Presunti stacanovisti

Dopo l’Istituto di matematica applicata e la London Mathematical Society, anche Nature celebra il centenario del teorema di (Emmy) Noether con un editoriale

Albert Einstein had just developed his general theory of relativity, and was struggling to understand how energy fitted into his equations. Hilbert and Klein were working on it, too, and asked Noether for help.
That she did help is an understatement. Noether’s expertise in symmetry led her to discover that the symmetries of a physical system are inextricably linked to physical quantities that are conserved, such as energy. These ideas became known as Noether’s theorem (E. Noether Nachr. d. Ges. d. Wiss. zu Göttingen, Math.-phys. Kl. 1918, 235–257; 1918).
As well as answering a conundrum in general relativity, this theorem became a guiding principle for the discovery of new physical laws.

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Un “disegno astratto” in ocra rossa, fatto in una caverna del Sudafrica circa 73 mila anni fa, è stato identificato da Christoher Enshilwood, Luca Pollarolo, Francesco D’Errico et al. Dall’editoriale:

It is hard to claim that the design is beautiful, dazzling or engrossing. But the artwork is destined to be priceless and famous, because it seems to be the earliest evidence for a drawing in the archaeological record, by some margin.

“Sembra”. Farà discutere immagino, ma ricordo che la scoperta – da parte di Francesco D’Errico – di conchiglie dipinte e bucate per formare una collana è stata confermata da altre.

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Fa discutere la ricerca “un po’ grezza” di John Ioannidis di Stanford, Richard Klavans e Kevin Boyack di SciTech Strategies, sugli autori “iperprolifici” che tra il 2000 e il 2016 avevano pubblicato almeno 72 paper/anno – escludendo nomi coreani e cinesi che non sono distinguibili.
Guarda caso

Among the 265, 154 authors produced more than the equivalent of one paper every 5 days for 2 or more calendar years; 69 did so for 4 or more calendar years. Papers with 10–100 authors are common in these CVs, especially in medical and life sciences, but papers with the hundreds of authors seen in particle physics are uncommon.

Su 81 ricercatori ai quali Ioannidis et al. hanno chiesto se avevano rispettato le regole (dette “protocollo di Vancouver“) per essere fra i firmatari degli articoli, solo 27 hanno risposto e tra questi nessuno le aveva rispettate tutte. Conclusione:

Overall, hyperprolific authors might include some of the most energetic and excellent scientists. However, such modes of publishing might also reflect idiosyncratic field norms, to say the least. Loose definitions of authorship, and an unfortunate tendency to reduce assessments to counting papers, muddy how credit is assigned.

Dall’intervista  di Ioannidis su Science:

There are two main reasons we have authorship: credit and responsibility. I think both are in danger. In terms of credit, if you have a system that is very vague, idiosyncratic, and nonstandardized, it’s like a country with 500 different types of coins and no exchange rate. And in terms of responsibility, it also raises some issues about reproducibility and quality. With papers that have extremely large numbers of contributors, is there anyone who can really take responsibility for all that work? Do they really know what has happened?

Com’è bravo lui a mettere il dito sulle piaghe biomed, non c’è nessuno… Rif. anche Retraction Watch

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Dita in altre piaghe
Ogni giorno su Twitter, Leonid Schneider segnala casi impuniti, o premiati, di dati truccati e pattume vario. Spesso il pattume esce dallo spennapolli Frontiers, il destinatario privilegiato dei nostri soldi per il piano S proposto dall’esperto della Comm. europea per l’open access e da enti che finanziano il biomed, già travagliato da scandali, frodi e conflitti d’interesse.
Sul blog “For Better Science” di Leonid – l’unico dedicato alla difesa dell’integrità biomed, mi sembra, if you care, please donate – la grande Lynn Kamerlin di Uppsala e altri ricercatori hanno pubblicato un appello per fermare il piano, riassumendo le principali critiche.

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Sul BMJ, Ben Goldacre et al. calcolano che al dicembre del 2016 soltanto metà degli esperimenti clinici finanziati nella UE – che quindi devono farlo – avevano pubblicato i risultati entro 12 mesi dal completamento.

Of 7274 trials where results were due, 49.5% (95% confidence interval 48.4% to 50.7%) reported results. Trials with a commercial sponsor were substantially more likely to post results than those with a non-commercial sponsor (68.1% v 11.0%, adjusted odds ratio 23.2, 95% confidence interval 19.2 to 28.2); as were trials by a sponsor who conducted a large number of trials (77.9% v 18.4%, adjusted odds ratio 18.4, 15.3 to 22.1).

Le università invece…

More recent trials were more likely to report results (per year odds ratio 1.05, 95% confidence interval 1.03 to 1.07). Extensive evidence was found of errors, omissions, and contradictory entries in EUCTR data that prevented ascertainment of compliance for some trials

Visto che li paghiamo noi, sospenderei i finanziamenti ai PI delle università finché non pubblicano i risultati senza errori, omissioni e contraddizioni – è il minimo di rispetto dovuto ai volontari che hanno reclutato “nel nostro nome”.

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Uniti contro le donne e i bambini, passim
– 12.800 mila ragazzini stranieri sono detenuti negli Stati Uniti, cinque volte di più che nel maggio 2017, sono quintuplicati anche i guadagni dei gestori privati delle carceri (lo stato federale paga di più per i ragazzini che non possono essere appaltati per lavori redditizi…);
– Larry Nassar, già condannato per molestie sessuali su decine di giovani atlete ora è accusato di reati peggiori, coperti anch’essi dall’università del Michigan che per non rischiare di dover pagare risarcimenti aveva affidato le “indagini” ai propri avvocati. D’altronde la ministra per l’educazione di Trump, Betsy DeVos, ha stabilito che solo lo stupro e il tentativo di stupro rientrano nella definizione di “molestie sessuali” – grabbing them by the pussy, come si vanta di fare il presidente, è una forma di corteggiamento.