Contraddizioni apparenti

Ieri segnalavo su Science “A human-driven decline in global burned area”,

we assessed long-term fire trends using multiple satellite data sets. We found that global burned area declined by 24.3 ± 8.8% over the past 18 years.

I modelli degli incendi sovrastimano la superficie/anno deliberatamente bruciata, soprattutto nelle savane africane e nelle praterie dell’emisfero nord, dicono Niels Andela del NASA Goddard et al., perché non tengono conto dello sviluppo economico (e della proprietà terriera, aggiungo io).

Calano gli agricoltori nomadi che praticano lo “slash and burn”, il quale è sempre più vietato da leggi. Quanto alle foreste tropicali, dopo averle incendiate i contadini le trasformano in terreni agricoli, quindi non le distruggono più.

Al contempo un clima più caldo e più arido ha fatto aumentare gli incendi in Canada, USA; anche in Cina, India, Brasile e Africa meridionale la tendenza è tuttora al rialzo. Statisticamente però savane e praterie sono più estese e spiegano il calo globale, quindi il loro modello per incendi e ciclo del carbonio dovrebbe essere più realistico. Com. stampa NASA-Goddard.

Globalmente forse, ma l’impatto non è uniforme. Oggi un com. stampa del CNR segnala ‘On the key role of droughts in the dynamics of summer fires in Mediterranean Europe’ di Riccardo Trigo, Marco Turco et al. su Scientific Reports

Most of the total burned area in Europe occurs in Mediterranean regions during summer, with an average of about 4500 km2/yr. These fires cause extensive economic and ecological losses, and even human casualties.

Grassetto mio. Dal com. stampa:

“Grazie all’analisi dei dati dello European Forest Fire Information System (Effis) e degli archivi nazionali abbiamo dimostrato per la prima volta che nell’aumento di estensione degli incendi contano in misura maggiore le condizioni secche della stessa estate, mentre l’aridità estiva degli anni precedenti potrebbe addirittura ridurre gli incendi nell’anno in corso, poiché si sarà formato meno ‘combustibile’ (ossia, meno rami e rametti secchi da bruciare)”, aggiunge Marco Turco dell’Università di Barcellona.

Fanno eccezione il sud della Spagna e la Sicilia dove la poca foresta rimasta brucia a prescindere. Anche in questo caso, la correlazione tra area incendiata e mesi siccitosi non è uniforme, si vede bene nella Figura 2.

Strano, per la Sardegna mancano dati su area bruciata e SPEI, l’indice che misura la differenza fra precipitazioni ed evapotraspirazione.

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Dal primo editoriale in giù, Nature si occupa soprartutto della “biologia di singole cellule” e delle sue promesse.

fonte: NASA

In coincidenza con la secessione della Larsen C e la crescita annuale della banchisa, ci sono due paper sui ghiacci antartici. Unanalisi dei foraminiferi (belli, vero?) nei sedimenti mostra che tra 10.400 e 7.500 anni fa e dal 1940 in poi, la fusione della West Antarctic Ice Sheet “da sotto” è dovuta al riscaldamento oceanico.

Da neven1, si festeggiano i dati per l’Artico che non dovrebbe battere il record del 2012:

Last month we finally received some good news from PIOMAS, and the good news continues this month. […] although the trend line on the PIOMAS sea ice volume anomaly graph is still extremely low, at least it hasn’t completely crashed to the point where it leaves two standard deviation territory.

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Su Science Advances, quindi in open access, il neo-dottorato Cristian Proistosescu e il suo prof Peter Huybers di Harvard riconciliano le contraddizioni tra le stime storiche della sensibilità istantanea del clima (ICS) e le proiezioni della sensibilità del clima all’equilibrio (ECS) a un raddoppio della CO2 atmosferica rispetto al 1800, criticando con metodo bayesiano (bravi!) i 24 modelli citati dal quinto rapporto IPCC.

Da un lato, il risultato è rassicurante. Anche se stamattina alle 11 c’erano 36 °C all’ombra, per un po’ non saremo a pieno regime:

Slow feedback contributions to warming only weakly manifest in the current climate system because the rise in greenhouse gas concentrations that occurred primarily in the past 50 years has forced the system for a short period relative to the multicentennial time scale of the dominant slow mode. This small manifestation makes it difficult, if not impossible, to accurately estimate ECS from historical observations and highlights the importance of paleoclimate records for the purpose of observationally constraining slow feedback processes.

Dall’altro lato, una volta innescate mica le retroazioni plurisecolari lente si fermano di botto su un pianeta al 70% coperto da oceani:

Our results thus indicate that the slow warming of the Eastern Equatorial Pacific and Southern Ocean are primarily responsible for the distinction between ECS and ICS.

Looking forward, these results also highlight the fact that the warming current greenhouse gas concentrations commit us to will evolve according to a slow mode of response that is distinct from present warming patterns.

Conclusione bayesiana: la stima dell’ICS basata sulle osservazioni compiute dal 1800 in poi (+3-3,5 °C) è più probabile di quella prevista dai 24 modelli (mediana: +2°C).

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Non ho accesso all’articolo di Dan Johnson

Climate change beliefs’ strong ties to political ideology remains one of the most significant impediments to productive public discourse about climate change. … Republicans and Democrats were randomly assigned to either focus carefully on an argument’s quality or focus on how well an argument explained how the main point leads to the proposed outcome – termed, mechanistic explanatory power. Focusing on the mechanistic explanatory power of anti-climate change scientific explanations (Study 1) and pro-environmental behavior arguments (Study 2) substantially reduced biased evaluation and bridged the political ideological divide,

Per ora ne dubito. Mi risulta che dal 1975 in USA gli scienziati seguano le sue raccomandazioni senza ottenere alcuna riduzione sostanziale, al contrario…

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Stephen Hawking dice una cavolata alla BBC:

“Trump’s action could push the Earth over the brink, to become like Venus, with a temperature of two hundred and fifty degrees, and raining sulphuric acid”

Gli scienziati del clima si precipitano a correggerla, ma il danno è fatto: l’ho sentita ripetere stamattina a radiopop…

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In Francia, è reato non dichiarare i conflitti d’interesse e mentire sui rischi durante un’indagine del Senato:

In an unprecedented court case in Paris, an eminent French lung specialist [Michel Aubier, pagato 5 mila euro/mese da Total] has been fined €50,000  and given a six-month suspended prison sentence because he did not disclose his ties to the oil industry during a Senate air-pollution inquiry.

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Csi ciccì piupiù

Il gruppo dell’LHCb, al CERN, ha osservato un barione “eccezionalmente charmant“, la particella Xicc++ fatta di due quark charm pesanti e uno su, quindi bella massiccia: 3621 MeV/c2. Notizia non proprio sconvolgente: era stato già avvistato al Fermilab circa 15 anni fa; riduce incertezze della cromo-dinamica quantistica e conferma le previsioni del modello standard. Comunque è un buon modo di festeggiare i 5 anni della “nuova fisica” dell’Higgs (sulla massa del quale ci sono nuovi dati ATLAS).

Bozza del paper mandato alle Phys. Rev. Letters.

5 commenti

  1. Non so se l’uscita infelice di Hawking sia dovuta alla sua fissa che l’umanità cerchi fortuna lontano dal pianeta madre.
    Certo è la conferma che in ambito climatologico è bene dar retta ai climatologi prima che a scienziati – anche brillanti – specializzati in altri campi.

  2. Incomprensibili i festeggiamenti di neven1. Dato che le fluttuazioni annuali sono scarsamente significative rispetto al trend climatico di fondo.
    http://psc.apl.uw.edu/wordpress/wp-content/uploads/schweiger/ice_volume/BPIOMASIceVolumeAprSepCurrent.png
    Invece non si può non essere indulgenti con Hawking: il diritto di DIRE cavolate dovrebbe entrare a far parte senza se e senza ma nei diritti fondamentali concessi a ogni essere umano.
    E’ il dovere a non FARE cavolate a danno di tutti che dovrebbe essere controllato meglio di come lo è ora (ossia un pochetto di più rispetto al quasi nulla…).

  3. @ocatuttosapiens
    ‘Notizia non proprio sconvolgente: era stato già avvistato al Fermilab circa 15 anni fa’
    … strano, quelli del cern dicono questo…
    ‘It is the first time that such a particle has been unambiguously detected.’
    … chi mai avrà ragione, l’oca o quelli di LHCb?
    Ma ti capisco… sei solo abituata alla precisione spannometrica dei modellini climatologici farlocchi…
    Stay tuned…
    Sei una impareggiabile fonte di risate. Ti prego, continua…

    1. passanti occasionali,
      come tutti possono vedere cliccando sul link alla bozza del loro articolo, nella realtà “quelli di LHCb” scrivono:
      Observations of the ?+cc baryon at a mass of 3519 ± 2 MeV/c2 with signal yields of 15.9 events over 6.1 ± 0.5 background in the final state ? + c K?? + (6.3? significance), and 5.62 events over 1.38±0.13 background in the final state pD+K? (4.8? significance) were reported by the SELEX collaboration [33, 34].
      [33] SELEX collaboration, M. Mattson et al., First observation of the doubly charmed baryon ?+cc, Phys. Rev. Lett. 89 (2002) 112001, arXiv:hep-ex/0208014.
      [34] SELEX collaboration, A. Ocherashvili et al., Confirmation of the double charm baryon ?+cc (3520) via its decay to pD+K?, Phys. Lett. B628 (2005) 18,
      arXiv:hep-ex/0406033.

      p.s. son saltate le lettere greche ouf…

      alberto,
      come vede dalla citazione, neven scrive che il trend è sempre quello, “festeggiano” è una mia iperbole.
      Hawking: certo, ma ha anche ragione Paolo, “in ambito climatologico è bene dar retta ai climatologi” – così come in ambito barionico è bene dar retta ai barionisti…

  4. Le iperbole sono talmente inflazionate che ormai cadono verso gli asintoti per mancanza di slancio…
    Sul fatto che gli ambiti scientifici siano estremamente specializzati per cui sia sensato sentire gli esperti (uno solo può essere fuorviante) sono purtroppo d’ accordo. Purtroppo perché ciò rende molto più costoso orientarsi per il grande pubblico che in genere tende a fidarsi di figure di scienziati note, appunto come Hawking, anche quando parlano di argomenti scientifici di cui non sono specialisti, oppure a giornalisti e divulgatori scientifici che sovente non sono specializzati in alcun ramo scientifico.

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