Sette analisi "oneste" al prezzo di una

Va riconosciuto al “grande analista” di accontentarsi di poco. Il “tweet elogioso” di ClimateKIC Italian branch, di cui si dichiarava felice da Climalteranti, definisce “analisi onesta” il post-fiume che ne contiene parecchie. Data la prolissità, è probabile che il TLTR abbia colpito la communication manager di Climate KIC prima che le avesse viste.
Sarebbe comprensibile. Ci vogliono i nervi d’acciaio, lo stomaco di ferro e il cuore d’oro di un’oca per superare il titolo

e l’incipit

  • Premetto che, contrariamente alle mie abitudini, inserirò qualche considerazione personale nell’analisi perché vorrei evitare le consuete polemiche costruire ad arte per sviare l’attenzione dal merito degli argomenti che propongo.

– Ma chissene… Nooo, pietà! urla il raro lettore dell’oca.

Un attimo di pazienza. L’analisi iniziale riguarda la struttura dell’IPCC

  • un foro scientifico unico nel suo genere (nota 1)  … promuove un’agenda politica che spazia dalle relazioni internazionali ai diritti di genere (2).

Aveva già ricevuto ovazioni da Climalteranti e in precedenti post ocheschi.
In giugno, infatti, il ricercatore” impressionante affermava di aver studiato per un mese la struttura dell’IPCC, rivelando così che nel master di Geopolitica venduto a 2800 euro più IVA dalla Sapienza non s’insegna che cos’è l’Onu e come funziona (3).
Supplito con mezzi di fortuna, ha scoperto nei rapporti IPCC – nel senso di uno su 24 – che, “in prevalenza”, gli autori del Working Group I sono fisici e quelli del WGII biologi (no, ovviamente) e lo ritiene “fisiologico”. A roderlo è la maggioranza di quelli del WG III e la totalità della sua unità tecnica che sarebbero “scienziati naturalisti” (4). Questa sua fantasia lo indigna:

  •  che anche il terzo gruppo di lavoro, in cui si dovrebbe parlare soprattutto di soldi, politica e tecnologia, sia composto in maggioranza da scienziati naturalisti è un evidente cortocircuito. Di natura ideologica. 

Nella sua immaginazione, gli autori che valutano la letteratura scientifica su metodi e tecniche di mitigazione, vale a dire per ridurre le emissioni di gas serra, non sarebbero ingegneri, economisti, politologi, esperti di commercio internazionale dell’energia ecc., sarebbero “scienziati naturalisti” nel senso di “ecologi” (detti in precedenza “ambientalisti”) e poi “climatologi”, tutti con un’identica ideologia.
Infatti l’ecologia sarebbe

  • una scienza sovversiva” che si contrappone alla modernità e alla civiltà industriale. E, da sempre, gli scienziati naturalisti sono i principali ispiratori di questa rivoluzione culturale. In fondo, è anche una questione antropologica: da chi vi aspettereste una critica strutturata alla civiltà delle macchine, da un biologo che lavora nella foresta amazzonica o da un ingegnere informatico che lavora nella Silicon Valley? 

Gli ingegneri informatici non studiano le macchine della cui civiltà scrivono storici, sociologi, economisti ecc., e i link portano a due libri di cui il “ricercatore” avrà letto soltanto il titolo. (5)
Qui inserisce una torta nella quale classifica per “formazione” i presunti 16 autori e membri dell’unità tecnica (6) del WGIII.
Da Climalteranti, l’oca aveva tentato di spiegargli che gli autori sono centinaia.
Convinto che l’oca sia “una BUGIARDA, e si dovrebbe vergognare come le h[a] già scritto tante altre volte…” non ci è cascato.
Così gli è sfuggito che sono 273 con 101 tipi di dottorato,  di cui quattro laureati/dottorati in ecologia  – i cv sono nel file Excel delle Supplementary Information – che fanno ricerca in

  • sistemi energetici
  • modelli biofisici per l’uso dei suoli
  • sistemi energetici e politiche ambientali
  • uso dei suoli e sistemi energetici.

Un dottorato in scienze ambientali si occupa di clima ed energia; un ingegnere e un fisico fanno ricerca in sistemi energetici nella “disciplina accademica” delle scienze ambientali… “Scienziati naturalisti” neanche uno.
L’impressionante si è laureato in storia antica, è probabile che confonda la materia di una laurea o di un dottorato con una disciplina accademica.

Fonte: Skeptical Science. Ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale.

Nella sua fantasia,

  • Questa insana commistione tra Scienza e politica crea, però, delle preoccupanti distorsioni nelle attuali strategie di contrasto al cambiamento climatico. Facciamo un esempio: le Negative Emission Techonologies (NETs) sono quelle soluzioni che permettono di ridurre il livello di anidride carbonica in atmosfera.

Grassetto nell’originale. En passant, segnalo che la “Scienza” aveva smesso di essere un hobby per gentiluomini benestanti ancora prima che Archimede fosse al servizio di Gerone, tiranno di Siracusa.
La seconda analisi consiste nel travisare i rapporti

  • della (sic) NASEM che sta per National Academies – in tre come c’è scritto sul frontespizio che riproduce… – delle scienze, dell’ingegneria e della medicina, uscito nel 2015
  • della Royal Society uscito nel 2018
  • dello Science Advisory Council delle accademie europee (EASAC), un breve aggiornamento del 2019 a un rapporto precedente.

Ne estrae stime pescate a caso nelle diverse tecnologie – CCS, CDR, DACCS, BECCS, afforestazione, biochar, fertilizzazione degli oceani ecc. – per desumerne che

  • guarda caso, la (sic!) NASEM giunge a conclusioni diametralmente opposte all’IPCC: catturare l’anidride carbonica direttamente in atmosfera costa 100 dollari la tonnellata (7), non 1.000 come sostiene l’IPCC (8), ed è un’opzione da sviluppare il prima possibile, non tra 30 anni. Pochi mesi prima la Royal Society, l’Accademia delle Scienze britannica, era giunta a risultati analoghi, stimando un costo di cattura di 50 dollari la tonnellata (9).

“L’IPCC” sostiene in coro insieme gli autori degli altri rapporti che:

  • quelle tecnologie esistono come ipotesi o su scala “pre-commerciale” troppo piccola per stimarne la fattibilità e sostenibilità, finanziaria innanzitutto;
  • vanno sfruttate appena disponibili. Lo SR15 dedica il cap. 4 a come accelerarne lo sviluppo e il dispiegamento, insieme ad altre misure necessarie – salvo per la Direct Carbon Removal in funzione da quando esiste la fotosintesi, e finanziata dai tempi del protocollo di Kyoto.

Le stime dell’IPCC erano inferiori a quelle della Royal Society, e la NASEM ritiene ottimista quella di 100 dollari, ma l’analista non ha finito di travisare:

  • Dietro questa spaccatura c’è molto più che una divergenza sui dati. I ricercatori dell’IPCC, infatti, si sono convinti che la cattura diretta comporti “un azzardo morale: se la società inizia a pensare che la cattura diretta (geoingegneria) risolverà il problema del cambiamento climatico, potrebbe dedicare meno attenzione alle strategie di mitigazione”

Non c’è la fonte della citazione.

Il primo a parlare di azzardo morale in questo contesto, nel 2000, è stato David Keith, fautore sia della geoingegneria della radiazione solare che della cattura diretta del carbonio, una strategia di mitigazione da unire a una riduzione drastica delle emissioni. Tra l’altro Keith era molto ammirato dall’analista quando, nel giugno scorso, ignorava ancora che fosse un “ricercatore IPCC” nel senso di lead author del WW III.

Dopo quella collana di perle più lunga di un sautoir, inizia un king-size burger. La terza analisi riguarda le  opinioni di due “scienziati” da ascoltare in quanto pro-nucleari e pertanto anti-ecologisti. Sono l’antropologo (giuro) e opinionista Michael Shellenberger dell’ultra-liberista Breakthrough Institute e James avanzo di galera Hansen che sarebbe il “padre della climatologia”.
Fourier, Arrhenius, Callender, Revelle, Smagorinsky, Sukio Manabe (omissis) Ben Santer, questi sconosciuti…

Da arrestato seriale per la militanza ambientalista, Hansen se la prenderebbe con l’anti-nuclearismo dell’IPCC, e lo dimostrerebbe questo link. Poiché dimostra il contrario, Shellenberger viene chiamato a rivelare il pensiero non solo di Jail-bird Jim ma anche di Kerry Emanuel e Keith Caldeira, lead authors di rapporti IPCC, e di Tom Wigley che – come Ben Santer – li trovava troppo edulcorati.
L’esperto in cherry-picking non ascolta nessuno degli scienziati che criticano la fiducia giuliva in tecnologie dall’Eroi vagante fra ipotetico e sognato, eppure alcuni sono autori dei suoi rapporti preferiti…

  • La quarta “analisi” è un minestrone di bufale e banalità sui difetti delle rinnovabili (“un lusso”) e sui vantaggi del nucleare che costa noccioline (10)
  • la quinta riguarda i politici impotenti e mondi di ogni peccato, a differenza dei climatologi responsabili degli insuccessi di ogni conferenza sul clima, di cui “pagano il conto milioni di poveracci”,
  • la sesta i diritti delle donne e dei non maschi esclusivamente eterosessuali che vanno esclusi da qualunque decisione globale sebbene gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile rendano obbligatorio includerli in quelle collegate a convenzioni dell’Onu,
  • la settima gli ambientalisti, dei fanatici che da trent’anni sono al potere e costringono miliardi di poveri a restare in miseria – un “argomento” noto nei paesi del terzo mondo come the Big Coal scam

Una pizza mostruosa, ornata qua e là da “considerazioni personali” a mo’ di sottilette sudaticce.
 Le sottilette nooo! Pietà! 
A chi lo dici, hypocrite lecteur, mon semblable, mon frère…

Note

1 – Il “grande analista” è impazzito quanto il clima? Esistono panel simili per ogni convenzione, protocollo, trattato, accordo, agenda Onu (per es. gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile). Un comitato di esperti valuta la letteratura per aggiornare per es.:

  • le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità;
  • l’elenco dei gas che distruggono l’ozono, del Protocollo di Montreal;
  • le specie a rischio della Convenzione sulla biodiversità;
  • le linee-guida dell’IEAE sui rischi dello smantellamento di centrali nucleari
  • ecc.

I rapporti sono decisi, commissionati e approvati dai governi dei paesi firmatari della convenzione e/o membri dell’ente Onu alla quale fa capo e che, insieme ai governi, istituisce volta per volta un comitato di esperti. Infatti un rapporto sulla nutrizione infantile relativo alla convenzione sui diritti dell’infanzia è pubblicato dall’Unicef, uno dell’IPCC dalla WMO e dall’UNEP e così via.
2 – L’agenda politica – intesa come temi dei rapporti, obiettivi, rendicontazione, monitoraggio ecc. – viene stabilita dai delegati durante assemblee plenarie o negli “incontri al vertice”, per es. tra ministri della difesa nel caso degli armamenti nucleari monitorati dall’Agenzia internazionale per l’energia nucleare. L’Accordo di Parigi è stato scritto da politici, non da scienziati.
3Sapienza ladrona! Indree i danee! (h/t Piersilvio)
4 – Per caratterizzare uno scienziato, il termine è caduto in disuso da un secolo. Qui potrebbe denotare il possesso di una laurea in scienze naturali, sufficiente per far ricerca da dilettante.
5 -Il “ricercatore impressionante” rimanda a “The Subversive Science” del 1969, sottotitolo “Verso un’ecologia dell’uomo”, una raccolta di articoli di sociologi, architetti, urbanisti, politologi, agronomi, medici, demografi, antropologi, conservazionisti ecc. Stando alle recensioni del N.Y.Times, del JAMA e della Review of Biology, i punti di vista erano molti vari, ma l’idea che l’uomo faccia parte della natura anche quando la modifica non era né eversiva né contrapposta a una qualche “modernità”.
Va detto che in USA i conservazionisti esistono dall’Ottocento e fino a Trump, i repubblicani ne facevano parte: hanno creato ed esteso i parchi nazionali, fondato ConservAmerica, l’American Conservation Coalition ecc. e nel 2008 George Bush Jr. ha creato la più grande riserva marina del mondo.
Nel maggio scorso, il “ricercatore” sosteneva che le foreste ci salveranno dalla crisi climatica, chissà perché adesso ritiene eversivo il punto di vista di un “biologo che studia la foresta amazzonica” –  la biologia non studia gli ecosistemi, mais glissons…
Nel secondo libro, “Critical Political Ecology” del 2003, il politologo Tim Forsyth della London School of Economics critica gli ecologi: invece di illudersi di fare scienza “pura”, dovrebbero tener conto della politica – quella che porta a una riforma agraria per es. – come sarebbe invece cruciale (l’altro senso di “critical”).
6 – Alcuni hanno ruoli diversi a seconda dei capitoli, quindi sono tutti considerati “contributors“.
7 – Debunking da Climalteranti.
8 – Manca il link al rapporto IPCC forse per impedire il fact-checking. Nel cap. 7, pag. 541 del volume WG III del V rapporto (2013) le stime per la cattura e lo stoccaggio della CO2 vanno da 100 a 300 dollari per tonnellata.
9 – Come tutti possono vedere nella tabella a p. 67, nel caso delle tecnologie (“Engineered removal”) le stime vanno da 200 a 600 dollari nella fase iniziale per la cattura diretta dall’atmosfera e da 50 a 300 dollari per la carbonizzazione del cemento. (10)
10 – Altro debunking su twitter e tre analisi

  • Cerco di evitare gli articoli di @enricomariutti come la peste. Come sempre il pezzo è volutamente disinformato.
  • La mia teoria, non scientifica, è che ormai abbia trovato una ragione di vita nel farsi umiliare.
  • Se ripenso che ci ho perso quasi due giornate a discuterci, poi mi ha detto che l’IPCC vuole instaurare una dittatura tipo Repubblica di Platone con gli scienziati a capo di tutto e l’ho bloccato.

12 commenti

  1. Gentile Ocasapies, segnalerei una piccola correzione da apportare.
    Nella nota 3 è meglio scrivere: Indree i danee.
    Al nemico non bisogna lasciare disponibile nemmeno l’appiglio più stupido…
    Ciao e buon lavoro.

  2. Mie ipotesi scientifiche in libertà:
    il GDR da piccolo è stato bullizzato da un giovane ambientalista (gli ha attaccato la cingomma sulla sua sedia il giorno in cui aveva i pantaloni nuovi molto trendy).
    il GDR, da un po’ meno piccolo, si era preso una cotta ustionante per una dolce fanciulla ambientalista. Dopo un mese passato a osservare api e licheni nel bush cittadino, questa sfila il due di picche dal mazzo: e non avevano nemmeno limonato!

    1. Lei è romantico! La mia è che la Sapienza abbia venduto un master scadente. A scienze pol. i trattati s’imparano al primo anno – i miei studenti andavano in tilt perché in francese le sigle sono diverse.

  3. Grazie sg.Sylvie (questo il mio massimo di informalità :). Io avevo letto proprio questo articolo e mi aveva messo in difficoltà perché mi era sembrato plausibile ma, sapendo che la tale plausibilità poteva essere figlia della mia ignoranza (e in generale la plausibilità c’entra poco con le evidenze scientifiche) cercavo disperatamente un debunking.
    Devo ammettere che una cosa mi ha fregato: la parzialità che il “grande analista” rilevava nella sua farlocca rappresentazione del WGIII a me capita di incontrarla continuamente nella formazione delle opinioni (pure le mie) e quindi mi atterriva anche solo la lontana possibilità che valutazioni tanto importanti potessero avere un qualche tipo di motivazione pre-analitica.
    Tutto ciò pur comprendendo che esiste un livello politico delle scelte e che non tutto può essere spiegato a livello scientifico. Grazie e saluti

    1. Robo,
      meno male che ha letto il post, le avevo detto una cosa sbagliata. Il rapporto della Royal Society è uscito 2 mesi prima del rapporto IPCC del 2018, ma è più aggiornato, non meno.
      A livello politico il panel IPCC mi sembra il meno parziale. Gli esperti dei paesi africani sono ancora troppo pochi per i motivi elencati nell’articolo che ho linkato sulla composizione del WG III: il primo è che mancano i centri di ricerca locali e quindi i ricercatori.
      Cmq si lamentano un po’ tutti di essere sotto-rappresentati, a cominciare da demografi ed esperti di sicurezza alimentare ai quali i biocarburanti piacciono poco. Perfino gli economisti perché ci sono troppi ingegneri e vice versa – mai contenti!
      esiste un livello politico delle scelte
      purtroppo è l’unico che c’è. Guardi cosa sta combinando Trump con i trattati firmati dai suoi predecessori.

  4. “Lei è romantico! ”
    ebbene sì, ereticamente forse un po’.
    touchè, come disen a Milan.

  5. A proposito di Negative Emission Technologies,
    segnalo che la ditta Climeworks si offre di trasformare in roccia 600 kg/anno di CO2 per soli 49 euro/mese [1]

    Un euro al chilo, praticamente, solo che questa roccia si formerebbe a migliaia di metri sottoterra

    no-no, se un giorno mi servirà della roccia me ne comprerò qualche chilometro cubo sulla Luna [2].
    Saluti.
    U
    ——————-
    1: https://climeworks.shop/;
    2: https://lunarregistry.com/

    1. non mi pare insensato, Ullo, usa il ciclo carbonati-silicati che sulla Luna non c’è.
      L’abbonamento è per chi vuol sostenere la ricerca, mi sa. Pare che quel sistema costi meno degli altri e a occhio sembra plausibile: non bisogna comprare terreni dove piantare alberi né pompare la CO2 in depositi sotto il mare.
      Sta nella centrale geotermica di Hellisheidi, in Islanda. Il vantaggio, rispetto a quello svizzero che vende la CO2 alla Nestlé, è che la centrale rimanda già l’acqua fredda da dove pompa quella calda, ma gassata con la CO2 che emette – sui 0,5 kg a kw/h. Niente bombole, niente trasporti.
      questa roccia si formerebbe a migliaia di metri sottoterra
      be’ anche la sorgente d’acqua calda è sottoterra, e la roccia si ossiderebbe lo stesso ma molto più lentamente. Stando a un rapporto IPCC, servono da 1,6 a 3,7 tonnellate di roccia per fissarne una di CO2, dipende dai minerali. Loro parlano di basalto, sembra la scelta giusta.
      Per ora è un progetto finanziato in parte dalla UE, la ricerca pagata dall’Islanda – se non ricordo male – riguarda come abbinarci la cattura di gas nocivi per la salute.

  6. Grazie per il paziente spiegone.
    Ultimamente il mio Bullshit Detector mi dà troppi falsi positivi, forse devo farlo ricalibrare.
    Saluti.
    U

    1. Ullo,
      Al suo posto aspetterei. Gli abbonamenti costano mooolto di più dei 24,8 euro stimati per la cattura di una tonnellata di CO2. Magari la stima è sbagliata.

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