I benefici delle "risorse termiche"

Il blog del ten. col. Guido Guidi resta una fonte impareggiabile di letizie, ricorda homoereticus e come dargli torto?
In una breve nota del 18 agosto, lo storico dell’agricoltura Luigi Mariani usa i dati della stazione meteo sul Plateau Rosa per calcolare

i cumuli di risorse termiche orarie al di sopra della soglia di 0°C, che immagino efficaci per dar luogo a scioglimento dei ghiacci. […]

Purtroppo ignora tutto della stazione:

Una verifica del sito in cui è collocata la stazione e che non sono in grado di svolgere potrebbe dare informazioni accessorie utili ad interpretare il significato locale e/o sinottico delle elevate risorse termiche registrate negli anni 2015, 2017 e 2018.

Non “immagina” che sul Cervino, le “elevate risorse termiche” siano già state così “efficaci” nel fondere i ghiacci da rimpicciolire l’Italia e ingrandire la Svizzera, tracciando

un nuovo spartiacque, quindi confine, che si è mangiato un altro terzo italico. E il rifugio «Guide del Cervino», lambito del ghiacciaio che si tuffa ripido verso l’Italia e a Nord si adagia lento in direzione Svizzera, è diventato per tre quarti elvetico. 
A Zermatt sono stati rapidi, hanno tracciato sulla carta una nuova linea; a Valtournenche, il Comune di cui fa parte Cervinia, sono stati più lenti, così a quella metà del rifugio che era già in territorio svizzero si è è aggiunto un altro pezzo. Gli svizzeri della ricca Zermatt in fatto di guerra glaciale se ne intendono: il processo fra la borghesia e il Comune sulla proprietà del ghiacciaio del Plateau Rosa è durato decenni ed si è concluso con la vittoria municipale. Il ghiacciaio, oltre a far acqua, produce franchi svizzeri a palate perché è uno dei paradisi dello sci estivo. 

I fan del prof. Mariani sperano che usi “elevate risorse idriche”, “asciuganti”, “dinamiche” ecc. per far capire agli agricoltori italiani quanto sia conveniente perdere mezzo miliardo di euro grazie agli eventi meteo estremi potenziati dall’accumulo in atmosfera di crescenti “risorse climalteranti”.
Come scriveva nel novembre 2013, a ridosso di un periodo altrettanto conveniente, sono questi

i benefici economici di cui ha potuto godere l’umanità in ragione dell’aumento della concentrazione di CO2. Le cifre sono piuttosto impressionanti, vediamo.

“Vediamo.”

Ieri è uscito il comunicato dell’ESA sulla nuova app di GeoVille che aggrega misure satellitarie e altri BigData, al momento per i coltivatori di patate

This will inform the agrofoood industry, for example, about the impact of ongoing droughts, crop failures and diseases, helping users to save money, get better prices, and as a result, also help make potatoes cheaper for European consumers.

Ogni europeo ne consuma in media 90 kg/anno (?).

As the system is scalable, the services can be expanded to different topics and sectors. Agriculture is a low margin industry and increasing margins on the 53 million tonnes of potatoes produced in Europe each year will save millions for this €7 billion industry.

Sette miliardi a meno che, grazie alle “risorse asciuganti” potenziate dalle “risorse climalteranti”, i raccolti non calino del 30-40%. In quel caso i “benefici economici” per i produttori e i consumatori sono ancora più “impressionanti”.

***

Mal di pancia

Sui PNAS di oggi Erick Motta, Kasie Raymann e Nancy Moran dell’università del Texas, descrivono i risultati di esperimenti sulle api con e senza glifosato nella dieta per tre giorni e i loro batteri.

In breve, il glifosato prende di mira un enzima delle piante, presente anche nella flora batterica “buona” – in vitro fa secca per prima la Snodgrassella alvi – e le api dal microbioma depauperato diventano più suscettibili alle infezioni. Tra quelle che bottinavano nei campi trattati, circa un decimo è sopravvissuto per otto giorni dopo il contatto con la Serratia marcescens – un patogeno diffuso anche in Italia – rispetto a quasi metà del gruppo di controllo che bottinava in siepi non trattate.

Per il dottorando Erick Motta, sarebbe meglio sconsigliare l’uso del glifosato sulle piante bottinate quando sono in fiore, e magari studiarne l’effetto sulla flora batterica umana.

Rif. anche il com. stampa dell’università, l’articolo di Warren Cornwall su Science e valanghe di articoli nei media.

8 commenti

  1. “In breve, il glifosato prende di mira un enzima delle piante, presente anche nella flora batterica “buona” – in vitro fa secca per prima la Snodgrassella alvi – e le api dal microbioma depauperato diventano più suscettibili alle infezioni.”
    Plot twist!
    Il paper sembra genuino e privo di conflitti di interessi. Se alla fine salta fuori che la moria generale delle api selvatiche (ma non quelle addomesticate) è causata dal glifosato e non dai nicotinoidi ci sarà da ridere al Parlamento Europeo in futuro.

    1. Mauro,
      LOL. Non per difendere i politici, ma i neonix sono degli insetticidi.
      Il paper sembra genuino
      be’ Nancy Moran è questa qui, mica paglia.
      Hanno usato le api di una stessa colonia e un unico batterio per identificare il meccanismo. Una semplificazione, ma adesso si può usare il loro modello per sequenziare i microbiomi di colonie in altri posti e provare il glifosato o un altro fitofarmaco sui batteri utili – anche senza pitturare la schiena a migliaia di api.

  2. @Mauro Toffanin:
    “Il paper sembra genuino e privo di conflitti di interessi”
    E sti cazzi. Parola di?

  3. “E sti cazzi. Parola di?”
    Ci faccia sapere quando avrà trovato la documentazione clinica del miracolato Gioia guarito con la grappa al gusto di artemisia annua. Stiamo ancora aspettando trepidanti che lei condivida il famigerato link con tutti i documenti pubblici, da circa un paio di anni. Nel frattempo non se la prenda se non tratterò il respiro 😉
    “LOL. Non per difendere i politici, ma i neonix sono degli insetticidi.”
    Sì, lo so, non stavo sottointendendo che i neo-nicotinoidi siano innocui, ma la mia precedente frase è effettivamente ambigua; vedo di spiegarmi meglio.
    Facevo notare l’ilarità della situazione dove da una parte si è deciso arbitrariamente di additare solo i neonix come la causa principale della moria generale delle api (nonostante la letturatura scientifica sia contrastante sul tema) ignorando invece i funghicidi ed una miriade di altri fitofarmaci ed insetticidi che impattano margiormente sulla qualità della vita delle api.
    La mia ilarità è dovuta al fatto che il ban dei neonix è solo parziale, ed è possibile usarlo durante l’inverno o per uso domestico, e siccome si accumula velocemente nell’ambiente e persiste per anni è come se il ban manco ci fosse. Quando i neonix si legano con i funghicidi la loro tossicità aumenta ancor di più. A complicare ulteriormente il tutto è il fatto che ora al posto dei neonix si usano i derivati sintetici dei piretroidi, i composti organofosforici, ed i carbammati, notoriamente molto più tossici. Da nessuna parte si stanno stanziando fondi per la ricerca di soluzioni alternative, né per monitorare le popolazioni selvatiche delle api.
    Se ora si conferma che pure gli erbicidi hanno un ruolo potenzialmente attivo nella diffusione di zoonosi tra le api selvatiche come avviene con i funghicidi e la diffusione del patogeno Nosema Ceranae, allora il tutto si complica ulteriormente (e non a vantaggio delle api ovviamente). A quel punto voglio vedere come l’EU sbroglia l’intricato casino che ha creato con il ban solo dei neonix e del fipronil.

    1. Mauro,
      l’intricato casino
      già, anche nel caso degli impollinatori “tout se tient”.
      Da nessuna parte si stanno stanziando fondi per la ricerca di soluzioni alternative, né per monitorare le popolazioni selvatiche delle api.
      C’erano ai tempi del collasso delle colonie americane, ma per i monitoraggi delle specie selvatiche erano pochi anche allora. La UE finanzia STEP coordinato dalla Gran Bretagna, con la Brexit non so cosa succederà.
      Per ora risulta che le api domestiche contagiano quelle selvatiche.

  4. Off topica, segnalo questa perla“Troppe insegnanti donne, anche per questo gli uomini vanno peggio a scuola” di Repubblica.
    Gli autori negano in realtà quanto affermato nel titolo “The impact on students’ achievement is however debatable, and there is considerable empirical evidence that gender interactions do not seem to be related to student performance. And when asked, students seem to be more interested in the competence, attitudes and performance of teachers rather than their gender.”
    All’interno del pezzo corregge il tiro e indica che a fare la correlazione sono alcuni commentatori. Allora perché quel titolo?
    Si ride per non piangere…

    1. giovanni,
      ussignùr… non che l’originale sia meglio, semmai dovevano chiedersi se importa che il lavoro dell’insegnante sia pagato una miseria.

  5. @Mauro Toffanin: non ho capito, è un modo per dire che ti consideri un pistola qualunque come me?

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