Vichinghi per scelta

Con un articolo su Nature di oggi, genetisti coordinati da Eske Willerslev riscrivono la storia della diaspora vichinga, dal paese d’origine alle scelte imprenditoriali – per così dire – e culturali passando dall’aspetto fisico. Confermano le ipotesi di una minoranza degli storici (almeno di quelli che ho letto io) però – spoiler alert – non dicono niente sui Vichinghi approdati in America.

L’articolo non è in open access, le figure e le informazioni supplementari sì, così i non abbonati possono farsi un’idea.

Gli autori hanno sequenziato i genomi di 442 uomini e donne morti tra 700 e 1100 d.C., i cui scheletri sono stati trovati in siti archeologici dalla Groenlandia alla Russia e dalla Svezia alla Sardegna. Ci sono molte sorprese.

Si diventava razziatore o commerciante di pelliccia, grasso di foca e zanne di padre in figlio, le imprese erano di famiglia. C’era una divisione delle mete e dei mercati. In Scandinavia (popolata all’epoca anche da emigrati venuti dall’Europa meridionale e dall’Asia centrale, imprenditori pure loro…), i “vichinghi” preferivano razziare sulle coste del Baltico e lungo i fiumi in Polonia, Ucraina e  Russia. In Danimarca, preferivano l’Inghilterra e in Norvegia le isole del nord Atlantico: Irlanda, Islanda, Groenlandia e attorno alla Scozia.

In Groenlandia le tombe e i manufatti sono chiaramente “vichinghi” e gli uomini hanno geni simili a quelli dei norvegesi moderni, invece i geni delle donne sono simili a quelli delle britanniche moderne. Saranno state rapite come le Sabine?

Ci sono anche tragedie personali, come quella dei quattro fratelli seppelliti nella stessa nave con le proprie armi.

Spesso non erano né biondi né scandinavi. Degli scozzesi rimasti in Scozia erano seppelliti da “vichinghi” almeno in senso culturale. O dall’Irlanda o dalla Scozia, andavano in Scandinavia con mogli e figli e adottavano la cultura vichinga locale, ma stavano tra di loro lasciando poche o nessuna traccia dei propri geni. Quelli arrivati dalla Danimarca in Inghilterra, erano più promiscui: circa un 6% degli inglesi moderni hanno geni “vichinghi”.

Rif. anche
Science: ‘Viking’ was a job description, not a matter of heredity, massive ancient DNA study shows

CNN: “Why everything you thought you knew about the Norsemen may be wrong

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Mi spiace per i globalcoolisti secondo i quali i nostri gas serra non hanno un effetto serra e l’unica forzante climatica è l’attività solare, ma il raffreddamento globale iniziato nel 1999 e ogni anno successivo va rimandato un’altra volta:

“Nulla indica che ci stiamo avvicinando a un minimo di tipo Maunder nell’attività solare.”

l’agosto scorso è stato il più caldo mai registrato nell’emisfero nord, il secondo più caldo per il pianeta.

4 commenti

  1. L’intera estate, non solo agosto, è stata la più calda sull’emisfero nord. E il tutto accompagnato dalla Nina. Immagina se invece ci fosse stato il Nino…

  2. “Nulla indica che ci stiamo avvicinando a un minimo di tipo Maunder nell’attività solare.”
    E in ogni caso, per sperare di avere un clima come quello di 300 anni fa, occorre ben altro che un nuovo minimo come quello di Maunder. Senza sottrazione di un buon 50% di conc. atmosferica di CO2 e un deciso accumulo di solfati in stratosfera da potenti e frequenti eruzioni vulcaniche (con feedback annessi e connessi), un’attività solare come quella farebbe solo il solletico alle temperature globali…
    https://www.nature.com/articles/ngeo2040

    1. Mi ricordo quel paper, Steph, e aspetto ancora che Lindzen o un altro scienziato che annunciava il global cooling pubblichi i dati che lo smentiscono.

      Paolo C., be’ prima diceva che l’AGW era un imbroglio dei cinesi, mi sembra quasi un progresso.

  3. A proposito, tra le tante balle che Trump spara quotidianamente mi pare che di recente abbia sposato anche la tesi globalcoolista. Se lo dice lui…

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