"La Terra brucia?"

Se lo chiede l’Agenzia spaziale europea dove sembrano un po’ preoccupati dai dati della missione Copernicus Sentinel-3, mappati nell’Atlante mondiale degli incendi. Nell’agosto 2019,

  • La missione ne ha registrati  79 000 rispetto a poco più di 16 000 nello stesso periodo dell’anno scorso. […] Il 49% degli incendi  è stato rilevato in Asia, circa il 28% in Sud America, il 16% in Africa, e il resto in Nord America, Europa e Oceania. 

Tanto per sembrare insistente… A quelli che contano sulla riforestazione per risolvere la crisi climatica, suggerisco di confrontare la mappa degli incendi con quelle delle risorse idriche e della “superficie disponibile” per piantare alberi.

Cover-boy
A questo proposito, oggi su Science c’è un lungo articolo di Gabriel Popkin intitolato “Growing Pains – Ecologist Thomas Crowther is having a bumpy rise to prominence”. Riecheggia in parte quello di Nature del 20 settembre, con in più le reazioni di Crowther – e del suo gruppo quand’era all’ETH di Zurigo – alle critiche pubblicate una settimana fa.

Popkin ne ha raccolte altre, e anche qualche difesa. In breve: il giovane è brillante, sa cogliere le domande alle quali vorremmo una risposta quantificata, è capace di generare “discussioni significative” in particolare sulle foreste. Però è un tantino arrogante, si fida più dei suoi algoritmi che delle misure sul campo, e cerca troppo l’attenzione dei media.

Nel senso che paga un’agenzia di pubbliche relazioni per procurarsela:

  • Stando all’agenzia assunta da Crowther per promuovere [il paper sugli alberi] le testate anglofone gli hanno consacrato 700 articoli. 

Di suo, Crowther aveva lanciato il paper all’ETH con

  • un messaggio che si addice al corporate Zeitgeist. Le aziende si stanno accorgendo delle minacce del cambiamento climatico e desiderose di sostenere soluzioni come piantare alberi. Hanno abbracciato Crowther, e reclutato in comitati di consulenza…

scrive Popkin. Racconta anche la genesi della nuova mappa di Crowther e innumerevoli altri: “la distribuzione globale della diversità dei lombrichi” che esce oggi su Science con foto di lombrichi grassi e lucidi in copertina. Quanti articoli avrà sulle testate anglofone? Sarà adatto allo Zeitgeist aziendale?

Dallo Zeitgeist alla Wirklichkeit

Oggi molti quotidiani italiani spiegano finalmente perché la Terra brucia. Riprendendo le notizie date principalmente dal Guardian (motivo in più per sostenerlo anche con pochi euro/anno; il Financial Times e l’Economist pubblicano inchieste e analisi approfondite, ma sono riservate agli abbonati)

  • il rapporto di quattro Ong sui 251 milioni di euro spesi da BP, Shell, Chevron, ExxonMobil e Total negli ultimi otto anni per impedire che la UE stabilisca limiti alle emissioni di gas serra. Non è obbligatorio dichiarare la spesa per il lobbying, il totale è ignoto.
  • il processo contro ExxonMobil – uno dei tanti – a New York dov’è accusata di aver disinformato investitori e azionisti sui rischi che il cambiamento climatico fa correre ai suoi profitti. Commento stamattina a Radio popolare “è come processare Al Capone per aver evaso le tasse”;
  • lo scambio alla Camera statunitense tra Alexandria Ocasio-Cortez e il fisico Martin Hoffert che nel 1982, con tre scienziati della Exxon, aveva stimato correttamente la concentrazione di CO2 atmosferica (415 ppm) e l’aumento di  1 °C della temperatura che avrebbe prodotto nel 2019. “Eravamo scienziati eccellenti,” commenta Hoffert con un sorriso ironico.

Mi sembra di aver già copiato qui il loro grafico, rieccolo:

Risultati immagini per Exxon climate change graph
Eccellenti senz’altro, ma la concentrazione dipende dal consumo di tutti i combustibili fossili. Dallo sviluppo economico insomma. Prima dell’industrializzazione in Cina dal 1989 in poi, nessuno era in grado di prevederlo. Colpo di fortuna?

Con questa attualità, sono uscite interviste e interventi di Naomi Oreskes, che due anni fa aveva valutato assieme a Geoffrey Supran, la comunicazione di ExxonMobil sui cambiamenti climatici. Furente, la BigOil aveva accusato gli autori di aver truccato i dati e in generale di aver preso Roma per toma (parafrasi).

Non bastava a discreditare la pubblicazione peer-reviewed di Supran & Oreskes, quindi aveva incaricato Kimberly Neuendorf di dimostrarlo analizzando il contenuto del paper con una ricerca altrettanto scientifica. La ricerca della Neuendorf non è ancora riuscita a superare una peer-review e nonostante fosse utile per i processi in corso, ExxonMobil ha preferito non comprarne la pubblicazione da uno spennapolli.

*

Colpa degli algoritmi, cont.

Ogni tanto cito ricerche che identificano i pregiudizi sociali incorporati negli algoritmi usati dalla polizia, dalla magistratura, da aziende private o amministrazioni pubbliche. Dall’abstract di “Dissecting racial bias in an algorithm used to manage the health of populations

  • I pregiudizi avvengono perché l’algoritmo usa i costi sanitari come dato vicario per i bisogni sanitari. Meno denaro viene speso per i pazienti neri che hanno lo stesso livello di bisogno e l’algoritmo ne conclude a torto che sono più sani dei pazienti bianchi ugualmente malati… 

A torto? L’algoritmo è usato da un ospedale universitario per prevedere la spesa delle cure per “malattie ad alto rischio”, ma pare che sia rappresentativo di quelli usati dalle assicurazioni che rimborsano queste cure per milioni di pazienti.
La gestione sanitaria della popolazione statunitense è deliberatamente organizzata per far spendere molto in assicurazione e in terapie a chi può permettersele: i bianchi ricchi. D’altronde la prevenzione non rende, non prevede degenze o interventi rimborsabili. Perché gli assicuratori dovrebbero volere una conclusione diversa?
Anche l’etica degli informatici che vendono questi programmi suscita qualche domanda…

10 commenti

  1. >>Colpo di fortuna?
    Anche se fosse, non è quello il punto.
    Il punto è che quando Big Oil ingaggiava scienziati competenti per fare scienza e NON per disinformare questi giungevano a conclusioni analoghe a quelle degli altri climatologi, riconoscevano cioè la realtà dell’effetto serra antropogenico. Sapevano a cosa stavamo andando incontro continuando a emettere CO2 nell’atmosfera.
    Notizie del genere dovrebbero fare il giro dei media e mettere a tacere una volta per tutte i deniers (sì, magari..).

    1. Certo, ma lo diciamo dai tempi del protocollo di Kyoto, Paolo, lo do per scontato. Il mio punto era che i tre excellent scientists della Exxon avevano un unico scenario per il consumo futuro di fossili ed era più accurato di quelli di James Hansen et al. l’anno prima
      Grazie del link, nel video ci sono altri momenti notevoli ma l’uso che Ocasio Cortez fa del grafico è decisamente efficace.

  2. Quest’articolo sull’udienza aggiunge altri dettagli se non si vuole guardare tutto il video:
    https://www.climateliabilitynews.org/2019/10/23/house-oversight-oil-industry-deception-climate-change/
    E qui si può scaricare la testimonianza scritta di Martin Hoffert in pdf:
    https://oversight.house.gov/sites/democrats.oversight.house.gov/files/MIH%20Written%20Testimony.pdf
    Passerei tutto il materiale a una testata giornalistica decente che se ne occupasse, ma non ho contatti nell’ambiente.

  3. Che domanda del menga è “la Terra brucia”? Senza risposte degne di questo significato poi.

    1. Paolo, i cronisti che si occupano di questi temi ricevono le mail del Guardian – e di molte altre fonti – con i link del giorno, ma non decidono loro cosa pubblicare.

      Senza risposte
      LOL

  4. >> i cronisti che si occupano di questi temi ricevono le mail del Guardian – e di molte altre fonti – con i link del giorno, ma non decidono loro cosa pubblicare.
    Sì, in effetti lo immaginavo, scusa l’ingenuità. 🙂

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