Serie perplessità – O's digest

Antonello Pasini di La scienza al voto e altri ricercatori hanno scritto una lettera aperta nella quale invitano i politici a collaborare anche con gli scienziati del clima e dell’ambiente, ricordando che

  • in alcuni ambiti scientifici si sono sollevate serie perplessità sull’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,

un piano che nella sua forma attuale “potrebbe perfino essere bocciato dalla UE”. (Non ho visto pareri sulla “strategia” che “prende le mosse dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima”, mandata a Bruxelles dal governo precedente, il 10 febbraio.)
Se siete d’accordo con i contenuti, vi invitano a firmarla – anch’io. Non voto in Italia, non sono fatti miei, ma a un ministero per la transizione ecologica affidato a un tecnocrate berlusco-renziano per accontentare i seguaci di un comico, e a uno per lo sviluppo economico affidato a un negaiolo dell’effetto serra per accontentare Confindustria, preferirei un coordinamento interministeriale come quello creato da Joe Biden.
Agg. 16/02 – rif. anche Antonio Scalari su Valigia blu.
E magari un* inviat* speciale per il clima che prepari seriamente la COP26 di Edimburgo di cui l’Italia è presidente a metà con la Gran Bretagna. Se può servirle/gli, Federico Brocchieri ha raccontato in un libro per Edizioni Ambiente i suoi dieci anni di partecipazione ai negoziati, e lo ha riassunto da Climalteranti.
Oltre al post (pre-governo Draghi) di Antonello, su Altra Economia trovate le perplessità sul nuovo Min. trans. ecol. di Giancarlo Ruggieri e di Stefano Caserini.
Il salvatore della patria non ha risposto alle domande dei ragazzi di Fridays for Future o mi son persa qualcosa?

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One Earth One Health
Il paper di Karn Vohra et al. con nuove stime dei decessi prematuri (circa 10,2 milioni nel 2012 e 8,7 milioni nel 2018) associati al PM2.5 emesso da combustibili fossili non è in open access, e l’articolo del Guardian mi sembra un po’ sorvolare sulle incertezze.
Sono usciti in open access
– i risultati dell’esperimento Energise condotto dalla rete europea dei Living Labs sulla riduzione dei consumi personali di energia. Sintesi: Yes, we can, almeno per un certo periodo.
– il nuovo paper di Julia Steinberger et al. sull’impronta energetica di oltre 4 mila famiglie in Zambia. Spiegazioni della co-autrice Marta Baltruszewicz su Twitter. Sintesi: l’accesso collettivo all’elettricità, all’acqua pulita (servizi igienici, fognature ecc.), alla sanità e all’educazione risulta in una riduzione della domanda di energia. Anche a un aumento del benessere e a un calo della povertà, ma era scontato.

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Oggi su Science esce l’intervista di Kai Kupferschmidt a Peter Ben Embarek, il responsabile della missione Oms che doveva indagare sull’origine della diffusione del Sars Cov-2. Finora tutti gli esperti che hanno partecipato e ne hanno parlato con i giornalisti, meno uno, mi sembrano frustrati – come il National Security Adviser della Casa Bianca – dal fatto che “Politics was always in the room”…

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Ebola in Guinea, di nuovo: 4 morti e un focolaio di casi non confermati vicino alla frontiera con la Liberia e la Costa d’Avorio…

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Per San Valentino
Ho tenuto da parte l’articolo della mitica Elisabeth Bik su una ricerca trash pubblicata da una rivista tras poco affidabile di Elsevier e la cui ritrattazione era stata chiesta in maggio