Radiosveglia nel buco nero

Cari orecchietti di popolnetwork,

domattina alle 9.15 nella rubrica Radiosveglia, Alessandro Braga vuol farmi raccontare 100 anni di ipotesi e ricerche sui buchi neri in 10 minuti e, passatemi i sali, in 5 l’esperimento di Jeff Steinhauer al Technion, il politecnico di Haifa.

Lo descrive su Nature Physics uscito ieri, e nella bozza messa su arXiv in aprile (con poche differenze mi sembra, ed è gratuita).

Ci ha messo sette anni di teoria del campo termodinamico di un buco nero e di tentativi di testarla sperimentalmente, quasi tutti in solitaria. Alla fine ha simulato un buco nero chiudendo in una trappola pochi atomi di rubidio raffreddati a -273 °C virgola qualcosina, a un pelo dallo zero assoluto. A questo punto gli atomi che con il caldo invece si agitano, sono in uno stato di requie da condensato di Bose-Einstein, così profondo che nella trappola il suono – un’onda fatta di fononi così come quella di luce è fatta di fotoni – viaggia a 0,5 mm/secondo.

In confronto, nell’aria non inquinata a O °C viaggia a 331 metri/s.

Nella trappola, Steinhauer gli ha dato un’accelerata fino a 1 mm/s  per simulare “l’orizzonte degli eventi” di un buco nero, il suo confine rispetto al gas di rubidio circostante. C’è chi sostiene che non ne può uscire nulla, ma dal 1974 Stephen Hawking calcola che deve trapelarne una qualche informazione – che si conserva, esattamente come l’energia – su cosa ci finisce dentro.

La famosa teoria dei buchi neri “hairy”, pelosi, irsuti o con i capelli fate voi, che provavo a riassumere qui.

Steinhauer ha trovato una correlazione tra le fluttuazioni casuali nella densità degli atomi alla stessa distanza, esterna e interna, dall’orizzonte del suo simil-buco, ma solo nel caso dei fononi ad alta energia. Il resto dell’informazione forse si è persa o gli strumenti di misura non sono abbastanza precisi o la statistica abbastanza robusta o chissà cos’altro. Niente di definitivo, insomma, e conclude che bisogna pensarci su.
Comunque sembra che i fuoriusciti rimangano “entangled” a coppie con gli intrappolati più vigorosi: quando da un lato del confine uno ha una proprietà negativa, l’altro ce l’ha positiva e vice versa.

Se la correlazione e relativo entanglement risulteranno da altri esperimenti, sarà una conferma indiretta della radiazione di Hawking: i buchi neri hanno proprio “i capelli”. Resterà da scoprire di che cosa sono fatti, e dedurre dalle informazioni che forniranno conoscenze in più sull’evoluzione dell’universo.

Quanti se…

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Non so se farò in tempo, ma vorrei dirvi che in astrofisica usare le onde radio non è mica tirato per i capelli. Come quelle elettromagnetiche in generale, sono onnipresenti nell’universo. Quindici anni fa s’è scoperto che oggetti celesti non ancora identificati eruttano fononi ad alta energia in un “fast radio burst” che si sente da qui con il radiotelescopio giusto.

Gli astrofisici ci hanno messo parecchio a credere ai propri orecchi. Anche perché vengono da altre galassie – i burst, mica gli astrofisici!- per strada l’onda s’è spampanata, il suono s’è affievolito e basta aprire anzitempo il forno a micro-onde o tenere la radio accesa per sommergerlo nel rumore di fondo.
Se vi piace l’astrofisica, abbassate il volume per favore?

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fonte, copyright Melodie Putnam

A proposito di evoluzione, orecchietti, vi segnalo una ricerca su PLoS Pathogens che non c’entra niente con Radiosveglia, ma mi è molto piaciuta. E’ anche più facile da spiegare con meno “ma” “se” “forse” e mani avanti varie
Il mosaico del cetriolo, che affligge anche i pomodori e centinaia di piante commestibili, è dovuto a un virus così diffuso e contagioso che avrebbero dovuto evolvere una resistenza da parecchi secoli. A Cambridge, Simon Groen e i suoi colleghi hanno scoperto che come patogeno è il massimo della vita: aiuta la fecondazione!

Le foglie infette emetto sostanze volatili – per ora ignote ma la ricerca procede – che attirano di più i bombi che si fermano più a lungo a bottinare sui fiori che si auto-fecondano di più con il polline liberato dal “bzzz … bzzz…” insistente e producono molti più semi.
Un matrimonio in tre, se così si può dire…

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C’è anche una notizia sul riscaldamento globale che vi potrebbe interessare. Nella serie GISTemp, lo scorso luglio risulta* non solo il luglio più caldo mai misurato dal 1860 – con la coda del Nino c’era da aspettarselo – ma il mese più caldo in assoluto con una differenza di +0,8 °C rispetto alla media 1950-1980, circa +1,3 °C rispetto alla media di inizio Ottocento.

*Link al grafico pubblicato ieri da Gavin Schmidt su twitter questa volta. Così potete leggere come risponde a una specie di marcianò neo-eletto al Senato australiano che in tv ha accusato la NASA – nel senso dei ricercatori del GISS diretto da Gavin – di falsificare i dati delle temperature.

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Se eravate nati quando Radio popolare raccontava i disastri ambientali commessi da Andrea Rossi ai tempi della Petroldragon, su Oggi Scienza potrebbe divertirvi l’ultimo episodio della sua invenzione più recente: il container a fusione fredda che produce vapore – ne parliamo ogni tanto alle Oche.

Se fate parte degli ascoltatori che credono ai marcianò locali, un sondaggio di Keith Caldeira – spesso citato alle Oche, perché fa modelli teorici per capire le conseguenze di alcune forme di geoingegneria del clima – e colleghi quantificano il consenso degli esperti sull’inesistenza dello SLAP, il gomblotto di alieni e/o umani per sterminare l’umanità con le scie chimiche:

76 of the 77 scientists (98.7%) that took part in this study said they had not encountered evidence of a SLAP, and that the data cited as evidence could be explained through other factors, including well-understood physics and chemistry associated with aircraft contrails and atmospheric aerosols.

Chi sarà il 77° nella tabella 1? Se non credete al gomblotto, l’articolo vi fornirà qualche domanda da porre ai credenti per vedere l’effetto che fa… (h/t radioprozac)

7 commenti

  1. E da quando l’Ocasapiens è esperta di buchi neri? L’unica sua esperienza in proposito riguarda il leccare il culo a Rovelli ed alla sua inutile LQG. Farebbe meglio ad occuparsi di dialetto fiorentino…

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