Dopo la COP25 – O's digest

Sull’esito delle trattative, l’articolo di Carbon Brief mi sembra il più chiaro, completo ed equilibrato fra quelli che ho letto. In sintesi: don’t dispair yet.

Nel frattempo,
– il gruppone IMBIE ha analizzato dati satellitari e osservazioni a terra tra il 1992 e il 2018: la fusione della calotta glaciale groenlandese accelera, nonostante un rallentamento tra il 2013 e il 2017. In media, la perdita di “3.800 +/- 339 miliardi di tonnellate di ghiaccio corrisponde alla previsione dello scenario IPCC per un riscaldamento più elevato;
– a New York, Exxon ha vinto il secondo round del processo in cui è accusata di aver ingannato i suoi azionisti sui costi delle norme per limitare i danni climatici. La procuratrice generale non ha ancora detto se farà appello –  rif. Reuters
– a Londra inizia il processo di famiglie i cui bambini sono morti nelle miniere di cobalto della Rep. Dem. del Congo contro Glencore, altre aziende che sfruttano il lavoro minorile, e i loro principali clienti: Apple, Google, Tesla ecc., rif. The Guardian
The Lancet pubblica l’inserto sulla denutrizione e la malnutrizione nel mondo, un “doppio fardello” soprattutto per i bambini dei paesi poveri e soprattutto in quelli dell’Africa subsahariana tanto per cambiare; editoriale e raccomandazioni (belle, ma ci vorrebbe una rivoluzione…) di Francesco Branca, Alessandro Demaio e molti altri;
– su Science, Sandra Diaz e molti altri riassumono i principali risultati dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services Global Assessment (IPBES) di cui sono i principali autori. Tanto per cambiare, stiamo distruggendo gli ecosistemi naturali dai quali dipende la nostra sopravvivenza. E’ in open access – qualche link della bibliografia non funziona, ma non sarò io a gettare il primo sassolino… –  traduco poche righe del sunto:

  •  Sia i benefici di un’economia in espansione che i costi della riduzione dei benefici della natura sono distribuiti in modo disuguale. […] Nonostante la gravità delle minacce e l’assenza di progresso sufficiente, è ancora possibile cambiare le traiettorie future con un’azione trasformatrice. Un’azione da intraprendere immediatamente, tuttavia, che affronti alla radice le cause economiche, sociali e tecnologiche del deterioramento della natura. 

Refrain: sarebbe bello, ma ci vorrebbe ecc.

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Bilanci
Science pubblica le 10 foto più strepitose (sbalorditive – “stunning”) dell’anno; esteticamente, quelle scelte da Nature mi sembrano più soddisfacenti. Su Nature, ci sono anche i “10 papers notevoli del 2019″: i lettori hanno notato di più la scoperta dell’Homo luzonensis.

3 commenti

  1. “Sull’esito delle trattative, l’articolo di Carbon Brief mi sembra il più chiaro, completo ed equilibrato fra quelli che ho letto. In sintesi: don’t dispair yet.”
    L’articolo è lunghissimo e confesso di averne lette solo alcune parti: tuttavia non vi ho colto nessun messaggio di “don’t dispair yet”.
    La situazione è disperata e disperante, senza se e senza ma.

    1. homoereticus,
      Be’, pensi alle trattative per il “controllo degli armamenti”…
      In questo caso ci sono altri protagonisti oltre ai governi, non è certo che Trump venga rieletto, sulla COP26 incideranno gli impegni che saranno presi o meno per altre convenzioni ONU ecc.

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