I nettascienza – O's digest

I netturbini asportano l’immondizia urbana, il senso del titolo va da sé. Salvo diffida della Crusca, lo tengo per cantare le donne, i cavallier, l’arme ecc. degli addetti alle pulizie.

Assediato da Nina Bhardwaj, Dora Bradamante di HIV Forum e loro valenti scudieri, dopo cinque anni l’editore Frontiers si è arreso. Pagato da Patricia Alcina Goodson per pubblicarne il pattume e negare il nesso causale tra HIV e AIDS sulla rivista Frontiers in Public Health, è stato costretto a ritrattarlo. Retraction Watch celebra la vittoria con il lirismo epico che le si addice:

Chiunque abiti vicino a un allevamento di bovini o ci sia passato vicino in macchina lo sa: nessuna quantità di profumo può mascherare l’odore del bullshit. Se ne volete la prova e non avete la macchina, vi basta chiedere ai curatori di Frontiers in Public Health. 

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L’agronomo Christos Damalas è scontento. Elsevier gli ha ritrattato nove paper usciti nel 2017 e nel 2018 solo perché erano stati rivisti e approvati da amici che aveva suggerito ai redattori. Al suo posto lo sarei anch’io, è difficile convincere gli amici a giudicare eccellente quello che scriviamo.

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Dopo i primi otto ritrattati da Elsevier per riciclaggio, da due riviste Sage ha ritrattato per lo stesso motivo 22 articoli di Ali Nazari, uno specialista dei materiali da costruzione. I riciclaggi ritrattati dovrebbero arrivare a 100, ora che altri due editori hanno deciso di prendere sul serio le segnalazioni di un lettore.
Anche se Nazari ha dovuto lasciare l’università di Swinburne, dovrebbe essere contento: ha appena battuto il record italiano nella sua disciplina con il doppio degli articoli eliminati di un colpo solo.

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Come tanti prima di lui, Christof Sohn sostiene di aver inventato un esame del sangue per la diagnosi precoce del tumore al seno. I nettascienza erano riusciti a convincere l’università di Heidelberg a indagare sull’affidabilità del test e dell’inventore. Il risultato è stato così negativo che l’università ha convocato una conferenza stampa per comunicarlo al grande pubblico mercoledì scorso. Ma Sohn è ricorso in tribunale e mercoledì mattina il giudice ha ingiunto all’università di annullarla

  • per tutelare i diritti e la presunzione di innocenza di Sohn

scrive Science. Si apprende così che in Germania il diritti delle donne non vanno tutelati. Le disavventure giudiziarie di Leonid Schneider avevano già insegnato che i nettascienza non hanno il diritto di documentare le malefatte di medici e professori tedeschi.

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Preach, bros

Di solito, le università vendono master in omeopatia per far cassa. Nel suo nuovo libro, Roberto Burioni ha parecchio da ridire anche su quelli dell’università di Milano-Bicocca (le devo una scatola di marron glacés, prof.)

All’università di Modena dove imperversa pure Franco Battaglia, il corso della prof. Maria Angela Vandelli fa parte della formazione degli studenti in Farmacia. “Situazione inaccettabile“, aveva scritto Burioni una settimana fa.

Sì vabbè e poi?

Enrico Bucci canta il cavallier racconta il capovolgimento (nella descrizione) del corso dopo la succussione dell’ateneo. Sotto, Salvatore Chirumbolo aggiunge un particolare. La competenza della prof. Vandelli in materia

  • si riduce ad una Tesi di Laurea di cui ha fatto da Relatrice dal titolo che è tutto un programma: “Arnica montana, Ruta graveolens e Stodal: uso di medicinali omeopatici in terapia” nell’anno 2015-2016 in cui uno dei Correlatori è il Dr Luigi Marrari-Responsabile Scientifico della Boiron Italia.

Come correlatore, dava meno nell’occhio Paolo Bellavite, autore con i soliti amici delle fandonie sull’Arnica montana ritrattate da PLoS One nel giugno scorso. Rif. anche la II puntata da Medical Facts.

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Da nettascienza dilettante però in età avanzata, quando “dicono” che è stata scoperta “una cura per l’Alzheimer” c’è subito qualcuno che me lo segnala. Per mascherare il sottinteso che ne avrei bisogno, di solito aggiunge “Cosa ne pensi?”. Nel caso interessi:

  • Il “legame” tra batteri, virus o funghi e Alzheimer è un’ipotesi, non una cura.
  • Non è stato scoperto un farmaco. Si sapeva già che statisticamente l’aducanumab aveva buone probabilità di ridurre le placche amiloidi e che non aveva alcun effetto sui sintomi dell’Alzheimer. Biogen ha usato una tecnica statistica diversa. Sono aumentate le probabilità che sia efficace contro l’unico sintomo su quattro che non era peggiorato nei due esperimenti clinici condotti fin qui.

Uffa.

Agg. 27/10

Si è aggiunto Paolo Gabrielli di Climalteranti.

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