Domani porto il computer che mi ha fatto dannare per due giorni dal dottore, poi vado a Roma (1) e L’Aquila per l’assemblea internazionale di Action Aid. Se vi crescono due euro…
Quindi ho solo il tempo di appuntarmi cose lette su Nature.
– a proposito dell’indagine sulle cattive pratiche all’Imperial College, non si può fare a meno degli esperimenti sugli animali, ma vanno sempre trattati il meglio possibile. Invece
What is most disappointing about the weaknesses exposed at Imperial College is that they come as the public-relations battle over the use of animals in research, in Britain at least, seems to have been won. Violent direct action against scientists and laboratories has ended. Public sympathy and political support for the work have been secured. A key part of that victory was the ability to stress, time and time again, that the research was permitted only because it was always done under the strictest possible conditions. We cannot say that today.
– autocritica sulle peer-reviewers che restano il 13% del totale; le autrici e le protagoniste di “profili” aumentano parecchio rispetto all’anno scorso, ma “dobbiamo fare più sforzi”. Nella comunità scientifica mondiale, le autrici restano una minoranza anche nelle discipline in cui sono la maggioranza e sono meno citate, scrivono Vincent Larivière et al. che hanno
analysed 5,483,841 research papers and review articles with 27,329,915 authorships
usciti tra il 2008 e il 2012.
– i brevetti dovrebbero essere pubblici, in particolare quelli di sequenze geniche – spesso ingiustificati. In molti casi sono resi difficili da consultare e per capirci qualcosa, bisogna rivolgersi a specialisti molto costosi. Ma è nato Lens, un database che rende accessibili e analizzabili quelli di 90 uffici brevetti in giro per il mondo – occidentale soprattutto.
– a proposito del paper di Stefanie Haustein et al. Richard van Noorden torna sulle “bibliometrie alternative”, per esempio le segnalazioni più frequenti su twitter raramente si trasformano in citazioni nella letteratura;
– a proposito di editoria scientifica, impact factor ecc., segnalo anche qui la risposta indiretta del diretùr Phil Campbell alle critiche di Randy Sheckman sul Guardian, segnalato da Hermano Tobia e di cui si parlava sotto “Il merito”;
– da immagini riprese da Hubble un anno fa, getti d’acqua risulterebbero sprizzare dal polo sud di Europa, intesa come luna di Giove – paper entro domani da Science Express – ma alcuni astronomi sono scettici, scrive Alexandra Witze.
– nei papers, raccomando i due che ho letto, quello sulla biochimica neuronale di apprendimento e memoria nei topi adulti, ma dovrebbe valere anche per un’oca parecchio adulta, di Pico Caroni et al.;
– i ferrofluidi ferromagnetici erano stati teorizzati da Françoise Brochard et Pierre- Gilles de Gennes quasi mezzo secolo fa, e in Bosnia Alenka Mertelj et al. hanno realizzato nanopiastrine che in sospensione fanno esattamente l’effetto previsto.
Se ho citato più donne che uomini, è solo in base al merito…
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Determinismo
Ho letto anche il paper di Robert Plomin su PLoS One, di cui si parla parecchio in giro, sulle percentuali da 58 a 42% di successo scolastico geneticamente determinate, mentre soltanto il 36% lo sarebbe da ambiente, famiglia, insegnanti, interazioni sociali varie. I geni contano, ma dubito che siano addirittura prevalenti.
Un po’ perché il test PISA dimostra semmai il contrario e perché il “gene dell’intelligenza”‘ scoperto da Plomin 15 anni fa non è stato trovato da altri. Un po’ per il conflitto d’interessi di Plomin che si fa finanziare il progetto Einstein. (omissis) E un po’ per queste conclusioni tratte da un’analisi statistica – e comparata su gruppi di gemelli, ma anche così… – con troppi confounding factors sorvolati alacremente:
We suggest a model of education that recognizes the important role of genetics. Rather than a passive model of schooling as instruction (instruere, ‘to build in’), we propose an active model of education (educare, ‘to bring out’) in which children create their own educational experiences in part on the basis of their genetic propensities, which supports the trend towards personalized learning.
Sulla base delle propensioni codificate da quali geni, di preciso?
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(1) Da venerdì scorso è assente molto giustificato, nei commenti da Camillo e anche qui, Giancarlo al quale pensiamo tutti con affetto e con ansia per suo figlio Lorenzo, vittima di un brutto incidente.
O meglio, tutti meno…
Non vorrei sovrappore una specie di R’s digest ma la triste e intricata vicenda delle cure con le staminali merita attenzione. Un editoriale di Nature non firmato torna sul caso e chiede ancora una volta di risolvere la situazione disastrosa in cui ci siamo cacciati.