Uomini e topi

Nature esce con un numero speciale dedicato alla conclusione della terza fase dell’Enciclopedia degli elementi di Dna, detta Encode-3, un progetto nato nel 2003 in cui un “consorzio di consorzi” si è distribuito il lavoro necessario per sequenziare di fino e annotare gli elementi “funzionali” del genoma umano: i geni e tutto l’apparato attorno che li regola, gli Rna, la cromatina ecc.

Nel tempo si sono aggiunti gli animali modello: i moscerini della frutta e i vermiciattoli C. elegans (Mod Encode) e infine i topi (mouse Encode). Questi ultimi, ignorati nella News and Views, sono protagonisti di quasi metà dei paper usciti oggi nelle riviste del gruppo Nature.

Per farsi un’idea della vastità dell’impresa e delle sue ambizioni, forse conviene leggere la Perspective che accenna anche al programma di Encode-4 e l’Article che spiega meglio perché si tratta di “enciclopedie” distinte, in parte sovrapposte.

Encode è il proseguimento del Progetto genoma umano e gli somiglia parecchio: accumula quantità ancora più enormi di dati e risponde alle domande iniziali ponendone di nuove. Perfetto. Ma sembra anche in attesa di una teoria per interpretare le risposte, di una sorta di “modello standard” delle relazioni fra genotipo (->proteine->) e fenotipo.

Un po’ come le mappe del cervello, sono sempre più particolareggiate, ma dicono poco sulla relazione tra mente e cervello.

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Contact tracing during Phase I of the COVID-19 pandemic in the Province of Trento, Italy” è soltanto un preprint, quindi calma. Descrive una ricerca molto semplice e con dati incompleti (refrain), che su un punto – riassunto nella tabella 2 – contraddice studi simili fatti in Cina, in USA e forse in altri paesi. Invece conferma quello di Christian Drosten et al. sull’elevata carica virale nei bambini asintomatici:

  • Nel nostro studio, i bambini di 0-14 anni avevano un rischio (22.4%) maggiore rispetto agli altri gruppi di età di trasmettere ad altri l’infezione. Va notata la giovane età dei bambini che hanno trasmesso la malattia: degli 8 che avevano uno o più contatti corrispondenti alla descrizione di casi di Covid-19, sette avevano meno di 8 anni e tre meno di 5 anni.

Questi dati suggeriscono “la massima prudenza” nel riaprire i nidi e le scuole per la prima infanzia, aggiungo gli autori. (h/t A.-M. C.)

Ricercatori dell’università Brigham Young, nello Utah, hanno passato in rassegna 115 pubblicazioni (se ho contato bene, ma è sempre meglio controllare) sull’efficacia o meno delle mascherine per “rispondere alle domande di parenti e amici”… Secondo me, è molto utile.

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Da Climalteranti, Stefano Caserini e Paolo Gabrielli rispondono alla domanda di parenti, amici e studenti “Quanto a lungo rimane la CO2 in atmosfera?“. (Speravo che ci mettessero anche la sua rimozione da parte delle balene, invece niente…)

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