Le Oche promuovono i pipistrelli

Cari orecchietti,
fanno quasi tutto Michele Salvan e Giacomo Morelli, masterizzandi alla Statale di Milano, due pilastri del comitato scientifico ochesco. Devono dirci che ci fanno i pipistrelli alle Scienze agrarie e vice versa, e perché sono entusiasmati da

Agro-ecological farming pratices promote bats

un articolo di Elissa Olimpi e Stacy Chilpott dell’Università della California a Santa Cruz, uscito nel numero di ottobre della rivista Agriculture, Ecosystems & Environment.

Con Elena Mordiglia, ci limitiamo a una rassegna delle news scientifiche in tema.

E’ uscito Nature Plants di ottobre, come molta genetica e un editoriale un po’ elegiaco, “Le radici della cultura” sulle piante che per la maggior parte dell’umanità sono immagini sullo schermo del computer, eppure hanno un significato simbolico e culturale.

Da un lato, ci commuove poco la moria dei grandi baobab in Africa subsahariana o l’estinzione forse inevitabile del kauri  (Agathis australis) in Nuova Zelanda; dall’altro siamo fieri del “valore estetico” di alberi più familiari, e via filari interminabili di ippocastani, platani o tigli.

Su Nature di oggi, almeno una ricerca va segnalata. Il gruppo diretto da Marco Springmann all’università di Oxford ha costruito un modello, paese per paese, del degrado ambientale dovuto alla produzione di cibo tra il 2010 e il 2050, in base all’evoluzione di questi “indicatori”

  • emissioni di gas serra, e contributo al riscaldamento globale
  • sfruttamento dei terreni agricoli
  • risorse idriche di superficie e di falda
  • applicazioni di fosforo e nitrati

e in base all’aumento della popolazione, ovviamente.

In assenza di nuove tecnologie e di pratiche super-sostenibili, tutti gli indicatori peggiorano e diventa sempre più difficile garantire la sicurezza alimentare e un clima vivibile. Potremmo migliorare la situazione con una dieta “flessitariana”, riducendo i consumi di manzo, maiale, uova, e latticini, e aumentando quelli di fagioli, legumi, noci e semi. Ma la prima pratica sostenibile è smettere di sprecare  oltre il 30% del cibo prodotto.

L’articolo dovrebbe essere in open access per tutta la settimana, se no c’è l’articolo del Guardian. E lunedi è uscito il rapporto speciale dell’IPCC, “Global Warming 1.5 °C”, criticato da molti scienziati. Forse non facciamo in tempo a spiegare che cosa non va, perché lo stesso giorno sono stati annunciati i vincitori del Bologna Award, consegnato dagli organizzatori del Festival per la sostenibilità alimentare che si tiene a Bologna dal 13 al 16 ottobre (martedì 16 è il World Food Day, anche per i pipistrelli).

Risultati immagini per Sunita Narain

Il premio è stato vinto dalla grande agro-ecologa Sunita Narain, la piccola signora – e forse l’avete vista nel film “Prima del diluvio”, intervistata da Leonardo Di Caprio – che dirige il Centro per la scienza e l’ambiente di New Delhi. E la menzione speciale è andata a… un’associazione di cui Michele e Giacomo vi avevano già parlato.

Chiediamo a loro di fare la presentazione.

poscritto: l’associazione è Dévelo, coordinata da Pietro De Marinis; il seminario di agro-ecologia applicata si tiene il 27-28 ottobre a Zeme (Pavia); fuori onda, si è parlato del saggio di Thomas Nagel, “Che cosa si prova a essere un pipistrello?“.

In onda al giovedì dalle 11.30 alle 12 sui 107,6 FM o in streaming o in podcast dopo.