noto alle cronache di Ocasapiens, che ha chiesto-credo caso unico nella storia-che Wikipedia inglese cancellasse l’articolo a lui dedicato perché, a suo dire, dava troppo spazio ai due processi intentati contro di me per diffamazione, da lui persi entrambi. Quelli di Wikipedia non gli hanno cancellato l’articolo, né il contenuto…..

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