Ancora l'enciclica – O's digest

Nature è pieno di cose interessanti anche per i non addetti, a cominciare dall’Outlook  – gratis –  sulle tossico-dipendenze che s’inserisce nel dibattito sulla liberalizzazione/legalizzazione (h/t mW) delle droghe, ora che alcuni governanti si accorgono che il proibizionismo non funziona dagli anni Venti…

editoriale soddisfatto sulla Laudato si

Relations between the Catholic Church and science have long been ambivalent. Famously, it took the Vatican 359 years to formally concede that Earth moves around the Sun: only in 1992 was Galileo Galilei, who proclaimed that fact in 1633, officially ‘rehabilitated’ by Pope John Paul II. It is gratifying that Catholic officials have moved on. … “Science is the best tool by which we can listen to the cry of the Earth,” Cardinal Peter Turkson, president of the Pontifical Council for Justice and Peace, said on releasing the 192-page letter, drafted in consultation with leading climate experts. 

Ahinoi finale:

Alas, he remained silent on issues of contraception. With a world population heading towards a possible 10 billion, the importance of family planning is clear. The Vatican has been brave on climate change. If it is serious about the fate of the planet and the welfare of its inhabitants, then it must be braver still on the issue of contraception.

appello a salvare la biodiversità antartica, con rassegna del biota scoperto fin qui e delle minacce incombenti;

Alessia Errico dice che Tim Hunt, il suo “boss” per sette anni, ha detto stupidate sessiste, ma non si è mai comportato da sessista:

Tim says that his comments were intended as a joke. I believe him, because I was once on the receiving end of one of his public jokes — and his attempt at humour then was just as bad.

Jeff Tollefson torna sui conflitti d’interesse non dichiarati:

The undisclosed industry ties of some authors of Earth-science papers have raised ethical questions about how the field handles conflicts of interest. The cases of global-warming sceptic Willie Soon and hydrologist Donald Siegel have inspired calls for a uniform policy on reporting funding from entities that have an interest in the outcome of research.
“The Earth-science community doesn’t really have a coherent set of policies for dealing with this,” says Naomi Oreskes, a science historian at Harvard University in Cambridge, Massachusetts, who co-authored a 12 June commentary in Environmental Science & Technology calling for stronger disclosure rules.

(Mi sa che è peggio nel bio-med e comunque risulta tuttora unica l’apoteosi degli 11 articoli del prof. Carpinteri et al. ritrattati dal prof. Carpinteri, dalla società scientifica proprietaria della rivista e dall’editore, per ripristinare un’integrità scientifica lesa dal “conflitto di interessi” degli autori e dalla loro “compromissione del processo editoriale”…)

Helen Shen fa il punto sugli esperimenti clinici con l’ossitocina, dagli effetti meno strepitosi di quelli annunciati e  da non somministrarsi nella speranza di migliorare i rapporti sociali e affettivi;

Theodore Shepherd recensisce il paper di Daniel Horton et al. sull’aumento delle ondate di caldo in metà delle terre emerse e di picchi di freddo in Asia centrale, aumenti forse più legati – ipotizzano gli autori  – alla variabilità pluridecennale della circolazione atmosferica che ai cambiamenti climatici, anche se questi la influenzano:

 One concern with this study is that it is based on 35-year (and, in some cases, only 24-year) time series, which are quite short by climate standards. Horton and co-workers performed an extensive analysis to determine the statistical significance of the trends, but this establishes only that discernible changes occurred over the periods in question.

Le riviste scientifiche parlano dell’enciclica ma hanno snobbato il “Manifesto ecomodernista” uscito in aprile che, teologia in meno, esprime la posizione contraria. In breve:  fidatevi di noi tecnocrati, abbiamo già le soluzioni per farvi un Antropocene coi fiocchi. Se ne discute da Then there is physics.

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Rimmel del giorno
Le ultime peripezie di Marco Ruggiero e del suo yogurt sono nel Parco delle Bufale.
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13 commenti

  1. Anni fa si diceva che oggettivamente le droghe sono già libere, perchè chi le vuole le può comprare, ma con tutta una serie di implicazioni catastrofiche per se e per la società in generale.
    Quindi la parola “liberalizzazione” era da alcuni reputata impropria e si preferiva il termine “legalizzazione”.
    Inoltre volevo fare una osservazione sul gioco d’azzardo.
    E’ vero che il proibizionismo non funziona, o almeno non funziona per tantissime sostanze.
    Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, io credo che siamo ben oltre la liberalizzazione/legalizzazione.
    Addirittura siamo all’istigazione.
    A ogni angolo di strada trovi un posto dove puoi comprare gratta e vinci o giocarti lo stipendio alle slot machine.
    E’ troppo facile.
    Certi giochi poi sono addirittura reclamizzati.
    Mi viene da dire che nel caso del gioco d’azzardo, si sia passati da un estremo all’altro.
    Ci sono posti dove quando prendi un caffè, le commesse sono obbligate (suppongo) a chiederti se vuoi un gratta e vinci.
    Nessuno si azzarderebbe a chiederti se vuoi delle sigarette, (forse sarebbe pure illegale) ma un gratta e vinci si.
    Il proibizionismo fa dei danni, ma anche questa situazione non è concepibile.
    Voi cosa ne dite?

    1. mW,
      aggiungo legalizzazione, grazie – per il gioco è una situazione assurda, il governo fa pubblicità per istigare, poi cerca di curare la dipendenza, almeno all’ASL di Milano.
      Nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders USA è nelle “assuefazioni comportamentali”, e pare che nel prossimo si discute se inserire anche
      gaming (videogiochi), Internet use, sex, shopping and eating
      in maniera eccessiva…

  2. droga libera per tutti e sanita’ privata. se e’ libera la religione cattolica….l’importante e’ che non rompano i coglioni agli altri.ci sara’ senz’altro qualcuno che riuscira’ felicemente a convivere con gli stupefacenti. haendel riusciva. noi riusciamo con l’alcool, i maya con i funghi allucinogeni.le civilta’ avanzano anche cosi : integrando sostanze psicotrope nella loro cultura.

  3. “Certi giochi poi sono addirittura reclamizzati”
    Non solo il gioco in sé: la pubblicità punta a far credere che vincere è semplice, che capita spesso a tutti, che il gioco d’azzardo fa sentire meglio, che è l’ideale per giovani, giovanissimi e anziani, che può risolvere i problemi economici…
    Parlare di “istigazione” è il minimo.

  4. @ mW
    E’ vero che il proibizionismo non funziona, o almeno non funziona per tantissime sostanze.
    Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, io credo che siamo ben oltre la liberalizzazione/legalizzazione.
    Addirittura siamo all’istigazione.

    Avevo dei dubbi sul significato esatto di “istigazione” e ho dovuto controllare: “Azione compiuta sulla psiche altrui al fine di far sorgere o rafforzare motivi di impulso, ovvero di affievolire motivi inibitori” (enciclopedia Treccani online).
    Quindi, si’, mi sembra che non ci possano essere dubbi ragionevoli a riguardo: siamo all’istigazione.
    E dire che tra il rigido proibizionismo, come quello che c’e’ nei confronti di alcune droghe, e la plateale istigazione, come quella che c’e’ nei confronti del gioco d’azzardo, ci sarebbero una quantita’ enorme di gradazioni intermedie possibili. Forse alcune persino sensate.

  5. E dire che tra il rigido proibizionismo, come quello che c’e’ nei confronti di alcune droghe, e la plateale istigazione, come quella che c’e’ nei confronti del gioco d’azzardo, ci sarebbero una quantita’ enorme di gradazioni intermedie possibili. Forse alcune persino sensate.
    Quoto.
    E’ la sintesi migliore che io abbia mai letto.

    1. mW,
      quoto anch’io, intendevo dire che – storicamente – il proibizionismo ha aumentato la criminalità, la corruzione e le vittime…

    1. Giancarlo,
      bello – chissà quante ce ne sono e perché s’intromettono nel DNA. Qualcuno diceva che rendono i topi più intelligenti, ma era sembrata una battuta.

  6. @Ocasapiens
    non preoccuparti, quello che intendevi dire sul proibizionismo si capiva, e io sono d’accordo con te.
    mW

  7. @ mW
    E’ la sintesi migliore che io abbia mai letto.
    Ma come? Se e’ pure sgrammaticata.
    Leggasi “ci sarebbe una quantita’ enorme…” al posto di “ci sarebbero una quantita’ enorme…”.
    Scusate.

  8. Tornando all’Enciclica, oggi passando in libreria l’ho vista a 2.50 euro, in offerta a 2.12 euro (da Feltrinelli). Non so fare i conti in tasca alla casa editrice ma, a occhio, è meno dei costi di stampa e distribuzione. Mi sembra una chiara volontà di divulgarla “urbi et orbi”. Quel furbacchione di Papa Francesco …

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