Speciale di Science sulle infezioni da HIV in Australia, Indonesia, Malesia, su quelle che non ci sono state in Papua Nuova Guinea e con un editoriale che diffida delle campagne trionfaliste sotto lo slogan “la fine dell’AIDS” perché in 13 anni l’incidenza è diminuita del 33% e 9 milioni di sieropositivi hanno accesso alle terapie. Più due papers di ricerca che devo ancora leggere, insieme a questo anticipato da Science Express.
– Michael Balter trova che sia presto per dichiarare che l’Homo heidelbergensis non è mai esistito, solo perché in Europa i Neanderthal avrebbero un altro antenato.
– Dal 1952 nel Karnakata, in India, c’è una zoonosi trasmessa dalle zecche detta febbre delle scimmie (Kyasanur forest disease), che pareva contenuta in una parte dello stato. Due anni fa, si è diffusa altrove e il governo centrale ha deciso di finanziare una cooperazione tra 160 lab internazionali per sequenziare il virus e cercare una cura.
– Anche l’India vuol costruire 15.000 km di canali per portare l’acqua dai fiumi alle zone aride, ad imitazione dell’Unione sovietica e del governo cinese (che mentre lo sta facendo, spiana colline per costruire nuove città su circa 80 km quadrati, senza studi di impatto per cui sono iniziati i primi disastri idro-geologici …). La cittadinanza si fida poco.
Il che mi ricorda che nel piano presentato la settimana scorsa dal nuovo ministro per l’economia Arun Jaitley, sono previsti 33 milioni di dollari per costruire una statua di Patel nel Gujarat, come promesso dal primo ministro Modi quand’era governatore dello stato, e meno di 30 milioni per lottare contro lo stupro e l’assassinio delle donne in tutto il paese…
– anche Andrew Hill e Graham Cooke, univ. Liverpool e Imperial College, chiedono che i nuovi farmaci contro l’epatite C abbiano prezzi accessibili ai poveri, che sono la stragrande maggioranza dei 185 milioni di infetti. Se si dessero una mossa anche i governanti, forse ce la faremmo.
Molti papers in scienza (fisica e chimica) dei nanomateriali, li tengo per dopo.
***
Ogm cont.
Sull’Espresso di questa settimana, Manuela Giovanetti parla degli Ogm, delle resistenze che generano e dell’inesistenza di varietà che potrebbero risolvere “il problema della fame nel mondo, del problema di zone tampone in Italia dove gli agricoltori hanno terreni piccoli. Una distesa ininterrotta di cotone dal mare alle montagne come si vede in Texas, o un’intero stato a soia come l’Iowa è inimmaginabile, come si fa a evitare un’impollinazione incrociata?
Anche lei ritiene indispensabile valutarli uno per uno. E’ l’unica ad averlo fatto, con uno studio ormai classico univ. Pisa-CNR su sei tipi (a memoria) di mais transgenico e i loro diversi effetti sui microbi del suolo e quindi sui nutrienti disponibili per la pianta.
Sotto il post “Ogm, Cia e Tav”, fra gli insetti diventati resistenti citavo il “boll weevil” (charançon, ital?) del cotone. Il Bollgard della Monsanto aveva causato la prima resistenza alle tossine del Bacillum thuringiensis dieci anni fa, e mi aveva colpito perché all’inizio del secolo scorso il boll weevil era diventato resistente agli insetticidi di allora. Per il sud-est degli Stati Uniti, era stato un dramma – fa da sfondo ai romanzi di Faulkner e altri.
Qualche anno fa in Cina, hanno deciso di non piantare più il Bollgard, perché uccide anche insetti che mangiano gli afidi e questi hanno divorato le coltivazioni prima che fiorissero.
Manuela scrive che ci sono già cinque specie di insetti nocivi resistenti alle tossine B.t. espresse dagli Ogm. So che si cercava di aggiungere nuove tossine al cotone, oltre alla Cry1 e Cry 2, ma ne danneggiavano la crescita.
Cosa ne pensa?
https://www.youtube.com/watch?v=Lu5IlRUIEEA
Pietro F.
somiglia molto alla propaganda di una nota multinazionale, suggerisco di leggere questa recensione.