O's digest, per tornare alle buone abitudini

Ospiti americani, abbonaggio-flash al posto delle Oche a radiopop, conversazioni sulle Sette sorelle, tutte scuse per non prendere appunti e dimenticare cosa ho letto e dove.

Da Nature
un editoriale sulla conferenza annuale dell’AAAS, e la domanda “come rispondere al trumpismo?” che gli scienziati si ponevano,

But it’s the wrong question. It is not Trump that scientists must respond to. The real question is what science can do for the people who voted for him. […]  For example, some universities are increasingly engaging in climate-change adaptation. There will be employment opportunities in creating companies that help cities and other regional communities to protect themselves from climate change (whatever the sceptics may be saying), stimulated by the readily applicable and intellectually stimulating insights and improved decision-making that research will deliver.

Ehm… Sarebbe una risposta se Trump non ritenesse i cambiamenti climatici una truffa dei cinesi e, come il suo scienziato di corte William Happer, la CO2 un beneficio per l’umanità. (Altro tipo di reportage dall’AAAS sull’Economist.)

Nella Worldview, Stefan Pfenninger se la prende con gli economisti dell’energia che non pubblicano i particolari dei propri modelli sebbene questi siano usati per decisioni strategiche.

Ewen Callaway recensisce due ricerche secondo le quali le pandemie che nel Cinquecento hanno ucciso l’80% degli abitanti del Messico sarebbero state causate dalla Salmonella enterica portata dall’Europa. Al condizionale per via dei margini d’incertezza.

Nei papers, oltre a Trappist-1 e i suoi pianeti, ce ne sono due sui modelli paleoclimatici, come datare ere glaciali e interglaciali, e – forse – le variazioni dell’orbita terrestre in un sistema solare “caotico”.

Da Science
Meltdown” è il titolo del reportage di Eli Kintisch sulla fusione della calotta glaciale groenlandese, da sotto, ma anche da sopra

between 2011 and 2014, satellite data and modeling suggested that 70% of the annual 269 billion tons of snow and ice shed by Greenland was lost through surface melt, not calving.

Il che mi ricorda (le associazioni di idee funzionano così) che in Antartide la calotta orientale è diventata “vulnerabile” anch’essa e James Hansen sembra aver azzeccato la previsione un’altra volta.

Aumentano le adesioni istituzionali alla March for Science del 22 aprile, scrive Lindzi Wessell su Science Insider:

So far no organizations have explicitly come out against the march. But American Institute of Physics Chief Executive Robert Brown suggested in an email that any “inflammatory demonstrations will cause negative retaliations.”

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Tra l’altro il trumpismo si sente anche in Italia. maresciallo Stefano segnala che su La Lettura di domani, il Corriere fa dialogare il pagato per mentire Happer che non ha mai studiato alcun aspetto del clima, con Mark Cane, l’oceanografo dei modelli “accoppiati” per cui apparterebbe “al fronte storico degli ambientalisti”, scrive giuliva la redazione,

e ne viene un dibattito acceso (anche se il riscaldamento del 2016 è assodato) sui motivi di tali variazioni e sui cicli della Terra.

Nella lettera dei 300 fra scienziati, lobbisti, crackpots e cittadini di vari paesi, che implora Trump di uscire dalla Convenzione dell’ONU sul clima, ci sono due geologi italiani: Uberto Crescenti che impartiva lezioni di teologia e climatologia al papa, e Leonello Serva, un seguace di Sua Signoria Christopher Monckton, terzo visconte di Brenchley dalla rosa saracinesca. La crème… (h/t Climalteranti)

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“Carrying Capacity”
Paolo C. segnala l’articolo di Safa  Motesharrrei, Rita Colwell (microbiologa, un mito), Mark Cane e molti altri, “Modeling sustainability: population, inequality, consumption, and bidirectional coupling of the Earth and Human Systems”. È lungo e sostanzioso, ma si legge facilmente. In pratica è insieme una rassegna della letteratura, fa un elenco dei problemi da risolvere per fare modelli affidabili di questo tipo, e un programma di ricerca. Commento con altri dati e com. stampa.