Statcheck

Fonte

Sul Guardian, Stephen Burany racconta com’è nato Statcheck, un’arma nella “guerra high tech contro la scienza” come dice il titolo, in realtà un algoritmo controverso per identificare abusi del valore p negli articoli scientifici:

The man behind all this controversy was a 25-year-old Dutch scientist named Chris Hartgerink, based at Tilburg University’s Meta-Research Center, which studies bias and error in science. Statcheck was the brainchild of Hartgerink’s colleague Michèle Nuijten, who had used the program to conduct a 2015 study that demonstrated that about half of all papers in psychology journals contained a statistical error. Nuijten’s study was written up in Nature as a valuable contribution to the growing literature acknowledging bias and error in science – but she had not published an inventory of the specific errors it had detected, or the authors who had committed them.

The real flashpoint came months later,when Hartgerink modified Statcheck with some code of his own devising, which catalogued the individual errors and posted them online – sparking uproar across the scientific community.

Interessanti anche i commenti sotto.

Statcheck è controverso anche perché produce troppi falsi positivi, come dimostra l’aneddoto introduttivo di Burany, forse perché è stato tarato su pubblicazioni di psicologia, una disciplina che ha avuto parecchi casi clamorosi di dati truccati o inventati. Mi son fatta l’idea (rudimentale) che fosse un po’ rudimentale, e come dicevo in settembre, può darsi che i 50 mila articoli “problematici” scoperti da Hartgerink su 700 mila, usciti tra il 1985 e il 2013 sulle 8 riviste più serie, non siano così tremendi.

Non trovo sorprendente invece che 1 su 8 contenga una “inconsistency” statistica, ma sarà un mio pregiudizio.

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Non so se il nuovo mensile Nature Human Behaviour usa il “pacchetto” Statcheck, Fa parte delle quattro riviste multidisciplinari lanciata quest’anno da Nature, con

Il primo numero è a sua volta un manifesto delle ambizioni editoriali.

Nelle recensioni di ricerche pubblicate altrove, segnalo quella di Adam Yeeles:

Kelly D. Martin from Colorado State University and colleagues from the University of Washington provide evidence to suggest that customers’ vulnerability worries, rather than general privacy concerns, lead to adverse business outcomes, such as customers falsifying information, spreading negative opinions about the firm, and switching behaviour. In a series of experimental and observational studies informed by gossip theory, the authors show that mere access to data can lead to feelings of violation and reduction in trust. A more extreme violation via a data breach hurts the performance of both the breached firm and competitors through spillover effects. Notably, the analyses also indicate that negative outcomes are suppressed by data use transparency and allowing customers control over their own data.

Non ho accesso al paper, peccato. Mi sarebbe piaciuto vedere la bibliografia sulla teoria del pettegolezzo, a parte quella evoluzionista di Robin Dunbar.

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Nature Ecology & Evolution – le altre devo ancora guardarle – esce all’inizio del mese, quindi ha già due numeri. In quello di gennaio, pieno di cose interessanti, segnalo almeno Moran e Kanemoto: mappano dove sono più consumate le specie animali e vegetali a rischio, “l’impronta globale degli Stati Uniti”, quella minore e concentrata in Africa dei paesi europei e quella del Giappone.

In quello di febbraio che lode i pipistrelli, l’editore mantiene la promessa di pubblicare risultati negativi con un paper – care socie e cari soci del Drosophila melanogaster‘s Genetics & Neuroscience F.C. – sui cambiamenti della proteina ADH che al contrario di quanto sostenuto finora non migliorano la fitness della nostra amata moscerina né la sua capacità di resistere all’ubriacatura.
Ci sono anche articoli di advocacy in favore della biodiversità, delle soluzioni “verde-azzurre” ecc. che faranno digrignare i denti all’anti-ambientalista Scott Pruitt e al resto del governo Trump…
Le riviste escono solo in digitale, i primi numeri sono in open access per tutto l’anno, dopo bisogna essere abbonati. Conviene approfittarne.

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Donald “Jesus Christ” Trump
Come previsto, il consigliere per l’educazione superiore (college e università) scelto dal Potus è Jerry Falwell Jr., un evangelista devotamente omofobo e razzista, presidente e co-proprietario della Liberty, un’università che spaccia lauree in “scienze creazioniste“, versione Terra Giovane (circa 6000 anni):

Falwell was one of Trump’s earliest and most outspoken Religious Right supporters. He appeared in Trump campaign adshosted the business mogul at Liberty, sang his praises—even going so far as to compare him to Jesus Christ and suggest that God called on him to run for president—and joined Trump in leveling harsh attacks against Muslims, telling students that “if more good people had concealed-carry permits, then we could end those Muslims before they walked in.”

Quanto alla candidata segretaria all’educazione, oltre a plagi e conflitti d’interesse ha investimenti in Neurocore.

Stranamente, Kenneth Haapala – SEPP e  Heartland Big Oil&Col Institute – che era incaricato di trovare per la NOAA, nel mirino da anni, direttori altrettanto corrotti, sembra esser stato rimandato a casa.

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Su Die Zeit, Volker Ullrich ricorda oggi ai tedeschi com’è iniziata la dittatura nazista:

Few sensed what Hitler’s appointment as chancellor actually meant, and many reacted to the event with shocking indifference… This, despite the fact that Hitler had plainly explained in “Mein Kampf” and countless speeches before 1933 what he wanted to do once in power: to abolish the democratic “system” of Weimar Germany, to “eradicate” Marxism (by which he meant both social democracy and communism) and to “remove” the Jews from Germany…

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Oh dear, preaching  fact-free “effective science comunication” while doing it wrong… again.

3 commenti

  1. Ormai siamo secondo me ad un attacco frontale contro la scienza in quanto tale. Gli “esperti” sono da contrastare in nome della “libertà di opinione” garantita dalla democrazia. L’attacco, avvenuto su altre pagine, ai dipendenti dell EPA per avere utilizzato Facebook per “abuso di ufficio” durante l’orario di lavoro (dovevano farlo solo a casa od al più in bagno) per incentivare le politiche ambientali contro industria e contadini continuerà ai fini di individuare un capro espiatorio. Il tutto sarebbe ridicolo se non fosse tragico. Infatti alla luce dell’analisi della BP, riportata da un quotidiano nazionale, si afferma “nel 2050 il mondo chiederà la metà dei barili tecnicamente ancora recuperabili nei pozzi. Da qui al 2035 la domanda sarà inferiore alla disponibilità del solo Medio Oriente. Risultato? l’economista capo di BP , Spencer Dale, non ha dubbi; tutti cercheranno di smaltire al più presto il petrolio delle loro riserve, per evitare di trovarsi sul gobbo barili invendibili”. Ma l’importante è individuare un colpevole.

    1. roberto,
      non solo il clima e l’energia, hai visto questa?

      Giancarlo,
      grazie dell’interludio comico, poi vado a vedere le novità nel docket. Direi che se l’incantatore ha fornito lui le bollette, i suoi legali sono più broccoli di quelli di IH.

  2. @ocasapiens
    ti chiedo scusa per questo OT, ma io sono sempre più affascinato dalla genialità del nostro ingegnere che riesce a produrre documenti ufficiali che smentiscono quanto ha detto e fatto nel passato eppure incanta ancora le folle, anche se a dire il vero Peppino qualche cosa deve aver spifferato visto il silenzio tombale nelle 22 tende accampate sulla riva del fiume. Resiste solo cccp che se la prende coi ditini ritti degli ingegneri invece di prendersela con la luna. Narrava il nostro che un suo amico era il boss della JM etc, una nota azienda energivora produttrice di non meglio identificati beni e servizi e per questo capace di consumare petawattora l’anno, che costituivano un vero e proprio salasso. Il nostro gli mostrava la bacchetta magica, sotto forma di animale domestico energiparo, capace di raddrizzare i conti e fargli risparmiare bei soldini: 1 MW di vapore o giù di lì, in cambio di pochi kW di potenza elettrica. Potenza del COP. Bolletta canterà. E la bolletta ha infatti cantato: ce la mostra l’incantatore. Ma qualcosa deve essere andato storto perché considerando che il gattone ha fatto le fusa dai primi mesi del 2015 ai primi mesi del 2016 per il periodo concordato di giorni 360 con IH, i numeri sono storti. I consumi sono molto più bassi quando il gattone non è stato ancora acceso e scendono di nuovo quando il gattone viene spento. A JM etc il MW non gli serviva prima e non gli serve più dopo la iniezione d’energia? Oppure l’energia gli arrivava da un’altra bolletta o gli arrivava direttamente il vapore dalla centrale più vicina? Non ci resta che aspettare che glielo chieda il giudice. Certo che con quei broccoli di avvocati che si ritrova IH, magari il giudice neppure se ne accorge.

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