Fiction

Rupert Murdoch e i fratelli Koch hanno comprato il Corriere della Sera? O il giornale sta applicando il Lutz Memo nella speranza che lo faccia Berlusconi appena torna al potere con il Tea Party locale?

Oggi a pagina 39, la finzione supera la realtà (link miei ai dati).

Gli anni in cui la Terra non s’è riscaldata

Danilo Taino

NEW YORK – L’annuncio che il mondo sta per morire di caldo (fonte?) è stato probabilmente esagerato. È infatti in corso un serio ridimensionamento degli allarmismi lanciati negli anni passati sui cambiamenti climatici che potrebbe portare a una revisione delle politiche globali sulle emissioni di gas a effetto serra. Non una negazione del problema: un approccio meno ideologico, fondato su dati meno catastrofici e sul fatto che in questo secolo la temperatura media globale non è aumentata. Dal 23 al 26 settembre, si  riuniranno a Stoccolma scienziati e rappresentanti dei governi per mettere a punto i dettagli del molto atteso documento sul climate change elaborato dall’Ipcc, il Panel dell’Onu che si occupa del tema. Il 27 ne verrà pubblicata una prima parte. Sarà come al solito controverso ma, dalle indiscrezioni trapelate, l’allarme sollevato dal documento dell’Ipcc precedente – del 2007, che creò polemiche perché tra l’altro sovrastimò lo scioglimento dei ghiacci dell’Himalaya – verrà significativamente attenuato.
Lo studio – elaborato da circa 800 scienziati di diversi campi e provenienze – dice che è praticamente certo, al 95%, il fatto che l’aumento delle temperature sul pianeta registrato negli ultimi 50 anni – 0,89 gradi centigradi – sia dovuto all’attività umana. Anche le recenti ondate di calore sono attribuite, con pochi dubbi, all’effetto serra, così come lo scioglimento dei ghiacci artici che il documento prevede in accelerazione (ma che almeno per quest’anno pare abbia invertito la tendenza). Maggiore scetticismo, però, gli scienziati del Panel nutrono sul legame tra gas serra e siccità e numero degli uragani. La cosa più interessante del documento – quasi duemila pagine riassunte in un estratto di una trentina – sono le previsioni sull’aumento della temperatura futura: secondo le indiscrezioni, il ridimensionamento contenuto nel documento è, rispetto al 2007, non enorme ma sufficiente a cambiare sostanzialmente le conseguenze a cui si arriva.
Sei anni fa, l’Ipcc sosteneva che l’aumento di lungo periodo (qualche secolo) di oltre due gradi della temperatura sarebbe stato «probabile» e che un aumento sopra 1,5 gradi «molto probabile». La bozza del documento che si discuterà a Stoccolma sostiene invece che è «estremamente probabile» un aumento di oltre un grado e «probabile» una crescita sopra gli 1,5 gradi centigradi rispetto alle temperature precedenti la rivoluzione industriale. Se invece che al lungo periodo si guardano i prossimi 70 anni, il documento in discussione parla di un aumento «probabile» tra uno e 2,5 gradi ed «estremamente improbabile» sopra i tre gradi: nel 2007 si dava per «molto probabile» una crescita tra uno e tre gradi. Il ridimensionamento dell’aumento atteso è evidente e solo apparentemente non enorme.
Stando alla media delle aspettative attuali, la temperatura globale dovrebbe aumentare meno di due gradi entro i prossimi anni Ottanta: ma i due gradi sono proprio la soglia limite, stabilita dall’Onu, oltre la quale si è finora sostenuto che il mondo non deve andare per evitare catastrofi. Sotto i due gradi, ci sono previsioni diverse: per alcuni negative comunque anche se non da fine del mondo, per altri (fonte?) positive, nel senso che nel complesso i vantaggi in alcune aree – per esempio in termini di maggiori rese agricole e maggiore forestazione – sarebbero maggiori degli svantaggi in altre.
Come si è visto in questi anni, sulle previsioni non ci sono certezze d’acciaio. In più, occorre dire che i cambiamenti climatici si possono sì misurare in termini globali, ma si articolano poi diversamente nelle diverse aree del mondo. E qui è ancora più difficile vedere il futuro. È però chiaro che l’approccio globale all’effetto serra sta cambiando rispetto ai tempi degli allarmi che procurarono il Premio Nobel (condiviso) ad Al Gore e all’Ipcc. È che le certezze catastrofiste vacillano. Il Met Office britannico ha sottolineato che la temperatura media globale del pianeta non aumenta dal 1997. Lo stesso Rajendra Pachauri – il famoso presidente dell’Ipcc che ritirò il Nobel insieme a Gore – ha ammesso che sulla superficie della terra la temperatura media non cresce da 17 anni e probabilmente non crescerà per altri quattro, anche se ha aggiunto che per dichiarare che si tratta di una svolta occorrono 30 o 40 anni di non aumento. È presto per dire che si è arrivati a un tetto stabile: alcuni scienziati sostengono che il vero riscaldamento avviene negli oceani; altri (fonte?), invece, dicono che si è esagerato prima, con approcci che hanno portato a sovrastimare il problema.
Sta insomma affermandosi un approccio meno ideologico, più fondato su metodologie di ricerca differenziate. Avere un quadro meno orientato dall’allarmismo a priori non può che essere positivo. Potrebbe spingere a politiche sul clima meno polarizzate e più realiste di quelle recenti, a correggere ad esempio la demagogia delle sovvenzioni a pioggia cadute sulle energie alternative in Europa. E a convincere il pianeta che, in fondo, non siamo ancora morti, qualcosa si può fare.

Si può aspettare che le “2.000 pagine” siano scritte, per esempio.

h/t climalteranti
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No pasarán
Phil Plait sulle (non) correzioni del Mail on Sunday all’articolo che ha ispirato quello del Corriere;
– il lagomorfo demolisce l’esperimento di Kahan et al che voleva smentire l’ipotesi di Chris Mooney sul “cervello repubblicano” e attribuire l’atteggiamento anti-scienza a un’ignoranza bi-partisan. Invece l’ipotesi è di nuovo confermata e dovrebbe assurgere presto al rango di teoria;
– il nuovo Climate sensitity, sea level and atm. CO2 di Hansen et al. in open access;
– Mike Mann è inserito da Bloomberg fra le “50 personalità più influenti”; il suo persecutore Ken the Cooch è sostenuto da Jeb Big Oil Bush
David Sirota sul politico che vanta i meriti di BigOil in Colorado, mentre i pozzi – e la gente – sono annegati nell’alluvione; da Climalteranti alex1 nega che quest’anno ci siano stati degli uragani e poi nega tutto;
rapporto aggiornato di Greenpeace su chi finanzia la campagna preventiva contro il V rapporto IPCC

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Fusione fredda, la débâcle e i topoi
Da 22 passi, Robi e D. Passerini parlano da soli con GoKatto, imbavagliato dal titolare finché non confessa nome, indirizzo, professione, titolo di studio ecc.
Da Camillo, al credulo Hermano Tobia viene chiesto il motivo di sue curiose affermazioni (un topos). Egli la prende dall’alto e la riprende d’ancor più alto. Poi ammette che “nei suoi ragionamenti aveva sempre immaginato” (idem)  “spera di non dire cretinate” (ibidem) a Mario Massa e Giancarlo (spera di riservarmele) per i quali “ipotizza” un Hot-Cat sempre più immaginario che funziona anche se nessuno può dimostrarlo, così  la sua fede in Rossi rimane salda.

13 commenti

  1. Dalla biografia di Taino sul sito del corriere: “Economista preferito: Milton Friedman”. Il padre (non) nobile di una delle peggiori ideologie del XX secolo e oltre.

  2. @Diego
    Sì, però l’ideologia del libero mercato che risolve tutto, al Corriere si può anche capire. Ma una tale quantità di bufale, copiate da Watts e simili, non me l’aspettavo.
    Secondo me nemmeno Friedman trovava “demagogici” 50 milioni/anno per le rinnovabili in Europa senza dire altrettanto dei 1,5 mila miliardi/anno nel mondo per le fossili.

  3. E, cosa che i vari Taini omettono (demagogicamente) di menzionare: da quanti anni (decenni?) vengono sussidiate le fonti fossili? E da quanti le rinnovabili?

  4. buondi siga Sapiens, commento la sua frase ” demagogia delle sovvenzioni a pioggia cadute sulle energie alternative in Europa.”:
    A parte delle polemiche possibili riguardanti gli aiuti alle energie pertrolifere /nucleari,
    grazie a questi “aiuti”
    ora il costo di queste energie rinnovabili (sole e vento)è competitivo e sta generando una rivoluzione energetica che si sosterrà senza incentivi (per altro in italia finiscono gli incentivi quest’anno) e genererà moltissimi posti di lavoro distribuiti sul nostro territorio per installazioni di impianti rinnovabili e soprattutto genererà una nuova mentalità di “risparmiare” le risorse non rinnovabili (sono genovese/noneso )
    pie renrico zani

  5. @ocasapiens
    Vedo che segue con attenzione i miei interventi; per la verità mi sarei aspettato però che prima lei si concentrasse su altri argomenti.
    Ad esempio non mi sembra che abbia ancora spiegato ai suoi lettori come mai lei che si erge a moralizzatrice e giudice assoluto di integrità scientifica, è stata accusata di millantare ripetutamente titoli che non ha. Come risposta, invece fornire doverose spiegazioni e/o scuse ai lettori, si è lamentata che le leggi italiane che regolano la materia non sono di suo gradimento.
    Non è che anche lei sta seguendo l’andazzo del momento, e le presentazioni linkate sono state fatte a sua insaputa ?
    Ma lasciamo stare i titoli e veniamo alle questioni di merito:
    un Hot-Cat sempre più immaginario che funziona anche se nessuno può dimostrarlo
    Vedo che lei persevera nella abitudine di cianciare di argomenti relativamente ai quali ha esplicitamente ammesso di non avere competenza alcuna.
    Se avesse letto e/o capito quello che ho scritto, avrebbe inteso che il calore in eccesso dell’HC non è misurabile, almeno nelle condizioni attuali, con calorimetria a flusso (su questo penso che tutti siano concordi, visto che nessuno ha contestato questa mia affermazione), pertanto è necessario usare un altro tipo di calorimetria (ad irraggiamento, con termocamera, ad esempio, come fatto nel TPR).
    Nonostante la succitata mancanza assoluta di competenze, lei si è divertita (o meglio ha fatto divertire e ridere i lettori) a commentare tale tipo di misura qui. Peccato che un’analisi approfondita di tale report non abbia rilevato problemi sostanziali sulla misura calorimetrica, ed abbia lasciato anche pochi dubbi su quella elettrica (in particolare relativamente alla secondo test).
    Visto inoltre che continua a definirmi credulone, esplicito per l’ennesima volta l’idea che mi sono fatto sull’ecat: in base a come si è svolta la vicenda, al fatto che nessuno di quelli collabora con Rossi (e sono in tanti) si è mai lamentato, a colloqui che ho avuto con persone che, a diverso titolo, sono state della partita, e anche in base al TPR (pur non essendo completamente risolutivo), ritengo che o l’ecat funziona o c’è un errore sistematico nelle misure sfuggito a tutti. Ritengo estremamente improbabili altre ipotesi. Ovviamente è una mia idea, e posso sbagliare.
    A proposito dei collaboratori di Rossi, ricordo che quando il licenziatario svedese (Magnus Holms) aveva espresso dei dubbi su una misura elettrica, lei ha subito ha fatto un bel post a base di fango su Rossi, ecat, ecc. Forse deve esserle sfuggito che pochi mesi dopo lo stesso Holms ha lanciato in pompa magna una sfida per trovare un cliente pilota per l’ecat: questo le era sfuggito ? come lo spiega ? Solito gomblottoh ?
    Capisco bene che lei si è giocata la carriera sul fatto che l’ecat sia una bufala, ed ogni notizia potenzialmente positiva sull’argomento va esorcizzata a suon di fango; ma se l’immagina cosa succederebbe se gli indizi che non escludono la possibilità di funzionamento dell’ecat diventassero una certezza ? Oltre alla carriera incenerita, il danno mediatico per la testata (Repubblica) che ha ospitato il suo blog in questi anni sarebbe incalcolabile. Ha mai preso in considerazione uno scenario simile ? La testata che la ospita che dice ?

  6. @Hermano Tobia
    “mi sarei aspettato però che prima lei si concentrasse su altri argomenti”: tutto il resto del post è su di lei, infatti. Anche quello precedente.
    “calorimetria a flusso”: nel suo Hot Cat immaginario
    “TPR”: non ha risolto nulla, infatti prevede un altro test
    “fango su Rossi, ecat”: sta immaginando di nuovo
    “Holms ha lanciato in pompa magna una sfida per trovare un cliente pilota”: e lo sta ancora cercando
    “Capisco bene che lei si è giocata la carriera sul fatto che l’ecat sia una bufala”: di giornalismo lei capisce molto poco, per esempio
    “ogni notizia potenzialmente positiva” che viene smentita = bufala – 4 link, altri a richiesta.

  7. “Lo segnalavo nelle news sparse di oggi (Puma)”
    grande Sylvie, non avevo letto, mi ero basato sui tag! mi sembrava strano le fosse sfuggito!!!

  8. Ma la bufala dei 20x20anni = 400.000 milioni di contributi alle energie Ecoillogiche ?
    e i 17 MLD x sperimentare 60secondi di fusione nucleare ITER ?
    La vedo concentrata in negativo su chi non chiede nulla , e nemmeno sponsorizza convegni sulla comunicazione scientifico-giornalistica.
    il problema è proprio questo ? o necessita di compiacere qualcosa che le è indispensabile?
    Lei deve semplicemene divulgare al pubblico il perchè un determinato ‘Coso’ impattoZERO del def.Prof. Focardi, da lei mai visto come noi tutti, non è attaccato ai termosifoni di una qualsiasi universita’ , anche in congo, al solo rischio di buttare il costo di un semaforo., ma con anche la vaga possibilita che possa sostituire tecnologie correnti enormemente impattanti costose e inquinanti,
    ogni altra dissertazione tecnica , tra non addetti,è inutile
    Indirizzo www ove procurarselo è pubblico, provi con Google
    Intervisti il Senatore Fisico con 32 Lauree , e ce lo faccia sapere . (punto)

  9. @e.sodato
    Lei deve semplicemente divulgare al pubblico
    Spiacente, sul mio blog scrivo quello che serve ad alcune Ong e a me. Per esempio che
    – nel 1996 è stato dimostrato al CERN che il reattore dei proff. Focardi & Piantelli non produceva alcun eccesso di calore;
    – l’Italia versa a ITER 60 milioni/anno – al 90% in natura – e ne riceve in media 90 milioni/anno in euro;
    – per i combustibili fossili paghiamo $1,9 mila miliardi/anno in sovvenzioni.

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