C'è uno statistico in sala?


Sul riscaldamento e la maggiore – forse – variabilità estiva della temperatura, ha ragione Jim Hansen et al. e la tendenza c’è o ha ragione Tamino e la tendenza è spuria?

Hansen usa sei blocchi di dati di 11 anni, media del ciclo solare, ok. Il problema è la scelta del periodo base. Per Tamino dovrebbe essere uguale a quello dei blocchi. Ma… ma…

Hansen spiega (pp. 10-11) perché confronta il 1951-1980 con il 1981-2011 (anomalia trentennale: 0,5 °C). Ragiona in termini di clima rispetto a meteo. Inoltre, qualità dei dati a parte,

Global temperature in 1951-1980 …  is more representative of the Holocene and the climate to which plant and animal life on the planet is adapted. Changes of global temperature are likely to have their greatest practical impact via effects on the hydrologic cycle.

O no? Cos’è che non ho capito?

Aggiunta: rif. il commento di Steph (grazie) sull’indice di Palmer, e Brigitte Mueller e Sonia Seneviratne, PNAS, “Hot days induced by precipitation deficits on the global scale”.

Altre anomalie estive
Il Baltico s’è scaldato 7 volte più velocemente degli altri mari, anomalia + 6-7 °C nel corso dell’ultimo secolo. Ormai ci prospera il Vibrio vulnificus, assomiglia al vibrione del colera, ma oltre al mal di pancia se ingerito, causa setticemie se capita in un graffio o una ferita. Dal 1994 fa vittime a ogni nuova ondata di caldo estivo, scrivono Craig Baker-Austin et al. su Nature Climate Change. Non molto soddisfatti dei data-sets epidemiologici, ma i paesi del Baltico son stati colti di sorpresa.

Dato il trend ormai sui 1,35 °C/decennio, ai 30 milioni di abitanti entro 50 km dalle rive, consigliano (riassumo) di abituarsi a lavarsi spesso le mani e a usare le toilette.

L’altro guaio del Baltico sono le fioriture d’alghe e la puzza. Il mese scorso leggevo che

negli ultimi 50 anni, sono state riversate in mare circa 20 milioni di tonnellate di azoto e 2 milioni di tonn di fosforo.

Risultato: una “zona morta” (i cianobatteri si biodegradano sequestrando l’ossigeno, così asfissiano altri organismi) di 60 mila km2. Nelle acque profonde – più calde anche di 8 °C – la poltiglia sedimentata rilascia ammonio che stimola la prossima fioritura. Per ora è in corso un esperimento svedese di geo-ingegneria. Consiste, manco a dirlo, nell’aggiungere policloruro di alluminio ai sedimenti per legarne il fosforo all’alluminio.

A breve termine e su piccola scala, pare funzionare. Ma si sa già che sulla scala della “zona morta” costa troppo e che versare inquinanti in mare è vietato dalla convenzione di Londra.

2 commenti

  1. A parte che tamino analizza dati annui e non stagionali/estivi, direi tutti e due. Occorre anche tener conto del background fisico di fondo e agli associati processi non lineari di feedback, e non solo di quello statistico. Gli effetti sui flussi di acqua in atmosfera, per es., possono implicare un cambiamento nella modalità con la quale si manifestano evaporazione e precipitazioni anche alle medie latitudini (ad es. piogge più intense)
    http://climafluttuante.blogspot.ch/2010/10/be-rain-blog-action-day-2010_16.html
    E, parallelamente, questo può portare ad avere maggiori siccità durante la bella stagione; il che favorisce una maggior frequenza di heatwaves.
    Guarda per es. l’indice di Palmer, fornisce un’interessante informazione collaterale. E l’andamento di questo indice, globalmente, rispecchia abbastanza fedelmente quello termico: si nota una consistente riduzione grossomodo a partire dagli ultimi 35 anni onward.
    http://www.drought.noaa.gov/palmer.html
    More to come later. Ci tornerò senz’altro con un post.

  2. tks! Non ho capito perché Tamino usi i dati annuali
    Invece penso di aver capito perché Hansen usa quelli estivi – ho aggiunto il paper di Nature Clim.C. come esempio (o meglio come associazione di idee, è stato quello a farmi venir in mente la critica di Tamino).

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