Su suggerimento di un IbeC, avevo chiesto al climatologo Mark Cane della Columbia University se sapeva di un suo strano “dialogo” con William Happer a cura di Serena Danna, uscito su La Lettura a fine febbraio. Era caduto dal pero.
Dopo un debunking delle bufale di Happer su Climalteranti, Scienza in rete, Oggi Scienza e altri siti, il 9 marzo aveva mandato alla giornalista una lettera breve e una lunga, con preghiera di trasmetterle al direttore del supplemento culturale del Corriere della Sera perché scegliesse quale pubblicare.
In attesa che il direttore se ne ricordi, una versione è pubblicata da Climalteranti. Chiunque vuole e può è libero di riprodurne una o entrambe, con la sola condizione di non modificarla.
Versione breve
Caro direttore,
nel numero di La Lettura del 26 febbraio sono stato coinvolto in un “dibattito” sul riscaldamento globale. Ma non mi è mai stato detto che le mie risposte alle domande inviatemi per posta elettronica avrebbero fatto parte di un “dibattito”. Peccato che non sapessi che gioco stavo giocando. Anche se è facile rispondere con fatti a chi nega il riscaldamento globale, è difficile anticipare la gamma delle loro affermazioni irrilevanti. I suoi lettori sarebbero stati meglio serviti se avessero potuto apprendere da un vero dibattito. Coloro i quali desiderino leggere la confutazione completa possono cercare qui.
Perché Il Corriere della Sera ha sentito il bisogno di dare ulteriore spazio agli argomenti screditati del professor Happer? Se conta di pubblicare la gamma di “idee” dei sostenitori di Trump, il suo giornale si riempirà di spazzatura, in maggior parte sgradevole e pericolosamente sbagliata.
Prof. Mark Cane
Versione lunga
Caro direttore,
nel numero di La Lettura pubblicato il 26 febbraio sono stato coinvolto in un “dibattito” sul riscaldamento globale. Quando ho risposto alle domande della sua giornalista, Serena Danna, non mi era stato detto che le mie risposte sarebbero state presentate come facenti parte di un “dibattito”. Nonostante il risultato finale non sia catastrofico, ci sono alcuni punti che mi imbarazzano inutilmente — ed imbarazzano anche Il Corriere. In quanto “padre” di El Niño, me la sarei di sicuro presa coll’idea che El Niño sia cominciato nel 1998 quando abbiamo prove che accadesse ~130 mila anni fa, ed abbiamo documentazione dettagliata che l’evento più devastante è stato quello del 1877. In molti punti, le mie “risposte” al professor Happer non sono esaurienti. Lo sarebbero state, se avessi saputo a che gioco stavo giocando. Questo è un disservizio ai suoi lettori, che li priva della comprensione che sarebbe derivata da un vero dibattito. I lettori che desiderino conoscere meglio la verità guardino qui.
Nei media americani non si può scappare a Trump, nemmeno nel mio rifugio: le pagine sportive. Mi tocca sopportarlo anche nel Corriere? Nonostante tutto amo l’Italia, e non vedo l’ora della mia prossima visita.
Prof. Mark Cane
Traduzione della mitica Alessandra Giannini, Columbia University. “Mitica” si può omettere.
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“He won”
La settimana scorsa, Roger Pielke Jr faceva cherry-picking e Judith Curry & John Christy raccontavano bufale in stile Happer davanti alla commissione scienza del Congresso, presieduta dall’anti-scienza Lamar Smith il quale ha ricevuto decine di lettere di scienziati e società scientifiche, nelle quali gli venivano spiegati fatti elementari.
L’ultima è dell’American Meteorological Society.
I promotori del cherry-picking di Pielke Jr e delle bufale di Curry & Christy sono amareggiati: speravano che in tre contro uno riuscissero a far a polpette Michael Mann.
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Perfino i globalcoolisti di Meteolive smettono di annunciare l’era glaciale e – confondendo meteo e clima – si “arrendono”: fa più caldo.
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Su Nature Communications, Gavin Foster et al. analizzano circa 1500 stime della concentrazione atmosferica di CO2 negli ultimi 420 milioni di anni, fatte con cinque tecniche diverse:
Here we show that the slow ca.50 Wm2 increase in TSI over the last 420 million years (an increase of ca. 9 Wm2 of radiative forcing) was almost completely negated by a long-term decline in atmospheric CO2. This was likely due to the silicate weathering-negative feedback and the expansion of land plants that together ensured Earth’s long-term habitability.
Humanity’s fossil-fuel use, if unabated, risks taking us, by the middle of the twenty-first century, to values of CO2 not seen since the early Eocene (50 million years ago).
Rif. anche il post di Steph sulle similitudini con l’Eemiano. La parte nuova, mi sembra, è come Foster et al. hanno standardizzato le varie ricostruzioni, valutato le incertezze ecc.
Of course, some of our criteria may be judged at some point to be incorrect. It is in this light, and in the spirit of full transparency, that we describe our criteria. We consider our compilation to be a ‘living document’, not only because in the future new records will be added but because existing records will be interpreted in new ways.
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Durante il minimo di Maunder nel 1660-1710 e quello di Dalton nel 1790-1825 , in Europa non ci sono state “piccole ere glaciali”, scrivono Mike Lockwood et al. in Astronomy & Geophysics. Per l’assenza di attività della corona solare, durante il minimo di Maunder la temperatura media era calata di 0,5 °C, ma di 8 °C nell’ultima era glaciale vera e propria. Dal com. stampa:
For example, 1701 is close to the lowest point of the Little Ice Age, yet in both Paris and London the summer was reported as being unbearably hot and the CET for July that year is the 10th hottest on record, with average temperatures for the month reaching 18.3°C. The year 1676 is the second hottest June on record at 18.0°C, yet it too was in the middle of a run of cold winters. Such high summer temperatures do not fit at all with the name “Little Ice Age”.
“il 9 marzo aveva mandato alla giornalista una lettera breve e una lunga, con preghiera di trasmetterle al direttore del supplemento culturale del Corriere della Sera perché scegliesse quale pubblicare.”
… magari non ha scritto bene l’indirizzo, forse ha usato maiuscole per minuscole? E’ l’unica spiegazione.
E Meteolive … ma pensa te: non solo scopro che esistono ancora, ma che dopo avere cannato di Grosso per così tanto tempo, si accorgono niente meno che nevica sempre meno, ohibò perfino in montagna! chi l’avrebbe mai detto. Grazie per la segnalazione.