"Gretino" anche il Fondo Monetario Internazionale

Il restauro degli ecosistemi naturali è una delle proposte fatte dal movimento delle ragazze per il clima, come si è visto durante lo sciopero di ieri – e dell’altro ieri in Nuova Zelanda. Stando agli insegnanti che conosco, era la più popolare e discussa fra le scolaresche durante le ore di preparazione. Mi sembra chiaro che di per sé, il ciclo del carbonio non appassiona.

Uno dei Climalteranti segnala un articolo di Repubblica, a pagamento, che riassume una deliziosa rassegna, gratis, di Finance & Development, la rivista on line del Fondo Monetario,

Dal successo della mostra “Cacca. Storia naturale dell’innominabile” al MUSE di Trento nel 2013 e dalla rivolta quando il sindaco Alemanno l’aveva vietata a Roma pochi mesi dopo, penso che delizierà anche le scolaresche delle elementari e delle medie. In sostanza, si fonda sulla cacca e la sua importanza per il “carbonio blu”, nel senso di sequestrato in mare di cui parla lo SROCC, il rapporto speciale IPCC su oceani e criosfera uscito martedì.

Ogni balena defeca quantità prodigiose che galleggiano come colline di spumone al kiwi o alla fragola o – dipende da quello che ha mangiato. Il fitoplancton ne va ghiotto perché ci trova i nutrienti di cui ha bisogno per crescere e moltiplicarsi:

  • Non solo le creature microscopiche del fitoplancton contribuiscono almeno per il 50% all’ossigeno della nostra atmosfera, ma lo fanno catturando circa 37 miliardi di tonnellate di CO2, circa il 40% di tutta la CO2 prodotta… Calcoliamo che è l’equivalente di quella catturata da 1,7 trilioni di alberi – quattro volte quelli della foresta amazzonica. Più fitoplancton significa più cattura del carbonio,

scrivono Ralph Micha et al. del FMI. Una cattura “no-tech”, rapida e gratuita, non serve costruire impianti appositi che consumano energia per estrarre CO2 dall’aria.

Gli autori non lo dicono, ma succede una cosa simile quando le balene muoiono.
Finiscono sul fondale dove il cadavere e poi la carcassa alimentano e ospitano un ecosistema di centinaia di specie vegetali e animali che “fissano il carbonio” e dal quale dipende la catena alimentare di pesci grossi e pregiati. Una catena che rischia di spezzarsi perché le nostre emissioni di CO2 stanno acidificando gli oceani,, un pericolo in più – oltre alla temperatura più elevata – per le bestioline che devono costruirsi un guscio o un esocheletro.

Da vive tra l’altro, le balene producono un rimescolamento tra acque profonde e di superficie che fa emergere i nutrienti. Una volta erano 5-6 milioni, oggi appena 1,3 milioni,

  • Come minimo, perfino un aumento dell’1% della produttività del fitoplancton grazie all’attività delle balene catturerebbe altre centinaia di milioni di tonnellate di CO2 all’anno, equivalente all’improvvisa comparsa di 2 miliardi di alberi adulti. Provate a immaginare l’impatto sull’arco di oltre 60 anni, la vita media di una balena.

Ma quanto costa proteggerle dalle collisioni, dalle uccisioni accidentali o deliberate, chi ci rimetterebbe e quanto gli spetterebbe in risarcimento? A proposito di finanza, quanto vale di preciso una balena, in base al carbonio che cattura durante la vita?

Mettiamo $35 o 50 a tonnellata come contributo alla fecondità degli oceani e quindi alla pesca; al turismo? Ha un prezzo la soddisfazione di sapere che da qualche parte verso il polo Sud si rimpizza di krill pieno di minuscoli gamberetti rosa e quando ha digerito si lascia dietro colline puzzolenti color fragola?

La stima è spiegata bene, ma è semplice solo all’apparenza, per liceali direi. Imparerebbero l’economia politica e ambientale, a chiedersi come valutare beni comuni che dovrebbero appartenere a tutti e vengono sfruttati o distrutti da pochi a proprio beneficio. Chi dovrebbe pagare e quanto per disinquinare un fiume o un lago, ripristinare un bosco o creare un corridoio protetto per la migrazione delle balene?

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Su Science – lo speciale sul fenotipo derivabile dal genotipo va preso con molto sale – nel policy forum Jane Lubchenco et al, recensiscono lo SROCC, sottolineano le “opportunità” offerte dal “carbonio blu” per rendere più ambiziosi gli impegni presi con l’Accordo di Parigi.

Paul Voosen raccoglie le reazioni di altri scienziati. Alcuni criticano la cautela dello SROCC, altri la produzione troppo lenta e i buchi:

  • In uno studio di prossima pubblicazione per esempio, un gruppo guidato da [Ted] Schuur stima che il rapido collasso del permafrost potrebbe incrementare le  emissioni del 50%. Il rapporto non ha beneficiato dei modelli di nuovo generazione sviluppati per il rapporto IPCC del 2021. La maggior parte prevedono un riscaldamento più veloce dei precedenti (Science, 19 aprile, p. 222). Robert DeConto, un glaciologo dell’Università del Massachusetts ad Amherst, trova la loro omissioni “un po’ frustrante”.

Il riscaldamento degli oceani nuoce al krill antartico, già sovrasfruttato,  e costringe le balene a migrazioni più lunghe.

  • Forse la difficoltà maggiore per gli autori del rapporto speciale è stata la valutazione della velocità dell’innalzamento del mare che dipende in modo cruciale da…

Avete già indovinato, la calotta glaciale dell’Antartide occidentale (WAIS). E’ poco probabile che entro questo secolo sprofondi in mare tirandolo su di qualche metro, dicono, ma è malmesso il ghiacciaio Thwaite che le fa da contrafforte (ital? buttress).

5 commenti

  1. Ieri ho intravisto Battaglia dalla Gruber, ma francamente di bestialità ne avevo già viste abbastanza on line e ho cambiato canale.

    1. Paolo C.,
      lo hanno fatto in tanti, pare.
      L’ho guardato oggi, non ti sei perso niente. La regia non gli ha fatto favori, va detto: voce acuta e metallica, sopra la sua testa la scritta “Quelli che odiano Greta”, le tre donne inquadrate mentre si guardano sorridendo e annuiscono d’accordo ogni volta che una dice “è possibile cambiare”, messaggio finale con pannelli solari in risposta alle sue centrali nucleari o a carbone… Gli ha fatto rappresentare proprio il peggior vecchiume.

  2. Con l’assistenza di un paio di grappini due sere fa ho visto anche io il Battaglia dalla Gruber.
    Concordo con il giudizio di Ocasapiens. Il “professore” ne è uscito malconcio.
    Tuttavia continuo a domandarmi (temendo di conoscere la risposta). Perchè?
    In culo alla balena a tutti!

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