Ups, era giusto il modello

Il titolo non si riferisce allo spettacolo in due atti allestito da Andrea Rossi a Stoccolma per mostrare l’E-cat QX a una manciata di fedelissimi – l’ho recensito nel Parco delle Bufale, una volta basta e avanza – ma a un corrigendum un tantino imbarazzante.
Su Nature, Jonathan Kingslate et al. correggono il paper di aprile sulla fusione dei ghiacciai antartici, osservata durante il 2015. Risultava (grassetto mio)

around four orders of magnitude larger than the RACMO2-modelled melt production for the entire Amery Ice Shelf during the same period

Sembrava confermare le incertezze dei modelli descritte nei rapporti IPCC, anche se il RACMOC2 era convalidato dai dati dei satelliti GRACE e da parte di Eric Rignot et al. un errore di quattro ordini di grandezza era sorprendente. Invece:

However, we had misinterpreted the units of the output of the regional climate model, which caused us to underestimate modelled melt rates considerably. Specifically, we understood the units of the melt rate variable to be kilograms per square metre per day, when in fact they were kilograms per square metre per second. This error was pointed out by P. Kuipers Munneke at Utrecht University.

Passo al polo opposto, per segnalare la ricerca sulla disinformazione bigoilista di cui parla Dana Nuccitelli sul Guardian:

The body of evidence supporting human-caused global warming is vast – too vast for climate denial blogs to attack it all. Instead they focus on what a new study published in the journal Bioscience calls “keystone dominoes.” These are individual pieces of evidence that capture peoples’ attention, like polar bears.

Jeffrey Harvey, Stephan Lewandowsky, Michael Mann e altra bella gente hanno letto i post riguardanti gli orsi polari e la banchisa artica usciti su 45 blog di negaioli e su 45 blog di scienziati, per vedere se riferivano correttamente le ricerche di 92 paper usciti un sul tema, in base a sei “codici” (il framing di Nisbet, in sostanza):

(1) sea-ice extent is on average declining rapidly in the Arctic;

(2) sea-ice extent is decreasing only marginally, is not decreasing significantly, or is currently recovering in the Arctic;

(3) changes in sea-ice extent in the Arctic are due to natural variability, and it is impossible to predict future conditions;

(4) polar bears are threatened with extinction by present and future AGW;

(5) polar bears are not threatened with extinction by present and future AGW; and

(6) polar bears will adapt to any future changes in Arctic ice extent whether because of AGW or natural variability.

Com’era prevedibile, l’80% dei post negaioli citano il blog di Susan Crockford che non ha mai fatto ricerca sugli orsi polari, e pertanto è l’esperta in materia dello Heartland e della GWPF, le due centrali di disinformazione sul clima. Applicano le due regole della campagna di Big Tobacco contro gli oncologi onesti: identificare un’incertezza e su questa inventare una controversia fra scienziati. Se non concordano al 100% nel prevedere l’impatto della fusione della banchisa sugli orsi polari, come domino crollano tutte le altre ricerche sul clima.
È una strategia efficace,

There is also a tradition for scientists to focus on the remaining uncertainties in their knowledge, which still require investigation, rather than the certainties that require no more attention.

Lo diceva già Stephen Schneider e i suggerimenti per contrastare la montagna di menzogne restano uguali.

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Torno su Nature che ha un Outlook sulla transizione energetica. Mi sembra ben organizzato ma per ora ho letto solo le minigrid a energia solare in Bangladesh e la storia dell’energia dall’olio di gomito all’elettricità. Raccomando alle Ong l’editoriale e il reportage di David Cyranoski, preoccupato perché il governo cinese ha abolito le leggi che prevedevano evidenze di efficacia per i farmaci della medicina tradizionale.
Ai lettori del Capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty interesserà un’appendice scritta da Tim Kohler e un gruppone di archeo-economisti: “Greater post-Neolithic wealth disparities in Eurasia than in North America and Mesoamerica“, la disuguaglianza cresce da 10 mila anni, insomma…