Satisfaction

Le polemiche sulla ridefinizione del chilogrammo interessano solo a pochi sciovinisti, retrogradi ecc., lo so, però se avete tempo, date un’occhiata all’articolo del Guardian sul Grand K, il cilindro di platino tenuto dai francesi sotto triplice cloche à fromages. Salvo insurrezione dell’ultimo minuto verrà “detronizzato” tra poco da metrologi di 57 paesi.

Estratti per mettervi in appetito:

  • “It will be nerve-racking,” said Stephan Schlamminger, a physicist at the US National Institute of Standards and Technology, who will be in Versailles for the vote. […] “If aliens ever visit Earth what else would we talk about other than physics?” said Schlamminger. “If we want to talk about physics we have to agree on a set of units, but if we say our unit of mass is based on a lump of metal we keep in Paris, we’ll be the laughing stock of the universe.”

“Laughing stock of the universe”, non mais dis donc… Infatti si ravvede:

  • “The greatest satisfaction for me will be completing the historic arc that started with the French revolution,”

e spiega perché l’idea era rivoluzionaria.

*

Altra soddisfazione, la chimica Marine Cotte ha vinto il premio Descartes-Huyghens 2018 per le applicazioni della luce di sincrotrone alle opere d’arte. Lei è nota soprattutto per la composizione dei pigmenti usati da Leonardo da Vinci, Rembrandt et al., ma forse qualcuno ricorda che dieci anni fa aveva rivelato il ritratto di una contadina sotto “Grasgrond” di Van Gogh. E una docente di lettere francesi, Katryn Lavéant, lo ha vinto per lo studio dei primi libri moderni e del loro uso.

*

O’s digest – Science

editoriale di José-Alain Sahel, “Facing hatred”, sulla strage di Pittsburgh, forse ci andava un accenno alla libera vendita delle armi;

– Dyna Rochmyaningsih spiega la fatwa contro il vaccino trivalente in Indonesia. Viene prodotto in India usando gelatina di origine suina, quindi sarebbe haram. Tuttavia

  • Clerics in many Muslim countries have concluded that gelatin in vaccines is halal because it has undergone hydrolysis, a chemical transformation that purifies it under an Islamic legal concept called istihalah.  

– a proposito di scienziati nella politica, Wendy Wagner et al. raccontano le peripezie dell’EPA e altre agenzia federali “normative”:

Good laws need good science; however, good science is never guaranteed. Debate over the use of science in law is nearly as old as the laws themselves. With “science wars” waging in health and environmental regulation for at least three-quarters of a century, it is tempting to conclude that recent proposals for reforming regulatory science are similar to what has occurred in the past. They are not. They mark a sharp departure with the past because they legally constrain how agency scientists conduct the initial literature review and synthesis informing policy.

Nei papers,
– James Crall e molti altri mostrano come l’imidacloprid, uno degli insetticidi neonicotinoidi, danneggia i “comportamenti sociali” dei bombi – bombe?- operaie, commento di Nigel Raine e com. stampa di Harvard;
– Richard Lenski farà infuriare un’altra volta i creazionisti. Con due colleghi fa una rassegna delle ricerche scaturite dall’idea di Stephen Jay Gould – detta “replaying the tape of life” (in La vita meravigliosa) – per capire se nell’evoluzione la contingenza storica prevale sul determinismo genetico o vice versa. Per il momento

  • Although Gould’s ideas on contingency have stimulated a great deal of productive work, his view that contingent effects were pervasive throughout evolution remains debatable. The laboratory replays performed to date typically show that repeatable outcomes are common, at least when the founding populations are similar, when repeatability is defined broadly (e.g., at the level of affected genes and pathways, as opposed to precise mutational changes), and over the time scales accessible to experiments. 

In parte Gould aveva torto, ma c’è differenza tra la contingenza in laboratorio e in natura.

***

In Italia, un altro omeopata hameriano prova a uccidere pazienti affette da tumore (h/t Medbunker – più che punire gli omicidi, Dott. Di Grazia, sarei per prevenirli).

6 commenti

  1. Gentile Sylvie, forse preoccuparsi del sessualmente corretto a volte potrebbe tracimare: per “bombi – bombe?” e per l'”ape” dovremmo scrivere “apo” per il maschio e per la “libellula” “libellulo”, per la “farfalla” “farfallo”? A questo punto per indicare un gruppo di sesso misto, o un individuo di sesso indeterminato in quanto sconosciuto o ininfluente nel merito, dovremmo inventare, per l’italiano, un genere neutro che al momento non esiste, la grammatica italiana mi sembra già abbastanza complicata, non credo che la cosa la semplificherebbe, ma non sono esperto in questo campo, lei da non madre lingua, credo, che ne pensa?

  2. Certo Sylvie, mi chiedevo solo se fosse meglio intervenire sulla grammatica dell’italiano o se fosse più semplice aggiungere il simbolo del sesso dopo il nome della specie, quando necessario o altro ancora. Altre lingue sono più precise riguardo al sesso, mentre aumentano coloro che non vogliono essere incasellati in nessuno dei due sessi standard, allo stesso tempo dovremmo usare il neutro per le lumache ermafrodite, voglio dire che scrivendo semplicemente “bombi operaie” si sarebbe capito ugualmente, ma forse la sua era una provocazione e io ci sono caduto.

    1. Bernardo,
      appunto, per la grammatica operaie sarebbe sbagliato, perché l’aggettivo si accorda con il nome.
      Più che una provocazione, è un modo per ricordare che il problema riguarda molte ricerche con animali. Quando i farmaci sono provati su ratti e topi maschi, spesso i risultati positivi scompaiono negli esperimenti clinici con partecipanti metà uomini e metà donne.

  3. Sylvie, operaio/a è anche sostantivo (dalla Treccani: 3. In entomologia, nome degli individui sterili che compongono una delle caste degli insetti sociali).
    Colgo comunque il riferimento al sesso come variabile importante, spesso decisiva e troppo spesso ignorata, nella pianificazione degli esperimenti e nella interpretazione dei risultati.
    Certo che non bisogna pensare di poter replicare esattamente i risultati degli esperimenti passando da topi e ratti a uomini e donne 😉
    grazie dell’attenzione.

    1. Lo so Bernardo, ma bombo è sempre sostantivo.
      non bisogna pensare di poter replicare esattamente i risultati
      e neanche credere di aver imparato qualcosa sul funzionamento di un organo o di un tessuto. Per i farmaci l’aspettativa è che un risultato su 80-100 sia riproducibile negli esseri umani con la stessa percentuale di efficacia. Senza femmine di ratti o topi, la percentuale non ha senso.
      Da qualche anno sembra che molti ricercatori ne siano convinti, ma ci sono voluti decenni.

I commenti sono chiusi.