Bio?


Fonte.

Anticipato on-line da Nature Climate Change, il dottorando Kirsti Ashworth et al., all’univ. di Lancaster, fanno un bilancio delle emissioni – NOx, VOC, isoprene in particolare, e il loro effetto sull’ozono a bassa quota – dovute alle colture europee per biocarburanti. Punto di partenza:

Ground-level ozone is a priority air pollutant, causing ~ 22,000 excess deaths per year in Europe, significant reductions in crop yields and loss of biodiversity.

Non sapevo che ci fossero già 72 milioni di ettari  dedicati ai biocarburanti (27 in Ucraina e 29 nel resto dell’Europa dell’est). Nel modello, risultano 1.365 morti in più e un calo delle rese agricole alimentari con un danno economico attorno a 2 miliardi di dollari/anno. Quindi:

Our study highlights the need to consider more than simple carbon budgets when considering the cultivation of biofuel feedstock crops for greenhouse-gas mitigation.

(A proposito di politiche UE virtuose solo in apparenza, rif. l‘Economist sul consumo crescente di carbone…)

Esce sulla rivista il paper di Baker-Austin et al. sui Vibrio di stanza nel Baltico che continua a scaldarsi, uno studio climatico-epidemiologico che correla temperatura, concentrazioni dei vari ceppi e infezioni dal 1982 al 2010, anticipato on line a luglio. Anche in questo caso, i tempi di approvazione e di pubblicazione mi sembrano insolitamente lunghi.

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Irony

Il 2 gennaio scorso, il sito antibufale  Science Fraud, iniziato sei mesi fa, è stato costretto a chiudere dalle minacce di querela, in primis quelle degli avvocati di Rui Curi, univ. Sao Paulo. A Curi non era piaciuta la critica di un paper del 2007, che è stato costretto a ritrattare il 28 dicembre 2012.