Catch-22

L’anno scorso l’Accademia statunitense delle scienze (NAS) ha approvato a maggioranza schiacciante un emendamento del proprio statuto, così da poter espellere accademici quando viene segnalato che hanno commesso molestie sessuali e “altri tipi di misconduct,” scrive Giuliana Viglione su Nature.
In 16 mesi, dice la presidente della NAS Marcia McNutt, sulle molestie sessuali “silenzio radio” anche nel caso di accademici che si sono “dimessi” dopo uno scandalo.

  • La NAS non ha le risorse per svolgere proprie inchieste formali, a meno che la denuncia riguardi questioni interne dell’Accademia, stando a McNutt. Pertanto la procedura prevede che le denunce si basino sulla documentazione pubblica di casi indagati e risolti altrove, per esempio un rapporto universitario che descrive le molestie nei particolari o una dichiarazione secondo cui un professore è stato licenziato per aver violato un codice etico. 

Sono rapporti e dichiarazioni quasi inesistenti: per evitare processi, le università “patteggiano” le dimissioni in cambio di segretezza. E il 73% dell’accademia consiste in professori secondo i quali spetta alle vittime denunciare gli abusi, affrontare di nuovo la fatica e le ritorsioni, anche legali – di un’indagine.

  • “Devo fare tutto io? Ho già fatto abbastanza sacrifici,” dice Kathleen Treseder [una delle ricercatrici molestate da Francisco Ayala all’Università della California a Irvine] per spiegare perché lo ha denunciato alla NAS. “Tutti hanno le informazioni, qualcun altro dovrebbe farlo.” 

Già, invece tacciono o fanno il contrario. Nel 2018 Science aveva pubblicato la lettera in cui 62 professor*, di cui 16 dell’UC-Irvine, protestavano contro “le dimissioni ingiuste” di Ayala e ha promesso di non farlo più solo dopo un sollevamento di lettrici e lettori.

Science aveva anche “dimesso” Michael Balter, il giornalista che documentava casi di molestie sessuali. Costava troppo in avvocati, immagino. Spero che Nature si tenga Giuliana Viglione (brava anche su altri temi).