Per Dragan Petrovic

Il covid s’è portato via Dragan Petrovic, il corrispondente da Belgrado dell’Ansa, e di radiopop per quasi 25 anni. La sua voce era inconfondibile come la sua visione del mondo, la “comune umanità” – quella dei migranti bloccati sulla via balcanica, di recente – che invitava a condividere per uscire dalle dicotomie ideologiche. Se volete sentirlo, c’è un ritratto di Claudio Agostoni nella rubrica Onde road di oggi.
Durante i bombardamenti della Nato nel 1999, la sua cocker Donna aveva mandato una lettera (grazie, Giovanni se trovate un link più decente, per favore avvisatemi) al labrador del presidente Clinton. Finiva così:

  • Caro Buddy, la mia vita è cambiata tanto, non voglio dirti che soffro ma parla un po’ con il tuo padrone Bill e cerca di spiegargli i problemi anche dal nostro punto di vista. Da bravo cane fedele al tuo padrone, ti chiederai perché non abbia scritto questa lettera al presidente jugoslavo ma vedi, caro Buddy, ci avevo pensato, ma c’è un piccolo problema. Miloševic non ama neanche i cani.

Dal loro punto di vista
Nei loro cunicoli, le talpe glabre e quasi cieche Heterocephalus glaber vivono in comunità “eusociali” e nettamente xenofobe, formate da più generazioni. Sono governate da una matriarca anche in senso biologico: è la madre dell’intera colonia. Ma, scrivono Alison Barker et al. su Science, dopo una serie di esperimenti vocali e “transculturali”:

  • le differenze tra i gruppi sono culturali, non genetiche, e risalgono tutte alla regina. I neonati allevati da un gruppo diverso adottano i dialetti della sua colonia e il dialetto cambia quando la regina viene sostituita. 

Come gli esseri umani, le balene e gli uccelli canterini, ogni colonia ha un “saluto”, una vocalizzazione che i membri usano per presentarsi, non innata, ma imparata dalla madre – commento di Rochelle Buffenstein.

Estorsioni

A Gibilterra, i macachi rubano la borsa, la sciarpa o il portafoglio ai turisti sprovveduti nei punti più fotogenici dove la criminalità è ben organizzata. Altri macachi rubano oggetti personali di ogni tipo a turisti e fedeli del tempio di Uluwatu (Bali) però li restituiscono se le vittime pagano il riscatto (acquistabile al tempio): un uovo crudo, dei cracker o frutta fresca.

Jean-Baptiste Leca et al. hanno filmato tentati furti per nove mesi. Hanno classificato i 2.200 andati a buon fine, per così dire, li hanno suddivisi in sei categorie in base al valore attribuito dalle vittime alla refurtiva. Così hanno visto che le scimmie adulte rubavano preferibilmente oggetti di maggior valore e se li tenevano finché non ricevevano un riscatto proporzionale o magari due.

I giovani erano negati, imparano l’arte di negoziare dai grandi. Rif. anche lintroduzione di Sacha Bourgeois-Gironde et al. sempre sui Ph. Trans. della Royal Society B e l’articolo del Guardian.

Canis lupus husky
Non c’è consenso su quali umani abbiano addomesticato per primi il lupo grigio Canis lupus lupus, e quando. Canis lupus familiaris e H. sapiens compaiono insieme nei reperti fossili in Europa e in Nord America, da qui l’idea prevalente che il lupo grigio sia stato addomesticato più volte in posti diversi.
Sui PNAS invece, Angela Perri et al. analizzano il DNA di cani risalenti a circa 21 mila anni fa che accompagnavano cacciatori presenti nel nord della Siberia da 10 mila anni prima – circa – lo confrontano con il Dna mitocondriale di 200 cani antichi (oltre 5 mila anni) trovati nel mondo. Tutti i cani americani condividevano con quelli siberiani la stessa “firma genetica” anche se si erano divisi in quattro gruppi distinti corrispondenti ad altrettante popolazioni amerindie.
Questa ricostruzione filogenetica

  • suggerisce che i cani sono stati addomesticati in Siberia circa 23 mila anni fa, probabilmente quando sia gli umani che i lupi erano isolati dal duro clima dell’ultimo massimo glaciale. I cani hanno poi accompagnato i primi umani nelle Americhe e viaggiarono insieme a loro mentre si disperdevano nel continente circa 15.000 anni fa.

I cani americani si sono estinti circa 10 mila anni fa, Donna Petrovic e Buddy Clinton discendevano entrambi da quelli europei.
Bella recensione di David Grimm su Science.
La stampa italiana, mi sembra, ha parlato parecchio della morfologia dell’intestino dei vombati per cui ne escono feci a zolletta. Chi desidera approfondire può scaricare gratuitamente il paper di Patricia Yang della Scuola di ingegneria meccanica al Politecnico della Georgia et al. uscito venerdì sulla rivista Soft Matter.

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Nell’atmosfera di Venere, c’è fosfina? Se sì, è bio? Da quando è uscito l’articlo dell’astrobiologa Jane Greaves e colleghi in settembre, le rianalisi si susseguono e si contraddicono. Le ultime due, una pubblicata e l’altra non ancora sull’Astrophysical Journal Letters, propendono per il no: è solo anidride solforosa. (h/t zoomx e Paolo C.)

Le nubi sono un tormentone della climatologia da quando esiste. Gli stratocumuli i cui aerosol sono emessi dalle navi raffreddano il clima molto meno di quanto si pensasse? Stando alle osservazioni satellitarie e a modelli, Franziska Glassmeier et al. dicono che il loro effetto viene sovrastimato di quasi il 200%. Prevedo dibattito…

Sempre su Science, Shuai Wang e Ralf Toumi confermano osservazioni “aneddotiche”: tra il 1982 e il 2018,  l’intensità dei cicloni tropicali migra non solo verso i poli ma anche verso ovest, avvicinandosi alle coste di circa 30 km a decennio. Stazionando più a lungo sulla terraferma dove, in media globale, ne “atterranno” 2 in più ogni decennio. Nel commento, Suzana Camargo e Allison Wing vorrebbero più dati per identificare le cause delle differenze, e prevedere i rischi,

  • Although continued investigation is important, we already possess an understanding that argues for increased investment in the preparedness of coastal populations in the path of T[ropical] C[yclone]s.

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