Non è Babele

Dopo gli annunci dei premi Nobel, sul Sole-24 Ore cercavo di dire che quelli per medicina, fisica e chimica ricompensavano gli incroci tra molte discipline, con ricadute sulle arti visive incluse nel caso dei LED, e smentivano sia il vecchio cliché delle due culture che l’idea giusta solo per metà di un’incomprensione tra sotto-discipline sempre più anguste.

Be’, lo dice molto meglio la copertina di Science, e un paper che propone una nuova tecnica per l’imaging in 3-D. Sembra una foresta da fiaba o da fantascienza (Ballard), invece sono neuroni del pesciolino Danio, messi a fuoco con l’ottica adattativa usata in astronomia.

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Nell’editoriale, il presidente di un’università privata cinese difende le università private cinesi che patiscono le intromissioni dei politici, e un articolo denuncia le malversazioni del programma “Mille talenti” che doveva attirare e finanziare grandi ricercatori stranieri, ma alcuni dicono che i soldi finiscono in bustarelle…

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In India invece, il governo finanzia generosamente ricerche che dimostrino l’efficacia della medicina ayurvedica, scrive Priyanka Pulla,

 the nascent field of “ayurgenomics” has roped in dozens of researchers from leading institutions and it has published papers on the genetic bases of Ayurvedic traits, some of them in leading journals. But the effort has also stirred a rising chorus of criticism. Skeptics point to failed attempts to derive drugs from the herbal concoctions used in Ayurveda and other schools of traditional medicine. And some say the Ayurvedic premise of body types is unscientific, which undermines any studies that rely on them.

In questo caso, il governo cinese ha optato anche per il riduzionismo: finanzia ricerche per identificare i componenti delle “concoctions” tradizionali e l’eventuale efficacia di ciascuno, così sul finire degli anni ’70 un lab militare ha scoperto l’artemisinina contro  la malaria.

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Ann Gibbons riassume la discussione, durante il primo simposio all’Istituto Salk, sull’auto-addomesticamento degli esseri umani, maschi in particolare, che sarebbe alla base dell’evoluzione del linguaggio, della convivenza con estranei nelle città ecc. Per i non abbonati, sul sito CARTA del Salk ci sono le presentazioni e gli abstract, non tutti dedicati all’Homo sapiens.

Andrew Lawler commenta una ricerca in “geo-genetica” uscita su Current Biology: i polinesiani approdati sull’Isola di Pasqua non sarebbero rimasti isolati, scrivono Anna-Sapfo Malaspinas et al., ma tra il 1280 e il 1495 avrebbero fatto incursioni sulle coste del Sudamerica, riportandone donne e patate… Con gli europei invece, hanno avuto rapporti soltanto dalla fine dell’Ottocento.

E sempre su Current Biology, due crani degli indio Botocudo sarebbero invece crani di Polinesiani che si erano insediati nel Minas Gerais, in Brasile, scrivono sempre Anna Sapfo Malaspinas et al., scoprendo anche loro il Nuovo Mondo prima di Cristoforo Colombo.

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L’Economist appoggia Pardis Sabeti et al. che chiedono la condivisione dei Big Data locali fra i volontari per Ebola, ma spiega anche perché sono fallite le trattative intavolate a fine settembre dall’International Telecommunications Union per metterla in piedi.

Still, researchers are optimistic that small, pilot projects may create enough momentum to encourage governments to release data more widely. One, in Liberia, is orchestrated by America’s Centres for Disease Control and Prevention. Its researchers have advised the health ministry, and local phone companies, on how to analyse aggregated data about calls to the country’s Ebola helpline. That should provide information about how the disease is spreading. But the data are not being released to those with the best qualifications to unlock their insights; they are simply being analysed by researchers locally. Meanwhile time, and the virus, march on.

C’era anche un bell’articolo sul lavoro di Pardis et al. sul New Yorker.

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fonte: Dana Nuccitelli/Skeptical Science

No corporate donation

Il Consiglio europeo concorda misure modeste per limitare il risc. glob. Dall’altro lato del globo, Patrick Moore racconta frottole sul clima e chiama “talebani” gli studenti australiani (h/t Riccardo) che le contestano. Come Lord Monckton, terzo visconte di Brenchley dalla rosa saracinesca, che a Copenaghen li chiamava “gioventù hitleriana”, il fuoriuscito da Greenpeace 30 anni fa mente a pagamento. Questa volta, sembra che BigOil & Coal australiani abbiano rinunciato a finanziarlo. Scrive Graham Readfearn:

Moore’s trip to Australia has been financed through the climate science denial organisation the Galileo Movement. … (which) launched its campaign on the crowd funding site Indiegogo on 5 August with a goal of raising $50,000 (archived here).  Perks were offered to any donors feeling especially generous, including signed copies of Patrick Moore’s book, t-shirts and a one-hour visit from the man himself for a $1000 corporate donation.
By the time the campaign closed on October 4, only one single donation had been made through the site, raising the grand total of $25.

Forse dovrebbe comprarsi un titolo nobiliare. (h/t Climalteranti)

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Industrial Heat M$ 12,2 donation

Sì, certo, grazie Per Rutquist e Raman e Stephan Pomp e Peter Gluck, l’Ur-Believer snobbato Giuseppe Levi e comparse, ma non dovevate scomodarvi. Ieri è arrivata la risposta di una comparsa:

We had no access to the reading of the temperature probe, unfortunately. It would indeed have been nice / Bo
It is extremely unlikely that Rossi could have manipulated the fuel or ash. If he had done so by some magic action, we will suspect that if the E-Cat never makes it to the market. /Bo (Hoïstad)
C’è poco da sospettare.

Andrea Rossi aveva già dato il TPR2 per morto insieme al Gatto, perché prova a mettere sul mercato il bollitore stagnolato modello 2012, alimentato dalla corrente elettrica e da un generatore diesel, e certificato da un “report” dell’amico “ing. Domenico Fioravanti” che spacciava per “colonnello della NATO“. Mica da 7 professori di 7 università internazionali…

E sbagliava i conti anche “il povero McKubre” (h/t Cimpy).

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A proposito del post di Stephan P., su Fusione fredda Ascoli65 scrive:
“In January 2011” non era stato ancora coinvolto nessun “people from Uppsala University”
Sven Kullander, Hanno Essén dixit.

111 commenti

  1. Non cambia nulla, ma giusto per pignoleria gli “studenti talebani” sono quelli di Amherst, Massachusetts.
    Bella la domanda retorica di Moore why people would “not want to be on an ice-free planet.”, chiarisce bene quanto poco gli interessi il pianeta e tutti quelli che ci vivono sopra.

  2. Sono basito dalla risposta di Bo – a parte che di tutte le domande, ha risposto a due quasi avesse scelto a caso (o forse non è andato oltre la prima pagina di quattro che ce ne sono, chissà), ma poi le risposte che ha dato sono agghiaccianti: in che senso non avevano accesso ai dati della sonda? Faceva meglio a dire che una sonda non c’era proprio – non dovevano essere indipendenti e liberi di misurare come volevano con gli strumenti che volevano? Che senso ha che si portassero i loro attrezzi se poi non potevano far altro che riportare i dati che qualcun altro leggeva per loro?? O non voleva dire quello?
    E pensi che c’è chi si lamenta del mio inglese da Mats… Non è che Bo si esprima davvero molto meglio di me… come sarebbe a dire che Rossi è sul mercato? Dove si compra l’E Cat? Mi pare che la fila sia lunga ma gli acquirenti scarseggino – che ancora stavano a testare per vedere se un effetto c’è…OMG. in che mani Uppsala…fa bene Pomp a difendere il fortino. Speriamo che anche qualcun altro di Uppsala scenda in campo a dargli man forte. E meno male che Andrea.s è della stessa pasta di Uomo di cui è fatto il dr. Pomp.

    1. Cimpy,
      Già, ha fatto tutto Levi, come l’anno scorso. Hoistad sospetterà una frode se l’E-cat non arriverà sul mercato, tutto al futuro, non sembra sapere che Rossi l’ha già escluso.
      Altri 2 prof di Uppsala sono intervenuti con Stephan P. su Ny Teknik, ma non so se hanno un blog.

  3. @ Sylvie,
    sono lusingato nel vedere che qualche mio intervento su fusionefredda viene di tanto in tanto segnalato sulla tua rubrica. In questo caso però non ho capito cosa intendi dire con il “dixit”.
    Me lo spiegheresti, per favore?

    1. Ascoli65,
      Essén (come molti altri) ha detto che lui e Kullander sono stati subito interessati, senza precisare la data.
      Non ne sono certa, ma sembra probabile. Essén parla bene dell’e-cat su Ny Teknik il 21 gennaio, e Kullander scrive di aver letto l’articolo e di essere interessato a partecipare alla “discussione” (mandando domande e suggerimenti a Rossi) il 9 febbraio.

  4. @ Sylvie,
    Non ne sono certa, ma sembra probabile. Essén parla bene dell’e-cat su Ny Teknik il 21 gennaio.
    Hai ragione. L’articolo con le dichiarazioni favorevoli di Essen (1) è stato pubblicato su NyTeknik alle 12:48 del 21 gennaio, cioè a solo 24 ore dalla pubblicazione del primo articolo di Lewan sull’argomento (2), avvenuta alle 11:26 del 20 gennaio 2011. Stupisce la rapidità con cui l’allora presidente della tripla-S (la Società Svedese degli Scettici) ha avvallato i risultati proclamati dai colleghi italiani: se il capo degli scettici ha abboccato al volo, figuriamoci gli altri.
    Ancora più incredibili sono i tempi dell’abbocco secondo la ricostruzione che ne fa Lewan nel primo capitolo del suo libro (3). Il giornalista sostiene che la sua redazione è stata avvisata della demo del 14 gennaio da un lettore il giorno precedente alla pubblicazione del suo primo articolo, quindi il 19 gennaio. Lewan ha quindi scritto in meno di 24 ore un resoconto decisamente ottimista sulla fondatezza dei risultati calorimetrici della demo svoltasi appena 5 giorni prima, basandolo solo sulle anticipazioni fornite da Celani e non sul rapporto di Levi, che non era ancora uscito. Comunque questo primo articolo si rivela inaspettatamente un enorme successo editoriale raccogliendo decine di migliaia di contatti web e centinaia di commenti. Stupito lui stesso di questa risposta, Lewan chiama Essen, sembrerebbe in qualità presidente della tripla-S, per chiedergli di revisionare il lavoro di Rossi e la relativa documentazione, compreso il famoso Rossi-Focardi paper. E, come già detto, il parere positivo di Essen esce su NyTeknik a 24 ore di distanza dal primo articolo in svedese sull’argomento. Una rapidità un po’ troppo sospetta, anche per un popolo organizzato come quello svedese. Dalla narrazione di Lewan pare inoltre che la conversazione telefonica con Essen abbia riguardato non solo l’aspetto scientifico, ma anche questioni più di contorno come i “powerful interests based on the current world order”.
    Ad ogni modo, ciò che volevo sottolineare nel commento su fusionefredda che hai menzionato è che Pomp fa giustamente risalire il suo interesse per la vicenda al Gennaio 2011, cioè alla demo in cui erano presenti SOLO e TANTI fisici bolognesi. Il coinvolgimento diretto dei due fisici svedesi avviene solo a fine marzo 2011, quando firmano il loro rapporto sul test a cui hanno assistito. Fino ad allora si erano limitati a dichiarare la loro fiducia a quanto sostenuto dai loro colleghi italiani (4): ”Essén: [omissis] So the physicist Levi believes in this, and the physicist Focardi believes in this, and I believe (their credibility) is above all doubts.”
    (1) http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3075183.ece
    (2) http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3073394.ece
    (3) http://animpossibleinvention.com/chapter_1/
    (4) http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3111124.ece

    1. Ascoli65,
      dalle mail risulta che Essén e Kullander collaborano attivamente con Rossi da febbraio, senza contatto con i bolognesi fino al test Elforsk, quando in tre (né Kullander né Essén) fanno una capatina iniziale a Ferrara, dopodiché Levi si lamenta di dover fare tutto da solo!
      p.s. Non hanno solo “confermato la fiducia”, hanno aiutato Rossi materialmente e con consigli ben più di quelli che erano presenti alla demo di gennaio, mi sembra (non che questo giustifichi silenzi e assenzi dei bolognesi, ovviamente).

  5. @ Sylvie,
    dalle mail risulta che Essén e Kullander collaborano attivamente con Rossi da febbraio, senza contatto con i bolognesi fino al test Elforsk
    Io quelle mail non le conosco. So solo quanto è stato reso di pubblico dominio sulla rete, tra cui i famoso report sul test del 29 marzo 2011, con le foto che li ritraggono insieme a Levi e Focardi. So pure che in un articolo apparso pochi giorni dopo su NyTeknik, Lewan (1) scrive: ”Kullander and Essén are not involved in this project. During their visit to Bologna they met with the Rector of the Bologna University, Professor Ivano Dionigi, and had a discussion with him, Rossi, Focardi, Levi and Bianchini on the project. According to Kullander and Levi, future collaborative research is possible.” Quindi pare che i loro contatti siano andati ben oltre Rossi.
    Comunque non mi preoccupo di conoscere gli affari dei professori svedesi, vedo che ad informare adeguatamente i loro connazionali ci pensano già i loro colleghi di università e alcuni giornalisti volonterosi. Io vorrei invece sapere quali sono state le prese di posizioni dei NOSTRI professori a cominciare da quanto è scritto nel verbale del Consiglio del Dipartimento di Fisica del 21 aprile 2011 (2). Pare invece che in Italia sia più facile conoscere il contenuto delle mail private svedesi, piuttosto che gli atti ufficiali di istituzioni pubbliche nostrane.
    (1) http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3144827.ece
    (2) http://22passi.blogspot.it/2011/06/accadde-il-21-aprile.html

    1. Ascoli65,
      Pare invece che in Italia sia più facile conoscere il contenuto delle mail private svedesi
      Penso di no, le mail private svedesi sono protette dalla legge sulla privacy come qui, e la magistratura è più solerte nel farla rispettare.
      piuttosto che gli atti ufficiali di istituzioni pubbliche nostrane.
      Per forza,
      In Italia non esiste ancora un Freedom of Information Act: l’accesso agli atti amministrativi è disciplinato da una delle norme più restrittive d’Europa, la Legge n. 241/1990, che prevede che l’accesso possa essere richiesto solo da chi “vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti“.
      Si vede che agli italiani va bene così.
      Lewan (1) scrive: ”Kullander and Essén are not involved in this project. During their visit to Bologna they met with the Rector of the Bologna University, Professor Ivano Dionigi, and had a discussion with him, Rossi, Focardi, Levi and Bianchini on the project. …”
      Così dice Lewan, in realtà li coinvolge lui quindi sa che stanno collaborando da febbraio con Rossi, il quale paga il viaggio di Essén a Bologna. Il saluto al rettore mi sembra rientrare nella “collaborazione” fatta balenare da Rossi insieme al famoso contratto da 500k euro, approvato dal Dip e disdetto da UniBo. Di UniBo resta coinvolto solo Levi, mentre il gruppo dei svedesi s’allarga.

  6. @ Sylvie,
    … prevede che l’accesso possa essere richiesto solo da chi “vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti“.”
    Beh se le cose stanno così, allora …
    Dimmi però che ne sei venuta a conoscenza solo recentemente, perchè io ero rimasto a questo tuo invito del giugno 2013 (1): “@Ascoli65 [omissis] è un atto pubblico, è pubblico anche l’email della segreteria, può chiederlo chiunque.” Seguito a ruota da questa assicurazione (2): “@Ascoli65, Si può divulgare tranquillamente, gli atti pubblici sono fatti apposta.”
    Tra l’altro i verbali di riunione dal 2012 sono effettivamente pubblici, tanto da poter essere reperiti direttamente sul sito del DFA (3). Perchè allora non viene reso pubblico anche il verbale del 21 aprile 2011?
    Di UniBo resta coinvolto solo Levi,
    Di UniBo resta molto, ma molto di più, ma fa comodo che Levi faccia la parte dell’agnello sacrificale. Tutto il credito di fiducia di cui gode tuttora Rossi agli occhi dei suoi ingenui sostenitori origina, direttamente o indirettamente, dal DF di UniBo. A cominciare dall’appoggio incondizionato del prof. Focardi, il quale, a differenza dei 4 pensionati svedesi superstiti, è rimasto in qualità di professore emerito nei ranghi del DF fino alla fine e si conoscono bene quali siano le prerogative ed i doveri che comporta questa nomina. Ancora oggi Rossi continua ad appoggiarsi alla sua immagine, non lasciandosi sfuggire nessuna occasione per citarlo sul suo JoNP.
    Nel TPR2, l’UniBo non è rappresentata solo da Levi. Il Prof. Bonetti è autore dell’appendice 2, e vi riporta la sua affiliazione completa: Department of Physics and Astronomy, University of Bologna. Quando il capo dell’Elforsk na ha annunciato pubblicamente gli “astounding results” (4) ha specificato che provengono “by researchers from Uppsala University, KTH and the University of Bologna”. Ha fatto i nomi delle istituzioni, non dei dipendenti. Quando qualcuno gli rinfaccerà il granchio clamoroso che il suo istituto di ricerca ha preso in questa vicenda, lui potrà sempre pararsi dietro al prestigio delle università citate. Quelli del DF di Bologna dove si ripareranno, dietro le braghe di Rossi?
    C’è una bella differenza tra gli accademici svedesi e quegli italiani coinvolti nel TPR. Questi ultimi sono tuttora in servizio e svolgono attività di docenza. Ma nè loro, nè nessuno dei loro colleghi, ha adempiuto a ciò che il Prof. Pomp di Uppsala ha chiamato 3° compito di un accademico, cioè quello di diffondere e difendere la scienza nella società anche prendendo parte alle discussioni pubbliche. I molti fisici bolognesi, una buona dozzina, che negli anni hanno associato in qualche modo la loro immagine a quella dell’ecat, si sono limitati a certificarne l’eccesso di calore, oppure ad avvallare i risultati proclamati dai loro colleghi. Nessuno di loro si è degnato di prestarsi ad un vero confronto, ad una discussione pubblica per difendere questi risultati dalle critiche che si sollevavano in Italia e all’estero. Men che meno c’è stato al DF qualcuno che, come Pomp, ha sentito il dovere di dissociarsi pubblicamente dalla posizione dei suoi colleghi fusionisti e di aprirsi ad un confronto aperto sul web.
    (1) http://fusionefredda.wordpress.com/2013/05/29/levi/#comment-22684
    (2) http://fusionefredda.wordpress.com/2013/05/29/levi/#comment-22719
    (3) http://www.fisica-astronomia.unibo.it/it/dipartimento/organizzazione/verbali-2012/
    (4) http://www.elforsk.se/LENR-Matrapport-publicerad/

    1. Ascoli65,
      certo che i verbali sono pubblici, per questo suggerivo di chiederlo.
      Focardi, il quale, a differenza dei 4 pensionati svedesi superstiti, è rimasto in qualità di professore emerito nei ranghi del DF
      Anche Essén, Tegnér e Petersson sono emeriti. Dal 2000 Focardi non aveva più né scrivania né telefono né incarico, come poteva essere nei ranghi del DF? Il titolo di emerito non prevede alcun obbligo né qui né all’estero dov’è spesso sinonimo di “fuori di testa”… (Ha visto il nuovo regolamento di UniBo?)
      Le risulta che il prof. Bonetti abbia partecipato al test o che la sua analisi sia stata pagata da UniBo? O che uno degli svedesi si sia prestato a “un vero confronto”?

  7. Posso essere contento che Pomp abbia preso l’iniziativa di dire la sua, ma non chiamiamola terza missione che è tutt’altro dal dissociarsi pubblicamente da un collega o da una linea di ricerca.
    Non credo che sia il caso di (continuare a) cercare di coinvolgere il Dipartimento di Bologna in questa vicenda e tanto meno i colleghi. Il trucco di nominare l’intero Ente al posto del singolo lo fa chi è alla disperata ricerca di una credibilità che non ha, per tutti gli altri è meglio non cadere in questa trappola.

  8. @ Sylvie,
    certo che i verbali sono pubblici, per questo suggerivo di chiederlo.
    Forse ho capito male io, ma mi pareva che nel tuo messaggio precedente delle 13:06 avessi inteso dire che quei verbali, perchè io mi riferivo proprio a quelli, potevano essere richiesti ” solo da chi “vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti“.”
    Dal 2000 Focardi non aveva più né scrivania né telefono né incarico, come poteva essere nei ranghi del DF?
    Questo lo dovresti chiedere ad UniBo. Se nel 2011 qualcuno avesse aperto la pagina del personale del DF, vi avrebbe trovato una sottopagina dedicata ai professori emeriti (1). In questa pagina insieme ad altri 3 emeriti colleghi compariva al terzo posto questa linea:
    Sergio FOCARDI Viale Berti Pichat 6/2, 051/2095 xxx
    Lo stesso indirizzo (quello del DF) e lo stesso numero telefonico (prima dell’estensione xxx) era assegnato ad altri 2 dei 3 colleghi. L’unico che aveva un indirizzo e un telefono diversi era Zichichi (via Irnerio, 46, 051/2091 xxx).
    Potrebbe darsi che scrivania e telefono gli siano stati assegnati solo dopo la nomina ad emerito avvenuta nel 2004, tuttavia nell’anno accademico 2001/02 pare avesse ancora un incarico di “Fisica Sperimentale” al DF (2). Quindi ammesso che Focardi sia rimasto senza scrivania e senza telefono del Dipartimento, lo è stato per ben poco tempo.
    Il titolo di emerito non prevede alcun obbligo né qui né all’estero dov’è spesso sinonimo di “fuori di testa”…
    Io ritengo che al Prof. Focardi vadano attribuite le responsabilità scientifiche maggiori per quanto è capitato all’UniBo in merito alla FF, ma non ero mai arrivato ad immaginare “sinonimi” del genere. Spero non voglia essere la linea di difesa del DF.
    Per quanto riguarda gli obblighi, il RD del 1933, che ancora disciplina la materia, pone il requisito di “non avere causato discredito all’Ateneo in occasioni o dichiarazioni pubbliche”. Credo al momento della nomina questo requisito torni ad essere un obbligo, come si conviene a qualsiasi membro del “personale” universitario.
    Le risulta che il prof. Bonetti abbia partecipato al test o che la sua analisi sia stata pagata da UniBo?
    A me risulta solo che il suo nome, con l’affiliazione al DFA-UniBo, compare come autore dell’appendice 2 del TPR2. Se per caso ci fosse finito a sua insaputa, ce lo faccia sapere.
    O che uno degli svedesi si sia prestato a “un vero confronto”?
    A Uppsala c’è Pomp a difendere pubblicamente la scienza (e non è stato il solo a farlo). A Bologna nessuno.
    (1) http://www.df.unibo.it/personale/prof_emeriti.htm (indirizzo non più attivo, ne resta traccia qui: http://waatpp.it/people/sergio-zichichi/ )
    (2) http://www2.unibo.it/annuari/annu0103/INDICE/PARTE2/P2S2B-14.HTM

    1. Ascoli65,
      ho frainteso io, pensavo agli atti ufficiali la cui pubblicazione non è obbligatoria com’è invece per i verbali.
      Sì, Focardi risultava avere un corso nel 2001-2, ma stava male già l’anno prima, mi sembra. Il nome degli emeriti rimane sul sito della loro università anche se non si fanno più vedere, il titolo non prevede alcun obbligo. D’altronde come si fa a sapere se un(a) 70enne resterà compos mentis per il resto della sua vita?
      Bonetti ha firmato l’analisi di un campione d’allumina, non si può attribuirgli il TPR.
      Intendevo dire che i firmatari del TPR non hanno accettato alcun confronto con i colleghi di Uppsala.

  9. @ Sylvie,
    Sì, Focardi risultava avere un corso nel 2001-2, ma stava male già l’anno prima, mi sembra. Il nome degli emeriti rimane sul sito della loro università anche se non si fanno più vedere, il titolo non prevede alcun obbligo.
    Cosa fai, tiri ad indovinare? Io la sua cartella clinica non la conosco e non mi interessa neppure, ma credo che solo una piccola parte dei malanni compromettono le facoltà mentali delle persone. Nel caso in questione non hanno impedito a Focardi di essere il responsabile dal 2003 del progetto INFN denominato GGG (1). Un esperimento di durata quinquennale (fino al 2007), con un budget complessivo di 160mila Euro e che prevedeva il coordinamento di altri 5 colleghi, con missioni al Brasimone e in Toscana. Secondo te faceva tutto da casa in pantofole seduto su una poltrona?
    D’altronde come si fa a sapere se un(a) 70enne resterà compos mentis per il resto della sua vita?
    Vedo che continui a mettere in dubbio le facoltà mentali dell’illustre professore. Non mi pare carino e neppure giustificato.
    Nel corso del 2011, Focardi si è molto concesso a radio e televisioni (tra cui diverse reti RAI) per interviste in cui difendeva con convinzione la fondatezza della sua scoperta e, soprattutto, l’assoluta certezza dell’enorme guadagno nella produzione di calore. Le abbiamo viste tutti. A parte una certa stanchezza conseguente all’età e agli acciacchi non mi ha affatto dato l’impressione di una persona menomata nelle facoltà mentali, tutt’altro. Le chiarezza delle sue esposizioni poteva fare invidia a suoi colleghi molto più giovani. C’era la stessa lucidità con cui nel 1994 narrava i successi della sua tecnologia Ni-H ai cesenati (2). Nel maggio 2011 concludeva l’intervista alla RAI (3) rispondendo a Torrealta, che lo aveva invitato ad assumersi la responsabilità di capire rapidamente COME funzionava il suo reattore (perchè sul fatto CHE funzionava non c’erano proprio dubbi), con un sagace e sorridente: ”Va bene. Accetto le responsabilità, perchè per me è un divertimento.” Altro che povero mentecatto, come lo si vuol dipingere ora!
    Bonetti ha firmato l’analisi di un campione d’allumina, non si può attribuirgli il TPR.
    Ma io non gli ho attribuito il TPR2, ho solo fatto notare che è l’autore di un appendice che fa parte integrante del TPR stesso. Posso anche aggiungere che il suo è il nome che compare più volte nel documento, perchè oltre ad essere ricordato per la sua analisi nel corpo principale, viene anche ringraziato in fondo “for critical reading of the manuscript.” E i firmatari del TPR aggiungono “All authors of the appendices are gratefully acknowledged for their valuable contribution to this work.”
    Il prof. Bonetti sa bene a cosa servivano le analisi che gli avevano richiesto. Compariva, insieme ad un suo collega, che nel frattempo ha dato forfait, anche nei ringraziamenti del TPR1. Faceva parte della squadra dei magnifici 5 che, in base ad un contratto firmato dal direttore del DF, dovevano studiare per due anni quel coso, intendo quello nella bambagia, per capire come diavolo faceva a produrre tutta quella quantità di calore in eccesso. Perchè, come ben sai, NESSUNO dei TANTI fisici del DF che hanno nel 2011 hanno scritto e dichiarato a profusione sulla faccenda ha mai messo in dubbio la produzione di calore.
    A me non interessano le responsabilità dei firmatari svedesi del TPR2, se ne preoccupano già i loro colleghi di ateneo e i giornalisti di quel Paese. Io mi interrogo sui tanti accademici bolognesi di cui è disseminata questa vicenda assurda, da Focardi in poi, e chiedo ai loro colleghi: “NON GLI DITE NIENTE?”
    (1) http://www.ac.infn.it/preventivi/pdf/2003/bo/gruppo_2.pdf
    (2) https://www.youtube.com/user/energeticambiente?feature=watch
    (3) http://www.youtube.com/watch?v=GwD2AY1F9jQ

    1. Ascoli65,
      non tiro a indovinare, nel 2000-2002 ero spesso al dip. e mi hanno detto che non stava bene. Infatti si spostava poco, sempre accompagnato. Francamente, 160 K euro in 6 per 5 anni sembra un’elemosina. Da solo Fanti prende >40k/anno per bruciacchiare un pezzo di lino e dimostrare che Cristo è esploso nella Sindone.
      Vedo che continui a mettere in dubbio le facoltà mentali dell’illustre professore.
      Vedo che non legge quello che scrivo. Riprovo con il grassetto: il titolo (di emerito) non prevede alcun obbligo. D’altronde come si fa a sapere se un(a) 70enne resterà compos mentis per il resto della sua vita? Rimetto anche il link alle statistiche italiane sulla demenza senile.
      un appendice che fa parte integrante del TPR stesso.
      Se fosse così, lo firmavano in 10 e se ne son ben guardati, Bonetti compreso.
      Ringrazio anch’io Bonetti, Jean Petterson, Bianchini et al. per il contributo: ci hanno dimostrato che gli altri 6 conntinuano a prendere lucciole per lanterne.

  10. Alcune altre osservazioni.
    Un Dipartimento o una Università, per non dire della vox populi, non sono titolati a “censurare” il lavoro scientifico di alcuno (a meno di violazioni del codice etico) ed è importante che continui ad essere così. Certo, ci sono dei casi più evidenti in cui fa rabbia, ma tutti conosciamo degli esempi storici in cui non era così e non è stato bello. E il tirare in ballo un intero Dipartimento di Fisica perchè non ha censurato dei suoi ricercatori è ai miei occhi un’operazione, lasciatemelo dire, squisitamente populista e reazionaria.
    Gli scienziati sbagliano ma la scienza ha gli strumenti per correggersi. Forse non è l’ideale, forse è troppo lenta, forse è costoso ed è certamente perfezionabile; ma al momento nessuno conosce un modo migliore di procedere. E non bisogna dimenticare che, usando le parole di un filosofo della scienza, sbagliare è scienza. Chiedetelo ad Einstein che di cantonate ne ha prese diverse.
    Infine, l’università di Bologna, così come tutte le Università, “si impegna alla creazione di un ambiente che favorisce l’ideale di libertà e autonomia individuale” e “alla più ampia ricerca ed esplorazione intellettuale”. Se questo non piace, cambiatelo, anche nella nostra Costituzione che ne è garante. Spero solo di non esserci se davvero dovesse finire così.

  11. Costituzione della Repubblica Italiana Articolo 33
    L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento (1) (2)………………………..
    Note
    (1) Il principio di base che informa tutta la disciplina costituzionale della scuola, è quello della libertà d’insegnamento, da intendersi come qualunque manifestazione del pensiero, anche isolata, che, riguardando l’arte e la scienza, abbia in sé la forza di indirizzare altri nello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica.
    La libertà d’insegnamento si collega alla libertà di manifestare il proprio pensiero con qualunque mezzo di diffusione, alla libertà di professare qualunque tesi o teoria si ritenga degna di accettazione, alla libertà di svolgere il proprio insegnamento secondo il metodo che appaia più opportuno adottare.
    È riconosciuto al docente la libertà di esercitare le sue funzioni didattiche, senza vincoli di ordine politico, religioso o ideologico. Tale diritto trova solo un limite «interno» nel fatto che l’attività didattica deve esercitarsi in ogni caso nel rispetto della libertà di opinione del discente.
    Il principio della libertà d’insegnamento incontra un limite in relazione all’insegnamento della religione cattolica, riconosciuto anche dopo l’entrata in vigore del nuovo concordato fra Italia e Santa Sede (v. 7). Infatti gli insegnanti di religione (cattolica) devono essere ritenuti idonei dall’autorità ecclesiastica, e i criteri per la scelta di programmi, modalità organizzative e libri di testo, devono essere stabiliti sulla base di ulteriori intese con la Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
    (2) Il diritto costituzionale trova una corrispondenza pressocché identica nell’art. 13 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
    A differenza della nostra Costituzione, la Carta europea utilizza il termine «arti» — in luogo del singolare — a riconoscimento delle differenti tipologie di espressione creativa che si sono evolute nel corso degli anni e che trovano tutte pari tutela. Altra differenza terminologica si riscontra tra i termini scienza (nel dettato costituzionale italiano) e ricerca scientifica (nella disposizione della Carta europea): in realtà non si tratta di differenziazioni che incidono sulla sostanza delle libertà tutelate, anche se la Carta europea probabilmente usa una terminologia più appropriata se si considera che la scienza e l’arte di per sé non possono che essere libere e che l’esigenza di tutela della libertà si pone, piuttosto, per le manifestazioni artistiche e scientifiche.

    1. Giancarlo e Riccardo,
      io ne son convinta, la scienza vox populi mi fa solo paura. E’ quella del decreto pro Vannoni e degli stati americani dove la maggioranza stabilisce per legge di quanto si alza il livello del mare (con queste conseguenze…)

  12. @ Riccardo Reitano,
    Un Dipartimento o una Università, per non dire della vox populi, non sono titolati a “censurare” il lavoro scientifico di alcuno (a meno di violazioni del codice etico) ed è importante che continui ad essere così.
    Sono d’accordo. UniBo ha un bellissimo Codice Etico (1), peccato che non l’abbia applicato a questo caso. Nel testo ci sono molti richiami a doveri e divieti che si applicano a tutti i membri dell’Ateneo, emeriti compresi, che nel caso della vicenda ecat avrebbero richiesto quanto meno una verifica da parte della commissione etica.
    E il tirare in ballo un intero Dipartimento di Fisica perchè non ha censurato dei suoi ricercatori è ai miei occhi un’operazione, lasciatemelo dire, squisitamente populista e reazionaria.
    L’intero Dipartimento si è tirato in ballo da solo quando il suo consiglio ha approvato il contratto biennale di ricerca sull’ecat, contratto firmato poi ufficialmente dal Direttore e rimasto in vigore, in attesa della promessa prima rata, per oltre 7 mesi. Periodo durante il quale la reputazione dell’Ateneo (vedi art.9 del CE) è stata ampiamente utilizzata per sostenere autorevolmente che il dispositivo oggetto del contratto aveva prodotto quantità enormi di energia.
    Per quanto riguarda la censura, a me non interessa affatto. Dovrebbe preoccupare maggiormente chi lavora all’UniBo ed ha bisogno della reputazione dell’Ateneo per sostenere la credibilità delle proprie affermazioni. A me piacerebbe soltanto, o meglio sarebbe piaciuto, che qualcuno del DF o dell’UniBo avesse sentito l’obbligo morale di fronte a milioni di persone che si erano illusi delle prestazioni calorimetriche dell’ecat, di verificare la fondatezza delle certificazioni effettuate dal personale dell’Ateneo e di darne corretta informazione all’opinione pubblica. Ci sarebbe stato tutto il tempo per farlo, prima che questi stessi risultati fossero stati citati nelle premesse di svariate interrogazioni parlamentari, che attendono ancora una risposta. Oramai conviene aspettare direttamente la risposta del Ministro. Se mai arriverà.
    sbagliare è scienza
    Questi sono paradossi buoni per i filosofi. In realtà ci si aspetta che ogni buon professionista sbagli il meno possibile, a partire dai nostri medici. E’ chiaro poi che ogni attività umana è a rischio di errore e la ricerca, avventurandosi in campi ignoti, lo è di più di altre. Questo però non autorizza a perseverare per anni e addirittura decenni negli stessi errori. C’è un limite a tutto.
    Andrebbe anche aggiunto che “imbrogliare non è scienza” e in questo caso non occorre neppure perseverare, basta la “prima”. Fatti spiegare dalla nostra ospite cosa distingue un igrometro nero da un termometro giallo. Nel caso della FF in salsa bolognese, con il TPR2 siamo arrivati alla “ventesima” presa in giro.
    Infine, l’università di Bologna, così come tutte le Università, “si impegna alla creazione di un ambiente che favorisce l’ideale di libertà e autonomia individuale” e “alla più ampia ricerca ed esplorazione intellettuale”. Se questo non piace, cambiatelo, anche nella nostra Costituzione che ne è garante.
    E chi ha chiesto di cambiarlo? Io no. A me il CE dell’UniBo piace e mi piace molto anche il secondo capoverso dell’art.3 del CE secondo cui i membri dell’Università “sono tenuti a mantenere una condotta onesta e responsabile, anche tramite l’adozione di sistemi di autoregolamentazione volti ad illustrare alla comunità scientifica e alla società la metodologia, i risultati, l’integrità e l’impatto etico delle ricerche.”
    L’importante è che la libertà e autonomia individuale non vengano impiegate per ricercare modi sempre nuovi per manipolare i dati sperimentali. Non credo che i saggi estensori della nostra Costituzione intendessero tutelare questo tipo di libertà.
    (1) http://www.normateneo.unibo.it/NR/rdonlyres/5299C280-9157-4466-A548-D667D7736146/99122/CodiceEtico.pdf

  13. Ascoli65
    ampia ricerca ed esplorazione intellettuale include la fusione fredda, cosa che non ho l’impressione che a giudicare da molti commenti in giro intendano garantire.
    Si può ipotizzare un intervento di UniBo esclusivamente quando e se verranno fuori comportamenti disonesti da parte di Levi e Focardi. Tu sei convinto che già ci siano, io per nulla. Fino a prova contraria mi attengo al famoso detto che consiglia di non attribuire a malafede quanto può essere spiegato con la semplice ignoranza.

  14. @ Riccardo Reitano,
    ampia ricerca ed esplorazione intellettuale include la fusione fredda, cosa che non l’impressione che a giudire da molti commenti in giro intendano garantire.
    Secondo te potrebbe includere anche il moto perpetuo? E’ una domanda retorica, ma te la rivolgo perchè l’ufficio brevetti USA cestina al volo i brevetti riguardanti la FF, alla stessa stregua di quelli che propongono sistemi per ottenere il moto perpetuo. Sei sicuro che la FF non sia semplicemente pseudoscienza? Consulta la pagina di wikipedia (cold fusion), pare che nel resto del mondo lo sappiano già dal 1989.
    Si può ipotizzare un intervento di UniBo esclusivamente quando e se verrano fuori comportamenti disonesti da parte di Levi e Foccardi. Tu sei convinto che già ci siano, io per nulla.
    Disonesti è una parola troppo grossa, preferisco parlare ci comportamenti “consapevoli”. L’onestà di tali comportamenti è legata ai fini ultimi, che non conosco e che quindi non posso giudicare. Ciò detto, so bene che non riuscirò a convincerti di questa consapevolezza (non è la prima volta che incrociamo le tastiere). Però immagino che tu abbia una certa considerazione nel discernimento di chi ci ospita, visto che scrivi sovente sul suo blog. Quindi ti inviterei a leggere le ultime 5 righe aggiunte domenica scorsa ad un suo recente articolo (1). Se hai una mezz’oretta in più, potresti pure aprire ed esaminare i 4 link contenuti nelle 2 ultime righe, potrebbe aiutarti a capire meglio quanto dirò qui sotto.
    Fino a prova contraria mi attengo al famoso detto che consiglia di non attribuire a malafede quanto può essere spiegato con la semplice ignoranza.
    Contento tu!
    Mi spiego. Premesso che anche in questo caso preferisco usare il termine “consapevolezza”, perchè io non sono in grado di giudicare la buona o cattiva fede dei protagonisti di questa vicenda, attribuire le loro decisioni a semplice ignoranza è veramente dura. Se esaminerai con attenzione i 4 link di cui sopra potrai facilmente renderti conto che non è possibile che un qualsiasi fisico degno di questo nome non si sia reso conto della insussistenza delle misure che avrebbero avvalorato la presenza di energia in eccesso nei test bolognesi. Eccesso che, sottolineo, era l’unico aspetto che differenziare il comportamento di quel dispositivo da quello di una qualsiasi vaporella. Se veramente una dozzina di fisici del DF hanno applaudito convintamente di fronte alle prestazioni di quell’alambicco stagnolato e dopo diversi mesi, in cui hanno avuto tutto il modo di ponderare le loro decisioni, hanno approvato nel loro consiglio di dipartimento un contratto biennale per scoprire i meccanismi nucleari responsabili del calore, allora temo proprio che molti membri del DF dovrebbero essere mandati a svolgere lavori più alla portata delle loro capacità.
    Questo però sarebbe una brutta notizia per tutti i professori universitari italiani, non solo per quelli di fisica di Bologna. Infatti l’attuale DFA di Bologna è reputato essere il Dipartimento italiano più quotato in assoluto. Quindi se tanto, mi dà tanto, lo sfoltimento dei ranghi dovrebbe essere ancora più consistente negli altri Atenei. Ma per fortuna dei professori italiani, e dei loro studenti, non credo che i fatti bolognesi possano e debbano essere spiegati con la semplice ignoranza.
    (1) http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2014/10/25/cifra-simbolica/

  15. Di norma, sarei per la presunzione di innocenza. La Storia insegna anche che si sono dati casi di persone ufficialmente ben preparate sia nella teoria che nella pratica che sono rimaste apparentemente ingannate da un abile imbroglione, per cui tutto può essere. Nell’attesa che ogni dubbio sulla scarsa lucidità/preparazione dei coinvolti, ovvero sull’auto inganno, o sull’imbroglio volontario di alcuni soggetti tra il menefreghismo o il rispetto di opinioni (di fisica) o anche l’assenza di medesime da parte del mondo della fisica bolognese, io sarei comunque favorevole ad una preventiva modifica delle leggi in vigore relative ai furbi di ogni genere – non ce ne saranno tanti in questa storia, ma mi piace l’idea di portarmi avanti coi lavori…sempre senza nulla togliere alla libertà di ricerca, vorrei anche che -a prescindere dagli argomenti ricercati- alla terza ricerca metodologicamente scorretta ovvero presentata come fosse una tesina per le scuole medie, il ricercatore in questione dovesse ripetere l’esame di laurea.

  16. Ascoli65
    il paragone con il moto perpetuo è un nonsenso per l’eccessiva semplificazione. E’ un noto artificio retorico che davvero mal si addice al tipo di discussione che si cerca di fare. Ti invito invece a riflettere sul fatto che nessuno pensa che le nostre pur assodate teorie siano assolute e onnicomprensive, qualche falla può sempre saltare fuori e troverai sempre qualcuno che le cerca attivamente o le ipotizza per valutarne teoricamente le conseguenze.
    Disonestà o consapevolezza e il discrimine sono i fini ultimi, sostieni. Per quanto concerne il codice etico non è così e la tua è una “condanna”. Lo stesso dicasi per la nostra ospite con la quale non temo di dissentire e, ne sono certo, ciò non le turberà il sonno 🙂
    La dozzina di fisici a cui fai riferimento erano spettatori, non tester. Hanno applaudito convintamente? Io non c’ero e non ho parlato con nessuno di loro e potrebbero aver applaudito per cortesia. Quindi non lo so e non ho motivo di optare per alcuna delle due ipotesi, forse tu hai più informazioni.
    Ma in ogni caso, cosa ti stupisce del fatto che il Dipartimento abbia accettato di fare dei test a pagamento? Se il risultato fosse stato positivo sarebbero passati alla storia, se invece fosse stato negativo si sarebbero presi i soldi e risolto definitivamente la questione. Il “fornire una risposta all’intera comunità scientifica e all’opinione pubblica” (dal comunicato di UniBo sulla scissione del contratto) in fondo sarebbe stato in grande quello che apprezzi di Pomp, il quale ha solo rivisto il report mentre loro avrebbero anche fatto le misure. Non è un caso che sia stato Rossi a causare la scissione del contratto e tutti noi, al contrario, avremmo dovuto auspicare che fosse andato avanti. Ovviamente questo è vero fintanto che non si assume pregiudizialmente l’incapacità dei colleghi di Bologna, cosa che mi auguro tu non faccia.

    1. Riccardo,
      condanna: be’, non per chi sbaglia o mi condannerei di continuo! Semmai vorrei che chi pubblica dati palesemente falsi li correggesse invece di minacciare querele.
      Quelli di UniBo hanno fatto di più che accettare una commessa, hanno “called Rossi’s bluff” quando hanno offerto di testare il congegno gratis e senza aprirlo, ma nel proprio laboratorio, e di rendere pubblici i risultati…
      Cimpy,
      innocenza come in “innocent abroad”…

  17. Cimpy
    perseguire gli imbroglioni di certo non è una limitazione alla libertà di ricerca ma al contrario un’operazione necessaria a consentire un normale sviluppo della scienza.
    Diverso invece il caso di chi fa ricerca onestamente ma malamente. Supponi che io domani mattina mi svegli con l’idea di occuparmi di fusione fredda. Dando per scontato che è certamente auspicabile che io domattina mi alzi e continui a fare il mio solito lavoro, cercare di impedirmi per legge il colpo di follia rischia di avere dei danni collaterali così gravi da rendere preferibile il lasciar perdere e rassegnarsi al Reitano impazzito. Un po’ come fanno le compagnie che emettono carte di credito che incamerano (fino ad un certo punto) le truffe come inevitabili perdite di esercizio. Non credo che ci siano statistiche a riguardo, ma non ho l’impressione che il fenomeno abbia raggiunto livelli tali da rendere necessario un intervento.

  18. @ Cimpy,
    Di norma, sarei per la presunzione di innocenza.
    questo blog non è un tribunale, non si emettono sentenze e quindi non c’è bisogno di presumere “innocenze”. Stiamo soltanto cercando di farci un’opinione dei fatti.
    Le manipolazioni dei dati relative ai test che hanno visto in qualità di misuratori, relatori e osservatori una dozzina di fisici del DF le conosci bene pure tu. Sono talmente evidenti che non è possibile pensare che non se ne fossero “consapevoli”. Questo vale sia per i suddetti “testimonial”, volontari o involontari che fossero, sia per tutti gli altri loro colleghi che il 21 aprile 2011 erano stati chiamati a deliberare in Consiglio sul contratto di ricerca a nome dell’intero Dipartimento.
    Non dimenticare che stiamo parlando del Dipartimento universitario più quotato d’Italia e di un test che ha avuto, in quel periodo, risonanza sui principali media locali e nazionali. Credo che nessuno dei professori del DF fosse all’oscuro di ciò che era avvenuto il 14 gennaio 2011 in un capannone alla periferia della loro città sotto gli occhi dei loro colleghi, direttore incluso. Numerosi filmati e rapporti erano disponibili su internet. Il 21 aprile successivo tutti avevano il diritto di partecipare al consiglio chiamato ad approvare un contratto che avrebbe impegnato per un biennio 5 loro colleghi nello studio dei fenomeni nucleari su un dispositivo che, a parte l’eccesso di calore misurato dai “professori di Bologna”, per il resto appare essere una normale vaporella. Tutti sapevano, cioè erano “consapevoli”, del clamore mediatico che veniva alimentato intorno ai risultati di quella demo.
    La Storia insegna anche che si sono dati casi di persone ufficialmente ben preparate sia nella teoria che nella pratica che sono rimaste apparentemente ingannate da un abile imbroglione, per cui tutto può essere.
    Tutto può essere! Anche che un gallo cedrone si prenda gioco di un branco di volpi. Ma questo avviene solo nei cartoni animati. Quelli che invece sono disponibili su YouTube sono filmati dal vivo. Fammi un solo altro esempio di un intero Dipartimento universitario di fisica a cui un filosofo dal passato controverso ha fatto credere che una vaporella alimentata dalla rete elettrica produce calore in eccesso alla stregua di un reattore nucleare. Quella di Bologna è stata, e resterà, la vicenda più incredibile nella Storia della scienza moderna.

    1. Ascoli65,
      un’opinione dei fatti.
      I fatti sono:
      – una dozzina di fisici su un centinaio, di cui 11 potevano vedere ben poco, 7 dei quali non hanno detto nulla in proposito
      – un breve battage pubblicitario, di cui i media si sono subito disinteressati, da allora è “roba da blog” salvo Radio24
      – tutti i professori del DF meno gli invitati erano all’oscuro della demo e alcuni non sanno nemmeno oggi cosa sia l’e-cat (in particolare a Ravenna…)
      – i presenti al Consiglio hanno approvato un contratto di ricerca con un’azienda, non certificato l’e-cat di cui solo una dozzina sapeva qualcosa
      un intero Dipartimento universitario di fisica
      Già, e una dozzina = un centinaio…
      Quella di Bologna è stata, e resterà, la vicenda più incredibile nella Storia della scienza moderna.
      Ma va? Ha mai sentito parlare dei prof di Stanford che cercavano di far scoppiare i criceti con la mente?

      Riccardo,
      macché peggio di come pensavi. Degli appassionati alla saga (siamo sempre di meno), solo Ascoli65 e Camillo Franchini ce l’hanno con UniBo. Camillo con tutti i fisici del mondo meno quello creazionista, but that’s another story.

  19. Se dovessi scegliere “la vicenda più incredibile nella Storia della scienza moderna” credo che opterei per i raggi mitogenetici.

  20. Scusa, Sylvie, puoi cancellare la versione precedente che contiene un refuso importante? Grazie.
    @ Riccardo Reitano,
    il paragone con il moto perpetuo è un nonsenso per l’eccessiva semplificazione. E’ un noto artificio retorico
    No, il mio paragone non era un artificio retorico, è proprio come si comporta di fatto l’Ufficio Brevetti USA, cioè un ente abituato per sua natura a prendere in considerazione ed esaminare nel merito le idee più strambe, ma che nonostante ciò esclude a priori quelle sul moto perpetuo e sulla fusione fredda. Un motivo alla base di questo “pregiudizio” ci sarà pure. Solo la mia domanda era retorica, perchè immagino che anche tu bocceresti a prescindere un qualsiasi progetto di ricerca sul moto perpetuo, così come fa la quasi totalità dei fisici del mondo, con alcune eccezioni concentrate ahinoi soprattutto in Italia, con la fusione fredda.
    Disonestà o consapevolezza e il discrimine sono i fini ultimi, sostieni. Per quanto concerne il codice etico non è così e la tua è una “condanna”.
    Io non mi permetto di condannare nessuno, ma credo di essere libero di esprimere la mia opinione su fatti che sono stati presentati all’opinione pubblica come risolutivi dei gravi problemi energetici che incombono su tutti noi. Auspico da anni che la valutazione autorevole di ciò che è successo a Bologna venga espressa dagli organi competenti, siano essi una commissione di UniBo, ad esempio il comitato etico, oppure del MIUR. Ora sappiamo che un Ministero, forse il MIUR stesso, ha chiesto parecchi mesi fa l’istituzione di un Comitato Scientifico per “analizzare le vicende della FF in Italia” (1). Spero vivamente che finalmente ci venga detto cosa hanno concluso.
    La dozzina di fisici a cui fai riferimento erano spettatori, non tester. Hanno applaudito convintamente? Io non c’ero e non ho parlato con nessuno di loro e potrebbero aver applaudito per cortesia. Quindi non lo so e non ho motivo di optare per alcuna delle due ipotesi, forse tu hai più informazioni.
    Le informazioni che ho io sono quelle che anche tu puoi reperire su internet. Certo è che per acquisirle occorre dedicarci un po’ di tempo e ci si renderebbe conto facilmente che i fisici bolognesi NON erano semplici spettatori. Per quanto riguarda il grado di convinzione dell’applauso ti devo dar ragione. Dal filmato si evince solo che è stato fragoroso e prolungato, ma potrebbe essersi trattato di pura cortesia. Però non si può di certo approvare per cortesia un contratto biennale di collaborazione, che impegna il proprio Dipartimento in una ricerca controversa, essendo perfettamente coscienti che tale coinvolgimento era destinato ad essere utilizzato mediaticamente a livello mondiale, come poi è puntualmente avvenuto.
    Ma in ogni caso, cosa ti stupisce del fatto che il Dipartimento abbia accettato di fare dei test a pagamento? Se il risultato fosse stato positivo sarebbero passati alla storia, se invece fosse stato negativo si sarebbero presi i soldi e risolto definitivamente la questione.
    Per il resto del mondo scientifico la questione era stata risolta già nel 1989. L’iniziativa del DF è paragonabile a quella di un Istituto Geografico che si impegna in campagna biennale per dimostrare che la Terra non è piatta, 500 anni dopo Colombo. Inoltre chi ha approvato il contratto ha messo la reputazione del Dipartimento e dell’intera Università nelle mani di un controverso personaggio, che per di più non gli ha dato neanche un Euro, e lo ha fatto sulla base di risultati sperimentali artefatti che loro stessi hanno raccolto e documentato.
    in fondo sarebbe stato in grande quello che apprezzi di Pomp, il quale ha solo rivisto il report mentre loro avrebbero anche fatto le misure.
    Loro chi? Gli stessi che a gennaio del 2011 le avevano già fatte e avevano manipolato i dati? Stiamo scherzando? Quella di Bologna è stata una clamorosa presa in giro del cittadino contribuente e per dimostrarlo non occorre rifare le misure, basta esaminare la cospicua documentazione disponibile su internet, esattamente come ha fatto Pomp con il TPR2.
    Non è un caso che sia stato Rossi a causare la scissione del contratto e tutti noi, al contrario, avremmo dovuto auspicare che fosse andato avanti.
    Rossi se li è giocati come polli. Li ha tenuti in pugno fino al test di fino ottobre, quando ha esibito il suo impianto da 1 MW, sotto gli occhi dei fisici bolognesi, presenti in vista di osservatori ufficiali UniBo e che hanno nuovamente esternato alla stampa lì presente la loro convinzione che il coso funzionava. Per UniBo è stata una fortuna che Rossi non abbia pagato la rata, altrimenti si sarebbero esposti ad ulteriori 2 anni di sfruttamento mediatico. Perfino la patetica disponibilità del DF contenuta nella lettera di disdetta ad eseguire le prove gratuitamente è stata utilizzata dalla propaganda per continuare ad alimentare il mito dell’interesse di UniBo verso l’aggeggio.
    Ovviamente questo è vero fintanto che non si assume pregiudizialmente l’incapacità dei colleghi di Bologna, cosa che mi auguro tu non faccia.
    Incapacità in che senso? Se intendi “incompetenza professionale” io non lo penso affatto, anzi tutt’altro. Non posso credere che i professori di fisica del Dipartimento più quotato d’Italia non conoscano i rudimenti di termotecnica, il calore latente di vaporazione, la vera portata della pompa utilizzata e quindi non fossero pienamente “consapevoli” che a gennaio 2011 non era stato dimostrato alcun eccesso di calore.
    Non saprei dirti quale altro tipo di incapacità occorra per prestarsi ad illudere in mondovisione milioni di persone che quell’affare avrebbe risolto i problemi energetici dell’umanità. Spero ce lo dica il MIUR, possibilmente prima che dell’imbroglio se ne accorga per conto suo anche l’ultimo illuso rimasto sulla Terra.
    (1) http://fusionefredda.wordpress.com/2014/05/22/hermano-tobia/#comment-40171

  21. Ascoli65
    il tuo assolutismo di giudizio ti fa perdere il contatto con la realtà. Parli di una inesistente reputazione perduta. Trovi analogie fra il moto perpetuo o la terra piatta e la fusione fredda. Parli di manipolazione di dati come un fatto accertato. Parli di illudere in mondo visione il mondo intero prima ancora che si sia mossa foglia, che comunque non si è mossa.
    E come logica conclusione, per impedire che si faccia una ricerca che a tuo giudizio può avere solo risvolti negativi invochi l’intervento Ministeriale visto che evidentemente il Dipartimento è incapace a svolgerla degnamente. Hai voglia a ripetere che non condanni nessuno …
    Ho iniziato questa discussione credendo che certe posizioni potessero essere potenzialmente pericolose, la concludo convinto che in realtà è peggio di come immaginavo. Il mondo scientifico ha gli anticorpi contro la “scienza voodoo”, si ammala ma guarisce; non li ha invece contro questo tipo di attacchi sconsiderati. Temo che non ti renda conto del danno che fai.

  22. @ Riccardo Reitano,
    Parli di una inesistente reputazione perduta.
    Dovresti leggere più attentamente i commenti. Io ho scritto “chi ha approvato il contratto ha messo la reputazione del Dipartimento e dell’intera Università nelle mani di un controverso personaggio”. Per dimostrartelo ti segnalo un solo link (1), tra le decine che potrei indicarti.
    Trovi analogie fra il moto perpetuo o la terra piatta e la fusione fredda.
    L’assimilazione della fusione fredda al moto perpetuo la fa l’Ufficio Brevetti statunitense. L’analogia con la terra piatta è invece una mia iperbole per rimarcare il fatto che tutte le altre università del mondo si sono accorte già da un quarto di secolo che la FF è fisicamente impossibile, figuriamoci poi quella che moltiplicherebbe i kW come certificato dai fisici bolognesi.
    Parli di illudere in mondo visione il mondo intero prima ancora che si sia mossa foglia
    Che la “buona novella” sia stata diffusa a milioni di persone nel mondo è un fatto e non dipende da me. Sempre per farla breve ti segnalo soltanto l’uscita ad ottobre 2012 di un articolo sulla principale rivista mondiale di divulgazione scientifica che vende milioni di copie nei Paesi di lingua inglese e non solo (2). L’articolo inizia cosi “On January 14 2011 …”, una data che resterà nella storia mondiale della scienza farlocca, un evento per cui molti fisici bolognesi possono dire “io c’ero”. Se le folle di lettori di “Popular Science” associano, o assoceranno in futuro, il concetto di bufala alle ricerche condotte nelle nostre università, non ne sarò stato certamente io il responsabile, i miei commenti vengono letti solo da una manciata di persone.
    E come logica conclusione, per impedire che si faccia una ricerca che a tuo giudizio può avere solo risvolti negativi invochi l’intervento Ministeriale visto che evidentemente il Dipartimento è incapace a svolgerla degnamente.
    Io non invoco nulla, non ho questo potere. Io ho solo auspicato che a fornire i necessari chiarimenti (sulle prove da essi documentate) fossero innanzitutto i fisici presenti alla demo, in subordine il DF, in ulteriore subordine l’UniBo e solo come ultima spiaggia il MIUR.
    Mentre invece qualcosa di più di semplici invocazioni, cioè una decina di formali interrogazioni, sono state rivolte al MIUR da almeno una ventina di Parlamentari di tutti i principali partiti italiani, proprio sulla base dei “prodigiosi” risultati vantati dai nostri ricercatori pubblici. Tutti gli interroganti hanno chiesto di aumentare i finanziamenti alla ricerca sulla FF per risolvere i gravi problemi energetici e climatici che ha di fronte il nostro Paese e l’intera umanità. Immagino che tu ne sia contento. Io invece non lo sono affatto, ma pur tuttavia quelle interrogazioni le ho sempre rispettate perchè sono una prerogativa costituzionale dei nostri rappresentati politici e le ho anche accolte con favore in quanto per lo meno obbligano, o meglio obbligherebbero, il MIUR a prendere coscienza di quanto avviene nei suoi laboratori. Il problema però è che, a quanto pare, al Ministero non si degnano di rispondere neppure ai Parlamentari, nonostante che sia un obbligo sancito dai regolamenti delle 2 Camere e che a questo scopo sia stato istituito un apposito Comitato Scientifico.
    Io quindi mi limito ad auspicare che il Ministero risponda alle interpellanze come previsto dai regolamenti parlamentari. Perchè ritengo che le norme che regolano la vita civile del nostro Paese, dagli alti dettami costituzionali fino agli ultimi capoversi dei codici etici, vadano rispettate integralmente e non solo per le parti che più fanno comodo.
    Ho iniziato questa discussione credendo che certe posizioni potessero essere potenzialmente pericolose, la concludo convinto che in realtà è peggio di come immaginavo.
    Ti ringrazio di questa tua disponibilità al confronto, perchè mi ha dato un’occasione in più per ribadire e spiegare meglio, a quei 4 gatti che potrebbero imbattersi nei miei noiosi commenti, quello che sostengo da anni.
    Ti confesso che avendo già avuto modo di confrontarmi con te su questa vicenda non mi aspettavo affatto di giungere a posizioni condivise. Tuttavia ho trovato la nostra discussione molto interessante, anche perchè è scaturita dallo scrupolo di un professore svedese che ha sentito il dovere civico di denunciare sul suo blog il comportamento antiscientifico dei suoi colleghi di università e si conclude con un esempio da manuale dello spirito di difesa corporativa che vige nella casta degli accademici italiani.
    (1) http://pesn.com/2011/03/07/9501782_Cold_Fusion_Steams_Ahead_at_Worlds_Oldest_University/
    (2) http://pesn.com/2012/10/16/9602208_Andrea-Rossis_Black-Box–by_Popular-Science/

  23. Adesso prendetemi un po’ come arrivo, senza darmi troppo peso – è solo che ho un paio di rospi in gola, poi magari mi passa…
    “Supponi che io domani mattina mi svegli con l’idea di occuparmi di fusione fredda.(…) cercare di impedirmi per legge il colpo di follia”
    Sostengo una tesi diversa: che ci si potrebbe svegliare un mattino con la voglia di fare ricerca sui folletti irlandesi, anche partendo da risultati già assodati negativi, con una nuova idea su come provare a stanarli, purché lo si faccia con metodo e con criterio, e non si pretenda di ripetere la stessa ricerca a fronte di esiti chiaramente negativi.
    Quello che va è fare ricerca con metodo, e se non si trova niente, evitare di inventarsi che qualcosa ci poteva essere lo stesso – non va fare ricerca con l’obiettivo di continuare a fare ricerca fino al raggiungimento della pensione, eseguendo e descrivendo il lavoro in modo cialtronesco e chiedendo finanziamenti per supplementi di indagine perché qualcosa di interessante sembrava esserci, nel giro del fumo, anche come analisi differenziale, per dire, o nonostante un folletto avesse mangiato il compito a casa (ogni riferimento a fatti realmente accaduti anche che so bene non c’entrano niente con UniBo è comunque puramente casuale, ovviamente. Un po’ meno i fatti realmente accaduti, pure che stessero fuori)
    “Un po’ come fanno le compagnie che emettono carte di credito che incamerano (fino ad un certo punto) le truffe come inevitabili perdite di esercizio”
    Mi sta anche bene. A patto che poi, quando eventualmente del truffatore si arrivasse a capire nome e cognome (è raro nel settore delle carte di credito, ma ogni tanto succede), si facesse proprio come succede in quei casi in cui di mezzo ci sono i soldi delle suddette compagnie (nei casi di truffa evidente, non di possibile svista): rubinetti chiusi per il soggetto, che finisce in una black list da cui non esce e che viene condivisa con tutti gli altri istituti di credito. Del caso anche previa restituzione del maltolto più le spese, tanto perché non resti, oltretutto, pure premiato, e se si riesce, anche limitazioni alle possibilità di movimento (tanto perché non pensi di recidivare subito in altro Paese). Ora, io sono per il beneficio del dubbio, ma dopo tanti anni di questa specifica saga dell’E Cat, di dubbi su di essa me ne sono rimasti davvero pochi.
    “il paragone con il moto perpetuo è un nonsenso per l’eccessiva semplificazione”
    Sarà magari nel senso che in comune c’è solo l’overunity che comporterebbe il “self sustain” che però non sarebbe esattamente perpetuo (durerebbe solo 6 mesi a carica circa, ma da un anno a questa parte anche solo 30 giorni) e che il moto perpetuo comunque non fonde…
    In che senso “qualche falla può sempre saltare fuori” nella vicenda dell’E Cat? Parliamo di un frodatore seriale, vogliamo fare come i tecnici della Elf nella vicenda di Bonassoli?
    In che senso se non era buona si portavano a casa i soldi? Sarebbe a dire che se da un imbroglio evidente ci si può guadagnare, si può chiudere un occhio? Non era quello che intendevi, di sicuro – magari era un vantaggio parecchio secondario del mostrare quale sia la vera fisica dietro ad un fenomeno inesistente. Ci vedevo meglio il Cicap, comunque, o anche solo Randi.
    “Ovviamente questo è vero fintanto che non si assume pregiudizialmente l’incapacità dei colleghi di Bologna”
    Oh no, così tanto al limite solo un paio. Tutti gli altri, invece, dovrebbero solo ricordarsi che esiste una cosa che si chiama (all’atto pratico) “silenzio che sa di assenso” (anche solo a testare quasi gratis, per dire). Mi pare di aver visto una specie di disclaimer nella bacheca degli studenti di UniBo. E’ già una buona cosa che qualcuno abbia scritto da qualche parte “UniBo non c’entra”. Certo che metterlo tra i cestino dei rifiuti e il bagno delle matricole, non è che abbia fatto molta impressione… Intanto sul TPR2 si legge “Università di Bologna”. All’Università di Bologna invece, non si legge altrettanto facilmente “il TPR2 è una boiata e a quel tale adesso quando passa per i corridoi gli facciamo il verso del gallo” – sarà troppo, magari non si può per legge…Però credo che la maggior parte abbia davvero pensato che la cosa non li riguardasse.
    Eppure basterebbe che quell’annuncio fosse postato in bella vista nella prima pagina del sito di UniBo, anche sintetico. “E Cat No, non ci interessa. Firmato: UniBo”, punto.
    “condanna: be’, non per chi sbaglia”
    Ci sta, basta non essere recidivi. Qualcuno è dal 2010 (se non prima) che misura l’E Cat che fonde. Almeno appiccicargli un foglietto con il disegno di un gatto dietro la schiena quando passa tra i colleghi…
    “hanno offerto di testare il congegno gratis” ecco, così ci stava. Invece quando lo avrebbero testato anche solo per 500 mila euro (bruscolini sia chiaro, forse giusto l’affitto del materiale, un prof e due tecnici per qualche mese), lì per lì non era mica stato bello: pareva quasi (oh, pareva, eh? Mica che era così) che qualcuno volesse una parte (seppur minima) del bottino. Ora non ricordo, magari avevano messo bene in chiaro che si trattava giusto delle spese, dico bene? Almeno a stretto giro di protesta.
    “Rossi se li è giocati come polli. Li ha tenuti in pugno fino al test di fine ottobre”
    Sei venuto nel mio caruggio! ( 😉 lo so che non è così. Però è quel che penso sia avvenuto e avvenga continuamente: se li gioca come polli, ruspanti compresi)
    “Non posso credere che i professori di fisica del Dipartimento più quotato d’Italia non conoscano i rudimenti di termotecnica, il calore latente di vaporazione, la vera portata della pompa utilizzata”
    Anche secondo me, per quelli che si sono presi la briga di guardare – il fatto che noialtri si sia sempre sul pezzo non vuol dire che tutto il resto del mondo faccia altrettanto; solo che credo che pensassero (e pensino, se ci pensano) che la cosa non li riguardi – sai tipo “lo dice lui, anche magari a nome mio, ma sbaglia: io mica lo dico. Tanto è talmente evidente che non funziona che non ci crederà nessuno, e invece ad andare a protestare gli faccio solo più pubblicità”.
    A me non piace, e lo considero comunque un atteggiamento che non fa molto onore, però non è certo un reato infischiarsene delle idee balzane di qualche collega (almeno a livello di colleghi e a scendere)
    “Parli di una inesistente reputazione perduta. Trovi analogie fra il moto perpetuo o la terra piatta e la fusione fredda. Parli di manipolazione di dati come un fatto accertato”
    Fino qui Ascoli65 non è il solo a vederla in questo modo, almeno finché si parla di E Cat (noto anche come l’Hyperion italo americano) e finché non si esagera col valore della reputazione – importa sì, ma è un po’ come il lustro degli Azzurri: torna come nuovo appena si vince qualcosa, quando si perde ce ne si fa anche una ragione (daje Azzurri, siam sempre con voi!).
    “Parli di illudere in mondo visione il mondo intero prima ancora che si sia mossa foglia, che comunque non si è mossa”
    Non so se interessa: qui magari divergiamo ancora, ma solo in parte – per me è illudere via mondovisione alcuni polli e le foglie si sono mosse eccome (=dei polli sono stati trovati), come dimostrano i 14/17 appartamenti acquistati a Miami da un che fino a poco prima si diceva fosse in bolletta. Un modo per impedirlo era un po’ più di grancassa anche da parte di qualcuno di UniBo che dicesse di no. Davvero non sarebbe stato bello?
    “per impedire che si faccia una ricerca che a tuo giudizio può avere solo risvolti negativi invochi l’intervento Ministeriale visto che evidentemente il Dipartimento è incapace a svolgerla degnamente”
    Sempre imho, più che il MIUR vedrei bene un intervento divulgativo – insisto che mi stanno bene anche le ricerche più strane, ma fatte con metodo e serietà.
    Quanto al caso specifico di quel signore, sono molto più forcaiolo di Ascoli65, ma solo coi diretti interessati; al limite il MIUR potrebbe ribadire al DF che stare in silenzio quando qualcuno usa il nome di UniBo a supporto di un simile circo non è una cosa eticamente carina… Insomma, almeno un Pomp, in tutto il DF di Bologna, non c’è?
    “Il mondo scientifico ha gli anticorpi contro la “scienza voodoo”, si ammala ma guarisce; non li ha invece contro questo tipo di attacchi sconsiderati. Temo che non ti renda conto del danno che fai”
    Non vorrei scoprire di dover lasciare libero Barabba sennò faccio fuori Quell’Altro – pure se Barabba ad un certo punto si facesse in due (o anche in tre) e una parte insegnasse e una facesse ricerca libera, perché la Scienza avrà anche i suoi anticorpi, ma i comuni mortali un po’ meno. Spero proprio ci sia il modo di fermare la giostra E Cat senza danneggiare il parco giochi…a dirla tutta spero sempre che un annuncio tipo “qui nell’E Cat non crediamo. E a chi dice il contrario rispondiamo solo Chicchirichì!” compaia in prima pagina nel sito di quell’Università (che così poi mi diverto coi be’ del web per almeno un mesetto). Non credo ammazzerebbe la ricerca libera, no? Invece lasciare che si faccia credere (anche solo da due gatti e a veri sprovveduti, ma via canali mediatici non proprio da mercatino delle pulci) che dall’Università di Bologna si mandi qualcuno a testare (e con successo!) il Gatto semifreddo, non so quanto faccia davvero bene a quella stessa ricerca libera (per non parlare dei cedroni a spasso per il mondo, che pare siano anche discretamente numerosi) – che invece adesso mi si ringalluzziscono quelli di là dal fiume che credono che sia pure vero che UniBo sostiene l’E Cat
    Ma com’è che qualcuno può dire che le Università di Uppsala e di Bologna fanno prove che dimostrano che l’E Cat funziona e solo qualcuno di Uppsala può dire che non è roba scientificamente seria? A Uppsala la ricerca libera non ne risente come da noi? O dobbiamo assumere più docenti stranieri?

  24. @Reitano
    Scusi se mi intrometto; un po’ per dire la mia su questi argomenti (che sono poi quelli che, fondamentalmente, mi interessano della vicenda Rossi/ECat/Universita’ di Bologna), un po’ per farle qualche domanda per approfondirne alcuni, un po’ per cercare di stemperare gli animi (anche se non sono molto bravo, in questo).
    Sono d’accordo con lei su molto di quello che dice.
    Sono perfettamente d’accordo che il coinvolgimento di qualche fisico del Dipartimento non significa affatto il coinvolgimento dell’intero Dipartimento e — men che meno — dell’intera Universita’. E credo sia opportuno (e sono un paio di anni che cerco di farlo) chiarirlo ai lettori occasionali e a quei believer che pensano sia cosi’ (almeno a quelli che, in buona fede, ne sono convinti).
    Sono d’accordo anche sul fatto che non sia un dipartimento (o un’universita’ o, tanto meno, la vox populi) a dover censurare un lavoro scientifico. Ma, attenzione,… sottolineo “scientifico”.
    Che gli scienziati sbaglino lo so perfettamente. Non credo’ pero’ possa essere un motivo di vanto; in caso contrario, potrei aspirare a diventare uno scienziato di fama internazionale.
    Anche a me sta molto a cuore la liberta’ di ricerca — e sono stato accusato di essere un tifoso della fusione fredda, per questo — e sono molto preoccupato da quella che definirei una “deriva utilitaristica” che — ne sono profondamente convinto — rischia di inaridire lo sviluppo scientifico.
    Per quanto riguarda la possibilita’ — almeno a livello teorico — di affrontare la fusione fredda come argomento pienamente e legittimamente scientifico, mi sono qui piu’ volte espresso (e non mi sembra di essere stato il solo, tra i giullari; mi sembra che Cimpy, ad esempio, dica qualcosa di isomorfo, a riguardo) sostenendo che non e’ l’argomento di indagine che definisce cosa e’ scientifico ma il modo in cui lo si affronta. E per questo ho ricevuto insulti, anatemi e accuse varie da qualche occasionale esagitato.
    Ma… ci sono anche dei ma…
    Lei sostiene che “gli scienziati sbagliano ma la scienza ha gli strumenti per correggersi”. Credo e spero sia cosi’, ma temo ci sia un equivoco. Io — e non posso parlare per loro ma credo valga anche per Ascoli65, Oca Sapiens, Cimpy e molti altri — non sono preoccupato per “la scienza”; non direttamente, almeno.
    Sono preoccupato per l’impatto di queste vicende sulla societa’ nel suo complesso. Sono preoccupato dall’ipotesi — credo ormai scongiurata nel caso Rossi/ECat, ma che potrebbe riproporsi in futuro con qualche altro guru mesmerista travestito da Babbo Natale — che l’opinione pubblica venga convinta della validita’ di qualche teoria balorda e imponga (come gia’ e’ successo nel caso Di Bella) la riallocazione dei fondi destinati alla ricerca. Questo, indirettamente, farebbe male alla scienza.
    Venendo al caso specifico, mi sembra evidente che il nome dell’Universita’ di Bologna e’ stato scaltramente utilizzato come specchietto per le allodole. Impropriamente, siamo d’accordo; nondimeno e’ stato fatto.
    Inoltre, sono anche costretto a rilevare che (aggiungo anche un “purtroppo” che forse non condivide) che l’Universita’ di Bologna non ha prodotto nessun Pomp che abbia criticato il lavoro dei colleghi coinvolti. E questo ha reso tremendamente facile il lavoro di chi intendeva sfruttare il nome dell’Alma Mater come specchietto per le allodole.
    Io, contrariamente a lei, sono convinto che l’Universita’, se non il Dipartimento di Fisica e Astronomia, avrebbe avuto il dovere — non dico scientifico ma civico — di vigilare e di smentire con molta, ma molta, piu’ energia il proprio coinvolgimento.
    Ed e’ anche per questo che non sono d’accordo con lei quando nega che UniBO abbia perso in reputazione. Forse non avra’ perso reputazione in campo scientifico (non molta almeno; spero), ma sono convinto l’abbia persa in campo civile.
    Ma veniamo al punto che mi sembra fondamentale e che piu’ mi sta a cuore.
    Come lei ritengo che non e’ compito di un dipartimento censurare un lavoro scientifico.
    Ma, nel caso specifico, le domando: cosa c’e’ di scientifico in questa vicenda?
    Mi spiego meglio.
    Io da tempo sto sostenendo (con amici, nemici e semplici conoscenti) la tesi secondo la quale il TPR2 — come il TPR1, l’anno prima, come l’articolo Focardi/Rossi, nel 2010, e come altre “pubblicazioni” prodotte da Rossi e collaboratori — non possa essere preso in considerazione dal punto di vista scientifico per un semplice e banalissimo motivo: descrive un esperimento ma non lo descrive (per i vincoli imposti da Rossi e supinamente accettati dai firmatari di TPR2, TPR1, ecc.) in maniera sufficientemente completa da permettere a ricercatori autenticamente indipendenti di riprodurlo. E non e’ neppure permesso ad altri ricercatori — e avremmo il gruppo GSVIT pronto a farlo — di procedere con il medesimo esperimento alle medesime condizioni.
    In pratica: se si vuole credere, si e’ costretti a credere sulla fiducia.
    E abbiamo visto anche l’atteggiamento dei firmatari del TPR2: permettono a Rossi di caricare il “carburante” e di scaricare le “ceneri” (persino in una stanza chiusa, lontano dai loro occhi, da quanto ho capito) e quando ricevono delle analisi isotopiche, concludono che dentro l’apparecchio devono essere avvenute delle reazioni nucleari, che pure non riescono a immaginare, e non si pongono minimamente il dubbio che le polveri analizzate possano essere state sostituite da polveri preparate ad arte.
    Le domando: e’ d’accordo con me che questo — la non riproducibilita’ — e’ sufficiente a togliere l’etichetta di “scientifico” a questa vicenda e ai documenti prodotti?
    E se e’ d’accordo, su questo, con me… le domando: possibile che non ci sia, nel codice etico dell’Alma Mater, qualche punto che permetta di censurare chi si presta a quest’operazione squisitamente commerciale?
    Perche’, ripeto, anch’io ritengo che non e’ compito di un dipartimento censurare un lavoro scientifico.
    Ma, in questo caso (IMHO), la scienza non si e’ mai palesata.

  25. Addendum
    E in caso di dubbio, basta andare sul blog di Pomp e leggere tra i commenti questo per rendersi conto che la fama bolognese sia internazionale. Dai comunicati di IH, posto che siano credibili, siamo inoltre venuti a sapere che ha contribuito non poco a convincere quel pugno di investitori – saranno pure quattro gatti e due soldi, ma se Rossi può dire “mission accomplished” è anche grazie al nome di UniBo sul TPR1, che non manca nemmeno nel TPR2.
    Cartelli “No chicken” in bella vista presso l’ Università potrebbero aiutare.

  26. Ho una serie di cose da osservare risposte da dare ma non ho il tempo di scrivere, rimando a più tardi. Fatemi però chiarire rapidamente alcune cose su come vedo la storia ff e e-cat che mi sembra non siano chiare o forse non le ho mai espresse esplicitamente.
    – l’esistenza del fenomeno non è stata dimostrata, fino a prova contraria non esiste e, di più, al momento non abbiamo motivo di pensare che esista;
    – i test sull’e-cat non sono scienza ma, appunto, dei test tecnici; per un ricercatore sono una sorta di attività in conto terzi che tutte le Università svolgono e sono invitate a fare come ricaduta sulla società;
    – il Dipartimento di Fisica di Bologna ha gestito male la vicenda sotto il profilo della comunicazione.

  27. Grazie per le precisazioni, decisamente condivisibili (penso non solo per me) la prima e la terza.
    La seconda però (” i test sull’E-Cat non sono scienza ma, appunto, dei test tecnici”) è discutibile:
    che non siano scienza così come sono fatti lo ripetiamo tutti da tempo, e comunque anche come “test tecnici” non stanno in piedi, non sono nemmeno “test” sono pura propaganda, ed è proprio la “ricaduta sulla società” che Ascoli65, Hornbeck, io e un bel po’ di altri “contestatori” vediamo -chi più chi meno – con una certa preoccupazione: quello che succede ai nostri occhi è che l’università si presta a sostenere spot che non sono certo assimilabili ad una “pubblicità progresso” che abbia almeno un valore sociale positivo: qui, anche nel migliore dei casi, si sta facendo pubblicità ad un tubo di Tucker, secondo alcuni addirittura con l’obiettivo di incentivare gli sprechi e ignorare il futuro, secondo altri direttamente per interessi locali e personali, lasciando anche la porta aperta alla possibilità che più d’uno sia rimasto vittima di quella stessa pubblicità.
    Che ci azzecca la pubblicità della pietra filosofale, spacciata per perfettamente trasmutante e “a breve sul mercato” con la possibilità di fare libera (ma seria) ricerca persino sulla medesima se del caso? A me, in quei termini, sembra un boomerang che darà (a breve, e forse in qualche caso sta già dando) grattacapi non da poco proprio a chi vorrebbe garantire un’autonomia della scienza. Tipo che poi ti taglio i fondi al DF tutto, a prescindere, “così t’impari”

  28. @ Hornbeck e Reitano
    La mia posizione è che i test sull’E-Cat non sono né scienza né tecnica.
    Infatti, in un report di misura è inammissibile mettere immagini di strumenti fuori scala e poi trarne conclusioni positive.
    Termografie senza scala di colori e scala di lunghezze sono altrettanto inammissibili.
    Allo stesso modo è inaccettabile leggere errori di elettrotecnica che nemmeno all’istituto tecnico sono tollerati, tanto nel TPR1 quanto confermati nel TPR2.

  29. @ Sylvie,
    ci siamo confrontati parecchie volte sull’argomento ecat. Il risultato è che abbiamo un sostanziale accordo su cosa è, o meglio non è, l’ecat, ma le nostre idee divergono sulle responsabilità che il DF e l’UniBo hanno in questa vicenda. In particolare tu tendi a circoscrivere queste responsabilità ad un paio di soggetti al massimo, mentre a mio parere esse si estenderebbero, con diversi livelli di gravità, all’intero corpo insegnante del DF ed ai vertici di UniBo.
    Mi sono sempre chiesto il perchè tu cerchi in ogni circostanza, sul tuo blog e altrove, di contestare questa mia posizione e di prendere le parti del DF. Me lo chiedo ancor di più da un paio di giorni, dopo aver visto il tuo accorato appello espresso durante il seminario tenutosi al DFA di Padova il 2 ottobre scorso (1).
    Devo innanzitutto farti i miei più sinceri complimenti per il tuo lungo e appassionato intervento (da t=3h9m20s a t=3h43m52s). In particolare ho notato la tirata di orecchi (a partire da t=3h28m50s) che hai fatto ai professori padovani lì presenti a proposito della presenza nella lista degli advisor del JoNP di un loro collega, il prof. Carnera. Hai ricordato loro che lo scopo di quel blog, camuffato da giornale scientifico, è di pubblicare articoli e notizie che potrebbero prestarsi ad operazioni ambigue, che secondo te sarebbero volte a raccogliere denaro (unico punto della tua esposizione su cui dissento), e quindi hai chiesto polemicamente ai presenti: NON GLI DITE NIENTE?! Ora, io sono sicuro che tutti i professori del DFA di PD siano venuti a conoscenza delle incredibili e mirabolanti vanterie dei loro colleghi bolognesi, ma dubito fortemente che potessero sapere del particolare della presenza di un loro collega tra i revisori del JoNP. Nonostante ciò hai rifilato loro la ramanzina.
    Ma sulla stessa slide che hai mostrato comparivano ben 4 nomi di professori dell’Università di Bologna, compreso il defunto Focardi. Come saprai, in origine, cioè nel marzo del 2010, erano 5, cioè la maggioranza assoluta del board, in quanto nella lista compariva pure Levi, che è stato rimosso il mese DOPO la demo del gennaio 2011, per evidenti ragioni di incompatibilità con la conclamata indipendenza del suo ruolo nei 3 test cui ha partecipato in veste di responsabile, per conto UniBo, delle misure calorimetriche. I risultati delle sue misure sono state pubblicate proprio sul JoNP, descritte nell’ormai famigerato report calorimetrico, quello con il logo UniBo sul frontespizio.
    Ora tu mi scrivi:
    tutti i professori del DF meno gli invitati erano all’oscuro della demo e alcuni non sanno nemmeno oggi cosa sia l’e-cat
    Mi spieghi come mai i professori del DFA di PD dovevano essere a conoscenza della presenza del loro collega sul JoNP e quelli del DIFA di Bologna dovrebbero essere all’oscuro di quanto avvenuto sotto i loro occhi? Ti rendi conto che è assurdo?
    A gennaio del 2011, il TGR-RAI, la stampa locale e alcuni importanti giornali nazionali avevano annunciano alla gente che i professori del DF di Bologna avevano misurato 12 kW in uscita da un dispositivo che ne assorbiva solo uno. A loro dire c’erano SOLO delle perplessità sull’esatto meccanismo che generava quel prodigioso eccesso, che, vista la sua entità, non poteva che essere di origine nucleare. MA sull’eccesso di calore NON C’ERA ALCUN DUBBIO, garantiva il prestigio dell’università di cui fa parte chi ha effettuato le misure e molti altri che erano presenti alla demo.
    Come avrebbe potuto reagire a questa notizia un qualsiasi altro membro del DF, uno di quelli che non hanno avuto la fortuna di assistere all’evento? Le possibili reazioni sono soltanto 2. Ci sarà stato un primo gruppo di professori che sapevano già che si trattava di una bufala e quindi non se ne sono interessati più di tanto. Ci sarà stato un secondo gruppo che, viceversa, avrà dato credito e si sarà interessato a queste notizie clamorose. Questi ultimi hanno avuto nei giorni seguenti tutta la possibilità di visionare i filmati della demo, leggersi con cura i report calorimetrici e farsi un opinione di quello che era successo e siccome, erano e son tuttora membri del più quotato Dipartimento di fisica italiano non potevano che giungere alle stesse conclusioni a cui siamo arrivati te ed io e che sapevano già i loro colleghi del primo gruppo.
    Io non so come all’inizio i professori del DF fossero suddivisi tra i suddetti 2 gruppi, ma data l’ampiezza del materiale disponibile in rete e la possibilità aggiuntiva, per loro, di chiedere lumi ai diretti protagonisti dell’evento, tutti hanno avuto la più ampia possibilità di giungere in pochi giorni alla conclusione cui siamo giunti tu, io e tanti altri fisici della domenica: nessun calore in eccesso, cioè bufala.
    Quindi, e concludo, quando tre mesi dopo, TUTTI i professori del DF sono stati convocati per la riunione del Consiglio del 21 aprile che avrebbe dovuto esaminare ed approvare un contratto di ricerca biennale sul ben noto aggeggio, quello avvolto in bambagia e stagnola, essi ben sapevano di cosa si trattava. Pertanto, secondo me, la responsabilità dell’approvazione del contratto è dell’INTERO Dipartimento di Fisica dell‘Università di Bologna, a meno non di pensare che in quelle stanze circolino per lo più dei bipedi dotati di paraocchi e tappi di gomma ben infilati in lunghe orecchie. Cosa che, a scanso di malintesi, io non penso affatto.
    (1) https://www.youtube.com/watch?v=tJNm5ApwpSA

    1. Ascoli65,
      non difendo né attacco il DF, una divisione amministrativa del tutto innocente! Qui come su Oggi Scienza, parlo di chi fa dichiarazioni pubbliche: Capiluppi, Levi, Ascoli65 ecc.
      Rispetto al piezonucleare o a Stamina – gestiti da PR professionisti – la copertura mediatica dell’e-cat è stata minuscola. Come Riccardo, trovo che UniBo l’abbia gestita male, ma sappiamo che l’uff. stampa non era stato avvisato della demo. Nel giro di poche settimane, la notizia è scomparsa dai media. Il piezonucleare ci è rimasto per mesi, e Stamina per 2 anni perché erano davvero notizie clamorose.
      Per i fisici del DF ignari della demo, quella dell’e-cat era degna di nota se collegavano Focardi alla fusione fredda e Rossi allo Sceicco della Brianza (o se non pensavano che i giornalisti son degli incapaci…)
      Non tutti i prof del DF stanno nell’edificio del DF o a Bologna. Nel Consiglio sono circa la metà, di cui un terzo o metà assente. Se ha visto i verbali del 2012, sa che anche se sono presenti in 50, su una proposta che riguarda un settore (e non l’intero DF) magari votano in 14, di cui 2 contrari e 4 astenuti – e tutti anonimi.

  30. @Reitano
    l’esistenza del fenomeno [fusione fredda] non è stata dimostrata, fino a prova contraria non esiste e, di più, al momento non abbiamo motivo di pensare che esista
    E’ esattamente quello che ho concluso anch’io.
    il Dipartimento di Fisica di Bologna ha gestito male la vicenda sotto il profilo della comunicazione.
    Anche su questo, siamo assolutamente d’accordo.
    Ed e’ esattamente questo che insisto a rimproverare al Dipartimento di Fisica e Astronomia (o forse all’Universita’ di Bologna nel suo complesso… non so a chi spetterebbe, formalmente, la gestione di questo problema).
    Aggiungo che, secondo me, continua a gestirla male, la vicenda.
    i test sull’e-cat non sono scienza ma, appunto, dei test tecnici
    Si’… nella sostanza e’ quello che sostengo anch’io (fatta salva l’obiezione che ci fa FermiGas) ma questo aspetto credo debba essere approfondito.
    Lei ed io siamo d’accordo che non sono scienza. Ma i loro estensori sono d’accordo?
    A me sembra che ci sia stata molta ambiguita’, a riguardo, da parte di Rossi e, quel che e’ peggio, dei firmatari dei vari documenti.
    Nel caso dell’articolo Focardi/Rossi, l’aspirazione a scrivere un vero e proprio paper scientifico — nonostante la limitazione, a mio parere irredimibile, che le dicevo nel precedente intervento — c’e’ tutta. Ed evidente. Quell’articolo non si limita a riportare dei sorprendenti risultati sperimentali, ma propone anche una spiegazione teorica (peraltro incompatibile con i risultati riportati, se non prendo una grossa cantonata) molto precisa.
    Ma anche TPR1 e TPR2… siamo sicuri che i loro autori li vedano come resoconti di test tecnici assolutamente privi di valenza scientifica?
    E la pubblicazione su ArXiv — riuscita per il TPR1 e fallita (almeno fin’ora) per il TPR2 (e, sospetto, non a caso) — e’ compatibile con dei puri e semplici test tecnici?

  31. @FermiGas
    La mia posizione è che i test sull’E-Cat non sono né scienza né tecnica.
    Dal basso della mia incompetenza, nelle materie in questione, mi accontento di sostenere che non puo’ essere considerata scienza.
    Infatti, in un report di misura è inammissibile mettere immagini di strumenti fuori scala e poi trarne conclusioni positive.
    Questo e’ stato un errore spettacolare.
    Termografie senza scala di colori e scala di lunghezze sono altrettanto inammissibili.
    Allo stesso modo è inaccettabile leggere errori di elettrotecnica che nemmeno all’istituto tecnico sono tollerati, tanto nel TPR1 quanto confermati nel TPR2.

    Aggiungerei anche conclusioni troppo disinvolte, dipendenti dalle analisi isotopiche, senza adeguate precauzioni (sembrerebbe proprio che non abbiano preso in considerazione l’ipotesi) per assicurarsi che le polveri analizzate fossero effettivamente quelle dichiarate dal produttore dell’apparecchio. Per non parlare della spettacolare concentrazione di Ni-62 nelle “ceneri” — che imporrebbero la trasformazione in quell’isotopo non solo degli altri isotopi del Nichel ma anche quelli di vari altri elementi — su cui non ragionano adeguatamente nelle conclusioni.
    Pero’… tutto questo… ci dice che non e’ tecnica o che e’ tecnica sviluppata in maniera pessima?

  32. @ Sylvie,
    non difendo né attacco il DF, una divisione amministrativa del tutto innocente!
    Neanche io ho nulla da dire sulla “divisione amministrativa” e neppure sui “muri dell’edificio” che la ospita! Quando parlo di DF mi riferisco al suo corpo insegnante. Ovviamente.
    Comunque i tuoi interventi, così come i miei, sono pubblici. Ciascuno dei tuoi lettori si farà la propria idea in merito al tuo atteggiamento nei confronti del DF e di UniBo, soprattutto dopo aver visto la tirata d’orecchi che hai riservato ai loro omologhi padovani, per quella che, rispetto alla trave dei bolognesi, potremmo definire una pagliuzza.
    ma sappiamo che l’uff. stampa non era stato avvisato della demo.
    Penso che siano stati tra i pochi bolognesi a non esserne al corrente e sicuramente gli unici all’interno del DF, dato che la notizia era stata uscita il giorno precedente (13 gennaio 2011) nella cronaca locale del Resto del Carlino. Tuttavia non è stato un problema, in via dell’elettricista il DF era comunque ben rappresentato, anche ai massimi livelli. Si vede che al DF la rassegna stampa ognuno se la fa per conto proprio.
    Nel giro di poche settimane, la notizia è scomparsa dai media.
    E infatti il servizio di Voyager su RAI2, con relativa intervista del Prof. Focardi sottopanciato “Prof. Emerito Univ. Bologna” è andato in onda il 19 marzo 2012, cioè un anno 2 mesi dopo la demo del gennaio 2011! Nel frattempo i media (radio, televisione, giornali, periodici, internet e quant’altro) sono stati costellati di dichiarazioni di diversi membri del DF che proclamavano la loro certezza sulla capacità del dispositivo di generare calore in eccesso.
    Il piezonucleare ci è rimasto per mesi, e Stamina per 2 anni perché erano davvero notizie clamorose.
    La notizia dell’ultima alluvione a Genova di un paio di settimane fa è già scomparsa dai giornali, quindi, secondo il tuo metro di giudizio, nessuno dovrebbe più preoccuparsi di appurare se ci sono state eventuali responsabilità nella mancata messa in sicurezza dei corsi d’acqua!
    Se ha visto i verbali del 2012, sa che anche se sono presenti in 50, su una proposta che riguarda un settore (e non l’intero DF) magari votano in 14, di cui 2 contrari e 4 astenuti – e tutti anonimi.
    A me interessa solo il verbale del Consiglio del 21 aprile 2011. Quel Consiglio non riguardava solo “un settore del DF” e neppure l’”intero DF”, riguardava tutti i cittadini italiani e del mondo a cui i professori di Bologna avevano nel frattempo ripetuto numerose volte su radio, TV, giornali e internet che loro NON AVEVANO ALCUN DUBBIO sulla produzione di kW di calore in eccesso. Ciascun membro del DF che aveva la minima possibilità di parteciparvi, ad esclusione di quelli che ne erano impossibilitati per impegni personali o professionali, avrebbero dovuto sentire il dovere morale di parteciparvi per esprimere la propria opinione, la quale, essendo espressa da docenti di fisica del più quotato Dipartimento italiano, non poteva che essere negativa. La mia è ovviamente un’opinione personale, ma credo che anche il Prof. Pomp e molti suoi colleghi svedesi lo avrebbero fatto, se si fossero trovati nelle medesime circostanze.

    1. Ascoli65,
      la tirata d’orecchi che hai riservato ai loro omologhi padovani
      Ero all’università di Padova. Quando ero all’università di Bologna, tiravo orecchi bolognesi ovviamente.
      il Resto del Carlino
      che leggono in 4 gatti, mentre gli eventi dell’università arrivano per mail a tutti i dipendenti
      al DF la rassegna stampa…
      Non c’è, il DF non ha un ufficio stampa
      l’ultima alluvione a Genova
      Capre e cavoli.
      Voyager
      con “media” intendevo i mezzi di informazione..
      Quel Consiglio non riguardava solo “un settore del DF… riguardava tutti i cittadini italiani e del mondo
      LOL,il 99% degli italiani non avevano mai sentito parlare dell’e-cat e il 99,9999 del mondo non sa cos’è; i prof avevano semmai il dovere morale di non aspettare tre mesi per esprimere un’opinione. Quelli presenti al Consiglio possono pure aver pensato che un test fatto ben avrebbe messo fine a quella storia. Pomp e i suoi colleghi sono stati in circostanze simili visto che Kullander doveva studiare l’e-cat a Uppsala.

  33. Cimpy e Hornbeck
    anzicchè rispondere estesamente ho pensato che fosse meglio evitare commenti prolissi punto per punto. Provo invece a fare un altro “gioco” schematico e riassuntivo.
    Prendiamo in considerazione le due ipotesi esemplificative di “incapacità” e “truffa” partendo da quest’ultima, la più facile. Visto che, se dimostrata, c’è poco da discutere, il problema si sposta al come arrivare a dimostrarla. La strada è tracciata, bisogna aprire un procedimento disciplinare che per essere aperto ha però bisogno di sospetti fondati e soprattutto di atti dimostrabili di violazione del codice etico. Qui le opinioni possono divergere, ma non si dica che Unibo deve intervenire per forza e che se non lo fa sono tutti dei malfattori, sarebbe partire dal presupposto di colpevolezza.
    Il caso dell’incapacità è più complicato. A tutti piacerebbe che i dipendenti pubblici di ogni genere fossero in gamba ed efficienti ma, per farla breve, sostanzialamente non esistono strumenti per intervenire se non in casi estremi. Levi ha deciso di occuparsi di fusione fredda ma, soprattutto, dell’ecat e non c’è modo di impedirlo. Ipotizzare che invece un modo ci debba essere andrebbe troppo pericoosamente vicino ad un controllo sulla ricerca; per quanti sbagli possa fare Levi, per quanto si possa ostinare a perseguire questa strada, non è pensabile.
    Fin qui il possibile disaccordo sulle persone. Poi ci sono le dolenti note sulla gestione del Dipartimento di questa vicenda. Forse io ho le antenne più lunghe grazie alle frequentazioni nel mondo dei negazionisti dei cambiamenti climatici dove la scelta di un sinonimo piuttosto di un altro rischia di scatenare un putiferio. Ma per lo stesso motivo so anche che a volte è meglio lasciar cadere i discorsi e non rinfocolare la polemica. Se c’era un motivo per non proporsi di fare il test, gratis o a pagamento che fosse, questo era il non infilarsi nella tana del leone, dove le regole sono diverse da quelle del mondo scientifico e non ci si sa difendere. Qualcuno, da un lato o dall’altro dello schieramento, li avrebbe sbranati. Ora che comunque li stanno/state sbranando non hanno altra scelta che aspettare, sperando senza altri passi falsi, che passi la tempesta.
    Ultima osservazione e motivo di disaccordo, il caso della mancanza di un Pomp italiano. Ma cosa ha fatto di tanto eccezionale? Non avete mai sentito qualche ricercatore italiano parlare contro la fusione fredda? E allora, Pomp è in corso di beatificazione solo perchè ha parlato del TPR2 e di quelle persone specifiche e viene comodo da citare oggi; è stato anche bravo sul piano della comunicazione ha parlare di doveri e di terza missione anzicchè asetticamente solo di scienza, attenzione alla comunicazione che da noi manca. Per il resto anche da noi la fusione fredda viene ampiamente citata quando si parla di scienza patologica, ve la prendete perchè mancano i nomi e cognomi dei “nostri”? E bisogna ripeterli ad ogni uscita di Rossi o chi per lui? Sono pubblici, chi è interessato li conosce.
    Dopo questo, mi tiro fuori dalla discussione. Di fusione fredda mi interessa poco e sono intervenuto solo perchè mi tremano i polsi a vedere i tiri al bersaglio di convenienza contro le istituzioni scientifiche quando si permettono di agire diversamente dalle proprie aspirazioni. Ai miei occhi, chi se la prende con l’Università di Bologna, con l’intero Dipartimento di Fisica o personalmente e collettivamente con l’intero corpo docente è alla stregua di chi sostiene che il metodo Stamina è stato boicottato dai soliti accademici corporativi e ignoranti. Gli scienziati non sono bravi quando ci danno ragione e dei lestofanti quando ci danno torto.

  34. @Riccardo
    sono intervenuto solo perchè mi tremano i polsi a vedere i tiri al bersaglio di convenienza contro le istituzioni scientifiche quando si permettono di agire diversamente dalle proprie aspirazioni. Ai miei occhi, chi se la prende con l’Università di Bologna, con l’intero Dipartimento di Fisica o personalmente e collettivamente con l’intero corpo docente è alla stregua di chi sostiene che il metodo Stamina è stato boicottato dai soliti accademici corporativi e ignoranti
    E’ tutto vero quel che dici ma c’e’ un ma.
    Dal punto di vista sociologico la vicenda del Dipartimento e’ inquietante. Io conosco personalmente molti di coloro che stati coinvolti e ti assicuro che rimango stupefatto dalla reticenza che hanno di parlare della questione anche in privato.
    Il richiamo fatto all’articolo 33 della costituzione e’ pertinente, ma va specificato che condizione necessaria per la libertà’ dell’arte e della scienza e’ la libertà dell’individuo che li coltiva. Non tutti riescono a liberarsi dalla figura paterna (diciamola così’)

    1. Neutrino,
      immagino, ma con i fisici delle earth sciences, materiali, green energy ecc. ho trovato che critiche e risate non erano affatto reticenti.
      Riccardo,
      per quanti sbagli possa fare Levi
      Il primo sbaglio è stato di scrivere un comunicato stampa e mandarlo agli invitati alla demo, facendo credere che fosse organizzata dal DF. Da tre anni, li fa nel suo tempo libero e l’unico che può obiettare è chi gli affida il lavoro, non UniBo.
      In realtà alcuni prof di Uppsala, Pomp compreso, e il capo del loro DF erano per fare un test alle proprie condizioni e pubblicare i risultati.

  35. @Reitano
    Le assicuro che non volevo tirarla fuori dalla discussione.
    Il suo parere mi interessa anche quando e’ in disaccordo col mio.
    Comunque, piu’ che di “incapacita’” o “truffa”, io mi lamento del fatto che si sia cercato di far passare per “scienza” quello che anche lei definiva “tecnica”. E che si sia (maldestramente, per di piu’) appoggiato — con la propria credibilita’ accademica — una pura e semplice operazione pubblicitaria.
    Ripeto: le mie critiche ai firmatari non sono scientifiche (anche perche’ di scienza proprio non ne ho vista) ma civili. Non so se questo e’ previsto dai codici etici. Ma mi rifiuto di considerare un attacco alla liberta’ della ricerca l’eventuale censurabilita’ di questi comportamenti.
    a volte è meglio lasciar cadere i discorsi e non rinfocolare la polemica. […] Ora che comunque li stanno/state sbranando non hanno altra scelta che aspettare, sperando senza altri passi falsi, che passi la tempesta.
    Si’… ho avuto l’impressione che questo sia stato il ragionamento di chi ha fatto la scelta: profilo basso in attesa che passi la tempesta e il tutto venga dimenticato.
    Non sono pero’ convinto che, sul lungo periodo, sia la scelta piu’ saggia.
    il caso della mancanza di un Pomp italiano. Ma cosa ha fatto di tanto eccezionale? Non avete mai sentito qualche ricercatore italiano parlare contro la fusione fredda? E allora, Pomp è in corso di beatificazione solo perchè ha parlato del TPR2
    E’ proprio questo il punto fondamentale.
    Pomp viene beatificato, anche da me, non perche’ ha parlato (male) del TPR2 ma perche’ ha parlato male del TPR2 *e* perche’ e’ dell’Universita’ di Uppsala.
    Questo ostacola i believers di Rossi — e coloro che appoggiano la sua avventura imprenditoriale — quando provano a dire sull’Universita’ di Uppsala quello che hanno detto dell’Universita’ di Bologna: che l’intera Universita’ riconosceva la validita’ dell’ECat e della Fusione Fredda.
    In assenza di una censura dell’Universita’ di Uppsala per gli estensori locali del TPR2 — che lei riterrebbe un pericoloso attacco alla liberta’ di ricerca — permette di mettere bene in evidenza quello che per lei e per me e’ chiarissimo ma che non lo e’ per nulla per la maggior parte delle persone: la firma dei professori e’ a titolo personale e non a nome e per conto dell’Universita’ di Uppsala nel suo complesso.
    E, comunque, sono d’accordo con lei nel difendere la liberta’ della ricerca.
    Ma non fino al punto di rendere le singole libere ricerche immuni da critiche.

  36. @Neutrino
    Bentornato!
    Si’, io credo che l’unico interessante aspetto scientifico della vicenda sia quello sociologico.

  37. Neutrino
    l’intera comunità nazionale dei nucleari ha un caso ben più eclatante di reticenza a parlar male, Zichichi 😉
    ocasapiens
    se c’è una cosa che forse potrebbe essere imputata a Levi è l’utilizzo improprio del nome e del logo dell’Università. Ma sarebbe un’inezia tale da rendere ridicolo chi la proponesse.

  38. Hornbeck
    “Questo ostacola i believers di Rossi”
    Vedi, è proprio questo il punto. Così come i partigiani della fusione fredda tirano per i capelli l’università per il loro scopo, i partigiani dell’altro schieramento fanno la stessa cosa cercando di usarla a proprio vantaggio. Io da partigiano dell’università vi mando a benedire entrambi 🙂

    1. Riccardo,
      Se Levi non usava il logo, veniva fuori che lavorava a UniBo lo stesso e con le stesse conseguenze, mi sa.
      A proposito del com. stampa aggiungo che il prorettore, la capa dell’uff. stampa e il capo del DF hanno smentito più volte che fosse stato emesso dall’università o dal DF, confermando così che era un falso. Su questo “uso improprio” ho sbranato Levi e lo rifarei – prima di sbranarmi, mettiti nei panni di una cronista…
      Zichichi: be’, le critiche non gli sono mancate, ma non hanno avuto effetto.
      E.K. Hornbeck
      ostacola i believers di Rossi
      Temo di no, believers e non citano tuttora MIT, NASA ecc.
      Neutrino,
      Big Science
      Se ti interessa la sociologia, i padri ecc., un giorno che hai tempo, da un’occhiata alla rivolta dei neuroscienziati contro lo Human Brain Project europeo.

  39. @Oca
    In termini di indipendenza scientifica e, purtroppo, a volte anche in termini di capacita’ intellettuali le alte energie’ hanno pagato molto il cambio di paradigma organizzativo imposto dalla Big-Science. La non adeguatezza dell’attuale struttura apicale (Ordinari e Dirigenti di Ricerca) e’ una banale conseguenza di un sistema che ha privileggiato la fidelizzazione ad una linea di ricerca ed ad un gruppo sociologico rispetto l’originalita’ scientifica. La faccia non buona della medaglia con il bosone di Higgs sull’altra.

  40. ocasapiens
    tranquilla che non proverò a sbranarti, sarebbe quasi un suicidio 😀
    Scherzi a parte, Levi andava ripreso e certamente una cronista (a caso) ha fatto bene a riprenderlo. Intendevo solo che passi per Al Capone fermato da un’evasione fiscale ma sarebbe ridicolo usare formalmente quest’arma per zittire Levi.

  41. Che ha fatto il Pomp?
    Un Pomp da Bologna – anche solo che protestasse per come era stato vilipeso il metodo scientifico- avrebbe giovato alla ricerca (anche libera) più di qualsiasi silenzio.
    Poi per le frodi e simili, non è certo l’Università che deve intervenire fattivamente (al di là di dissociarsi dalle medesime, ovvio), ma se Nel 2010 le cose fossero state affrontate seriamente, tutta questa vicenda sarebbe finita nel giro di 3 / 6 mesi per davvero, comunque avesse avuto da finire. Certo, è comprensibile che la maggioranza preferisca rimanere sottotraccia – d’altronde, anche in quel della Svezia, non è che a Uppsala ci siano folle di docenti in piazza contro i 4 o 5 di quel posto…

  42. @ E.K.Hornbeck,
    E’ proprio questo il punto fondamentale. Pomp viene beatificato, anche da me, non perche’ ha parlato (male) del TPR2 ma perche’ ha parlato male del TPR2 *e* perche’ e’ dell’Universita’ di Uppsala. Questo ostacola i believers di Rossi …
    Ben detto. Le critiche provenienti dall’interno di una delle università che vengono strumentalmente utilizzate, non dai believers ma da chi li manovra, per sostenere l’ecat costituisce uno dei principali ostacoli al dispiegamento completo della propaganda sui media principali.
    Tuttavia, entrando nel merito, non sono quelle di Pomp le critiche più temute. Quelle di Pomp riguardano aspetti nucleari, cioè il presunto meccanismo all’origine del fenomeno. Queste critiche non hanno mai dato un grosso fastidio, anzi fanno comodo, perchè giustificano gli approfondimenti scientifici e gli studi sul cosiddetto “effetto Rossi” e quindi consentono di protrarlo indefinitamente nel tempo. Sappiamo che Rossi stesso ha cambiato più volte opinione sugli ipotetici meccanismi che farebbero funzionare il suo coso. Su Vortex ci sono persone capaci di sfornare una teoria diversa alla settimana. Ciò che dà veramente fastidio a Rossi, e quindi a chi lo manovra, sono le critiche alla calorimetria. Se sparisce il calore in eccesso i suoi aggeggi diventano di colpo agli occhi di tutto quello che in realtà sono, cioè delle resistenze elettriche con intorno qualcosa, che varia di volta in volta.
    Per rendersene conto basta vedere come Rossi abbia reagito diversamente alle critiche di Pomp e a quelle di Raman. Nella risposta alle critiche di Pomp e colleghi di Uppsala, che erano state segnalate sul JoNP da Branzell (1), Rossi ha mantenuto un certo fair-play. Ovviamente ha difeso le sue posizioni, ma sulle critiche mosse alla composizione isotopica delle ceneri ha replicato con un interlocutorio: “I AGREE ON THE FACT THAT THE RESULTS ARE DIFFICULT TO RECONCILE, AND WE ARE STUDYING ON THIS”. Relativamente alle critiche di Raman (Giancarlo per noi), Rossi non ha neppure atteso che qualcuno gliele segnalasse su JoNP, è partito di sua iniziativa all’attacco a testa bassa (2): “This Raman, proclaiming himself a high level expert, writes that from the data of the report the conductivity of the cables of the resistance does not respect the Ohm’s Law, therefore all the E-Cat stuff is rubbish.”
    La differenza tra Pomp e Raman è che quest’ultimo aveva messo il dito nella vera marmellata: l’eccesso di energia. Infatti nelle sua replica a Pomp&Co. sopra segnalate Rossi aggiunge: “THESE SCIENTISTS FORGET THAT IT HAS BEEN MEASURED AN EXCESS OF ENERGY NOT RECONCILIABLE WITH ANY CHEMICAL REACTION.“ Quindi l’eccesso di energia NON DEVE essere messo in dubbio, ma solo spiegato: “SUCH AN EXCESS OF ENERGY, MEASURED IN A LONG PERIOD ( MORE THAN 1 000 HOURS STRAIGHT) NEEDS AN EXPLICATION TOO, THAT DOES NOT RECONCILE WITH ANY CHEMICAL REACTION.”
    E’ esattamente ciò che hanno fatto i fisici di Bologna, non solo Levi, fin dall’inizio: dal Focardi del 2007, a tutti quelli che hanno visto kW in eccesso nel 2011, senza MAI metterli in dubbio. Ovviamente il testimonial di punta è stato ed è tuttora Levi, che li ha certificati nel report calorimetrico del 2011 (una sorta di TPR0), nel TPR1 del 2013 e nel recente TPR2. Levi garantisce l’eccesso di calore apponendo sui suoi documenti il sigillo della “Bologna University”. E il DF e l’UniBo glielo lascia fare. In pratica gli viene concesso una sorta di franchising anomalo, in cui chi sfrutta il marchio non paga, ma viene pagato dal detentore del marchio stesso (che non è l’UniBo, ma tutti noi, perchè quel marchio è un asset dell’intero Paese). A sua volta Levi lo mette a disposizione di Rossi, gratuitamente o dietro un compenso (sarebbe interessante saperlo, visto che il marchio è nostro), e infine l’”organizzazione” lo gestisce ed utilizza per una martellante propaganda su scala mondiale.
    Perchè, come molti ormai si saranno resi conto, la vicenda dell’ecat non è scienza e neppure tecnica, è pura propaganda. E un vero scienziato, cioè un partigiano della Scienza (non dell’Università, caro Reitano), dovrebbe essere una persona per cui “scienza” deve far rima innanzitutto, nei limiti delle umane possibilità, con “verità”, e pertanto dovrebbe pretendere che nessuno, a cominciare dai propri colleghi, accetti di umiliarla truccando le carte. Come per l’appunto fa Pomp.
    (1) http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=861&cpage=5#comment-1009720
    (2) http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=861&cpage=4#comment-1009467

  43. Ascoli65
    polemica sterile, parlavo di partigiani che tirano l’università da un lato e dall’altro e per analogia mi sono dichiarato partigiano di quest’ultima.

  44. Raman ha ricevuto le attenzioni di Rossi perché ha svelato il trucco elettrico prima che Rossi fosse pronto con un nuovo spettacolo. Non che la faccenda del Ni62 non meriti, ma per ottenere lo stesso effetto si sarebbe dovuto pizzicare il corriere che consegnava quella sostanza al mago il giorno precedente allo show. Allora sì che Rossi avrebbe sbraitato…
    Lascerei l’Università anzitutto all’Università – semmai patrimonio dell’umanità è la Scienza, e insisto pure che, oggi come oggi, prestigiatori e uomini di spettacolo in generale potrebbero avere un impatto più significativo della discesa in campo del Gotha stesso della Scienza, per quanto anche due parole da parte di quel Gotha non guasterebbero, insieme ad una modifica delle leggi sugli imbroglioni….

  45. @Reitano
    Se la ritiene una benemerenza civica, posso mettermi a parlar male anche di Zichichi. Non c’e’ problema: sono un critico ad ampio spettro.
    Così come i partigiani della fusione fredda tirano per i capelli l’università per il loro scopo, i partigiani dell’altro schieramento fanno la stessa cosa cercando di usarla a proprio vantaggio.
    L’Universita’ di Bologna avrebbe dovuto imparare la lezione che Woody Allen ci da in “Bananas”: gli agenti della CIA, per essere sicuri di non sbagliare, si schierano in parte col governo e in parte coi ribelli.
    UniBo si e’ lasciata tirare per i capelli, senza quasi reagire, dall’altro schieramento e, noi, ci ha lasciato con un parrucchino in mano.
    Io da partigiano dell’università vi mando a benedire entrambi 🙂
    Io ci andrei anche a farmi benedire (si sa mai… chi sono io per escludere che possa tornare utile), ma ho paura che il sacerdote (venendo a sapere quanto sono anticlericale) cerchi di trasformare la cosa in un esorcismo.
    Poi sa… i sacerdoti, in Italia, sono alquanto anziani… non vorrei essere responsabile di uno scompenso cardiaco.

  46. @ Riccardo Reitano,
    … parlavo di partigiani che tirano l’università da un lato e dall’altro e per analogia mi sono dichiarato partigiano di quest’ultima.
    Non mi pare che sia così. Ho riletto il tuo precedente commento. Tu riduci la controversia sulla FF ad uno scontro tra due fazioni: i partigiani della FF e gli altri che ne contestano la realtà. A questo punto tu, proclamandoti “partigiano dell’Università”, ti chiami fuori dalla disputa, hai scritto: “vi mando a benedire entrambi”. Non mi pare affatto un comportamento da un uomo di scienza.
    La FF è stata sbandierata ai 4 venti da professori universitari. Prima F&P, poi, per quanto riguarda la filiera Ni-H in cui rientra l’ecat, Focardi e Piantelli, infine il DF di Bologna che fa da corona ai marchingegni di Rossi. Tutti a raccogliere gli applausi e gli onori tributati agli eroi salvatori del genere umano. Poi, quando si tratta di rendere conto all’opinione pubblica della fondatezza delle proprie vanterie, cosa si fa? Si tace, si fa il pesce in barile? Si aspetta che passi ‘a nuttata?
    Tu sei intervenuto qui proclamando i sacri diritti della libertà di ricerca. Ma insieme ai diritti ci sono anche i doveri e le responsabilità. Tu sei pure un professore di fisica, non puoi far finta di niente di fronte a quanto è successo al DF di Bologna. Prima di intervenire avresti il dovere di documentarti come si deve e di capire le circostanze del contendere. L’hai capito almeno che cosa ha combinato Levi il 14 gennaio 2011 sotto gli occhi dei suoi 2 direttori? Guarda che non è difficile, è in grado di capirlo anche uno studente di fisica.

  47. Però per la parte che direttamente gli compete come fisico, Reitano si è espresso chiaramente circa l’invenzione di Rossi.
    E’ andare a prendere Levi (o altri) per le orecchie che non gli va a genio, mi pare. In effetti non so se sia davvero suo compito, e anche per questo sollecito più volentieri un intervento sbufalante l’invenzione come misurata e pesata finora che non gli attori di quelle misure in sé: sarebbe comunque una restituzione di dignità al modo di fare ricerca o test, alla fisica e anche alle Università dove si insegna…

  48. Ascoli65
    la discussione con te l’avevo conclusa nel mio commento il 23 ottobre alle 23:35. Forse che da uomo di scienza non mi è lecito farlo e dovrei stare a discutere all’infinito con tutti quelli che passano per il blog e di qualunque argomento di fisica finchè non si ritengono soddisfatti? Personalmente in qualità o meno di uomo di scienza parlo finchè ho qualcosa da dire e trovo del tutto arbitrario da parte tua tacciarlo di comportamento non da uomo di scienza.
    Ed è sempre per questo che mi accusi di far finta di niente anche se, a ben guardare, mi sono espresso abbastanza chiaramente? (Grazie Cimpy per averlo notato).
    Ancora, mi sono documentato quanto ho ritenuto sufficiente a formarmi un’idea e non è certo l’essere arrivato a conclusioni diverse dalle tue che ti può far dire che non è stato abbastanza. Le tue conclusioni non sono la Verità a cui si deve giungere inesorabilmente.
    Rilevo infine che hai il dubbio che io non abbia capito una cosa che può capire anche uno studente, per la seconda volta tiri in ballo la mia professionalità. Sulla volgarità di queste insinuazioni e su questo modo di (non) discutere preferisco evitare ogni ulteriore commento.
    Nel mio “commento di chiusura” di due giorni fa ho parlato di assolutismo di giudizio e attacchi sconsiderati, ma si parlava di questioni ampie. Ora li hai indirizzati anche contro di me personalmente e mi hai costretto ad intervenire nuovamente mio malgrado. Sei certamente libero di non usarmi questa cortesia ma ti chiedo di evitare di alzare ulteriormente il tono per costringermi ad intervenire.

  49. @Ascoli65
    non sono quelle di Pomp le critiche più temute. Quelle di Pomp riguardano aspetti nucleari, cioè il presunto meccanismo all’origine del fenomeno. Queste critiche non hanno mai dato un grosso fastidio, anzi fanno comodo, perchè giustificano gli approfondimenti scientifici e gli studi sul cosiddetto “effetto Rossi” e quindi consentono di protrarlo indefinitamente nel tempo
    Non saprei.
    Puo’ darsi che sia cosi’.
    Ma non dimenticare che Rossi e’ stato in grado — per applicare la legge di Stefan-Boltzmann — di prendere la temperatura dell’apparecchio, misurata in gradi Celsius, di sottrarre la temperatura dell’ambiente, ancora misurata in gradi Celsius, e quindi di aggiungere 273 alla differenza.
    Da una persona del genere, ci si puo’ aspettare di tutto.
    Non so se e’ in grado di fare i ragionamenti cosi’ raffinati che gli attribuisci.

  50. @Ascoli65
    [rivolto a Reitano] A questo punto tu, proclamandoti “partigiano dell’Università”, ti chiami fuori dalla disputa, hai scritto: “vi mando a benedire entrambi”. Non mi pare affatto un comportamento da un uomo di scienza.
    Stava scherzando!
    Non e’ obbligatorio riderne e neppure rispondere a tono (scherzosamente).
    Ma almeno tieni conto del fatto che stava scherzando.
    [rivolto a Reitano] Tu sei pure un professore di fisica, non puoi far finta di niente di fronte a quanto è successo al DF di Bologna. Prima di intervenire avresti il dovere di documentarti come si deve e di capire le circostanze del contendere.
    Adesso non esageriamo.
    E’ vero; ci sono diritti e doveri.
    Ma i doveri che attribuisci a Reitano sono assolutamente arbitrari e irragionevoli.
    Reitano e’ un fisico. Il suo dovere e’ fare della buona fisica. Punto. Lui non e’ ne’ il badante ne’ l’inquisitore degli altri fisici. Se vuole criticare Levi e compagnia insieme a noi, e’ il benvenuto, ma certo non e’ un dovere derivante dal fatto di essere un fisico.
    Reitano e’ un professore di fisica. Il suo dovere e’ insegnare bene ai suoi studenti. Punto. Si spera che i suoi studenti siano abbastanza bravi da arrivare a capire da soli che l’ECat e’ una pia illusione ma il dovere di Reitano, al piu’, e’ quello di stimolare il loro spirito critico; non di fare una crociata contro Levi.
    Ognuno di noi ha le sue ossessioni, ma non puoi pretendere che le tue ossessioni siano condivise dagli altri. E non puoi pretendere che sia un *dovere* condividerle.

    1. Ascoli65,
      Comunque i tuoi interventi, così come i miei, sono pubblici.
      Si vede che lei è molto famoso. Capita spesso che i miei interventi non siano messi in rete.
      Hai rifilato loro la ramanzina
      No, ho rifilato una domanda al presente, non al passato, e su una rivista di patafisica, non sull’e-cat. L’unico docente che la legge ogni tanto ne ha parlato con il prof. Carnera che ha pure risposto.
      Levi garantisce l’eccesso di calore apponendo sui suoi documenti il sigillo della “Bologna University”
      No, lo ha apposto (passato) nel gennaio 2011. Nel frattempo Unibo ha dichiarato pubblicamente di non avere più rapporti con Rossi; “sigilli” e “marchi” sono stati quelli di Elforsk et al tra cui la Real Accademia delle Scienze – questa sì che è una bella corona.
      E il DF e l’UniBo glielo lascia fare
      No, lasciano che si firmi con la propria affiliazione e non possono fare diversamente: è vera e pubblica.
      l’”organizzazione” lo gestisce ed utilizza per una martellante propaganda su scala mondiale.
      Grazie anche al suo contributo.
      Non saprei dirti quale altro tipo di incapacità occorra per prestarsi ad illudere in mondovisione milioni di persone che quell’affare avrebbe risolto i problemi energetici dell’umanità.
      Milioni nel senso di poche migliaia.
      Spero ce lo dica il MIUR, possibilmente prima che dell’imbroglio se ne accorga per conto suo anche l’ultimo illuso rimasto sulla Terra
      Penso di no per due motivi: gli illusi ci sono sempre e un ufficio del MIUR ha chiesto all’INFN
      un parere scientifico sul fenomeno della “fusione fredda”
      in riferimento a
      International Conference on Cold Fusion – ICCF19 (Venezia, 15-25 marzo 2105)
      Cimpy,
      Tipo che poi ti taglio i fondi al DF tutto, a prescindere, “così t’impari”
      I fondi si tagliano già a prescindere, comunque il rischio c’è anche secondo me. Per questo trovo tremendo voler discreditare tutto il DF. Ma cosa può fare? Finora ogni dichiarazione di UniBo è stata inutile: i trubì fan finta di nulla, certi unbì la ritengono comunque insufficiente e riparte il battage che collega UniBo a Rossi.
      Ascoli65 e Cimpy
      Pomp ha fatto bene, ma la situazione in Svezia è molto diversa: i TPR sono stati commissionati da un ente pubblico anche a colleghi suoi e almeno Ny Teknik ne ha parlato. Qui nessun giornale ne ha informato la “cittadinanza”, a parte Oggi Scienza nel Parco delle Bufale.

  51. Hornbeck
    scusami l’OT prendendo a spunto il tuo commento.
    Visto che non sta a me dire se insegno bene o male, il mio dovere non è di farlo bene ma di farlo al mio meglio. Ciò significa che potrebbe non essere abbastanza e che è necessario fare ulteriori sforzi. Ogni anno vengono distribuiti agli studenti dei questionari anonimi e a ogni singolo docente viene restituito il loro parere (in forma aggregata) per aiutarci a capire a che punto siamo. Personalmente, durante la prima lezione spiego agli studenti le scelte che ho fatto su come tenere il corso e li invito alla fine a dare il loro parere ed eventuali consigli su come modificarlo. Forse qualcuno si sorprenderà ma le critiche arrivano (sono ragazzi grandi, ultimo anno della Magistrale) e, cosa ancora più interessante per me, spesso si apre un dibattitto fra gli studenti con opinioni diverse. A volte vengono a sottopormi il modo di affrontare un argomento tratto da un testo diverso da quelli che utilizzo e insieme ne confrontiamo pregi e difetti; anche questo è prezioso e stimolante.
    Racconto questa cosa perchè ho l’impressione che non molti siano a conoscenza del lavoro che facciamo, più o meno con successo, e anche per far comprendere che sulla didattica ciò che a noi interessa di più sono i giudizi degli studenti e i successi dei nostri ex-studenti (anche questi monitorati) che non gli sproloqui sulla qualità che si leggono in giro.
    Nella tua frase “dovere di Reitano, al piu’, e’ quello di stimolare il loro spirito critico” puoi senz’altro togliere “al più”. E lo spirito critico di cui si parla non è nei confronti dei media o dei blog, dell’ecat di Rossi o dei report di Levi, ma della stessa letteratura scientifica (di qualità ben superiore se mi consenti) a cui attingiamo noi e attingeranno loro.

  52. @| Riccardo Reitano,
    Forse che da uomo di scienza non mi è lecito farlo e dovrei stare a discutere all’infinito con tutti quelli che passano per il blog e di qualunque argomento di fisica finchè non si ritengono soddisfatti?
    Guarda che nella discussione che era in corso tra me e Sylvie ti ci sei infilato tu. Nulla di male. Le discussioni sono aperte a chiunque abbia qualcosa da dire. Ma tu lo hai fatto per ben 2 volte (26ott, 22:05 e 27ott, 22:45) entrando subito a gamba tesa e alle spalle, senza neppure indirizzarmi i commenti che si riferivano chiaramente alle mie posizioni, con frasi come queste: “Il trucco di nominare l’intero Ente al posto del singolo lo fa chi è alla disperata ricerca di una credibilità che non ha”, oppure “il tirare in ballo un intero Dipartimento di Fisica perchè non ha censurato dei suoi ricercatori è ai miei occhi un’operazione, lasciatemelo dire, squisitamente populista e reazionaria.”.
    Da una parte hai criticato Pomp perchè aveva espresso il dovere civico di intervenire pubblicamente per informare i propri concittadini delle posizioni errate dei propri colleghi. Dall’altra hai tirato in ballo il Codice Etico e la Costituzione per difendere il pieno diritto dei ricercatori italiani a sbagliare (“sbagliare è scienza” hai detto).
    Beh, io a farmi prendere in giro dai ricercatori pubblici italiani che mi raccontano le favole della FF non ci sto. Mi è sembrato giusto a quel punto replicare ai tuoi interventi (28ott, 17:39) e credo di averlo fatto con un tono più pacato e conciliante del tuo.
    Personalmente in qualità o meno di uomo di scienza parlo finchè ho qualcosa da dire e trovo del tutto arbitrario da parte tua tacciarlo di comportamento non da uomo di scienza.
    Anch’io parlo quanto mi pare ed esprimo le mie opinioni. Per me un vero uomo di scienza è uno come Pomp che denuncia pubblicamente il comportamento antiscientifico dei suoi colleghi, rendendosi nel contempo disponibile a spiegare nel suo blog le ragioni della sua critica. Non considero affatto scientifico il comportamento di chi invece vuole difendere corporativamente gli errori dei propri colleghi pretendendo di zittire i cittadini che chiedono chiarimenti sui risultati prodigiosi propinati loro dai ricercatori pubblici.
    Ed è sempre per questo che mi accusi di far finta di niente anche se, a ben guardare, mi sono espresso abbastanza chiaramente?
    Abbastanza chiaramente? Non direi proprio. Il 28ott alle 20:13 dici che “ampia ricerca ed esplorazione intellettuale include la fusione fredda”. Il 29ott alle 14:51 in relazione allo sciagurato contratto tra UniBo e Rossi ribadisci: “avremmo dovuto auspicare che fosse andato avanti”. Meno di 24 ore dopo (30ott, 10:24) arriva la tua rettifica: “l’esistenza del fenomeno non è stata dimostrata, fino a prova contraria non esiste e, di più, al momento non abbiamo motivo di pensare che esista”. Alla sera (30ott, 23:57) ammetti che se “Levi ha deciso di occuparsi di fusione fredda ma, soprattutto, dell’ecat e non c’è modo di impedirlo” e riconosci “le dolenti note sulla gestione del Dipartimento di questa vicenda”. A me sembra un atteggiamento a dir poco ondivago.
    mi sono documentato quanto ho ritenuto sufficiente a formarmi un’idea e non è certo l’essere arrivato a conclusioni diverse dalle tue
    Bene, mi fa piacere che tu ti sia formato un’idea, soprattutto perchè è quella di un professore universitario di fisica e quindi ha un suo peso. Ci sarebbero anche dei buoni motivi per rallegrarsi che tu sia arrivato a conclusioni diverse dalle mie. Quindi per te il 14 gennaio 2011 i tuoi colleghi di Bologna hanno misurato correttamente la produzione di 12 kW in uscita dall’ecat a fronte del singolo kW assorbito dalle resistenze?
    Le tue conclusioni non sono la Verità a cui si deve giungere inesorabilmente.
    Su questo ti do pienamente ragione. Ci mancherebbe altro che sia inesorabile giungere alla “mia” Verità.. Il problema però è che per ora l’unica Verità disponibile per l’opinione pubblica e i sui rappresentanti politici è quella contenuta in un report di UniBo in cui si dice che un aggeggio avvolto in bambagia e stagnola ha generato 12 kW a fronte dell’unico kW assorbito.
    Mi sarebbe piaciuto molto che il DF avesse chiarito meglio questa Verità, o che in sua vece l’avesse fatto UniBo nominando una commissione di suoi esperti in termotecnica (magari di un altro dipartimento), oppure che il MIUR avesse risposto alle interrogazioni dei Parlamentari e ci avesse fatto conoscere la Verità cui sarebbe giunto il Comitato Scientifico nominato proprio a questo scopo. Ma purtroppo, a parte Levi (griffato UniBo), nessun altro ha reso nota la sua autorevole Verità e quindi devo necessariamente scegliere tra la “sua” e la “mia”. E scelgo la “mia”.
    Comunque, visto che tu sei un professore di fisica, se vorrai gentilmente mettermi a conoscenza della “tua” Verità sulla demo del 14 gennaio 2011, sarò lieto di prenderla seriamente in considerazione e di rimettere in discussione la “mia”.
    Rilevo infine che hai il dubbio che io non abbia capito una cosa che può capire anche uno studente, per la seconda volta tiri in ballo la mia professionalità.
    Ti sbagli. Sei tu che metti in dubbio la conoscenza e quindi la professionalità dei tuoi colleghi, dicendo (28ott, 20:13): “ Fino a prova contraria mi attengo al famoso detto che consiglia di non attribuire a malafede quanto può essere spiegato con la semplice ignoranza.” Io ti avevo replicato che escludevo la seconda opzione. Questo perchè ritengo, forse troppo ingenuamente, che essere professori di fisica vuol dire essere “competenti” in fisica, per lo meno per quelle nozioni elementari necessarie a capire da dove scaturisce in realtà il calore in eccesso vantato dai fisici bolognesi. Io escludo che per cose del genere ci si possa appellare all’”ignoranza”. Questo vale per i tuoi colleghi di Bologna, come per tutti gli altri professori italiani di fisica, te compreso. Il mio era un modo per sottolineare che non ci vuole molto a capire cosa sia successo nella demo di Bologna, basta trovare il tempo per informarsi adeguatamente.
    Nel mio “commento di chiusura” di due giorni fa ho parlato di assolutismo di giudizio e attacchi sconsiderati, ma si parlava di questioni ampie. Ora li hai indirizzati anche contro di me. personalmente …
    Ah sì? Sarei io ad indirizzare i giudizi “ad personam”? Sei bravo a rivoltare le frittate! Nel tuo commento di chiusura (29ott, 23:25), scrivi “il tuo assolutismo di giudizio ti fa perdere il contatto con la realtà” e continui con “Parli … Trovi … Parli … Parli … a tuo giudizio … hai voglia … invochi … non ti renda conto …”. Tutte espressioni in 2a persona singolare.
    Ma tu lo sai dove sta di casa la coerenza?

  53. @ E.K.Hornbeck,
    Ma non dimenticare che Rossi e’ stato in grado … Da una persona del genere, ci si puo’ aspettare di tutto. Non so se e’ in grado di fare i ragionamenti cosi’ raffinati che gli attribuisci.
    Non era questo il senso del mio intervento. Io da Rossi non mi aspetto nulla, men che meno delle verità, di nessuna natura. Come hai giustamente detto da lui ci si può aspettare di tutto, ed è pure giustificato, soprattutto da coloro che gli credono, perchè interpretando il ruolo dell’inventore avrebbe l’esigenza e pure il diritto di difendere con ogni mezzo i suoi interessi, compreso il ricorso a qualsiasi depistaggio.
    Nonostante ciò alcune affermazioni di Rossi sono molto interessanti, ma vanno interpretate inquadrandole nel giusto scenario. Nel mio intervento precedente avevo fatto notare come le reazioni più scomposte le ha avute nei confronti di chi minava la credibilità dell’eccesso di calore e non di chi contestava le analisi isotopiche, cioè la parte nucleare dei risultati. Avevo fatto notare come questo atteggiamento fosse identico a quello dei vari (molti) professori del DF di Bologna che nel 2011 hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche in cui esprimevano la propria assoluta convinzione circa l’esistenza dell’”eccesso di calore”, ma si mostravano aperti a prendere in considerazione qualsiasi altra teoria alternativa a quella avanzata dal loro emerito prof. Focardi per spiegarne l’origine. L’importante era giustificare il motivo per cui 5 di loro avrebbero impiegato i due anni successivi a studiare l’origine di quell’indiscusso eccesso di calore. Questa non è scienza, è abuso della credulità popolare.
    Se Rossi ha il seguito che ha ciò e dovuto unicamente al fatto che i fisici bolognesi hanno messo a sua completa disposizione la reputazione dell’UniBo.

  54. @ E.K.Hornbeck,
    [a proposito di Reitano]
    Ma almeno tieni conto del fatto che stava scherzando.
    Va bene, terrò conto dalle faccine, e non darà peso alle frasi che le precedono. Ma a tutto il resto sì.
    Reitano e’ un fisico. Il suo dovere e’ fare della buona fisica. Punto. Lui non e’ ne’ il badante ne’ l’inquisitore degli altri fisici.
    E allora faccia anche a meno di ergersi a loro difensore di ufficio, dando del “populista e reazionario” a chi chiede ragione dei risultati proclamati dai suoi colleghi o criticando Pomp perchè sente il dovere civico di biasimare l’operato dei suoi colleghi. Nessuno lo ha obbligato ad intervenire. Se vuole farlo è benvenuto, ma in tal caso mi aspetterei che lo faccia dimostrando la conoscenza di questi clamorosi fatti che ci si aspetta da un professore universitario di fisica.
    i suoi studenti siano abbastanza bravi da arrivare a capire da soli che l’ECat e’ una pia illusione
    Lo hanno capito da soli anche molti semplici italiani. Non è una buona notizia per il sistema universitario e della ricerca italiano, che prima li ha illusi e poi li ha lasciati da soli ad arrangiarsi per capire come stanno le cose. Credo che molti italiani, non solo io, abbiano perso la fiducia in quel sistema.
    il dovere di Reitano, al piu’, e’ quello di stimolare il loro spirito critico;
    Ecco, bravo, buona idea. Io proporrei che tutti i corsi di Laboratorio di Fisica, dai licei alle università, prevedano la proiezione dei 3 filmati della demo di Bologna del 14 gennaio 2011 e che venga poi chiesto agli studenti di adoperare il loro spirito critico per spiegarsi da dove viene fuori l’eccesso di calore certificato dai professori lì presenti. Ci sarebbero buoni ed abbondanti spunti per parlare, oltre che di alcuni interessanti argomenti di fisica di base, anche di giornalismo, di finanza, di economia, di politica, di sociologia, ecc. Credo che sia un’ottima occasione di formazione dei nostri futuri ricercatori, un modo per recuperare a qualcosa di utile i soldi pubblici spesi sulla FF.

  55. ” proporrei che tutti i corsi di Laboratorio di Fisica, dai licei alle università, prevedano la proiezione dei 3 filmati della demo di Bologna del 14 gennaio 2011 e che venga poi chiesto agli studenti di adoperare il loro spirito critico per spiegarsi da dove viene fuori l’eccesso di calore certificato dai professori lì presenti”
    Mi piace anche, ma forse è meglio insegnare anche altro, no? Al limite vedrei meglio quell’esercizio in scuole di prestigiatori o di acchiappafurbi… di passaggio: Levi ha mentito/imbrogliato/barato? Per me non ci sono dubbi. Ma un (per dire) Reitano può dire una cosa del genere? No, e non solo perché, a differenza mia, non è precisamente un tifoso del C.P. 640 e quindi non solo gli resterebbe il dubbio dello svarione (dovuto, ad esempio ma non solo, ad incompetenza), ma non potrebbe nemmeno escludere che Levi abbia fatto del suo meglio ma qualcun altro sia stato più furbo. Non è ondivago, tiene separati i due aspetti “E Cat fondente” e “caratura di Levi “. Nel suo, non gli si può dare torto.
    Poi noialtri possiamo continuare a ricordare che chi (e non necessariamente era solo Levi) ha voluto sostenere di aver misurato il titolo di un vapore con un termometro spacciandolo per igronometro (comunque non idoneo) ha mentito due volte.
    Ma quella menzogna -ove si dimostrasse che il proponente ne abbia avuto un vantaggio con corrispondente impoverinento di qualcuno che ci avesse creduto – sarebbe di competenza della Magistratura (e non dell’Università).
    In alternativa, ogni sito che proponesse (per dire) la fola delle scie chimiche dovrebbe essere pesantemente atraccato dai prof di chi quelle fole ha scritto in quei siti : a me farebbe solo piacere, ma non credo sia fattivamente applicabile.
    Poi, se qualcuno un banner (anche piccino) nella home di UniBo lo volesse mettere, noialtri mica si protesta, ovvio.
    Altrettanto ovvio che noi non si molla e si insiste anche se non ci rispondono/ci mandano (simpaticamente) a farci benedire: d’altronde noi siamo certi non solo che il trucco c’è, ma pure che Rossi non lo ha messo in atto da solo – e non ci si schioda da questa idea, come pure da quella che non possa essere davvero così tanto tordo da aver semplicemente sbagliato per un banale errore (per quanto sempre possibile).
    Forza Pomp!
    E aggiungo un saluto agli affiliati miagolanti: Chicchirichì!!

  56. @Reitano
    Ha ragione.
    Il suo dovere — in quanto professore — e’ quello di insegnare al meglio che le riesce; non semplicemente bene.
    E anche “al piu'” e’ superfluo (ma era inserito in contrapposizione alla crociata contro Levi).
    Non mi sorprende quanto ci dice sull’insegnamento, sui questionari di valutazione e sullo spirito critico dei giovani universitari.
    E non mi sorprende neppure il desiderio di continuare a migliorarsi che esprime: ho conosciuto vari professori e so che molti di voi si impegnano in maniera ammirevole. Non tutti purtroppo (ne ho conosciuti anche di scadenti, a volte anche molto) ma la media mi sembra alquanto buona.

  57. @Ascoli65
    Non era questo il senso del mio intervento.
    Avevo capito il senso del tuo intervento.
    Il senso del mio era: puo’ essere, ma vista l’estrema inconsistenza del personaggio, gli stai attribuendo una scaltrezza che potrebbe costituire una forte sovrastima delle sue capacita’.
    E allora [Reitano] faccia anche a meno di ergersi a loro difensore di ufficio, dando del “populista e reazionario” a chi chiede ragione dei risultati proclamati dai suoi colleghi
    Veramente non mi sembra che Reitano si sia eretto a “difensore di ufficio” di Focardi, Levi e C.; o, se l’ha fatto, l’ha fatto su questioni che riguardavano anche lui stesso.
    Se hai notato, ha confermato una mia accusa che — secondo me, ma e’ una delle *mie* ossessioni e potrei sbagliare — e’ estremamente pensante: i documenti prodotti nella vicenda ECat non sono classificabili come scienza.
    Io credo che, se stesse difendendo Levi, dovrebbe essere licenziato per incompetenza.
    Quello che difende — magari capisco male e lui mi corregge — sono il Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna, in quanto istituzione, e, piu’ genericamente, la liberta’ di ricerca (compresa la sua).
    E sono perfettamente d’accordo con lui (ufficio o non ufficio): tu continui ad attribuire all’intero Dipartimento delle colpe sono invece di singoli e le idee che sottostanno alle tue attribuzioni di “doveri” — se avessero un seguito — sarebbero estremamente pericolose per la liberta’ di ricerca.
    E non vedo perche’ *lui* dovrebbe dare conto dei “risultati proclamati dai sui colleghi”. Ribadisco: non e’ ne’ il badante ne’ l’inquisitore della comunita’ dei fisici..
    Anzi, riguarda cosa hai scritto a me: “il sistema universitario e della ricerca italiano, che prima li ha illusi e poi li ha lasciati da soli ad arrangiarsi per capire come stanno le cose”.
    Qui vai oltre: non estendi piu’, le colpe di singoli, al solo Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna; ora le estendi all’intero “sistema universitario e della ricerca italiano”. Reitano, e altri lettori di questo blog, compresi.
    Qui non e’ difesa di ufficio di Levi e C.; ora Reitano ha tutti i motivi per essere irritato da un’accusa immotivata rivolta a lui stesso.
    Io proporrei che tutti i corsi di Laboratorio di Fisica, dai licei alle università, prevedano la proiezione dei 3 filmati della demo di Bologna del 14 gennaio 2011 e che venga poi chiesto agli studenti di adoperare il loro spirito critico per spiegarsi da dove viene fuori l’eccesso di calore certificato dai professori lì presenti
    Puoi senz’altro proporlo.
    Ma non scandalizzarti se ti rispondono “no, grazie; ci sono migliaia di modi per stimolare lo spirito critico e ne abbiamo scelti altri”.

  58. @ OcaSapiens,
    Si vede che lei è molto famoso. Capita spesso che i miei interventi non siano messi in rete.
    Mi riferivo ai commenti che posto qui e in pochi altri siti. Ovviamente.
    No, ho rifilato una domanda al presente, non al passato, e su una rivista di patafisica, non sull’e-cat.
    Il filmato del tuo intervento al DFA di Padova è su YouTube. Chi vuole potrà farsi facilmente una propria idea. Al presente o al passato.
    No, lo ha apposto (passato) nel gennaio 2011.
    E allora? I rapporti scientifici hanno la data di scadenza? A me risulta che risultano validi fino a quando l’autore non ne rettifica il contenuto.
    Nel frattempo Unibo ha dichiarato pubblicamente di non avere più rapporti con Rossi.
    Ma non ha ancora spiegato da dove viene il calore in eccesso certificato sul suo rapporto, che nel frattempo è stato utilizzato anche per presentare interrogazioni parlamentari a sostegno della ricerca sulla FF.
    “sigilli” e “marchi” sono stati quelli di Elforsk et al tra cui la Real Accademia delle Scienze
    Il primo firmatario del TPR1 e 2 è Giuseppe Levi (Bologna University). Gli svedesi sono dentro perche nel 2011 hanno creduto alla affidabilità di chi si fregia della affiliazione alla Bologna University.
    No, lasciano che si firmi con la propria affiliazione e non possono fare diversamente
    Il codice etico di UniBo prevede all’art.3 che “i membri dell’Università sono tenuti a mantenere una condotta onesta e responsabile, anche tramite l’adozione di sistemi di autoregolamentazione volti ad illustrare alla comunità scientifica e alla società la metodologia, i risultati, l’integrità e l’impatto etico delle ricerche.” All’art.15 lo stesso codice prevede una “Commissione etica” che “(a) ha funzioni consultive, di ricerca, di indagine e di controllo in merito all’attuazione e al rispetto delle norme del presente codice e delle prassi interpretative”.
    Grazie anche al suo contributo.
    Molto, ma molto più modesto del tuo.
    Milioni nel senso di poche migliaia.
    Almeno un milioncino sono quelli raggiunti da “Voyager” di RAI2 nel marzo 2012, e solo in Italia. Per non parlare di quelli raggiunti negli USA nel novembre 2011 da BloombergTV e soprattutto dal James Randi Show, quello del Baloney!
    Penso di no per due motivi: gli illusi ci sono sempre …
    Quindi uno più uno meno non fa differenza?!
    … e un ufficio del MIUR ha chiesto all’INFN un parere scientifico sul fenomeno della “fusione fredda” …
    Davvero? Sei sicura? Questo è un vero scoop. Quanto tempo fa sarebbe successo? Abbiamo qualche speranza che l’INFN ci faccia sapere qualcosa o sono cose che devono restare riservate?
    in riferimento a International Conference on Cold Fusion – ICCF19 (Venezia, 15-25 marzo 2105)
    Ah. Allora è per questo che l’ICCF19 è patrocinato dal MAE?
    Pomp ha fatto bene, la situazione in Svezia è molto diversa: i TPR sono stati commissionati da un ente pubblico anche a colleghi suoi e almeno Ny Teknik ne ha parlato. Qui nessun giornale ne ha informato la “cittadinanza”
    Ma che fai? Ti metti ad interpretare anche le motivazioni di Pomp? Pomp ha spiegato bene lui stesso le motivazioni perchè è intervenuto: lo considera un compito, il terzo, di ogni buon professore universitario. Del report di Levi del gennaio 2010 ne ha parlato ampiamente la stampa italiana, ma nessuno dei suoi colleghi bolognesi ha sentito il bisogno di fare come Pomp. Lo stesso dicasi del TPR1. Per di più in Italia entrambi i report oggetto di interrogazioni parlamentari a sostegno della ricerca sulla FF. Non mi risulta che in Svezia si sia arrivati a tanto. Infine il CEO della Elforsk dice di crederci perchè il TPR2 è “written by researchers from Uppsala University, KTH and the University of Bologna”, e i ricercatori delle prime 2 università ci credono perchè si fidano dei professori della terza.
    PS: C’è un motivo particolare per cui questo post non è taggato ecat o Andrea Rossi o FF, oppure è soltanto una dimenticanza?

  59. Ascoli65,
    tag dimenticato, adesso lo metto, grazie.
    Il resoconto 2011 di Levi non è un paper scientifico, non riguarda un lavoro fatto per/da UniBo, ed è l’unico con il logo di UniBo. Gli altri sono firmati con le affiliazioni di ciascuno e siccome gli autori precisano chi li ha commissionati, sappiamo tutti – lei compreso – che UniBo non c’entra.
    Il parere è stato chiesto a fine febbraio. Non è un atto ufficiale, per la pubblicazione non ho idea.
    I giornali che avevano dato la notizia della demo non hanno parlato del resoconto di Levi, mi sembra, e nessun fisico di Uppsala ha sentito il bisogno di dire qualcosa quando è uscito quello di Essén e Kullander, accompagnato da articoli sui giornali e interviste in radio e in tv.
    Ma che fai? Ti metti ad interpretare anche le motivazioni di Pomp?
    Le lascio interpretare a lei, tanto esperto nel travisare quello che Riccardo e altri scrivono. Pomp e i suoi colleghi hanno spiegato varie volte, l’ultima su Ny Teknik, perché rispondevano ai TPR, citando proprio Elforsk e Ny Teknik.

  60. @ E.K.Hornbeck,
    vista l’estrema inconsistenza del personaggio, gli stai attribuendo una scaltrezza che potrebbe costituire una forte sovrastima delle sue capacita’.
    A me il personaggio non pare affatto inconsistente, tutt’altro. Rossi non è uno scienziato, ma ha una pluridecennale esperienza di gestione di imprese energetico-propagandistiche agganciate alla reputazione accademica. Sa bene che la sua ultima impresa poggia interamente sul presunto COP certificato dai professori del DF di Bologna e reagisce di conseguenza.
    secondo me, ma e’ una delle *mie* ossessioni e potrei sbagliare … i documenti prodotti nella vicenda ECat non sono classificabili come scienza.
    Certo, è così. E’ sotto gli occhi di tutti. Ma quei documenti riportano il logo ed il nome dell’Università di Bologna. Dobbiamo affidarci solo alle nostre conoscenze, intuizioni o ossessioni per considerarli falsa scienza o possiamo pretendere che a suffragarlo ci sia anche una presa di posizione di una istituzione autorevole e responsabile del sistema scientifico pubblico?
    Quello che difende — magari capisco male e lui mi corregge — sono il Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna, in quanto istituzione, e, piu’ genericamente, la liberta’ di ricerca (compresa la sua).
    Ma io non ho messo in dubbio la “libertà di ricerca”, ho solo criticato la “libertà di imbrogliare”. A parte il fatto che la libertà di ricerca, come qualsiasi altra libertà in un sistema finito, è soggetta a vincoli. Ad esempio in ambito pubblico ci dovrà essere un criterio, magari gestito dagli stessi ricercatori, che stabilirà delle priorità in base ai fondi disponibili. Non credo che esistano risorse tali da poter consentire a chi si sveglia una mattina con la fregola di fare ricerca sulla FF di poter pretendere di veder esaudito il suo desiderio. Probabilmente è questo lo scopo per cui i progetti di ricerca di una certa consistenza in ambito universitario devono prima ricevere l’approvazione del Consiglio di Dipartimento aperto a tutti i ricercatori. Ed è per quello che, secondo me, l’intero DF di Bologna, attraverso la decisione del consiglio del 21 aprile 2011 che lo rappresentava, è ufficialmente responsabile del coinvolgimento dell’UniBo nella vicenda Ecat. Chi era stato chiamato a parteciparvi doveva sapere che c’erano in ballo aspetti ben più importanti di quelli economici.
    le idee che sottostanno alle tue attribuzioni di “doveri”
    Le mie attribuzioni? E’ lo stesso Codice Etico (CE) di UniBo, e immagino di qualsiasi altra università del mondo, a parlare di “doveri e responsabilità”. Lo fa al primo capoverso e specifica pure che questi sono rivolti anche verso la “collettività”. E’ forse una mia arbitraria interpretazione presumere che tra questi doveri ci sia quello di informare al meglio la collettività sulle scoperte scientifiche e di provvedere a rettificare al più presto eventuali annunci che si rivelassero sbagliati o addirittura, come nel caso di cui stiamo parlando, frutto di evidenti manipolazioni dei dati sperimentali?
    A me il CE sta benissimo e ringrazio Reitano di averlo segnalato. Il problema è che si nota una marcata tendenza degli universitari a sottolineare solo le parti che riguardano i loro diritti e ad ignorare quelle che riguardano i loro doveri.
    E non vedo perche’ *lui* dovrebbe dare conto dei “risultati proclamati dai sui colleghi”.
    Perchè lui è intervenuto polemizzando con le mie opinioni (libero di farlo) e perchè, essendo un professore di fisica, è in grado di entrare nel merito delle obiezioni che ponevo.
    Vedi, io mi sono trovato parecchie volte ad interloquire con persone che sostenevano la validità dei risultati calorimetrici proclamati dai professori bolognesi. Finchè il discorso restava sul piano tecnico difendevo il mio punto di vista e le mie obiezioni, quando però, come è accaduto spesso, mi contestavano il fatto che quel calore era stato certificato dai professori, io mi sono sempre ritirato dal confronto dando loro atto del buon senso della loro posizione. Questo perchè non ho mai avuto la pretesa che una persona che non fosse in grado di valutare autonomamente la fondatezza dei risultati dei test anteponesse il mio giudizio di anonimo fisico della domenica a quello autorevole dei professori del DF di Bologna. Nel caso di Reitano, però, le cose stanno diversamente. Lui professore di fisica lo è e se viene qui a fare il difensore dei diritti dei ricercatori, allora mi aspetto che sia disposto a confrontarsi con cognizione di causa anche nel merito di ciò di cui si sta parlando.
    Qui vai oltre: non estendi piu’, le colpe di singoli, al solo Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna; ora le estendi all’intero “sistema universitario e della ricerca italiano”. Reitano, e altri lettori di questo blog, compresi.
    Il 29ott alle 23:35 Reitano mi rivolgeva queste gentili parole: “Il mondo scientifico ha gli anticorpi contro la “scienza voodoo”, si ammala ma guarisce; non li ha invece contro questo tipo di attacchi sconsiderati. Temo che non ti renda conto del danno che fai.” Ora io vorrei sapere dove sono nel sistema scientifico italiano gli anticorpi che in tutti gli altri Paesi civili del mondo hanno consentito a pochi mesi di distanza dall’annuncio di F&P di considerare pseudoscienza la FF. In 25 anni di FF in Italia sono stati spesi decine di milioni di Euro in ricerche sulla FF ad opera di ENEA, INFN e varie Università. Nel 2008 l’ENEA ha pubblicato un rapporto di 230 pagine che raccoglie una ventina di articoli, ciascuno dei quali descrive, con riferimento alla rispettiva e cospicua documentazione emessa, i promettenti risultati calorimetrici di altrettante ricerche condotte in ambito pubblico. Nel 2011 si arriva all’apoteosi con i 12 kW che sgorgano dal marchingegno di Rossi sotto gli occhi dei vertici della fisica bolognese. Orbene, tu mi sapresti dare il link ad un solo documento autorevole, cioè emesso nell’ambito del sistema di ricerca pubblico italiano, che informa i cittadini che la FF, soprattutto quella dei kW a gogò, non è reale e appartiene alla pseudoscienza? Dove sarebbero nel sistema scientifico pubblico italiano gli anticorpi di cui parla Reitano? Io di anticorpi ho visto finora solo quelli che si mobilitano indignati quando qualcuno ricorda ai ricercatori che oltre ai loro diritti ci sono anche doveri e responsabilità dei confronti della collettività.
    ora Reitano ha tutti i motivi per essere irritato da un’accusa immotivata rivolta a lui stesso.
    Se è irritato mi dispiace. Io le mie ragioni le ho motivate. Il tono accusatorio lo ha inaugurato lui.

  61. Ascoli65
    a proposito di travisamento di ciò che uno scrive, un rapido elenco di cose che mi fai dire o fare ma che non ho né detto né fatto:
    “entrando subito a gamba tesa e alle spalle”,
    si se per te lo è commentare in un blog (a proposito, nei miei primi commenti avevo in testa tutti quelli che si sono espressi in modo simile al tuo e per questo non li ho “personalizzati” rivolgendomi esplicitamente, e quindi esclusivamente, a te)
    “hai criticato Pomp”
    falso, ho detto di non mitizzarlo
    (se rivolto a me) “chi invece vuole difendere corporativamente gli errori dei propri colleghi pretendendo di zittire i cittadini”
    che sia corporativamente è un’illazione e di zittire qualcuno non l’ho mai fatto
    “Quindi per te il 14 gennaio 2011 i tuoi colleghi di Bologna hanno misurato correttamente la produzione di 12 kW in uscita dall’ecat a fronte del singolo kW assorbito dalle resistenze?”
    nulla, ma proprio nulla, di ciò che ho scritto può lasciartelo pensare e neanche che io abbia in alcun modo apprezzato o difeso il lavoro svolto da Levi.
    “Sei tu che metti in dubbio la conoscenza e quindi la professionalità dei tuoi colleghi,”
    è una frase fatta rivolta a chi parla di truffa
    “faccia anche a meno di ergersi a loro difensore di ufficio”
    mai fatto a meno che, di nuovo, non lo sia esprimere un’opinione diversa dalla tua
    “a chi chiede ragione dei risultati”
    falso, a chi spara ad alzo zero sui colleghi, sul Dipartimento e via dicendo.
    “Il tono accusatorio lo ha inaugurato lui”
    Io non ho tirato in ballo nè la tua capacità di comprensione nè la tua professionalità (qualunque essa sia). Ritengo sconsiderate (non soggette a sufficienti considerazioni) alcune tue affermazioni a cui ho aggiunto una valutazione “politica”. Tu hai detto ben altro.

  62. Cimpy
    “[…] sarebbe di competenza della Magistratura (e non dell’Università)”
    di più, in presenza di ipotesi di reato l’Università non può procedere con l’azione disciplinare e se è stata attivata precedentemente è obbligata a sospenderla in attesa della sentenza definitiva.

  63. @ Cimpy,
    Ma quella menzogna -ove si dimostrasse che il proponente ne abbia avuto un vantaggio con corrispondente impoverinento di qualcuno che ci avesse creduto – sarebbe di competenza della Magistratura (e non dell’Università).
    Lasciamo che alla Magistratura si appelli soltanto chi (secondo me nessuno) abbia eventualmente subito l’“impoverimento” economico a cui alludi. A me sarebbe bastato che l’UniBo avesse applicato a tutti i suoi membri che hanno concorso alla vicenda ecat il suo Codice Etico, per accertare, anche a tutela degli interessati, se quanto previsto in esso, ad esempio al 2° capoverso dell’art.3, è stato pienamente rispettato.
    ogni sito che proponesse (per dire) la fola delle scie chimiche dovrebbe essere pesantemente atraccato dai prof di chi quelle fole ha scritto in quei siti
    Non allarghiamoci, non c’è bisogno di attaccare tutti coloro che parlano di argomenti pseudoscientifici. Atteniamoci a ciò che ha fatto Pomp (hip, hip, hurrà). Sul sito che lui gestisce ha educatamente sollevato delle questioni di congruenza riguardo ai risultati delle analisi isotopiche fatte dai suoi colleghi, rendendosi disponibile a qualsiasi controreplica. Un esempio, purtroppo non imitato, per i nostri professori.

    1. Ascoli65,
      A me sarebbe bastato che l’UniBo avesse applicato a tutti i suoi membri che hanno concorso alla vicenda ecat il suo Codice Etico
      Per favore, ci spiega come faceva ad applicarlo visto che è stato approvato il 30 settembre 2014 ed è in vigore dal 1 novembre 2014?
      Ma quei documenti riportano il logo ed il nome dell’Università di Bologna.
      Ci può elencare i documenti che riportano il logo di UniBo, dopo quello del febbraio 2011? E magari dirci chi può imporre a Levi di nascondere la propria affiliazione (già nota a milioni di italiani, secondo lei)? E quante volte lei deve leggere
      E-cat: l’Università di Bologna non è coinvolta
      prima di tenerne conto? (alcuni link sotto)
      non c’è bisogno di attaccare tutti coloro che parlano di argomenti pseudo-scientifici
      Infatti, bisogna attaccare gli argomenti pseudoscientifici che non si limitano a far ridere, come fanno Riccardo e altri.
      Riccardo,
      diamogli il peso che merita
      Un peso in rimmel…
      Cimpy,
      Be’, può mettere loro sotto il naso questo, questo, questo, questo (con altre bugie di Rossi); questo, questo con foto mitiche, questo

  64. “Lasciamo che alla Magistratura si appelli soltanto chi (secondo me nessuno) abbia eventualmente subito l’“impoverimento” economico a cui alludi”
    Anche perché proprio così dice almeno la nostra legge: sta a chi ha subito il danno denunciare e a nessun altro, quando si parli di vie legali -con la complicazione che Rossi sta pure oltreoceano.
    Per quanto riguarda la questione dell’Università, comunque, mi piacerebbe che il suo prendere le distanze dal Gatto di Rossi fosse altrettanto famoso quanto il suo coinvolgimento – però è anche vero che l’infusione della notizia si scontrerebbe comunque contro il muro della fede di tanti credenti nella FF che quanto sembra riscrivono la storia in base a quel che appunto credono – nessuno di loro prenderebbe sul serio qualsiasi disclaimer, per quanto a noialtri farebbe piacere poterglielo rimettere sotto al naso.

  65. Cimpy
    dimenticavo
    “Altrettanto ovvio che noi non si molla e si insiste anche se non ci rispondono/ci mandano (simpaticamente) a farci benedire”
    che la gente si interessi ad un argomento è buono e giusto così come non mollare ed insistere a chiedere. L’importante e che sia inserito nel contesto e non assolutizzato. Tant’è che nessuna, dicasi nessuna, Università per non dire Ministero in paesi dove è presente la ricerca sulla fusione fredda è intervenuta. Se lo facesse l’Italia si distinguerebbe come l’unico paese che ha sentito il bisogno di intervenire in forma ufficiale.
    Ripeto per evitare equivoci, apprezzo che qualcuno si interessi e chieda lumi su questa vicenda ma diamogli il peso che merita.

  66. @ OcaSapiens,
    Il resoconto 2011 di Levi non è un paper scientifico, non riguarda un lavoro fatto per/da UniBo, ed è l’unico con il logo di UniBo.
    Ti piace giocare con le parole, vero? Quello che derubrichi a “resoconto” si intitola in realtà “Report on heat production during preliminary tests on the Rossi “Ni-H” reactor” ed è sovrastato dal logo UniBo. Questo già basta e avanza. Per di più esso è stato pubblicato su internet presentandolo tra i “Report ufficiali esperimento di “fusione fredda” (reattore Ni-H Rossi Focardi)”, insieme ad altri 2 report in cui entrambi gli autori dichiarano la loro affiliazione all’UniBo e in un caso pure all’INFN. Credo che l’art.9 del Codice Etico (CE) UniBo sia abbastanza chiaro nell’indicare i criteri con cui vanno impiegati il logo ed il nome dell’Università.
    Gli altri sono firmati con le affiliazioni di ciascuno e siccome gli autori precisano chi li ha commissionati, sappiamo tutti – lei compreso – che UniBo non c’entra.
    Vale comunque l’art.9 del suo CE. Vale anche l’art.8, quello che regola la concessione all’esterno di attrezzature dell’Università. Visto che in entrambi i TPR si dichiara che la strumentazione di misura apparteneva agli autori, sarebbe interessante sapere se essa comprendeva qualche strumento di UniBo e verificare se l’uso era stato debitamente autorizzato.
    Il parere è stato chiesto a fine febbraio. Non è un atto ufficiale, per la pubblicazione non ho idea.
    Grazie, questa è una notizia importante. Sapresti mica dirmi se si tratta della stessa iniziativa ministeriale che Giancarlo aveva annunciato a giugno su fusionefredda? Perchè lui aveva parlato di una iniziativa legata alle interrogazioni parlamentari e non all’ICCF19. Può essere che sia legata ad entrambe? Un’ultima cosa. Secondo te, atto ufficiale o meno che sia, sarebbe opportuno che venga resa pubblica la conclusione di questo Comitato Scientifico sulla FF?
    I giornali che avevano dato la notizia della demo non hanno parlato del resoconto di Levi, mi sembra
    Ti sembra bene. I giornali che avevano annunciato i prodigiosi risultati della demo si erano basati su quanto detto da Rossi in quella occasione: “Le persone che hanno effettuato questo test, che adesso mi daranno i numeri esatti di quello che è successo, sono professori dell’università di Pad.. di Bologna.” Queste parole sono state pronunciate di fronte ai giornalisti e ai professori bolognesi, compresi i direttore del DF e dell’INFN. Esse sono state accompagnate dalle stime preliminari sulla eccezionale produzione di calore calcolate dei professori. Il report di Levi è uscito solo una settimana dopo il test confermando nero su bianco, e sotto l’egida di UniBo, i dati anticipati da Rossi ai giornalisti.
    mi sembra, e nessun fisico di Uppsala ha sentito il bisogno di dire qualcosa quando è uscito quello di Essén e Kullander, accompagnato da articoli sui giornali e interviste in radio e in tv.
    In quei giorni l’argomento è stato affrontato, con un titolo eloquente “Rossi Energy Catalyzer, a big hoax or a new physics” almeno su un sito svedese gestito da un certo Aleklett (1), professore di fisica ad Uppsala, il quale non solo era collega dell’emerito Kullander, ma era addirittura suo vicino di stanza. Non ti so dire se sia stato l’unico caso. Considera che loro usano anche lo svedese.
    Le lascio interpretare a lei, tanto esperto nel travisare quello che Riccardo e altri scrivono.
    Pomp ha espresso chiaramente le sue idee, non c’è bisogno che nessuno gliele interpreti, nè io, nè tu. Ciascuno dei lettori di questo blog può farlo da solo, così come è sicuramente capace di giudicare autonomamente chi travisa chi tra coloro che postano qui i loro commenti.
    Per favore, ci spiega come faceva ad applicarlo visto che è stato approvato il 30 settembre 2014 ed è in vigore dal 1 novembre 2014?
    Mi stai dicendo che sono andati avanti per quasi 1000 anni senza preoccuparsi dell’etica?
    E magari dirci chi può imporre a Levi di nascondere la propria affiliazione (già nota a milioni di italiani, secondo lei)? E quante volte UniBo deve smentire ufficialmente ogni coinvolgimento, prima che lei ne tenga conto?
    Così come non si può nascondere che Levi faccia parte di UniBo, ma per me quando vedo qualcuno che se ne fregia mi aspetto che sia UniBo a rispondere della sua professionalità, allo stesso modo UniBo non può smentire quello che non è smentibile. “Ogni” è una parola che ha un suo preciso significato.
    (1) http://aleklett.wordpress.com/2011/04/11/rossi-energy-catalyst-a-big-hoax-or-new-physics/#comment-5905

    1. Ascoli65,
      per brevità, se le va bene la prossima volta non ricopio tutto e rispondo nel suo commento…
      @ OcaSapiens,
      – Il resoconto 2011 di Levi non è un paper scientifico, non riguarda un lavoro fatto per/da UniBo, ed è l’unico con il logo di UniBo.
      Ti piace giocare con le parole, vero? Quello che derubrichi a “resoconto” si intitola in realtà “Report on heat production during preliminary tests on the Rossi “Ni-H” reactor” ed è sovrastato dal logo UniBo. Questo già basta e avanza. Per di più esso è stato pubblicato su internet presentandolo tra i “Report ufficiali esperimento di “fusione fredda” (reattore Ni-H Rossi Focardi)”, insieme ad altri 2 report in cui entrambi gli autori dichiarano la loro affiliazione all’UniBo e in un caso pure all’INFN. Credo che l’art.9 del Codice Etico (CE) UniBo sia abbastanza chiaro nell’indicare i criteri con cui vanno impiegati il logo ed il nome dell’Università.
      Report significa resoconto e non basta pubblicarlo su un blog o un sito aziendale per farne un articolo scientifico. E nemmeno basta archiviarlo su arXiv dove ci stanno pure i pesci d’aprile.
      Ci spiega come fa a valere nel gennaio 2011 un codice etico in vigore da ieri?

      Gli altri sono firmati con le affiliazioni di ciascuno e siccome gli autori precisano chi li ha commissionati, sappiamo tutti – lei compreso – che UniBo non c’entra.
      Vale comunque l’art.9 del suo CE. Vale anche l’art.8, quello che regola la concessione all’esterno di attrezzature dell’Università. Visto che in entrambi i TPR si dichiara che la strumentazione di misura apparteneva agli autori, sarebbe interessante sapere se essa comprendeva qualche strumento di UniBo e verificare se l’uso era stato debitamente autorizzato.
      Ci spiega come fa a valere nel gennaio 2011 un codice etico in vigore da ieri?
      – Il parere è stato chiesto a fine febbraio. Non è un atto ufficiale, per la pubblicazione non ho idea.
      Grazie, questa è una notizia importante. Sapresti mica dirmi se si tratta della stessa iniziativa ministeriale che Giancarlo aveva annunciato a giugno su fusionefredda? Perchè lui aveva parlato di una iniziativa legata alle interrogazioni parlamentari e non all’ICCF19. Può essere che sia legata ad entrambe? Un’ultima cosa. Secondo te, atto ufficiale o meno che sia, sarebbe opportuno che venga resa pubblica la conclusione di questo Comitato Scientifico sulla FF?
      Conosco solo questa richiesta. Se è la stessa di cui parlava Giancarlo, sono per la sua pubblicazione.
      – I giornali che avevano dato la notizia della demo non hanno parlato del resoconto di Levi, mi sembra
      Ti sembra bene. I giornali che avevano annunciato i prodigiosi risultati della demo si erano basati su quanto detto da Rossi in quella occasione: “Le persone che hanno effettuato questo test, che adesso mi daranno i numeri esatti di quello che è successo, sono professori dell’università di Pad.. di Bologna.” Queste parole sono state pronunciate di fronte ai giornalisti e ai professori bolognesi, compresi i direttore del DF e dell’INFN. Esse sono state accompagnate dalle stime preliminari sulla eccezionale produzione di calore calcolate dei professori. Il report di Levi è uscito solo una settimana dopo il test confermando nero su bianco, e sotto l’egida di UniBo, i dati anticipati da Rossi ai giornalisti.
      UniBo ha smentito che era “sotto l’egida di Unibo”
      – mi sembra, e nessun fisico di Uppsala ha sentito il bisogno di dire qualcosa quando è uscito quello di Essén e Kullander, accompagnato da articoli sui giornali e interviste in radio e in tv.
      In quei giorni l’argomento è stato affrontato, con un titolo eloquente “Rossi Energy Catalyzer, a big hoax or a new physics” almeno su un sito svedese gestito da un certo Aleklett (1), professore di fisica ad Uppsala, il quale non solo era collega dell’emerito Kullander, ma era addirittura suo vicino di stanza. Non ti so dire se sia stato l’unico caso. Considera che loro usano anche lo svedese.
      Giusto, me l’ero scordato – è a Scienze della terra, non a Fisica
      Le lascio interpretare a lei, tanto esperto nel travisare quello che Riccardo e altri scrivono.
      Pomp ha espresso chiaramente le sue idee, non c’è bisogno che nessuno gliele interpreti, nè io, nè tu. Ciascuno dei lettori di questo blog può farlo da solo, così come è sicuramente capace di giudicare autonomamente chi travisa chi tra coloro che postano qui i loro commenti.
      Vedo che Riccardo le ha già dato esempi, non ne aggiungo altri.
      – Per favore, ci spiega come faceva ad applicarlo visto che è stato approvato il 30 settembre 2014 ed è in vigore dal 1 novembre 2014?
      Mi stai dicendo che sono andati avanti per quasi 1000 anni senza preoccuparsi dell’etica?
      Mi sta dicendo che non capisce la differenza tra “codice etico” ed “etica”?
      – E magari dirci chi può imporre a Levi di nascondere la propria affiliazione (già nota a milioni di italiani, secondo lei)? E quante volte UniBo deve smentire ufficialmente ogni coinvolgimento, prima che lei ne tenga conto?
      Così come non si può nascondere che Levi faccia parte di UniBo, ma per me quando vedo qualcuno che se ne fregia mi aspetto che sia UniBo a rispondere della sua professionalità, allo stesso modo UniBo non può smentire quello che non è smentibile. “Ogni” è una parola che ha un suo preciso significato.
      UniBo risponde del lavoro fatto da UniBo, non di cosa fanno i dipendenti in privato, come chiarito più volte dal prorettore. Per il “preciso significato” di “ogni”, rif. i sette link che ho dato a Cimpy, compreso quello da cui ho tratto la citazione.

  67. @Ascoli65
    A me il personaggio non pare affatto inconsistente, tutt’altro. Rossi non è uno scienziato, ma ha una pluridecennale esperienza di gestione di imprese energetico-propagandistiche agganciate alla reputazione accademica. Sa bene che la sua ultima impresa poggia interamente sul presunto COP certificato dai professori del DF di Bologna e reagisce di conseguenza.
    Puo’ essere.
    Ma se lo ritieni cosi’ in gamba, dovresti anche prendere in considerazione che stia simulando indignazione sulla questione calorimetrica per concentrare l’attenzione su quella ed allontanarla dalla questione isotopica.
    Ma quei documenti riportano il logo ed il nome dell’Università di Bologna.
    Non mi sembra.
    Nei documenti che ho citato — TPR1, TPR2, paper Focardi/Rossi e, indirettamente, report 9 ottobre 2012 — non mi sembra ci sia logo UniBo. E, anche il nome, mi sembra sia riportato (non nell’ultimo) solo in relazione all’appartenenza di alcuni firmatari. Cosa assolutamente legittima che coinvolge esclusivamente le persone; non implica la partecipazione dell’Universita’ e non del Dipartimento.
    Ma io non ho messo in dubbio la “libertà di ricerca”, ho solo criticato la “libertà di imbrogliare”.
    Se, come vorresti tu (in base ai doveri che attribuisci a Reitano), uno scienziato che fa un errore *dovesse* *obbligatoriamente* essere inquisito dalla *totalita’* dei suoi collegi, creeresti un clima di angoscia diffusa che sradicherebbe — di fatto — la liberta’ di ricerca.
    Ed è per quello che, secondo me, l’intero DF di Bologna, attraverso la decisione del consiglio del 21 aprile 2011 che lo rappresentava, è ufficialmente responsabile del coinvolgimento dell’UniBo nella vicenda Ecat. Chi era stato chiamato a parteciparvi doveva sapere che c’erano in ballo aspetti ben più importanti di quelli economici.
    E’ un tuo parere ma non puoi pretendere che sia condiviso.
    Io non lo condivido.
    Reitano non condivide (se non ho capito male).
    E, sopratutto, non puoi pretendere che Reitano (o chiunque altro) abbia il dovere di partecipare alla tua crociata contro il Dipartimento sulla base di un tuo parere.
    Le mie attribuzioni? E’ lo stesso Codice Etico (CE) di UniBo, e immagino di qualsiasi altra università del mondo, a parlare di “doveri e responsabilità”.
    Reitano non insegna a Bologna.
    Non puoi pretendere che sia suo *dovere* criticare le sciocchezze di fisici di altre universita’. O anche della sua.
    Ripeto: Reitano non e’ ne’ il badante ne’ l’inquisitore degli altri fisici.
    Tu, attribuendogli quel dovere, hai esteso in maniera arbitraria e irragionevole i suoi doveri.
    Il problema è che si nota una marcata tendenza degli universitari a sottolineare solo le parti che riguardano i loro diritti e ad ignorare quelle che riguardano i loro doveri.
    Questo puo’ anche essere vero.
    Nondimeno, tu hai esteso in maniera arbitraria e irragionevole quei doveri.
    perchè, essendo un professore di fisica, è in grado di entrare nel merito delle obiezioni che ponevo.
    La possibilita’ non implica obbligo.
    Ripeto: perche’ *lui* dovrebbe dare conto dei “risultati proclamati dai sui colleghi”?
    Ora io vorrei sapere dove sono nel sistema scientifico italiano gli anticorpi che in tutti gli altri Paesi civili […]
    Stai svicolando.
    Ripeto: tu, ieri, hai accusato l’intero “sistema universitario e della ricerca italiana” di aver illuso gli italiani.
    Ripeto: hai esteso alla collettivita’ il comportamento di singoli.
    E’ inutile che mi fai la storia della FF italiana.
    Stiamo parlando i un caso ben preciso.
    Stai accusando *tutto* il sistema universitario e della ricerca, Reitano compreso, di aver illuso gli italiani.
    Orbene, tu mi sapresti dare il link ad un solo documento autorevole, cioè emesso nell’ambito del sistema di ricerca pubblico italiano, che informa i cittadini che la FF, soprattutto quella dei kW a gogò, non è reale e appartiene alla pseudoscienza?
    Stai ribaltando l’onere della prova: non e’ la comunita’ scientifica a dover dimostrare che la FF non esiste. Sono i sostenitori della stessa a portare le prove della sua esistenza.
    Reitano si riferiva agli anticorpi del sistema scientifico.
    Quelli hanno funzionato e funzionano.
    Il problema e’ nel rapporto con la pubblica opinione ma e’ un problema radicalmente diverso.
    Io le mie ragioni le ho motivate. Il tono accusatorio lo ha inaugurato lui.
    Tu credi?
    Non rilevi il tuo tono inquisitorio in questo tuo intervento?

  68. @ Riccardo Reitano,
    falso, ho detto di non mitizzarlo
    Falso. Non hai detto così. Hai scritto invece (26ott, 22:05): ”Posso essere contento che Pomp abbia preso l’iniziativa di dire la sua, ma non chiamiamola terza missione che è tutt’altro dal dissociarsi pubblicamente da un collega o da una linea di ricerca.” Questa è una critica bella a buona a qualcuno che ha OSATO rompere la solidarietà corporativa dissociandosi PUBBLICAMENTE dai colleghi.
    Allo stesso modo di Pomp, si era comportato già nel 2011 il prof. Aleklett di Uppsala esprimendo pubblicamente delle cortesi, ma ben argomentate, critiche al suo vicino di stanza e collega emerito Kullander. Evidentemente in Svezia il dovere di aprirsi ad un confronto civile ed aperto sui risultati della ricerca in cui sono impegnati dipendenti pubblici è più sentito che da noi.
    che sia corporativamente è un’illazione e di zittire qualcuno non l’ho mai fatto
    Se sia corporativa o meno lo giudicherà chi ci legge. Sullo “zittire” in effetti devo riconoscere che non hai usato questo termine, ma avevo comunque pensato che fosse questo l’invito conseguente a queste tue parole (29ott, 23:35): “… questo tipo di attacchi sconsiderati. Temo che non ti renda conto del danno che fai.”
    nulla, ma proprio nulla, di ciò che ho scritto può lasciartelo pensare e neanche che io abbia in alcun modo apprezzato o difeso il lavoro svolto da Levi.
    Ma qui non si tratta di apprezzare o meno. Tu mi avevi scritto (1nov, 10:53): ”mi sono documentato quanto ho ritenuto sufficiente a formarmi un’idea e non è certo l’essere arrivato a conclusioni diverse dalle tue che ti può far dire che non è stato abbastanza. Hai detto quindi che ti sei documentato a sufficienza e sei arrivato a conclusioni DIVERSE dalle mie. Siccome la mia conclusione è che il 14 gennaio 2011 non è stato generato alcun kW in eccesso, ti ho chiesto se tu per caso eri invece dell’opinione opposta e cioè che fossero stati generati 12 kW a fronte dell’unico assorbito. Io sono sinceramente interessato a conoscere quali sono le tue conclusioni, soprattutto perchè sono diverse dalle mie. Confrontiamole.
    è una frase fatta rivolta a chi parla di truffa
    Qui caschi proprio male, perchè se c’è uno che si è sempre adoperato per escludere l’ipotesi della truffa (ti ricordo che per truffa il Codice Penale all’art. 640 intende qualcosa di ben preciso) quello sono io. Tu invece hai semplicemente messo in conto la possibilità che i tuoi colleghi potessero aver sbagliato per ignoranza, cosa che io non mi sono permesso di fare nè ne i loro confronti, nè nei tuoi.
    mai fatto a meno che, di nuovo, non lo sia esprimere un’opinione diversa dalla tua
    “Difensore di ufficio” è un modo di dire, mentre invece il giudizio sul tuo atteggiamento nella difesa dei tuoi colleghi lo lascerei a chi ci legge.
    falso, a chi spara ad alzo zero sui colleghi, sul Dipartimento e via dicendo.
    Falso anche per me. Io non sparo a zero. I tuoi colleghi di Bologna nel 2011 hanno raccontato tante cose interessanti a noi anonimi contribuenti italiani. Avevano convinto anche il giornalista Torrealta che nel chiudere l’intervista a Focardi andata in onda il 14 maggio 2011 su RaiNews diceva: ”Professore, io ho fatto una domanda dicendo: se funzionasse che cosa succederebbe? Ma il vero problema è che funziona! Magari non sappiamo come funziona, ma funziona! Quindi lei deve assumersi un sacco di responsabilità perchè dobbiamo velocemente capire come. La lasciamo con questo augurio, professore.
    Ecco, ora io, ma non credo di essere il solo, vorrei sapere a più di 3 anni di distanza da qualcuno autorevole di UniBo come è andata a finire.
    Io non ho tirato in ballo nè la tua capacità di comprensione nè la tua professionalità
    Neanche io ho mai tirato in ballo le tue. Mi sono solo appellato ad esse, perchè sono molto interessato a conoscere come un professore universitario di fisica giudica professionalmente i risultati della demo di Bologna.
    Ritengo sconsiderate (non soggette a sufficienti considerazioni) alcune tue affermazioni a cui ho aggiunto una valutazione “politica”..
    Tu sei libero di farlo e io di replicare. Comunque, le tue valutazioni professionali mi interesserebbero molto di più di quelle politiche.

    1. Ascoli65,
      Travisa di nuovo. Pomp parla di “3rd task” e spiega il significato:
      The latter means that I should not only teach and do research within the walls of the university, but also actively spread scientific knowledge to society.
      Come Riccardo e altri fanno su Climalteranti (e altrove). Non per “terza missione” né per “dovere morale” di dissociarsi PUBBLICAMENTE dai colleghi.
      è una frase fatta rivolta a chi parla di truffa
      “Qui caschi proprio male, perchè se c’è uno che si è sempre adoperato per escludere l’ipotesi della truffa (…) quello sono io. Tu invece hai semplicemente messo in conto la possibilità che i tuoi colleghi potessero aver sbagliato per ignoranza, cosa che io non mi sono permesso di fare”
      Infatti lei si permette soltanto di accusarli di aver ingannato milioni di italiani, in combutta con l’intero sistema universitario.
      “Io non sparo a zero.”
      LOL, lei si limita ad accusare l’intero sistema universitario, Riccardo compreso, di aver ingannato milioni di italiani.
      “Ecco, ora io, ma non credo di essere il solo, vorrei sapere a più di 3 anni di distanza da qualcuno autorevole di UniBo come è andata a finire.”
      Qui, solo lei non vuol sapere che lo ha detto e ripetuto il prorettore, autorevole in quanto autorizzato a parlarne a nome di UniBo.

  69. Sulla base di un commento che racconta di un dialogo che si dice intercorso tra un avventizio del JonP e un ipoterico p.hd in fisica nucleare che lavorerebbe (non si specifica in quale ruolo) nei pressi del progetto ITER, si favoleggia già di un’approvazione di TPR2 ed E Cat da parte dei mainstream della fusione calda. Si fa esplicito riferimento ad Areva (“a French multinational company which is the largest nuclear power firm in the world, also specializing in renewable energy projects“).
    Vediamo se anche da quelle parti esiste un Pomp o se faranno come Nasa, Mit e…Siemens.

  70. Ascoli65
    tanto per chiudere la discussione precedente, cambio argomento. Mi sorprende che citi l’Aleklett che si dice eccitato dall’essere vicino al centro dell’azione e che sotiene che la quantità di energia prodotta era ok. Dice anche che nel suo venerato Dipartimento alcuni erano contro ma altri daccordo che Kullander si lasciasse coinvolgere e, dopo aver spiegato che la fisica conosciuta non giustifica i risultati per come sono stati riportati, conclude con:
    “I myself have nothing against to reveal a scam, or join in and verify something that no one could imagine. Both extremes belong to that which makes life as a researcher incredibly interesting.”
    Queste frasi credo che non possano ricevere la tua approvazione.
    Della “vecchia” discussione lasciami chiarire solo una cosa. Ho detto di essere contento che Pomp ne avesse parlato sul suo blog. Quella che tu chiami critica era un appunto sulla sua idea un po’ troppo estensiva di cosa si intenda per terza missione. E’ una questione molto tecnica sulla quale si discute da anni e difficilmente definibile, figuriamoci poi interpretarla. Tanto per farti un esempio, c’è chi sostiene che non è una missione separata dalle altre due ma un modo diverso di praticarle.
    Posso aver fatto male a tirare fuori un argomento così tecnico in questo contesto ma il termine l’ha usato, un po’ alla leggera, Pomp.

  71. Solo per ribadire che di frode e assimilati parlo io, che considero Rossi uno “scam artist” che si è sempre trovato soci e protettori adeguati, più spesso prime vittime dei suoi inganni. Resta che, dal mio (limitato, ovviamente) punto di vista, qualche spalla in quell’insieme di gullible che si sono lasciati ingannare c’è eccome – Rossi non ha fatto tutto da solo e non è circondato solo da creduloni e marchettari. Ad esempio, ai tempi della Petroldragon girava il nome di uno o due politici locali, di quelli che non avrebbero fatto molta strada a piede libero se del caso si fosse occupato un (per dire) magistrato attento a quel che ci azzecca. Visione personale, ma negli States vedrei meglio l’intervento di un marshall più che di Berkeley.

    1. Cimpy,
      ai tempi era messo bene, Colucci aveva sistemato una legge sull’energia per favorirlo.
      Anche in USA questa volta ha incontrato qualche politico:
      Andrea Rossi, an engineer who has captured the attention of the scientific world with two successful tests of his “E-Cat” cold fusion reactor, arrived at the State House on Tuesday morning for two days of meetings with government officials and representatives of the Massachusetts Institute of Technology, the University of Massachusetts and Northeastern University.
      Our institutions of higher learning have been tremendous in their response to this opportunity, and I look forward to working with them…

      Tremendous nel senso che han risposto ciccia, forse perché c’è troppa concorrenza.

  72. @ OcaSapiens,
    Per favore, ci spiega come faceva ad applicarlo visto che è stato approvato il 30 settembre 2014 ed è in vigore dal 1 novembre 2014?
    Ci spiega come fa a valere nel gennaio 2011 un codice etico in vigore da ieri?
    Ci spiega come fa a valere nel gennaio 2011 un codice etico in vigore da ieri?

    Il Codice Etico di UniBo da cui Reitano aveva estratto la frase relativa ai “diritti” dei ricercatori (27ott, 22:45) e di cui io ho riportato sia il link (28ott, 17:39), sia degli stralci, ricordando che detto codice include oltre ai “diritti” anche dei “doveri e responsabilità” nei confronti della “collettività” è in vigore dal luglio del 2006: http://www.normateneo.unibo.it/NormAteneo/codice_etico.htm
    Un consiglio: evita per lo meno di usare il grassetto.

    1. Ascoli65,
      ha ragione, mi scusi, lei aveva messo il link a quello di prima, quello nuovo prevede
      in relazione alle violazioni delle norme del Codice che integrano una responsabilità disciplinare, il Rettore avvia il procedimento disciplinare presso il Collegio di disciplina ecc.
      Non che riguardi un uso improprio del logo, al massimo arriva la “nota di biasimo”. Per il resto i cinque prof non hanno “speso il nome dell’università” né danneggiato la sua reputazione: come lei ci ha ricordato, il DF è tuttora il migliore d’Italia.
      Grazie del consiglio, ma quando lei usa il tondo e il corsivo, mi resta solo il grassetto.

  73. disclaimer: pesatemi sempre, sono leggerino…
    Mettiamola così Ascoli65:
    Da un lato abbiamo la GAC che considera inesistente la FF, dall’altro alcune persone anche con una certa fama che sostengono cose che a noi paiono assurde. Sostengono tra l’altro di fare /aver fatto/aver fatto fare alcuni esperimenti che hanno dato risultati impossibili all’interno di mura istituzionali, lasciando intendere che quelle Istituzioni certificano/approvano/caldeggiano.
    I rappresentanti di tali Istituzioni tendenzialmente ignorano, salvo rare eccezioni sia a partecipare (alcuni) a distribuzioni gratuite di mortadella e sangria, sia (altri altrove ma anche da noi) a protestare più o meno vibratamente in blog all’incirca personali (come fa Pomp, per dire).
    E’ indubbio che una sconfessione dall’alto bastonerebbe non poco i sostenitori della FF come patrocinata (anche) da quelle Istituzioni, ma è anche vero che questo vorrebbe dire mettere il naso in quel che fanno gli associati: come Reitano (ma non solo) ci ha fatto notare, questo secondo aspetto, che ricorda la Maestra che viene a sedare discussioni nel cortile della scuola, è parecchio fastidioso e poco auspicabile per tutti.
    Una risposta alle interrogazioni parlamentari del Realacci di turno nella dovuta sede la attendiamo tutti, credo. Però che a UniBo adesso non ne vogliano più sapere è perfettamente comprensibile e, anche se io a quel banner ci terrei davvero, oggi come oggi saremmo comunque fuori tempo massimo – sarebbe più una caccia alle streghe e preferirei che certe voci fossero smentite in time – per dire, anche ricordare che la storia della collaborazione con Siemens non stesse né in cielo né in terra ha poca forza oggi, ne avrebbe avuta di più appena uscita la sparata.
    Anche per l’ultima di tal JCRenoir relativa al possibile interessamento di Areva: non vale una mail di quelli, visto che non l’ha nemmeno tirata fuori Rossi la storia, ma solo un fan – che si fa, si chiama Areva solo per sbugiardare quello? Non ne vale la pena, mi pare; certo, sbucasse fuori proprio mr Areva in persona a dire “teneteci fuori dai vostri giochi o vi nuclearizziamo gli immobiliaristi”, vedresti come crollerebbero le azioni del Darden. Ma non è che possiamo sperare di vincere facile, che poi ci sono gli amici dei verdi che si arrabbiano e viene fuori un macello internazionale…E’ anche per queste cose che Rossi ha gioco facile: nessuno vuole davvero pugnalare qualcuno alle spalle (che poi magari ci va di mezzo anche l’innocente spettatore) e sono convito che lui anche su questo conta…
    Sì, aiuterebbe un discorso a reti unificate dei rettori di una decina di Università italiane (mica che fisica c’è solo a Bologna), supportati dai relativi DF e qualche premio Nobel (anche parlamentare) che dicesse che l’E Cat è una bufala e che chicchirichì o meoooww quelle volpi e quei polli non lo fanno. Però possiamo metterci il cuore in pace: non accadrà, ci tocca insistere di analisi domenicali e di sberleffi irriverenti (anche se sul GSVIT e sulle sue potenzialità io conto molto). E tu pensa che se almeno un paio di quelli di IH che hanno sganciato la grana non si decide a protestare, Quello la fa pure franca, insieme a chi, sapendo, gli ha tenuto bordone (ehi, un’esigua minoranza, per me; forse addirittura solo una o due persone) per il futuro scorno di chi, in buona fede, gli abbia creduto.
    Ma lo sai che c’è chi è ancora convinto che il TPR2 sia una roba scientificamente valida? Da restare basiti. Mi chiedo quanti dei 12/14 di IH abbiano un livello davvero superiore a quei tali. Scommetti che più di uno si è fidato davvero dei report autoprodotti da Rossi e amici (di cui, se non tutti, buona parte giusto firmanti ma presumibilmente persino innocenti)?

  74. Cimpy
    ho in mente quanto succede in ambito cambiamenti climatici ma credo che il meccanismo sia sostanzialmente simile. La tattica è quella di sparare la bufala, i siti amici fanno da cassa di risonanza e anche quando arriva la smentita è troppo tardi.
    In più c’è la rete che non dimentica mai nulla e a distanza di anni trovi sempre qualcuno che tira fuori una storia vecchia e ben stagionata. Purtroppo nell’era di internet la lotta contro la mancanza di spirito critico e la dabbenaggine è diventata più difficile.

  75. Preciso:
    “bastonerebbe non poco i sostenitori della FF come patrocinata (anche) da quelle Istituzioni”
    Nel senso che i sostenitori sostengono che è patrocinata, non che quelle Istituzioni patrocinano davvero
    Tali sostenitori prenderebbero una bella badilata sui denti se appunto istituzionalmente le istituzioni li sbugiardassero. Ma sarebbe un po’ come chiedera alla Nasa di dire che non è vero che loro sostengono il Kirby. GIà me li vedo (scusatemi, vorrei *anche* salutare un amico):
    -Hi, here is CimPy
    -Hi CimPy, here is NASA. We are ready for launch
    -Lunch? What’s on the table?
    – Not lunch, launch…you know? Like “Ten…nine…eight…” It is due within few hours…
    -Ah, *that* lunch…lanch…launch…okay, but I have a question…
    -yeahh?
    -about Kirby…if it is true that you certify…
    -No, we are not on the Furby business, you know we do more of the kind: “…seven…six…five…” (but we still have some hours before the window…)
    – Ah, good, but what do you mean by “Furby”? It is like Italian…??
    -C’mon, CimPy, “Furby”, the american tamagoci made in Taiwan the same. We are not in that business, you know, we are good at counting backward, like in “…four….three..two…”
    -No, wait, I was asking for Kirby, the american cleaner…vacuum cleaner…
    – What are you trying to say? Our missions are clean, we prepared one mission and it is clean; we are able to say, about dust, you will find zero and if you do not believe, you can go to… ….
    BBbbrrrrrroooooooommmm
    Oppppss… mi sa che è partito un po’ prima….
    😀
    (Ciao Tenente!)

  76. Tornando seri, sì, Reitano, concordo pienamente. E’ anche vero che sbugiardare ad alta voce aiuta a ridurre il parco polli tanto maggiormente quanto più alte sono le voci. Poi, per carità, si fa quel che si può tutti quanti, anche compatibilmente con le passioni di ciascuno. In questa storia ci siamo messi in tanti, grandi e piccini a far sapere ai pennuti potenziali (quelli con la grana, mica quelli di 22P) come stanno le cose – si prosegue chi ne ha voglia e, certo, la rete ricorda – peccato le persone un po’ meno, o da dopo Cagliostro (anzi, certamente da molto prima) certi giochi non pagherebbero più.

  77. Ascoli65
    grazie per la segnalazione anche se devo dire di essere rimasto alquanto basito.
    Per riassumere, ho detto che (semplificando) la fusione fredda non esiste, ho detto esplicitamente di apprezzare l’intervento di Pomp, ho criticato Levi per aver usato impropriamente il logo di Unibo e per la non scientificità dei Report, ho criticato il Dipartimento di Fisica per aver mal gestito la vicenda, non sono certamente contrario all’utilizzo dei blog per discutere di questioni scientifiche visto che sono autore in uno e commentatore abituale qui.
    Ciononostante, per te sarei il prototipo di chi metterebbe i bastoni fra le ruote ad un “Pomp italiano” e per Franchini (ma anche per te nonostante credevo di aver chiarito dove fosse il mio disaccordo con Pomp) io cercherei di ridimensionare Pomp. Ma allora davvero ognuno vede quello che vuole, solo mi sarebbe piaciuto che rimanesse una caratteristica di quelli che dispregiativamente vengono chiamati believers.

  78. A volte è difficile capirsi. L’importante è riuscire a spiegarsi prima di arrivare ai duelli rusticani…

  79. @ Riccardo Reitano,
    Mi sorprende che citi l’Aleklett che si dice eccitato dall’essere vicino al centro dell’azione e che sotiene che la quantità di energia prodotta era ok.
    Perchè sorprenderti, io cito tutti i riferimenti che possono essere utili alla comprensione della vicenda, senza filtraggi preliminari. Comunque il titolo del post di Aleklett non è lusinghiero per l’ecat. Non lo è certamente il primo corno del dilemma (beffa), ma non lo è neppure il secondo (nuova fisica). Le probabilità che l’aggeggio stagnolato riveli una nuova fisica sono infinitamente (mi si passi il termine) minori della prima ipotesi. Ipotizzare una nuova fisica vuol dire anche che egli non riesce a capacitarsi dell’insieme dei risultati (calorimetria+isotopi). Aleklett da fisico nucleare dimostra che la la seconda parte non sta in piedi, ma per la calorimetria non può dir nulla, si affida all’“autorevolezza della fonte”. Se i fisici di Bologna hanno detto che sono stati prodotti 12 kW a fronte di uno, e il suo collega Kullander dice (fidandosi di ciò che gli avevan detto sempre i bolognesi) di averne visti 4,7 a fronte di 0,3 in ingresso, lui ne prende atto e si entusiasma. Ma il dubbio che si tratti di una beffa aleggia fino alla fine del suo post.
    Ancora più esplicito è uno dei commenti contenuti nell’interessante dibattito che si svolge dopo l’articolo, quello del 13 aprile di un certo James Bovary che allega un video YouTube, rimosso nel frattempo dalla rete. Si trattava della versione unificata e sottotitolata in inglese dei famosi 3 video della demo del 14 gennaio 2011, e che durava una quarantima di minuti in tutto. Tuttavia i singoli video sottotitolati sono ancora disponibili in rete, a gloria imperitura di UniBo e della fisica italiana. Come puoi notare al commentatore non sfugge che i video sono sottotitolati “Energy Catalyzer, Bologna University Test”. Le sue considerazioni nascono proprio da questa presenza del nome dell’Università. Non parla nè di Levi, nè di Focardi. In conclusione arriva a dire che i professori di Bologna hanno forse allentato la doverosa vigilanza per motivi “nazionalistici” essendo l’inventore un italiano. Non mi pare una bella considerazione all’interno del mondo scientifico. Ora ti chiedo, credi che quel titolo così esplicito su dei video che hanno fatto il giro del mondo, anche in ambiente accademico, sia sfuggito per ben 3 mesi, tanti quanti ne erano trascorsi all’epoca dalla data della demo, ai responsabili del DF e di UniBo? Perchè non lo hanno subito smentito? Perchè la prima precisazione da parte di UniBo, per altro su un dettaglio poco significativo, è arrivata soltanto a novembre del 2011? Come si fa a dire che il DF e UniBo non fossero consapevolmente coinvolti nella vicenda Ecat?
    Ho detto di essere contento che Pomp ne avesse parlato sul suo blog.
    Questo mi fa molto piacere. Ritieni quindi che anche da noi un professore di fisica, anche di UniBo, possa esprimere un’opinione pubblica sulla demo del gennaio 2011 entrando nel merito delle misure e dei calcoli?
    Quella che tu chiami critica era un appunto sulla sua idea un po’ troppo estensiva di cosa si intenda per terza missione. [omissis] Posso aver fatto male a tirare fuori un argomento così tecnico in questo contesto ma il termine l’ha usato, un po’ alla leggera, Pomp.
    Ora ho capito, grazie. Non ero a conoscenza di queste faccende di classificazione dei compiti della professione accademica. A me l’atteggiamento di Pomp piace a prescindere dall’ordinalità del compito in cui va inquadrato.
    devo dire di essere rimasto alquanto basito.
    Tu non sai quanto sono rimasto basito io nel leggere che ci sono professori di fisica che dicono, sia pur semplificando, che la FF non esiste e poi rivendicano il loro diritto ad occuparsene se per caso si svegliano una mattina con la voglia di farlo.

  80. Ascoli65
    ancora una volta una distorsione di quanto scrivo. Scrissi un po’ di tempo fa in forma leggermente più estesa:
    “l’esistenza del fenomeno non è stata dimostrata, fino a prova contraria non esiste e, di più, al momento non abbiamo motivo di pensare che esista”
    A mio modo di vedere (che ho espresso ripetutamente) questo NON implica che in qualche modo bisogna impedire di fare ricerca se qualcuno ritiene di farla, se ci fermassimo a quanto è già noto rimarremmo fermi. Ti lascia basito lo stesso? Può essere, sarebbe proprio la visione assolutistica che ti contestavo.

  81. @Ascoli65
    Rivolto a Reitano: Tu non sai quanto sono rimasto basito io nel leggere che ci sono professori di fisica che dicono, sia pur semplificando, che la FF non esiste e poi rivendicano il loro diritto ad occuparsene se per caso si svegliano una mattina con la voglia di farlo.
    In maniera estremamente schematica…
    Con la precisazione che Reitano aveva scritto che la FF non esiste “fino a prova contraria” — spero sia evidente quanto e’ fondamentale questa precisazione — sono assolutamente d’accordo con Reitano nella necessita’ di difendere il suo diritto, e quello degli altri ricercatori, di occuparsi di quello che desiderano. Anche di FF, se cosi’ ritengono opportuno.
    Se tu pensi il contrario, non sorprenderti poi se Reitano (ma anch’io, per quel pochissimo che vale) vede nella tua posizione una minaccia alla liberta’ di ricerca.
    Una cosa e’ la liberta’ di ricerca, un’altra e’ *finanziare* la ricerca sulla fusione fredda (al di la’ degli stipendi e dell’utilizzo di laboratori) e — su questo siamo probabilmente d’accordo (e non sarei sorpreso se anche Reitano convenisse) — ritengo che sia da evitare in assenza di prove di esistenza. Ritengo comunque che questo tipo di decisioni sia opportuno che vengano prese dalle comunita’ scientifiche di riferimento.

  82. Ascoli65
    scusa, dimenticavo.
    “Ritieni quindi che anche da noi un professore di fisica, anche di UniBo, possa esprimere un’opinione pubblica” aggiungo io non solo sulla demo del 2011 ma su tutta la vicenda?
    Se io fossi stato sufficientemente chiaro su cosa intendo per libertà di ricerca con il corollario della libertà di esprimerla e su cosa (giustamente) ci impone il codice etico e di comportamento (dovrebbe bastare il semplice buon senso), la domanda non dovresti nemmeno porla. Se come ho detto ritengo Levi libero di fare la sua ricerca giungendo a certe conclusioni, altrettanto possono fare altri e possibilmente giungere a conclusioni opposte. Per (spero) ovvie ragioni, criticherei ancora più aspramente di come ho fatto qui un collega che si lasciasse andare a sproloqui non solidamente supportati (sconsiderati) su una ipotetica truffa.

  83. Hornbeck
    hai fatto una precisazione importante:
    “Una cosa e’ la liberta’ di ricerca, un’altra e’ *finanziare* la ricerca sulla fusione fredda”
    Chi si occupa di fusione fredda deve fare come facciamo tutti, presentare progetti ad un qualche ente finanziatore o ad un privato disposto a fare ricerca e convincerlo che vale la pena scucire i soldi.
    Bisogna anche tenere presente che, ad esempio, io potrei presentare e avere approvato un progetto sulla lega NiH e, già che ci sono, metterci accanto un rivelatore gamma in caso venga fuori qualcosa. Detto in altri termini, anche se probabilmente nessuno mi finanzierebbe una ricerca esplicitamente focalizzata sulla fusione fredda, io potrei farla come ricaduta di un altro progetto. Anche in questo caso a me starebbe bene, io lo faccio e mi sento di dire che lo facciamo tutti di provare altre cose “sfruttando” una ricerca finanziata. Non foss’altro ci aiuta a decidere come continuare a conclusione del proggetto iniziale.

  84. @ Riccardo Reitano,
    Ti lascia basito lo stesso?
    Certo che mi lascia basito. Come mi lascerebbe basito sentire qualcuno che pretende di essere pagato dalla collettività per dimostrare che la Terra è piatta. Se la consideri una visione assolutistica non so che farci. E’ una tua libera valutazione, che si aggiunge a quelle di “populista e reazionario” che mi hai rifilato fin dal tuo primo intervento. Tante parole in politichese, ma neanche una di valutazione tecnico-scientifica sulla produzione di 12 kW certificata dai tuoi colleghi bolognesi nel 2011. Non è quello che mi aspettavo da un professore universitario di fisica che interviene in un blog che tratta di bufale scientifiche. Continuo a preferire Pomp.
    @ E.K.Hornbeck,
    Ritengo comunque che questo tipo di decisioni sia opportuno che vengano prese dalle comunita’ scientifiche di riferimento.
    In un Paese normale sarebbe la scelta più ragionevole. In Italia sono 25 anni che i ricercatori pubblici DECIDONO di farsi finanziare la ricerca sulla FF, caso UNICO nel mondo! Probabilmente qualcuno ne ha abusato.

  85. @Ascoli65
    In Italia sono 25 anni che i ricercatori pubblici DECIDONO di farsi finanziare la ricerca sulla FF, caso UNICO nel mondo! Probabilmente qualcuno ne ha abusato.
    Si’; e’ probabile.
    Anzi, ne sono assolutamente convinto: qualcuno ne ha abusato.
    Non ho certo detto che il sistema e’ perfetto.
    Sono pero’ anche convinto che *nessun* sistema sia perfetto; e che, qualunque sia il sistema, qualcuno che ne abusa ci sarebbe.
    E ti diro’ di peggio: sono profondamente convinto che la liberta’ comporta, inevitabilmente, degli sprechi. Senza tener conto che, anche senza sprechi e in perfetta buona fede, molti useranno la loro liberta’ per fare delle scelte sbagliate.
    Mica sto dicendo che non dobbiamo combattere abusi e sprechi.
    Sto dicendo che dobbiamo farlo col cesello, non con la scimitarra.
    Se tu mi vieni a dire che un ricercatore deve essere censurato (o licenziato, o esposto al pubblico ludibrio) perche’ si occupa di FF (o di fantasmi, o di Terra piatta o di qualcos’altro che tu e io considereremmo come corbellerie) non sono con te e lo considererei un attacco alla liberta’ della ricerca.
    Se, invece, mi vieni a dire che un ricercatore deve essere periodicamente verificato sulla sua produttivita’ — in base a criteri il piu’ possibile oggettivi — e che, in assenza di una produttivita’ ragionevole, possa essere censurato e, nei casi piu’ gravi, licenziato… sarei un po’ preoccupato che verifiche troppo ossessive e criteri mal scelti possano interferire con la sua creativita’ ma, in linea di principio, sono con te.
    Io sono convinto che un ricercatore che si occupi di dimostrare che la Terra e’ piatta, in presenza di verifiche periodiche basate su criteri oggettivi e sensati (e che non mettano in crisi la sua liberta’ di ricerca), non durerebbe a lungo.
    Comunque, l’alternativa quale sarebbe?
    Far decidere alla pubblica opinione? Come nel caso Di Bella?
    O far decidere dal parlamento? Sovrarappresentato nella cultura umanistico/giuridica e con una cultura scientifica media tragicamente bassa?

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