I dubbivendoli

L’economista randiano Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno “BigOil & Nuclear” Leoni è un “caro amico” di Joe Bast, presidente della lobby Heartland “BigOil & Coal” Institute, le cui conferenze di disinformazione erano sponsorizzate dalla sua imitazione italiana.
Vuol fare credere a Roberto Burioni che no, macché, figurarsi, l’imitazione dello Heartland non ha mai negato le cause antropiche del riscaldamento globale.

Tony Scalari dimostra il contrario con una serie di esempi.  Così il “caro amico” difende  la “posizione sul clima” della lobby italiana fingendo di non sapere che nei testi scientifici “extremely likely” = probabilità 95-100%. Cita un paragrafo del sunto della differenza tra il IV (2007) e il IV rapporto IPCC (2013) per sostenere che le nostre attività sono una causa molto probabilmente “dominante”, e quindi “non l’unica”.

Finge pure che dal 2013 non siano passati sei anni e cinque rapporti IPCC – compresi quelli su singoli aspetti detti “rapporti speciali”. E Roberto Burioni ci crede perché lo dice un economista. Dimostra così che ” la scienza è democratica”: uno vale uno.

Forse Roberto Burioni e Roberto Defez sono così fieri di essere stati  invitati al convegno “I costi dell’antiscienza” da voler ignorare le bufale pubblicate in 15 anni dal Bruno Leoni che ha addirittura pagato il nauseante Maurizio Morabito per tradurre una raccolta di diffamazioni, in particolare contro Michael Mann, e aggiungerne di sue.

E che a proposito di diffamazioni rivendicate da Morabito addirittura sul mio blog, la Corte suprema ha confermato oggi che Michael Mann può far causa al Competitive Big Tobacco-BigOil & Coal Enterprise Institute che lo aveva paragonato a un lenone e stupratore di ragazzi minorenni.
Per il Bruno Leoni, anche il CEI è un “modello” da imitare e da promuovere, of course, insieme alle lobby del gruppo Atlas – come “Atlas Shrugged” di Ayn Rand.
Roberto Burioni scrive su twitter

  • 1) ignoro le posizioni di questo istituto sul clima 2) anche se le conoscessi è un argomento di cui non so nulla 3) quello che dirò al convegno è che anche in campo climatologico ascoltare i cialtroni ha conseguenze catastrofiche.

Se lo dice davvero, bravo, bis. Ma poi afferma di credere sulla parola a Carlo “cialtrone” Stagnaro, l’unico che ascolta “in campo climatologico”. E quando gli si rompe l’automobile, chiama un idraulico?

Che preferisca ignorare, ok, a nessuno piace mettersi nei panni di uno scienziato paragonato su un giornale a uno stupratore di ragazzi minorenni che vende pure le sue vittime al miglior offerente.
Trovo più sorprendente che non sappia nulla di clima. Di solito gli immunologi, virologi ecc. sanno dell’aumento delle temperature, dei patogeni che dai Tropici si spostano nelle regioni temperate. O leggono rassegne di epidemiologia o almeno il rapporto del Lancet  Countdown su cambiamenti climatici e salute umana (bozza gratis se non volte iscrivervi e ricevere valanghe di mail).
O almeno l’abstract.
O almeno queste righe, accid…

  • Due to a changing climate, environmental conditions are increasingly suitable for the transmission of numerous infectious diseases. Suitability for disease transmission has increased for dengue, malaria, Vibrio cholerae and other pathogenic Vibrio species. The number of suitable days per year in the Baltic for pathogenic Vibrio reached 107 in 2018, the highest since records began, and double the early 1980s baseline.

Farebbero un favore ai costi della Sanità pubblica se i “cialtroni” smettessero di negare che le nostre emissioni di gas serra hanno causato più del 100% dell’aumento della temperatura globale misurato dagli anni Settanta a oggi.
Tant’è che hanno compensato il raffreddamento dovuto a variazioni naturali (calo dell’attività solare, eruzioni vulcaniche ecc.) e alle nostre emissioni di fuliggine, PM10 e 2,5, solfati ecc. che riflettono nello spazio la radiazione solare prima che arrivi sulla superficie terrestre.

Roberto Burioni è un medico. Non ha bisogno di aiuto per far presente ai “cialtroni” che fuliggine e polveri sottili sono inquinanti dannosi per la nostra salute, e che stando alle stime dell’OMS uccidono 4,2 milioni di persone all’anno. Né serve aiuto a Roberto Defez per far presente i danni delle piogge acide (solfati) per l’agricoltura prima delle leggi che, a partire dagli anni Sessanta, hanno ridotto le emissioni di solfati.

E siccome il convegno è palesemente 100% closed for women, per favore un Roberto direbbe a quei “cialtroni” che al mondo ci sono anche ricercatrici che denunciano i costi dell’antiscienza? Elena Cattaneo, per citarne una…

Negazionismo e Menzognismo..
Ilario D’Amato dice anche

  • a proposito del convegno dell’IBL [Istituto Bruno Leoni] il noto Carlo Lottieri ha oggi scritto “che circola una religione ecologista e anti-scientifica. Ne sono persuaso ogni giorno di più (basti vedere l’uso fatto del termine “negazionista”… coniato per chi nega l’esistenza dei campi di sterminio).”

Carlo Lottieri è noto come fondatore dell’IBL insieme a Carlo Stagnaro e Alberto Mingardi. Prof aggregato di filosofia politica all’università di Siena, pubblica le proprie “ricerche” (sic) su Il Giornale, La Provincia, il Corriere del Ticino, Il Foglio e sul sito del Bruno Leoni…
Per la filologia è negato.
“Negazionismo” è la traduzione di Verweigerung (stato di negazione/rifiuto della realtà), un termine usato in psicologia dall’Ottocento, introdotta tardivamente in Italia per denotare il revisionismo storico, per es. di chi nega l’antisemitismo del regime fascista  o il genocidio degli armeni.
Negare l’esistenza dei campi di sterminio si dice Verleugung (da leugen, mentire). Denial (negazione/diniego) si usa dal Seicento e dall’Ottocento in psicologia nel senso di Verweigerung. Da qui l’eufemismo “negazionismo” in italiano al posto del più brutale “menzognismo”.

Da Climalteranti, il menzognista Franco Battaglia continua a smerciare roba dello Heartland per la gioia di grandi e piccini, così la recensione di “Mercanti di dubbi” non è ancora uscita. Per non creare confusione, come titolo ho preferito “dubbivendoli”, ma appena la pubblicano, starnazzo anch’io.

26/11: recensione uscita

8 commenti

  1. >>le nostre emissioni di gas serra hanno causato più del 100% dell’aumento della temperatura globale misurato dagli anni Settanta a oggi.
    Sembra già arduo far capire che siamo i soli responsabili dell’aumento di temperatura, figurati spiegare che in realtà senza variazioni naturali e aerosol l’aumento sarebbe stato anche maggiore…

  2. Grazie ancora, Sylvie. Che la posizione dell’IBL sul cambiamento climatico sia quella sostenuta da Stagnaro lo evinciamo da un suo tweet, mentre sul sito dell’istituto compaiono ancora (senza disclaimers) posizioni che mettono in dubbio l’origine antropica del cambiamento climatico per come lo conosciamo oggi. Posizione che, proprio perché non esplicita in nessun documento dell’istituto, a quanto pare, può venire facilmente smentita da Lottieri con estrema tranquillità. Come scrive Massimo Sandal, perché allora l’istituto non rende manifesta questa sua (nuova?) posizione sul cambiamento climatico con una pagina ad-hoc e disclaimers che rendono chiaro come opinioni espresse in passato non li rappresentano più?
    Di più: oggi ho imparato che “non c’è dubbio che, tra i primi anni Duemila e oggi, le conoscenze scientifiche sul clima siano progredite e molti dubbi non siano più tali. Le evidenze sono più solide e chiare. IBL, non occupandosi di climatologia, non deve fare ammenda di nulla”. – fonte: https://is.gd/l2EhCC
    Ripeto, pensiamo solo a cosa sarebbe successo se avessero detto la stessa cosa dei vaccini.

  3. Il negazionismo climatico non è qualcosa che si debba preoccupare di rispettare una qualche coerenza rispetto a posizioni passate, si adatta al contesto del momento, utilizza di volta in volta argomentazioni diverse. Non è un pensiero monolitico e strutturato, è un sistema a cerchi concentrici dove si può passare dalle tesi negazioniste più “hard” a quelle più “soft”. Il suo unico scopo è insinuare dubbi e quando si passa sul versante del “cosa fare” oggi i “dubbivendoli” si trovano anche tra chi, magari pur riconoscendo l’esistenza e l’origine antropica del climate change, afferma che bisogna essere “prudenti”, che abbandonare le fonti fossili e contrastare il cambiamento climatico “costa”. È una forma di negazionismo pratico che può partire da premesse che non mettono in dubbio la scienza del clima. Sottolineo tutto questo per dire che personalmente non penso che il punto sia chiedere a Stagnaro & C. una “professione di fede” verso la scienza del clima, né che oggi chiariscano quali sono le loro posizioni. Non interessa loro farlo e non servirebbe a nulla. Il punto, in questa vicenda, è semmai smascherare la loro pretesa di poter, oggi, condurre una battaglia contro l’antiscienza ed evidenziare anche i nodi irrisolti all’interno di una certa comunità pro-scienza italiana che, mentre tiene alla larga come appestati No-Vax, sostenitori dell’omeopatia, “terrapiattisti”, eccetera, pensa invece che personalità come gli analisti IBL siano esperti autorevoli degni di far parte della cerchia dei “competenti” (perché magari liberali, quindi “antipopulisti”, eccetera.. Ci sono anche intrecci ideologici di questo tipo..), perché stanno dalla parte giusta su un paio di temi “simbolo” della battaglia per la scienza, in Italia, come OGM e vaccini. E tra questi temi, il clima ancora non c’è. L’autodifesa di Stagnaro (personale e dell’IBL) si inserisce in questa cornice. È ovvio che oggi nascondano tesi e iniziative come la parecipazione ad almeno due conferenze sul clima dell’Heartland Institute o la pubblicazione di un libro in difesa delle fonti fossili o un’intervista come quella a Lottieri di appena due mesi fa. È ovvio che è ridicolo, visto che il sito documenta tutto. Com’è ovvio che su Twitter Stagnaro ancora parli di resonsabilità “anche” umane. È tutto funzionale alla necessità di seminare dubbi. Per farlo basta anche solo parlare contro “il catastrofismo”.

  4. Non sono su FB, mi perdo dei dibattiti interessanti. Ho letto i commenti di Lottieri al post di Sandal, e mi ha colpito parecchio il fatto che lui, come molti altri del resto, insista sul “confronto di tesi diverse”, quando con tesi diverse sarebbero da intendere, con ogni probabilità, le baggianate negazioniste prodotte e tenute in vita dai vari mercanti di dubbi. Colpisce perché oltre a dar credito a posizioni antiscientifiche, ignora il fatto che all’interno della comunità scientifica che si occupa di clima c’è un consenso solido su diversi punti fondamentali, ma rimangono ancora settori in cui la ricerca è in corso e mette a confronto tesi e spiegazioni diverse. Per rimanere sull’attualità, basta pensare alle ricerche sulle dinamiche delle calotte glaciali, sulle variazioni delle correnti a getto, sul ruolo degli aerosol e delle nubi, sugli effetti dell’acidificazione degli oceani e sulle dinamiche non lineari dei vari tipping points del sistema climatico, sui vari scenari correlati ai RCP e la forchetta sulla sensitività delle suite CMIP6, agli studi sulle interazioni tra componenti biotiche e abiotiche del sistema climatico…
    Oltre a essere estremamente difficile che da queste ricerche emergano sviluppi che falsificano il paradigma (come dicono Lottieri & C., in questo peraltro fermi a una visione della scienza parecchio distante da quella che oggi viene effettivamente portata avanti), resta il fatto che sono lì a dimostrare che la climatologia non è un monolite (comodo strawman) e che non c’è davvero nessun bisogno di flirtare con baggianate ideologiche per considerare posizioni “eccentriche”.

    1. Ilario, Tony e Dario,
      sottoscrivo, e anche quello che dice Massimo Sandal – un ottimo “acquisto” per la squadra dei nettascienza, trovo.
      IBL, non occupandosi di climatologia
      Mancano altri temi urgenti, l’abuso degli antibiotici per dirne uno, e tutti quelli che stanno discreditando la comunità scientifica: irriproducibilità, conflitti d’interesse, harrassment, precarietà, index gaming, photoshopping, editoria predona ecc.
      È una forma di negazionismo pratico
      Come da copione
      pensa invece che personalità come gli analisti IBL siano esperti autorevoli
      Be’, la scienza è democratica. O forse no, visto che il parere di un economista e di un filosofo vale più di quello di migliaia di scienziati.
      evidenziare anche i nodi irrisolti all’interno di una certa comunità pro-scienza italiana
      Diversamente dalla comunità pro-scienze del clima, quella biomed-biotech sembra rimasta ai tempi di Galileo 2001. Stesse ingenuità, contraddizioni, culto della personalità e zitti gli altri, in primis noi della vil razza dannata.
      L’IBL è influente, secondo voi? Non mi sembra che per i media Stagnaro sia un go-to tipo Gavazzi o Zingales
      Bel riassunto delle ricerche in corso, grazie Diego.
      sviluppi che falsificano il paradigma
      viste le discipline che contribuiscono alla climatologia, andrebbero falsificati a centinaia.
      Lottieri & C., fermi a una visione della scienza parecchio distante da quella che oggi viene effettivamente portata avanti
      l’errore di fondo, mi sembra, è che per loro i modelli sono pura “teoria”, matematica, non esperimenti. Fa un po’ impressione perché, a proposito di clima, quello che associa zanzare *e* monsoni nella diffusione della malaria è del 1910.
      Sbagliavo
      : risale a prima, il libro che lo spiega ai medici è uscito nel 1910.

  5. irriproducibilità, conflitti d’interesse, harrassment, precarietà, index gaming, photoshopping, editoria predona
    Li capisco tutti, tranne l’index gaming: cos’è? Come fanno?
    Grazie per la pazienza…

    1. Diego,
      è una conseguenza del pubblicare o perire. La produttività si misura con indici bibliometrici che si possono truccare. Qui trovi un esempio recente: auto-citazioni; cartello di autori che si scambiano le citazioni; tanti paper che raccontano lo stesso esperimento con poche varianti (“salami sclicing”) collocati in riviste compiacenti ecc.

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