O's digest – Science is not for sale

Stamattina in radio citavo il paper di Fernando Paolo et al. sulla fusione delle piattaforme glaciali in Antartide, passata

da una perdita quasi trascurabile di 25 ± 64 km3  all’anno nel 1994-2003 a una veloce di  310 ± 74 km3 all’anno nel 2003-2012. Le perdite nell’Antartide occidentale sono aumentate del 70% nell’ultimo decennio e si è fermato il precedente aumento  di volume delle piattaforme orientali. Nelle regioni di Amundsen e Bellingshausen, alcune hanno perso il 18% del proprio spessore in meno di 20 anni.

Continuo la rassegna.

Nell’editoriale, Marcia McNutt s’incavola per due casi  di disonestà:

 One instance involves the ?300-fold increase in earthquakes in Oklahoma since 2008, making it America’s earthquake capital. Early on, investigations by the United States Geological Survey and academic scientists linked this departure from background levels to oil and gas industry activities, a position that the Oklahoma Geological Survey (OGS) had appeared to be willing to support in 2013. However, the position of the OGS took an about-face, coinciding with the state seismologist being called into the president’s office at the University of Oklahoma (where the Survey is housed) for a pivotal meeting with billionaire oil man Harold Hamm, a major donor to the school. E-mails associated with the meeting, just recently released through Oklahoma’s Open Records Act, have prompted speculation that the OGS dialed back its willingness to link the seismicity to human activity because of potential impacts on the oil and gas industry. 

L’altro è quello del governatore della Florida che vieta ai pubblici dipendenti di menzionare i “cambiamenti climatici” quando è uno degli stati più a rischio (l’opposizione non ci sta, con effetti esilaranti).

– I ghiacciai del Karakorum “sembrano” essersi ripresi, scrive Jane Qiu, ma un’analisi delle immagini satellitari mostra che il loro avanzamento (per cui il risc. glob, sarebbe una bufala, secondo i soliti disinformatori) è solo parte della storia.
Anche se un ghiacciaio sembra espandersi, può perdere massa e collassare ad alte quote mentre il suo “muso” (snout) si ispessisce.

– Martin Eisenrink riecheggia l’editoriale di Nature, sullo Human  Brain Project europeo, con il tatto in meno. Non solo c’è la foto del direttore autocratico Henry Markram, ma intervengono i suoi critici:

The European Commission in a statement said that it welcomes the mediation process and will discuss the findings with HBP. Critics, however, say the commission should reflect more on how it came to shower money on an effort riddled with shortcomings. The critical reports suggest that the selection process for the flagships—widely criticized as opaque at the time was flawed itself.

Poco ma sicuro.

A commission representative dismissed that criticism in an e-mail to Science. HBP was selected “by a high-level evaluation panel including leading scientists, industrialists and specialists from a broad range of disciplines,” in a process that lasted more than 2 years, the e-mail said. Peter Dayan (University College di Londra, ndt) demurs. “A project of this scale that has so many problems leads to severe questions on how it came to be in the first place,” he says. “When all the dust has settled, there will be many interesting questions for historians of science to look at.”

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Penso che farà discutere la ricerca di Kathy Spatz Widom et al. “Intergenerational transmission of child abuse and neglect: Real or detection bias?”:

The original sample was composed of 908 G2 children with documented cases of abuse and neglect during the years 1967 through 1971 in a Midwestern county area and a matched comparison group of children (N = 667) from the same neighborhoods. 

Le autrici hanno intervistato le vittime varie volte a distanza di anni e cercato conferme delle loro dichiarazioni. Trovano che gli stupri e il “neglect” si trasmettono alla seconda e terza generazione, ma le sevizie e le botte molto meno. Però mettono le mani avanti:

several caveats need to be kept in mind. G2 abuse and neglect cases in this study were identified through official records from 40 years ago and represent children whose cases were processed through the courts. Many cases are not reported and never come to the attention of the authorities.

Inoltre il campione originale era prevalentemente formato da poveri, più spesso denunciati alle autorità da assistenti sociali, idem per le generazioni successive.

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Il paper di Heinz Feldmann et al. sui genomi di quattro virus Ebola isolati in Mali è rassicurante, le mutazioni sono poche e i vaccini in fase di sperimentazione clinica dovrebbero essere efficaci. Ma sono pochi anche 4 genomi. (Tutti agli “arresti domiciliari” per tre giorni in Sierra Leone, salvo per funzioni religiose; aggiornamento WHO/CDC sulle vittime)

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Per le Ong, c’è un interessante policy forum sui biocarburanti e i consumi alimentari. Tim Searchinger, primo autore, ha messo link all’articolo gratis sul suo sito e lo riassume così:

we analyzed the model (USA e UE, ndt) results carefully and found that they estimate lower emissions for ethanol because they estimate that from 20-50% of the calories in food are not replaced.  Physically, the emissions result from reduced respiration of carbon dioxide (and wastes) by people and livestock.  The models attribute these “savings” to the biofuels.  And if these estimates were wrong, the models would estimate higher greenhouse gas emissions.  The paper therefore highlights that much of the debate between models is which adverse effects predominate not whether these ethanols generate adverse effects.

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Per gli apicultori invece, c’è un’indispensabile rassegna di Dave Goulson et al. sulle cause (multiple) del declino delle api e sui rimedi, con 170 paper e rapporti in bibliografia, un buon terzo dei quali in open access.

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Mandria del giorno

Giordano Masini twitta

Si dice che esagerano, ma sono mosse da nobili intenzioni. No, di certe Ong sono rivoltanti sia i mezzi che i fini

segue link al suo pezzo “rivoltante” sul Foglio, che riprende un articolo dell’Independent della scorsa domenica:

Ong umanitarie convertite (di nascosto) alla stregoneria anti Ogm. Il caso dell’inglese Action Aid che diffonde foto di tumori sui topi in Uganda

Oggi veniamo a sapere che ActionAid, una delle più grandi associazioni umanitarie britanniche, in grado di raccogliere più di 47 milioni di sterline l’anno, ha messo in atto una massiccia campagna mediatica in Uganda contro gli Ogm. Foto di topi malati diffuse dagli attivisti nelle campagne, spot radiofonici nelle più importanti emittenti del paese, il tutto per radicare la convinzione, priva di fondamento, che gli Ogm provochino il cancro. Una campagna andata avanti per quasi un anno e mezzo, della quale il sito di ActionAid non ha mai fatto menzione e che oggi costringe i dirigenti dell’Ong, che ogni anno spende in Uganda più di un milione e mezzo di sterline, a chiedere pubblicamente scusa. 

Nella realtà, ActionAid Uganda ha fatto campagna in autonomia. Quando ActionAid UK – che insieme alle altre ActionAid dei paesi ricchi finanzia l’affiliata ugandese e le Ong che sostiene e con le quali lavora – l’ha saputo, ne ha parlato con il responsabile di AA-Uganda che ha fermato tutto.

AA-UK ne ha informato la stampa con questo comunicato:

ActionAid in Uganda should not have told farmers that GM technology could potentially cause cancer. As a matter of principle, ActionAid is neither for nor against GM technology. We recognise that in some areas it has worked but in others it has not, and that context is everything. If country programmes decide to campaign against the introduction of GM technology, we ask that they do so through the lens of our expertise.

That lies in tackling rural poverty through the promotion of sustainable agriculture. ActionAid works with tens of thousands of poor farmers worldwide in agro-ecology that encourages biodiversity.

AA-UK non ha chiesto scusa né poteva farlo. L’Uganda non è una colonia britannica, contrariamente a quanto crede l’ineffabile Masini che s’indigna:

Il fine giustifica i mezzi, ha sostanzialmente ribadito il responsabile per l’Uganda di ActionAid, sottolineando come ai contadini ugandesi sia necessario rivolgersi con messaggi semplici e diretti.

All’Independent Fredrick Kawooya, il responsabile di AA-Uganda, non ha detto niente..

Quale messaggio è più semplice e diretto di una menzogna?

La menzogna è stata pubblicata da scienziati, nessuno dei quali collabora con ActionAid in Uganda o in UK.

E quale fine è più nobile del tentativo di sabotare un progetto sostenuto dalla Melinda e Bill Gates Foundation che prevede l’introduzione di una varietà di banana verde, la base dell’alimentazione in Uganda, resistente a un batterio che ne sta devastando le coltivazioni?

Nella realtà, i banani verdi resistenti allo Xanthomonas sono stati creati dai laboratori nazionali di Kawanda con la concessione gratuita del brevetto e un finanziamento di Taiwan. E la base dell’alimentazione locale è formata da banane verdi, manioca, patate dolci e non, zucche, cavoli ecc.

In un volantino Fredrick Kawooya, policy & campaign manager di AA-UK, citava un articolo “scientifico”: il famigerato paper di Gilles-Eric Séralini et al., pubblicato, ritrattato e ripubblicato in open access da una rivista scientifica (cosa che l’Independent non dice).

Masini non sa nulla della diffidenza di tanti africani verso i propri governi. Ne sa ancora meno sugli ugandesi di AA-Uganda:

Nel frattempo resta da chiedersi per quanto tempo ancora dovremo assistere a questo vergognoso smercio di specchietti e perline colorate a danno delle popolazioni più vulnerabili del pianeta, e per quanto tempo ancora questi ricchi e ben pasciuti attivisti continueranno a scaricare il peso della loro cattiva coscienza su chi affronta condizioni di vita che a loro non farebbe male sperimentare. E per quanto tempo ancora, dalle nostre parti, continueremo a dar loro credito, visibilità e denaro.

Nella realtà, la fondazione Gates finanzia lo sviluppo di banane transgeniche dolci – i.e. gialle – per aumentarne il precursore della vitamina A.

Non che la messa in commercio sia imminente, ma l’Uganda è il paese africano con la maggiore opposizione agli Ogm e ci sono proteste contro un disegno di legge per autorizzarli.

Le Ong locali, come quelle degli altri paesi dell’East African Community, sono convinte che il “matoke GM” sarà il cavallo di Troia di Monsanto, Dupont ecc. e sanno da tempo che i governanti autorizzano qualunque cosa in cambio di tangenti.

Se volete dare visibilità alla posizione di Action Aid-UK sugli Ogm, la trovate qui.

5 commenti

  1. Tangenzialmente inerente alla storia dello Human Brain Project, una domanda: siamo sicuri che finanziare pochi mega-progetti eccellenti (o supposti tali) sia il modo migliore di finanziare la ricerca? Non è detto. Ci sarebbe da far perdere il sonno ai funzionari della Commissione Europea.
    Sulle piattaforme antartiche, questa è la tipica notizia non molto sexy per essere venduta sui media ma con conseguenze gravi. Ma l’Antartide è lontano, l’innalzamento del mare limitato per legge in North Carolina e “vietato” in Florida …

    1. Riccardo,
      da quello che ho seguito finora, l’eccellenza decisa a priori finisce quasi sempre a hubris. Semmai la Commissione dovrebbe occuparsi dei mega-progetti che riguardano le infrastrutture (anche se ITER…).
      Piattaforme antartiche: ho pensato anch’io alla Florida e a questo.

  2. Io penso che i cambiamenti climatici siano un problema grave e commentavo su chi cerca di abrogarli per legge. Ma che dire quando in Indiana si legalizza per legge l’odiosa discriminazione e per giunta in nome della libertà religiosa?

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