Si dice spesso che l’antropologia sia una disciplina rissosa perché i reperti fossili sono pochi e parte del lavoro consiste nel dar loro un’interpretazione diversa della precedente, idem l’archeologia. Su Nature, Joseph Ferraro et al. vanno giù pesanti già dal titolo: “Contesting early archeology in California“. Ewen Callaway spiega il contenzioso:
When researchers made the astonishing suggestion last year [in un paper di Steven Holen et al. su Nature, ndr] that early humans settled the Americas 100,000 years earlier than thought, they asked doubters to keep an open mind and consider the evidence backing their claim. But their study, which proposed that mastodon bones from California were broken by an as-yet-unidentified group of early humans 130,000 years ago, was instantly questioned by archaeologists. Most researchers agree that humans settled the Americas around 15,000 years ago.
Le ossa di mastodonte sarebbero state rotte non da utensili in pietra, ma logorate dalle intemperie e spaccate di recente da “mezzi meccanici moderni”. (Ricorda un po’ la storia del DNA di dinosauro, risultato identico a quello del genetista che credeva di averlo estratto da un osso: la contaminazione è sempre in agguato.)
Steven Holen et al. rispondono per le rime…
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Specie “vere”, specie “pure”
In open access e da non perdere, trovo, il paper di Guohong Albert Wu et al. sull’origine e l’evoluzione degli agrumi (genere Citrus e parenti: Fortunella, Poncirus, Eremocitrus, Microcitrus, Severinia). Non si sa quante specie comprenda in natura o se il concetto di specie abbia senso visto che tanti ibridi sono fertili, si auto-fecondano.
Nei genomi pubblicati finora, hanno identificato Citrus “naturali” – le specie “pure” e progenitrici, virgolette nell’originale – e la loro diffusione, diversificazione e domesticazione (tantissime) nel tempo e nello spazio: dal Miocene in poi e dalle prime pendici dell’Himalaya – l’ipotesi più plausibile, scrivono – in sincronia con i cambiamenti climatici (monsoni), verso Occidente, Oriente e l’Australia (lime). Il risultato è che contestano la filogenesi e la nomenclatura attuale:
For example, we find that several named genera (Fortunella, Eremocitrus and Microcitrus) are in fact nested within the citrus clade. These and other distinct clades that we have identified are therefore more appropriately considered species within the genus Citrus, on a par with those that formerly were referred to as the three ‘true’ or ‘biological’ species (C. reticulata, C. maxima and C. medica). Additionally, the related genus, Poncirus, a subject of continuous controversy since it was originally proposed to be within the genus Citrus is clearly a distinct clade that is separate from Citrus based on sequence divergence and whole-genome phylogeny.
Da meditare davanti a un assortimento di aranci, clementini e mandarini, un limone, un lime e un bergamotto.
La copertina rimanda a un paper su origine, genesi ed evoluzione delle eruzioni solari, e possibili modelli di previsione – devo ancora studiarmelo, c’entra con la trasmissione di domani a Radiopop.
Un editoriale è dedicato all’aggiunta entro il 2020 di nuove specie – ok, categorie – nel Mathematics Subject Classification, una tassonomia delle matematiche, curata dall’Ist. Leibniz per la Struttura dell’Informazione (zbMATH) a Karlsruhe e dall’American Mathematical Society. E aggiornata a passo di lumaca:
To keep the system up to date, every ten years the two organizations consult reviewers and request suggestions for new entries from the broader community. Nominations opened in July 2016 and close this August. A theme emerging for proposed new categories is for fields that mix traditional disciplines — such as ‘algebraic statistics’ and ‘numerical algebraic geometry’.
Nonostante le medaglie Fields, considerate dai curatori un po’ modaiole,
Recognition of a new subfield can depend on building citations, and that is a slow process in maths.
le sottospecie della topologia resteranno escluse fino al prossimo aggiornamento?
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Wow!
Angewandte Chemie anticipa on-line “Active delivery of Cas9-sgRNA complex in the cell by using ultrasound-propelled nanomotors” del gruppo diretto da Joseph Wang, UC-San Diego. Se confermato in altre cellule tumorali – l’hanno testato in quelle del melanoma – è un sistema più semplice e preciso per “correggere il genoma”.
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Sigh…
Sotto “Il batterio killer che avanza“, un commentatore tenta di fondare su fanta-statistiche le proprie credenze nell’esistenza di teiere spaziali razze umane. A smentire lui e altri credenti nel Manifesto della Razza (1938), ci hanno pensato sia i genetisti che compongono il comitato scientifico dell’Associazione di categoria – da lui detti “un anonimo cialtrone” – che gli antropologi in tutte le declinazioni tassonomiche.
Meno male, evito la legge di Brandolini.
Il 22 gennaio AAI (Associazione Antropologica Italiana), SIAC (Società Italiana di Antropologia Culturale), ANPIA (Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia), ISItA (Istituto Italiano di Antropologia), SIAA (Società Italiana di Antropologia Applicata), SIAM (Società Italiana di Antropologia Medica), SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici) hanno pubblicato un documento comune.
Scritto dal solito “anonimo cialtrone” nel senso dei membri dei rispettivi comitati scientifici a nome di tutti gli associati, e pubblicato sui rispettivi siti – anche se ho messo un link solo. Chiaro e conciso, finisce così:
Gli antropologi (biologici e culturali) condannano, pertanto, qualsiasi uso strumentale di categorie che sono al tempo stesso prive di fondatezza dal punto di vista genetico e potenzialmente discriminatorie, quali le “razze umane” o le “culture essenzializzate” (ovvero intese come unità definite e rigide), nel discorso scientifico, in quello pubblico e nelle pratiche sociali.
L’altro ieri hanno ribadito il concetto nel com. stampa che invita alla presentazione del documento, giovedì 15 febbraio alle 13 nella sala stampa della Camera dei Deputati. Chiederanno ai candidati di
fare della conoscenza un argine contro tutti i razzismi, promuovendo politiche e iniziative che favoriscano (a partire dalla scuola) una corretta e aggiornata informazione scientifica sulla natura e il significato della diversità biologica e culturale
Embè? Si può sempre sognare…