Scienze politiche

In risposta alla pubblicazione del rapporto sui neonicotinoidi di cui parlavo ieri,
Syngenta ha chiesto l’esenzione dal bando dell’UE per alcuni agricoltori britannici
perché non ci sarebbero fitofarmaci sostitutivi.

Potrebbe anche ottenerla perché in Gran Bretagna alcuni ricercatori continuano a dubitare della loro tossicità per le api, ma Karl Mathiesen del Guardian chiede ai lettori competenti di aiutarlo a trovare la risposta a una domanda fondamentale:

Gli agricoltori hanno davvero bisogno di insetticidi che danneggiano le api?

ipende dalle colture ovviamente, nel caso di quelle da esentare sarebbe un brutto colpo perché la fioritura della colza attira molti insetti impollinatori. Interessanti anche i commenti, dopo i risultati delle elezioni europee, mi aspettavo che il bando venisse visto come un’imposizione di Bruxelles.

O’s digest da Nature
– C’è stato un incidente ai CDC che pure dispongono dei laboratori meglio attrezzati del mondo:
Details are sparse, but it seems that the anthrax was being inactivated in a biosafety-level-3 (BSL-3) high-containment lab so that it could be studied at the three BSL-2 labs. But live bacteria survived the inactivation step, and were not detected before samples were sent out. The CDC considers the risk that the exposed workers have been infected to be low, and all have been offered protective antibiotics.

Rischio basso, ma 84 lavoratori esposti sono una cifra altissima. Per fortuna

Anthrax is contracted by direct exposure to spores, and does not spread between people. Much more potentially dangerous are lab accidents involving agents that do. It is impossible to read about the CDC incident and not breathe a large sigh of relief that it did not involve a novel engineered pandemic influenza strain.

Appunto, pochi mesi fa quel ceppo è stato reso di nuovo più contagioso. Secondo me, questo articolo di PLoS Medicine andrebbe letto dai governanti della UE, visto che è stato ingegnerizzato – il ceppo, mica il paper – per la prima volta in Olanda. E in particolare dal presidente del semestre italiano (prof. Colizzi, glielo mandi lei!) visto che Barroso non ha ancora risposto alla lettera della Vaccine Foundation.

– Il secondo editoriale critica certi “prodotti” venduti da editori scientifici – quello del gruppo Nature compreso – ai centri di ricerca:

The latest breed of bibliometrics is useful as a marketing tool for individuals, as a way to spot unnoticed pockets of excellence and, yes, even to rank countries or institutions in a research World Cup. But there is a risk that universities are buying increasingly sophisticated products to track their performance without really understanding the limitations of such metrics.

Interesserà Riccardo Reitano, che mi ha segnalato le 20 menti più influenti stando a un’analisi (gratuita) delle citazioni della Thomson Reuters. In realtà, ce ne sono più di venti tra cui Nicoletta Pellegrini, agronoma di scienze dell’alimentazione – h/t NP, rif. il suo commento sotto – all’università di Parma.

– L’editoriale “Avviso di tempesta”  riprende il presunto dissenso tra ambientalisti ottimisti e pessimisti su come mitigare gli effetti del riscaldamento globale. A me sembra una tempesta più mediatica che reale, tipica di quelle sul clima nei paesi con un qualche Tea Party in ascesa. Pare che sia interessante il rapporto della Commissione UCL per la comunicazione dei camb. climatici e le “radici psicologiche” di certe incomprensioni. Me lo leggo nell’uichend e anche i paper…

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Rimmel del giorno
A proposito di clima, dal ten.col. Guido Guidi, l’incompetente autocertificato Donato Barone prende di nuovo per toma i paper di Antonello Pasini et al. del 2011 e del 2012. Sarebbero smentiti da uno del 2001 in cui tre neghisti calcolano che il risc. glob. non c’è perché in due ricostruzioni dell’emisfero nord le temperature aumentano e calano insieme ai cicli di attività solare. Come Antonello, usano la causalità di Granger di cui Barone fornisce una versione per dummies prima di opinare:

Personalmente concordo con gli autori circa le conclusioni. Lo studio non può escludere un nesso causale tra gas serra e andamento delle temperature terrestri ovvero non scagiona l’uomo dall’essere la causa del GW. Allo stesso modo, però, gli studi basati sulla causalità di Granger condotti da A. Pasini et al. non possono essere considerati risolutivi nel senso opposto.

La differenza è che nei paper di Antonello (che cercano distinguere il contributo rispettivo delle forzanti naturali e antropiche al  risc. glob. negli ultimi 70 anni) i gas serra hanno un effetto serra. Infatti, la realtà coincide con i risultati:

Per il ten.col. “in natura la media non esiste”, quindi la statistica ancora meno, non può capire che la causalità di Granger si usa con dati non correlati in partenza e che il povero Barone ha preso una cantonata.

Sei bravo a rispiegarlo, Antonello, ma non ci arrivano (da sola neanch’io come sai, ma mica faccio l’alt.uff delle FF.AA.).

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Avevo segnalato l’esperimento suramina-autismo di Robert Naviaux et al., provo a spiegarlo su Oggi Scienza.

Da “Fusione fredda”, Neutrino ha segnalato il paper di Malcolm Fairbairn e Robert Hogan, un giovane ricercatore del Kings College e un suo dottorando. Merita (bozza finale gratis). Usano la relatività generale e una teoria dei campi post Higgs per calcolare che stando ai dati di BICEP2 sull’inflazione iniziale dell’universo le fluttuazioni sarebbero state così enormi che l’universo non ci sarebbe. Teoricamente quindi, i dati di BICEP2 sono sbagliati oppure sono sbagliate (meno probabile) le masse/energie dell’Higgs e dei quark top.

Per non désespérer Billancourt, aggiungono
two possible cures: a direct coupling between the Higgs and the inflaton and a non-zero temperature from dissipation during inflation.
Ottima divulgazione di Fairbairn che aggiunge:
It is really important to point out that we are not the first people to think about this, in particular this paper by two very clever Italians and one clever Spanish guy, all of whom I got to know when I worked at CERN, looked at the same thing.  We did a very similar calculation using the latest values from the LHC and from BICEP2.

2 commenti

  1. Cara Sylvie, ti conosco da sempre perchè sono un’ascoltatrice storica di Radio Popolare. Mi fa piacere che tu abbia riportato la notizia della classifica della Thomson dove si legge che sono ben 55 gli italiani presenti. Finalmente una notizia positiva per la scienza italiana, ma ahimè poco evidenziata dalla stampa nazionale, più interessata a Balotelli che alla scienza. Volevo solo puntualizzare che le donne sono 5 (purtroppo poche ma sempre meglio di una sola) e che io sono laureata in Scienze delle Preparazioni Alimentari (ora Scienze e Tecnologie Alimentari) e mi occupo da anni di alimenti e nutrizione insieme ai miei colleghi citati nell’elenco.
    Un saluto, Nicoletta.

    1. Complimenti Nicoletta! E grazie della correzione, mi sono fermata alle “agricultural sciences” quando ho visto che hai salvato la reputazione dell’Italia insieme ai tuoi colleghi.
      Poi guardo il resto perché devo ancora capire come sono divise le discipline. Se ripassi di qui, mi piacerebbe sapere se l’elenco corrisponde a quelle che ti sembrano le menti influenti nella tua disciplina.
      p.s. 5 donne di cui una seconda ascoltatrice di Radio Pop: Patrizia Caraveo, astrofisica.

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