"Do us a favour"

“Fatemi un favore, acceleratelo, acceleratelo”, ha detto Donald Trump di aver detto a dirigenti dell’industria farmaceutica. Per una volta è vero. Il favore che dovevano fargli era di produrre entro un mese, massimo due, un vaccino contro la Covid-19.

All’incontro c’era anche Anthony Fauci, il direttore di un istituto degli NIH che fa ricerca sulle malattie infettive e le allergie. Siccome aveva già spiegato varie volte al Potus che non era possibile, aveva chiesto a uno dei dirigenti di spiegarglielo di nuovo, di fronte alle telecamere.

Ci faccia un favore” è il titolo dell’editoriale di Holden Thorp, il direttore di Science, uscito oggi. La rivista ha esitato fin troppo a parlare di politica, ma Thorp è troppo preoccupato per star zitto. Mentre Fauci, il presidente degli NIH e altri scienziati

  • cercano di condividere le informazioni sull’epidemia, il governo le blocca o le riformula con contraddizioni. … Ha detto ripetutamente – come la settimana scorsa – che la diffusione del virus negli Stati Uniti è contenuta, mentre dall’evidenza genomica è chiaro che si sta diffondendo nello stato del Washington e oltre. Questa forma di distorsione e di diniego è pericolosa e ha contribuito quasi sicuramente alla risposta indolente dell’amministrazione federale. Dopo tre anni a discutere se le parole di questo governo importano qualcosa, adesso sono chiaramente una questione di vita e di morte.

Tre anni fa,

  • il presidente si era dichiarato scettico sui vaccini e aveva provato a lanciare una task force anti-vaccini. Ora ne è improvvisamente innamorato. Ma ci faccia un favore, signor Presidente. Se vuole qualcosa, per prima cosa tratti la scienza e i suoi principi con rispetto. 

Per i giornalisti e i redattori di Science e altre testate attraverso le quali scienziati che non temono ritorsioni cercano di tutelare la salute degli americani, dev’essere tremendo combattere contro le menzogne di Trump e servitori – Pence, Pompeo, il direttore dei CDC ecc. – riprese e amplificate da Fox News e altri mezzi di disinformazione.

In tre settimane hanno trasformato la pericolosità della Covid-19 in un complotto contro il Potus, il capitalismo e gli Stati Uniti. Per i cambiamenti climatici ci avevano messo dieci anni, dalla presidenza di Bush Senior a quella del figlio.

Oggi è stata definita ufficialmente una pandemia nella speranza che i governanti à la Trump si diano una mossa.

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Lady, you’ve done us a favour
Avevo criticato il complottismo anti-scienza di Milena Gabanelli ai tempi di Report. Con l’aiuto della squadra Climalteranti, su Dataroom del Corriere ha pubblicato un ottimo articolo sul coronavirus e il calo delle emissioni di gas serra. Data journalism sul serio, brava, bis!
A proposito
Ho aggiornato “Parodia” perché da Roars dov’è uscita, ci sono stati degli sviluppi sempre più comici. Grazie a un moule à gaufres andato là a spargere menzogne, ho controllato la bibliografia di Stefano Caserini e son capitata sul suo ultimo paper:

Cachottier! Mica me l’aveva detto… Adesso studio i parametri dell’indice, il metodo, e recensisco. La scala locale è l’area metropolitana milanese, dove 102 comuni hanno aderito al patto dei sindaci per il clima – a parole…

Do us a favour, accid…
Oggi è uscito il rapporto preliminare del WMO sul clima globale dell’anno scorso. Sapete già che non ci sono notizie confortanti
Su Nature di domani escono i due papers del gruppo IMBIE sulla fusione della calotta glaciale groenlandese e di quella antartica. Erano stati anticipati on line tre mesi fa, ma adesso la lettura del pdf è gratis. Sapete già idem… quindi provate a risparmiare i kleenex.

Pro-memoria: dagli anni ’90 la fusione è accelerata di circa sei volte e l’innalzamento del livello del mare è passato da 0,2mm a 1,2mm/anno. Come previsto dallo scenario RCP 8.5 che non andrebbe mai usato per una simulazione perché troppo “catastrofico” per essere plausibile, stando al politologo Roger Pielke Jr et  al. che non ne azzeccano mai una.
Rif. anche l’articolo del Guardian, e il com. stampa dell’ESA.

8 commenti

    1. Cimpy,
      nessuno gliene vuole, lo siamo tutti, non è stato trattato e mi sembra un buon sunto. L’unica cosa è che il triage non è questione di vita e di morte, ma di maggior o minor probabilità in determinate circostanze. Per esempio non tutti i pazienti possono essere intubati per giorni – spesso il cuore è il primo organo a cedere – e forzare ossigeno nei polmoni diventa accanimento terapeutico.
      Forse ha letto Pappagalli verdi? Gino Strada di Emergency descrive cosa prova quando deve “scegliere” in pochi minuti chi tentare di salvare e dopo, quando non ci riesce – è un capitolo difficile da dimenticare.

      Grazie Steph, poi clicco il cliccabile.
      Stato di necessità.
      Sì e per me è uno stato di lettura quasi permanente, non posso lamentarmi.

  1. “stato di lettura quasi permanente,”
    Già, ti capisco. Io passo da stati di lettura semi-permanente a coordinamento con il gruppo di lavoro di cui faccio parte, soprattutto poi per implementare il remote teaching.
    A proposito di letture: leggiti questo . Ti riposto uno stralcio della conclusione:
    Se l’epidemia italiana seguirà una tendenza simile a quella in Cina, possiamo suggerire che il numero di nuovi pazienti infetti potrebbe iniziare a diminuire entro 3-4 giorni dall’11 marzo. Allo stesso modo, possiamo prevedere che la curva cumulativa dei pazienti infetti raggiungerà il picco 30 giorni dopo, con il carico massimo per le strutture cliniche per il trattamento di questi pazienti previsto per quel periodo.
    Una Pasqua da luce in fondo al tunnel?

    1. Grazie Steph, leggerò, ricambio con Grasselli et al. . Potrebbero esserci lievi bagliori in Veneto ed Emilia Romagna, tra 4-5 giorni forse si vedranno meglio.
      il gruppo di lavoro di cui faccio parte
      Tenez bon! Quei gruppi sono una buona difesa contro il senso di smarrimento, trovo – non posso lamentarmi bis.

    1. Steph, I’d rather not, grazie – quando i cacciatori uccidono la mamma di Bambi devo chiudere gli occhi per non svenire…

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