Dolci acque

E’ uscito il rapporto ISPRA per il 2013-2014, con poche variazioni rispetto ai precedenti se non alcuni piccoli miglioramento nella rete di controllo.

In Lombardia – Bergamo e dintorni sopratutto  – falde, fiumi e laghi e falde sono più contaminati, anche perché sono più monitorati. La vendita dei pesticidi cala un po’, nel frattempo l’accumulo continua:

 in agricoltura si utilizzano circa 130.000 tonnellate all’anno di prodotti fitosanitari, che contengono circa 400 sostanze diverse. Per i biocidi non si hanno informazioni analoghe sulle quantità e manca un’adeguata conoscenza degli scenari d’uso e della distribuzione geografica delle sorgenti.

Dalla pianura padana in giù, le acque sembrano pure. In realtà, la maggior parte delle regioni forniscono dati incompleti o nessuno nel caso del Molise e dalla Calabria.

Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale – 55,4% per la Lombardia,ndr) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Nelle acque sotterranee, 170 punti (6,9% del totale  (22,3% per la Sicilia dove i “punti” sono quasi unicamente in provincia di Ragusa, ndr) hanno concentrazioni superiori ai limiti. Le sostanze più frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6- diclorobenzammide, metolaclor…

Grassetto mio, mi impressiona ogni volta, forse  perché mi ricordo gli “allarmi atrazina” negli acquedotti, la distribuzione di acqua potabile con le autobotti ecc. anche dopo che l’Emilia Romagna l’aveva vietata nei primi anni Ottanta.

In Italia e nella UE è vietata dal 1992.

Impressiona anche l’assenza di controlli dal’Emilia in giù. Esigerli dalle ARPA e dai governanti locali, no?

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L’altro rapporto uscito ieri è “The State of the World’s Plants 2016” dei Royal Botanic Gardens di Londra, il primo di una serie, se si troveranno i fondi. Dalle collezioni pubbliche e private, gli autori stimano che i botanici abbiano censito 391.000 di piante vascolari – né alghe né muschi – di cui 369.000 a fiori. Delle 30 mila circa utilizzate, 17 mila lo sono in  medicina e 9 mila per l’alimentazione umana e animale.  
Un quinto delle specie è a rischio di estinzione, per le cause ben riassunte da questo grafico dellEconomist

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Breaking News: il Trigno M non è più anti-neoplastico

A proposito di piante venerdì mi stupivo (eufemismo) perché da ottobre l’antiossidante a base di fenoli del prugnolo del Molise e amminoacidi di Biogroup era venduto come farmaco con una “attività mirata anti-neoplastica”. Ho chiesto come mai all’Istituto Superiore di Sanità dov’è stato studiato soltanto in vitro. Risposta

la ringrazio intanto per la segnalazione del sito di cui non eravamo a conoscenza e al quale l’azienda sostiene di non avere mai dato autorizzazione a scrivere “mirato effetto antineoplastico” e per il quale la nostra Direzione Generale ha già disposto di prendere i necessari provvedimenti. 
Già questa mattina sul sito non compare più, come potrà constatare la dicitura “effetto mirato anti-neoplastico”, né indicazioni relative all’uso terapeutico del trattamento dei tumori.

Un bacione alla responsabile dell’uff. stampa e alla DG che le ha dato retta.
Adesso Biogroup avviserà dei rischi i “pazienti affetti da gravi forme di tumore” che lo assumono da ottobre e i loro medici o farà finta di niente?

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State of the World’s Sea Ice

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3 commenti

  1. Ottima la notizia del rinsavimento dell’ISS. Grazie, Sylvie, per averla condivisa.
    Nel sito di NatureLab permangono le indicazioni del Trigno M da assumersi per bocca “come coadiuvante nelle problematiche oncologiche, in trattamento con chemioterapia e radioterapia, in fase pre e post chirurgica.” Speriamo quindi che il lavoro di maquillage venga completato al più presto.
    L’ISS pare aver deciso di seguire la linea del “è accaduto a nostra insaputa”. Ma per mesi i giornali hanno parlato del Trigno M, per mesi la dr Meschini si è pavoneggiata arrivando a paragonare la sua ricerca a quella sulla artemisinina di Tu Youyou (https://www.naturelab.it/blog/prunus-spinosa-trigno-un-integratore-che-inibisce-la-crescita-delle-cellule-cancerose-in-vitro/), ha partecipato a pseudocongressi (l’ultimo sabato scorso a Milano – http://www.medicinabiointegrata.it/files/locandina-trigno-milano.pdf) e ha presentato la sue ricerca perfino in Parlamento (http://www.medicinabiointegrata.it/files/convegno_camera_loc_po85hv9p.pdf).
    Che l’ISS non sapesse con chi la dr Meschini si accompagna e chi sono le persone insieme alle quali l’Istituto detiene il brevetto del Trigno M non lo può credere neppure un’ingenua come me.

    1. Dora,
      ce n’est qu’un début.
      Sono d’accordo con te, non si va in giro a promuovere una roba senza conoscerne gli effetti. E anche il Trigno D sarebbe un
      Drenaggio tossinico in tutte le problematiche oncologiche, in trattamento con chemioterapia e radioterapia, in fase pre e post chirurgica
      e altre bufale biointegrate, con l’articolo del Venerdì del Corriere per far vedere che è tutto “scientifico”…
      p.s. LOL, m’ero persa il Trigno T per il
      Riequilibrio del terreno nelle problematiche oncologiche, astenia, stati depressivi.

  2. Gran bella notizia sul Trigno M. Una bufala pseudo-scientifica in meno.
    “Adesso Biogroup avviserà dei rischi i “pazienti affetti da gravi forme di tumore” che lo assumono da ottobre e i loro medici o farà finta di niente?”
    Farà finta di nulla, come tutti i venditori di prodotti pseudo-fitoterapici spacciati per cure oncologiche e pizzicati dai NAS. Mi ricorda molto il caso delle “farmacie-erboristerie” che vendono a peso d’oro l’Artemisia Annua in soluzione alcolica¹ e che per arginare il divieto di vendita spacciano i loro prodotti come cosmetici. Biogroup farà qualcosa di simile, e fra qualche tempo quando l’attenzione su di loro sarà calata, il Trigno M risorgerà come prodotto sponsorizzato per X ma venduto sottobanco (leggi: Internet) nuovamente come magica terapia oncologica.
    Ceci n’est pas une Trigno M — Magritte
    ¹- che è da folli proporre una sostanza in soluzione alcolica senza alcuna posologia ad un paziente oncologico visto che l’alcol aumenta molto il rischio di recidiva, specialmente nei carcinomi che interessano l’apparato digerente.

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